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Rinnovabili in Sardegna: giunta Todde in difficoltà e comitati in un vicolo cieco

La Nuova Sardegna, 23 agosto 2024

Avvertenza: in tutte le questioni estremamente complesse (e la vicenda delle rinnovabili in Sardegna lo è) ai torti di una parte non corrispondono le ragioni dell’altra, e viceversa. Per cui, l’atteggiamento che appare omissivo e ambiguo della attuale presidente Todde negli anni in cui era esponente dei governo Conte e Draghi non fa automaticamente della proposta di legge popolare “Pratobello 24” una buona proposta di legge. 

E non basta d’altra parte rimarcare l’incredibile posizione del gruppo Unione Sarda per evitare di fare i conti con la volontà di decine di migliaia di sardi che quella proposta di legge l’hanno già firmata. Non sono tutti plagiati da Mauro Pili, così come non sono tutti sono avanguardie del movimento neocolonialista, come a una parte della galassia indipendentista piace infantilmente credere.

E quindi, che si fa? 

L’atteggiamento del gruppo Unione Sarda porta con sé due sgradevoli risvolti. Il primo è la polarizzazione dello scontro. Ovvero, il messaggio che sta passando è: “Se non firmi la proposta Pratobello 24 sei complice degli speculatori”. Questo approccio (le cui ricadute sono ben note all’editore Sergio Zuncheddu e a Mauro Pili) infiamma gli animi ma non produce ragionamenti: solo schieramenti. Funzionali allo scontro politico più che alla lotta contro le speculazioni energetiche.

Il secondo risvolto è la cattiva informazione. Che l’Unione Sarda produce non solo esasperando i toni e forzando le letture (mi aspetto che un giorno o l’altro pure all’allenatore del Cagliari verrà strappata una dichiarazione antieolico), ma stravolgendo la logica della gerarchia delle notizie e, ogni tanto, nascondendone qualcuna, se non è funzionale al proprio disegno propagandistico. 

Posso essermi distratto (e sono pronto a chiedere scusa) ma non ho letto nel quotidiano cagliaritano la dichiarazione del segretario della Lega Matteo Salvini contro l’eolico ma a favore del nucleare (peraltro, diffusa invece dal sito del giornale); e non ho letto neanche, sorprendentemente, la notizia secondo cui l’Eni avrebbe firmato qualche settimana fa un accordo in Algeria per far passare un metanodotto in Sardegna; così come non ho letto l’esposto (per come scritto, scombinato e inopportuno) di Sinistra Futura al presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna; e non ho letto neanche la successiva risposta del Comitato di redazione (ovvero l’organo sindacale interno) dell’Unione Sarda: come dire: l’Unione Sarda è riuscita perfino a censurare se stessa. L’elenco delle omissioni potrebbe continuare (e della scomparsa di Caterina Murino dalla scena mediatica dopo che ha incontrato la presidente Todde ne vogliamo parlare?), ma possiamo anche fermarci qui.

Su questo punto però vorrei dilungarmi un attimo perché ho notato che le critiche all’Unione Sarda (che ho argomentato nel post “Informazione in Sardegna: Zuncheddu e Pili sulle orme di Grauso e Liori”) sono state colte con un certo fastidio da parte di settori che sostengono la proposta Pratobello 24. Lo dico chiaramente: io non credo che l’Unione Sarda stia strumentalizzando i comitati, se non nella misura in cui, ad esempio, il giornale ai comitati non dà veramente voce, lasciando a Zuncheddu e Pili il ruolo di mattatori assoluti nella scena. Io credo invece che, purtroppo, una parte del movimento che sostiene la legge Pratobello 24 solo per opportunismo sta facendo finta di non vedere lo sconcertante atteggiamento del giornale cagliaritano, come se lo stravolgimento delle regole del giornalismo facesse bene alla causa.

Ma l’unica causa che l’Unione Sarda e queste parti del movimento Pratobello 24 condividono è in realtà quella di voler indebolire la giunta Todde. E ne è prova il fatto che ci sono persone (magari con ruoli pubblici, magari anche candidate alle recenti regionali) che non solo non si fanno specie di chiudere gli occhi davanti all’uso spregiudicato di un bene pubblico come l’informazione, ma addirittura divulgano le oscene prese di posizione di personaggi screditatissimi, il cui unico merito è quello di accusare la Todde di essere “una truffatrice”.

E non serve poi provare a cambiare discorso, accusando la Nuova Sardegna di complicità con le lobbies dell’energia. Anche in questo caso, ai torti di una parte non corrispondono ragioni dell’altra. Che il quotidiano di Sassari stia colpevolmente nascondendo la straordinaria mobilitazione a favore della legge Pratobello 24 è un dato di fatto, che però ha anche una spiegazione tecnica, che va oltre il sostegno che la Nuova ha sempre dato ad ogni discutibile iniziativa che riguarda le politiche industriali: dalla incresciosa vicenda Matrica (ve la ricordate?) alla metanizzazione. 

La questione tecnica è semplice da capire per chi ha un minimo di confidenza con le dinamiche giornalistiche. Nel momento in cui l’Unione Sarda decide di intestarsi totalmente la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare, le altre testate fanno un passo indietro perché hanno difficoltà a trattare la notizia. Lo sconfinamento di campo del giornale di Zuncheddu inibisce le altre testate. Che non possono parlare di Pratobello 24 senza parlare del ruolo del giornale e dell’ex presidente della Regione Mauro Pili. E siccome questo sarebbe imbarazzante, preferiscono il silenzio.

In questa situazione non è semplice dunque districarsi tra notizie vere, strumentalizzazioni, omissioni. Bisogna leggere il più possibile, e qualcosa può anche sfuggire, e provare a comporre un quadro sintetico senza farsi distrarre dalle false piste. Ci provo.

In tutta la Sardegna è ancora in corso la raccolta di firme per la legge Pratobello 24. Alla fine saranno più di cinquantamila i sardi che la avranno sottoscritta: un numero straordinario.

A quel punto (e saremo a fine settembre) la legge verrà presa in carico dal consiglio regionale, e succederanno due cose. La prima: a sostenere la proposta di legge sarà giocoforza la destra. In pratica, quella parte politica che nella passata legislatura ha rilasciato in silenzio decine di autorizzazioni per la creazione di parchi eolici e fotovoltaici senza coinvolgere in nessun modo le comunità, si ergerà a paladina delle comunità.

Ma perché, direte voi, la legge Pratobello 24 non può essere fatta propria da questa maggioranza di centrosinistra? Il motivo è molto semplice: perché è una brutta copia della legge di sospensiva già approvata dal consiglio regionale lo scorso 3 luglio. È un doppione scritto male e peraltro è già superato dagli eventi.

Dopo avere votato la legge con l’obiettivo esplicito di bloccare ciò che si poteva bloccare e prendere tempo, la Regione sta infatti lavorando per definire le cosiddette “aree idonee” e lo dovrà fare con un voto del consiglio regionale che arriverà entro il mese di novembre. Ieri la Nuova Sardegna ha spiegato bene come tutta la macchina regionale si sta muovendo per ottenere questo risultato, anche attivando i meccanismi di coinvolgimento dei territori.

La Regione sta quindi andando per la sua strada e i comitati ora si trovano spiazzati. Il messaggio che infatti adesso stanno mandando in maniera esplicita (e basta leggere l’Unione Sarda di oggi per rendersene conto) è che una firma alla legge Pratobello 24 significa sostenere l’ipotesi (poco politica e tutta ideologica) che “non esistono aree idonee”.

Ma se questo era l’obiettivo, perché non firmare al posto della legge di iniziativa popolare, il testo del referendum popolare che recita

Volete voi che il paesaggio sardo terrestre e marino sia modificato con l’installazione sul terreno ed in mare di impianti industriali eolici e/o fotovoltaici per la produzione di energia elettrica?

Di questo referendum ne avete mai sentito parlare? Perché la raccolta firme è stata completamente oscurata anche dall’Unione Sarda?

Ecco dunque che all’orizzonte si profila uno scontro durissimo: da una parte i comitati, che si accorgeranno di avere raccolto migliaia di firme per una proposta di legge già superata dagli eventi; dall’altra la giunta regionale che non saprà che peso politico dare alla volontà di decine di migliaia di sardi che hanno firmato la legge Pratobello 24.

La situazione è esplosiva e la presidente Todde non potrà sempre cavarsela semplicemente ignorando alcune delle argomentazioni che i comitati (ma anche la politica) pongono alla sua attenzione. Sulla questione dei 6,2 gigawatt richiesti alla Sardegna, anche alcuni consiglieri regionali del Pd qualche settimana fa hanno fatto presente che la quota andava ricontrattata con il governo Meloni, ma da viale Trento non è arrivata nessun segnale: perché?

I sardi che stanno firmando la legge Pratobello 24 stanno soprattutto chiedendo alla politica di essere coinvolti, segno che questa maggioranza non lo sta facendo a sufficienza. La lettera aperta “al popolo di Sardegna” che la presidente Todde ha consegnato alla Nuova Sardegna qualche giorno fa, oltre che riproporre argomentazioni già sentite e un po’ troppo vittimistiche, non ha fatto sufficiente chiarezza sul percorso che la Regione ha intrapreso. Un’occasione mancata.

Ma se la giunta può provare a inventarsi dei momenti di maggiore coinvolgimento dei territori, i comitati cosa possono fare se non continuare a radicalizzare lo scontro e l’Unione Sarda nascondere o manipolare il percorso amministrativo che porterà all’individuazione delle aree idonee, per poi magari strepitare e denunciare un inesistente “blitz estivo” con tanto di “carte segrete” che segrete non sono per niente?

La Regione non può ignorare la mobilitazione in corso, ma i Comitati non possono ignorare di essere finiti in un vicolo cieco. A meno che l’obiettivo non sia quello di creare le condizioni per indebolire, fino a provare a farla cadere, la giunta Todde. Ma questo con la lotta alle speculazioni energetiche non c’entra nulla.

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18 Comments

  1. Giovanni says:

    In buona fede, la Todde e i 5 Stelle stanno dimostrando a tutti la loro incapacità politica e strategica. Se la avessero avuta, avrebbero fatto buon viso a cattivo gioco accelerando l’approvazione della legge di iniziativa popolare e lasciando il cerino in mano alla Meloni che sarebbe stata costretta a impugnarla e sarebbe passata per la cattivona di turno. Nel frattempo avrebbero lavorato in silenzio alla definizione delle aree idonee e non idonee che avrebbero presentato come salvatori della Patria. E invece nulla. Sono incapaci politicamente e strategicamente ed hanno il difetto peggiore per un politico: sono permalosi. Prepariamoci a Zuncheddu presidente della Regione, tra massimo un anno.

  2. Oggi l’Unione parla di una grande manifestazione con persone provenienti da tutta la Sardegna che si sono ritrovate a Cagliari per manifestare sotto il palazzo della regione. Ora, io non voglio sminuire ma 2000 persone possono essere considerate una grande manifestazione? E Cappellacci che sempre sull’Unione sostiene Pratobello quando hanno governato fino all’altro ieri? E che lo stesso Capellacci dica “Coerenti con il nostro passato nel rispetto del territorio”, pergionta ossigenato, senza che l’Unione trovi un minimo di incoerenza da far notare? Io spero che la Todde e il governo regionale trovino la forza per andare avanti con l’individuazione della aree idonee, ma questo è il mio parere che poco ha a che fare con l’articolo.

  3. Gabriele says:

    La proposta di legge Pratobello è totalmente incostituzionale perché, come è stato spiegato dall Unione sarda, la nuova normativa renderebbe ex ante inidoneo e vietato alle rinnovabili il 99% del territorio sardo, in totale conflitto con la legislazione nazionale applicativa delle direttive comunitarie che invece fissa il principio generale della massima diffusione delle energie rinnovabili (cui viene riconosciuta valenza di interesse pubblico prioritario e prevalente), fatte salve unicamente le aree inidonee che devono però essere identificate specificamente e devono costituire l eccezione(lo ha ribadito anche la Todde pochi giorni fa) e non la regola generale. Le aree inidonee devono essere identificate nell ambito delle aree contenenti beni paesaggistici o culturali o archeologici di grande rilievo tutelati ai sensi del codice Urbani del 2004..ossia principalmente attraverso il particolare strumento normativo del Ppr che richiede la compartecipazione Stato/Regione…La competenza urbanistica regionale è soggetta in ogni caso ai principi delle grandi riforme economiche sociali della Repubblica e la legislazione nazionale applicativa delle direttive comunitarie sulle energie Rinnovabili è a tutti gli effetti una grande riforma economico.sociale della Repubblica, senza poi contare i vincoli degli obblighi internazionali derivanti dagli accordi internazionali sul clima

  4. Ogni riferimento a fatti attuali è voluto.
    “Tutti uniti! Tutti insieme! Ma scusa quello non e’ il padrone?”

  5. Casper says:

    Io credo che visti i fatti, i documenti e le decisioni che ne sono scaturite, c’è stato e c’è un conflitto di interessi non attuale ma storico per quel che riguarda la Todde ( al tempo ignara di scendere in politica) e nello stesso tempo un indiscriminato numero di politicanti di destra e di sinistra conniventi con queste decisioni e che cerca di sottrarsi al giudizio dei cittadini indicando un capro espiatorio credibile ( un po’ come stanno facendo con quel che ne rimane della sanità pubblica?

  6. Gervaso says:

    La sua opinione é sempre puntuale, quando serve arriva subito, complimenti per il tempismo.
    Vorrei altresì segnalare che tra un paragrafo e l’altro del suo articolo leggo la pubblicità che dichiara “donne cercano compagnia”. Avrei dovuto disattivare la pubblicità, ma non mi é sovvenuto il link. Immagino che la cosa sia involontaria, e che lei non possa controllare gli spot presenti nella sua pagina.
    Tuttavia non posso fare a meno di notare la involontaria ilarità che questa pubblicità ha generato, come in una sciarada diagrammatica.

  7. Salvatore Manca says:

    Egregio dott Biolchini,
    I comitati stanno terminando l’elaborazione della legge regionale di dettaglio di recepimento delle direttive UE sulle rinnovabili facendo perno esclusivamente sulla legge delega, la 53 del 2021, legge introduttiva delle direttive UE il cui art 5 è la norma dettante principi e criteri per il governo e le regioni sulla materia della produzione e distribuzione di energia elettrica (art. 4 dello statuto sardo). L’art 5 è una miniera di norme a favore della Regione Sardegna. La invito a leggerlo. Nella legge si dice a chiare lettere che si deve partire dai tetti degli edifici e dai parcheggi…l’art usa il termine privilegiando…quindi le alte modalità sono senza titolo….statuisce di sostenere l’autoconsumo e le comunità energetiche nell’ambito della utilizzazione al minimo delle reti di connessione…. mette l’accento sull’idroelettrico…
    Nella legge dei comitati proponiamo la riappropriazione dei procedimento sopra i 30 mega, la vincolatività dei pareri delle soprintendenze e delle capitanerie di porto, l’obbligatorietà della Valutazione di impatto ambientale per il mini eolico… l’utilizzo quindi del solo fotovoltaico sui tetti degli edifici civili, agricoli e industriali, ed altre proposte.
    Grazie

    • Gabriele says:

      L art 5 si riferisce solo alle aree dove il procedimento dovrebbe essere accelerato..stop , riguardo ai tetti e parcheggi lo sanno tutti che non sono assolutamente sufficienti per garantire la conversione energetica servono solo per l autoconsumo del proprietario del tetto…peccato che il proprietario deve cacciare i soldi…il posizionamento dei pannelli sui tetti costa il quadruplo

  8. Andrea says:

    Mancano solo le influencer di OF per finire sull’ugnone a parlare di “energia”

  9. La destra fa il suo mestiere.
    Purtroppo la sinistra spesso è volentieri ha sostenuto scelte di destra.
    Il decreto Draghi è il responsabile di ciò che sta succedendo in Sardegna è altrove.
    Il decreto Draghi ha dato hai privati il potere di espropriare i terreni togliendo questo compito agli enti locali.roba da matti.
    Nel decreto manca proprio la concertazione tra i privati e il publico.
    Il decreto doveva contenere la concertazione tra pubblico e privato per l’individuazione delle aeree idonee,e non solo.
    Il potere della regione e degli enti locali è stato espropriato dal governo iDraghi con l’assenso dei nostri politici a Cagliari e a Roma,di destra e di sinistra.
    La signora Todde è responsabile ,per la parte che le compete,forse più di tutti gli altri,per il ruolo che ricopriva nel governo Draghi.
    Lei dice ora che non ha firmato nulla,certo che non ha firmato, infatti si chiama decreto Draghi e non decreto Todde.
    Possibile che la presudente non abbia letto quel decreto prima di essere pubblicato?
    Questo è un bell’esempio pratico dell’autonomia differenziata inaugurata dal governo Draghi .
    Provate a chiedere una licenza per costruirvi una casa ,sapete cosa vi dice il comune?…che bisogna fare una conferenza dei servizi.
    Immagino che voi tutti sappiate chi sono gli enti che compongono la conferenza dei servizi.
    Il decreto Draghi,per me, è una legge criminale.
    Sui comitati consiglio a tutti di andarci piano con i giudizi.
    Informatevi bene.

  10. Giuliana Adamo says:

    Ottima sintesi di un altro disastro in atto senza che le comunità e i territori siano presi sul serio in considerazione attraverso una visione più ampia, equa e obiettiva.

  11. Questa è una delle poche volte che condivido appieno il pensiero eccellente di Vito Biolchini alla quale devo delle scuse per certi toni antipatici in un post del post Saccargia. Missà che tra Unione Sarda e Comitato referendario ci sia qualcosa che non torna. Ci si chiede dove si trova, ora, la sponsor Caterina Murino, dopo l’incontro con la Presidente della Regione Autonoma della Sardegna? All’interno di questa compagine c’è da fare dei distinguo. C’è chi sta lavorando senza scopi personali, e c’è chi sta prendendosi troppo sul serio una smania di protagonismo, che verrà pure ricompensato con un posticino in qualche movimento politico vicino all’ex Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, ex Deputato della Repubblica Italiana! Che ora è caporedattore del primo quotidiano della Sardegna. Chi firma la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 24 vs Chi non firma la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 24. Questi secondi vengono, tantissime volte, tacciate come traditori e a favore della speculazione energetica in Sardegna. Mai cosa fu più sbagliata. Firmare una proposta di legge di iniziativa popolare non è un obbligo. Non te l’ha obbligato il medico di famiglia. Non è un reato non firmare. Scommetto che anche molti di questi qui abbiano fatto altro che firmarla! Hanno solo preso un ago nel pagliaio! Ora che l’Unione Sarda e qualche sindaco di qualche paesino all’interno della Barbagia ha preso mano al tema, per puro interesse politico, ora tutti proni all’interessato! Non mi interessa più di tanto che qualche componente mi faccia il terzo grado. Io penso questo! Ho firmato la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 24 non perché mi piace. È molto compromessa la capibilità! L’ho fatto come solidarietà alla causa.

  12. Andrea says:

    Apprezzo la evidente volontà di dare una lettura della situazione senza troppi filtri ideologici!

  13. Callmeishmael says:

    E intanto, notizia di oggi che vedo sulla Nuova ma non sull’Unione, in provincia di Nuoro abbiamo rischiato una tragedia perché qualcuno ha sbullonato il basamento di una turbina eolica, che sarebbe potuta crollare. Era solo una questione di tempo.

    • Michele says:

      Esatto….sulla Nuova Sardegna si parla di ” sabotaggio” di “possibile tragedia”, di una turbina piazzata , “sino a prova contraria, su aree dichiarate idonee”, mentre sull’Unione non si menziona la notizia ma si rimarca che per “Pratobello 24, i Comitati: «In Sardegna non esistono aree idonee»”. Chiederei a Vito un parere, sicuramente ci sono delle ragioni dietro le attenzioni o le non attenzioni dei due primi giornali sardi su questa vicenda, ma sinceramente credo che omettere notizie, da una parte e dall’altra, causi dei danni alla Informazione e alla pubblica opinione. Grazie, un saluto

    • Stefano Fratta says:

      Deriva pericolosissima, in una regione che ha tra altri tristi primati quello degli attentati/atti vandalici contro la pubblica amministrazione e le stesse persone degli amministratori -esponenti di istituzioni democratiche-.

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