Politica / Sardegna

Caso Todde, per recuperare la credibilità perduta non basterà trovare un cavillo anti-decadenza

L’Unione Sarda di mercoledì 8 gennaio 2024

Per noi persone normali provare a capire qualcosa di più della decadenza della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde ormai è totalmente inutile. 

In pochi giorni la questione è uscita dall’orbita delle cose comprensibili e reali ed è diventata qualcosa di fumoso e onirico. Non più di realtà parliamo, ma di una sua rappresentazione.

Certo, la politica spesso gioca a simulare e a dissimulare, ma ciò che è incontestabile è che la presidente Todde ha subito da questa vicenda un grave danno alla sua reputazione e alla sua credibilità, e non certo per via di un immaginario complotto.

L’errore (grave) c’è stato e il fatto che schiere di giuristi ed esperti ora stiano cercando la formula magica per evitare la decadenza non alleggerisce la situazione. Non è questo il punto.

Il punto non è se la legislatura è destinata a chiudersi anzitempo, ma capire in che modo la presidente Todde può recuperare in tempi rapidi almeno una parte della credibilità perduta, e questo per affrontare con maggiore sicurezza e serenità i quattro anni di governo che ha davanti.

Chiudersi nel fortino non serve. Far finta che non sia successo niente non serve. Scagliarsi contro la destra non serve. Consentire che assessori regionali del suo stesso partito (Desirè Manca, per essere chiari) agitino in maniera irresponsabile lo spettro del complotto non serve. Far circolare il pessimo editoriale di Marco Travaglio non serve. Andare in conferenza stampa con la faccia stravolta a dire “Sono tranquillissima” non serve.

Servirebbe invece, una volta tanto, un po’ di verità. Servirebbe ammettere l’errore. Servirebbe comunicare la preoccupazione. E servirebbero delle scuse, quantomeno ai propri elettori.

Così, forse, si recupera un po’ di credibilità e non si rischia di essere travolti dagli eventi. Dalle crisi non si scappa, dalle crisi non si fugge. Le crisi si affrontano a viso aperto, e questo Todde non lo sta facendo.

Con un’opinione pubblica che si pone delle giuste domande su ciò che è avvenuto (e ancora se ne porrà, perché ora si è aperto il filone giudiziario relativo alle difformità riguardanti le certificazioni elettorali presentate da Todde), come pensa questa amministrazione di poter affrontare la riforma sanitaria o una legge di bilancio?

E questo senza contare che dopo quasi un anno di governo appare chiaro che almeno mezza giunta sarebbe da cambiare.

Serve una svolta. Ma prima che nei fatti, nell’approccio alle cose. 

Il primo anno di governo si chiude con questa vicenda che colpisce duramente la credibilità della presidente Todde. Ora sta a lei, e solo a lei, decidere se vuole cambiare rotta o meno.

Un cavillo la potrà salvare dalla decadenza, ma non da una crisi politica che deve essere affrontata con la forza di chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà. Non saranno i giuristi a ridare a questa amministrazione la credibilità perduta.

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One Comment

  1. Alessandro says:

    Se esistesse la licenza poetica si potrebbe dire un ottimmissimo pezzo.
    Il punto è esattamente questo, affrontare l’innegabile crisi, quanto meno di immagine, ancora con il pressapochismo che l’ha provocata. Essersi alienati gli amici nell’idea di dare un percorso nuovo, utilizzando ancora coloro (in altri tempi si sarebbe detto lo zoccolo duro) che hanno contribuito a portare il movimento cinque stelle dal 32% a, volendo essere buoni, circa il 10%……si sperava in un un salto di qualità.

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