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Informazione in Sardegna: Zuncheddu e Pili sulle orme di Grauso e Liori

Il pugnaleh!

Avvertenza: questo non è un post sulla questione eolica in Sardegna, sulle contraddizioni della transizione energetica e sulle ambiguità della politica. Questo è un post su come il maggiore gruppo editoriale sardo questi argomenti li sta affrontando e raccontando.

Chi segue le vicende del giornalismo nell’isola non avrà difficoltà a ricordare come negli ultimi trent’anni già due volte l’Unione Sarda è entrata in rotta di collisione con le giunte regionali. La prima negli anni del centrosinistra guidato da Federico Palomba (quindi tra il 1994 e il 1999) quando il giornale allora diretto da Antonangelo Liori e di proprietà dell’editore Nicola Grauso attaccò l’esecutivo in maniera violentissima. Di mezzo c’erano soprattutto gli interessi legati ai terreni dell’ex cartiera di Arbatax, le cui vicende portarono poi alla crisi del giornale e al passaggio di proprietà da Grauso all’immobiliarista Sergio Zuncheddu. Grauso da editore giocò anche la carta della politica, dando vita nel luglio del 1997 al Nuovo Movimento ed entrando in consiglio regionale nel 1999.

Il secondo attacco furibondo dell’Unione Sarda alla giunta regionale in carica fu negli anni di Renato Soru presidente (2004-2009). Allora il giornale (editore Sergio Zuncheddu e direttori Claudio Mori, Dionisio Mascia e Paolo Figus) si scagliò contro l’esecutivo di centrosinistra per contrastarne le politiche urbanistiche di tutela delle coste. Furono anni durissimi, nei quali anche i tentativi di riforma della sanità vennero avversati dal giornale in maniera pesante. Per conoscere lo sprezzante giudizio che Zuncheddu dà degli anni di Soru basta leggere il suo celebratissimo libro “SarDegna” (ma questo meriterebbe un post a parte).

Quindi oggi non sta succedendo nulla di nuovo. Ancora una volta l’Unione Sarda attacca frontalmente la giunta regionale in carica, anche questa di centrosinistra. Ma perché lo sta facendo?

Sia chiaro, è nella natura dei giornali quotidiani di portare avanti delle campagne di impegno civile. Ma il pur nobile intento di difendere l’isola dalla speculazione energetica non può ammettere lo stravolgimento delle regole giornalistiche. E l’Unione Sarda la linea rossa che separa il giornalismo da qualcos’altro che giornalismo non è l’ha superata da tempo. 

L’aspetto più grave riguarda la posizione dell’editore, il quale non può intervenire in prima persona così come Sergio Zuncheddu sta facendo da mesi, ovvero scrivendo articoli che dovrebbero essere di esclusiva pertinenza della redazione. Il rispetto delle forme e dei ruoli è fondamentale per garantire quell’equilibrio che è tutela innanzitutto dei lettori e del loro diritto ad avere una corretta informazione. 

Anche per questo motivo, quella che l’Unione Sarda sta offrendo sulla vicenda rinnovabili non lo è. Perché, ripeto, Sergio Zuncheddu sta da mesi contravvenendo in maniera plateale a quella regola che vuole che l’editore di una testata non sconfini nel territorio giornalistico. Egli può certamente imporre una linea al suo giornale, ma non può certamente esprimerla ripetutamente con questo protagonismo che straborda nella vanità e nel narcisismo e che provoca gravissimi danni di credibilità al suo giornale. Ciò che Zuncheddu sta facendo è fuori da ogni corretta gestione di un bene comune chiamato informazione. E dunque così facendo danneggia tutti noi, non solo l’Unione Sarda.

L’altro aspetto che rende inverosimile la campagna contro la speculazione eolica portata avanti dall’Unione Sarda riguarda Mauro Pili. Anche qui, bisogna essere chiari. Il modo in cui l’ex sindaco di Iglesias, ex presidente della Regione ed ex deputato conduce le sue inchieste ha poco di giornalistico e molto, troppo di politico. Ovvero, nella sua scrittura non c’è quasi mai quel rigore, quella misura e quel metodo che contraddistingue il giornalismo. Pili sarà anche iscritto all’Ordine dei Giornalisti ma scrive e si comporta come se fosse ancora un politico, e basta vedere la sua pagina Facebook per averne una ulteriore prova. Sia per Zuncheddu che per Pili la separazione dei ruoli non è rispettata: il primo da editore si comporta da giornalista (senza averne la preparazione e le capacità, sia chiaro); il secondo da giornalista si comporta da politico, e non dovrebbe farlo.

Il risultato è che tutta l’informazione di questi mesi delle testate del gruppo Unione Sarda è un caso da studiare per come le regole del giornalismo (che comprende la gerarchia delle notizie, il senso di completezza delle stesse, la separazione tra ruoli giornalistici ed editoriali, le evidenti strumentalizzazioni e forzature), vengano quotidianamente irrise. Ma quando mai si è visto un giornale pubblicare nelle proprie pagine una proposta di legge popolare facendo credere che a scriverla fosse stata addirittura la redazione? Più che giornalismo, a volte parodia di giornalismo.

Ecco dunque che, con altre motivazioni, Zuncheddu e Pili stanno ripercorrendo le orme di Grauso e Liori. Stesso stravolgimento dei ruoli, stessi scavalcamenti in territori che dovrebbero essere preclusi, stessa volontà di non rispettare le regole che il giornalismo stesso si è posto a tutela del proprio agire.

Per molto meno negli anni novanta la redazione dell’Unione Sarda aveva mobilitato l’intera opinione pubblica, proclamando scioperi e chiedendo il sostegno della società civile. Ora invece tutto tace. Ma forse sarebbe il caso che l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna e l’Associazione della Stampa Sarda (il nostro sindacato) in qualche modo intervenissero. Perché l’informazione è un bene di tutti. Perché trattando in questo modo il tema delle speculazioni energetiche l’Unione Sarda sta di fatto inquinando lo spazio del dibattito pubblico. E per effetto di questa distorsione ragionare pubblicamente di rinnovabili Sardegna sta diventando impossibile.

Perché l’Unione Sarda sta tenendo questa linea? Per paura che la Regione approvi il Ppr delle zone interne? Per timore che nella partita che riguarda l’aeroporto di Cagliari gli interessi di Zuncheddu non vengano sufficientemente tutelati? Perché vuole spingere verso la metanizzazione dell’isola a scapito delle rinnovabili? Non lo so, non ho una risposta. Ma posso immaginare cosa succederà fra qualche mese. E lo dico in sintesi.

Ora il giornale si è intestata la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare contro la speculazione energetica. Ma quando la proposta di legge arriverà in consiglio regionale, questa verrà di fatto accantonata e ciò per due motivi. Il primo è perché (come spiegano validi giuristi) è scritta male, e dunque come quella approvata dall’attuale maggioranza sarebbe sicuramente impugnata dal governo. Tempo perso. Ma il secondo motivo è più importante: perché quest’autunno il consiglio regionale dovrà affrontare il tema (questo sì, rilevante) delle aree idonee.

Mentre la cosiddetta Legge Pratobello mira di fatto a rendere tutta la Sardegna “inidonea”, l’attuale maggioranza vuole invece regolamentare l’installazione di fonti di energia rinnovabile. Sono due posizioni inconciliabili. E il destino di questa proposta di legge è dunque quello di essere superata dagli eventi e dunque, essere banalmente cestinata.

Però immaginatevi cosa succederà quando quest’autunno cinquantamila e più persone che avranno firmato la legge si accorgeranno che la loro mobilitazione non è servita a nulla. Come si comporterà il giornale? Temo che soffierà ancora di più sul fuoco del populismo e non mi stupirei se dall’Unione Sarda si arrivasse a chiedere le dimissioni della presidente Todde.

Perché questa è la direzione in cui il gruppo editoriale sta andando, questo è ciò che più di ogni altra cosa il duo ZunchedduPili sta, forse anche inconsapevolmente, facendo: attraverso lo stravolgimento del fare giornalistico, più che difendere la Sardegna dalla speculazione sta destabilizzando lo scenario politico e rendendo difficile a tutti la possibilità di fare una informazione corretta su temi così complessi. Esattamente come avvenne negli anni terribili per l’informazione sarda di Grauso e Liori (quando però l’Unione Sarda di copie ne vendeva anche novantamila al giorno, e non le venticinquemila di oggi).

E così, gli antichi fantasmi di viale Regina Elena tornano ad abitare gli eleganti open space di piazza Unione Sarda. È un copione già visto, una storia già letta. Sempre che non si voglia far finta di niente e girare la testa da un’altra parte.

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65 Comments

  1. cristian puddu says:

    Il problema del giornalismo, che affligge in questo caso anche Vito Biolchini è dovuto al fatto che il giornalista, chiunque esso sia, ha comunque, e giustamente, le sue posizioni politiche. E come facilmente si evidenzia anche in questo articolo è difficile affrontare la questione in modo realmente neutrale se si è simpatizzanti per una determinata parte politica. Ovviamente lo stesso discorso vale per i giornalisti, orfani ora della vecchia giunta regionale.
    Già l’avvertenza iniziale non ha molto senso: le due questioni infatti non sono divisibili. Nel senso che per capire se il maggiore gruppo editoriale sardo sta affrontando correttamente questo argomento, bisogna proprio porsi delle domande sulla questione eolica.
    Ma soprattutto voglio far notare che questo è l’ennesimo articolo presente in rete a cui manca però la conclusione più importante. Perché Zuncheddu fa questo? È la risposta è boh.

    Ma partiamo dal principio: un bravo giornalista, giustamente dovrebbe porsi queste domande: è corretto il comportamento del gruppo editoriale? E’ normale che da mesi ormai la prima pagina sia dedicata interamente alla vicenda dell’eolico e non trovano spazio altre problematiche come ad esempio la questione della sanità? Il lettore viene correttamente informato sui rischi della speculazione ma anche sui vantaggi delle energie alternative? Trova spazio nel giornale un confronto tra i pro e contro oppure è una voce unica? Cosa pensare degli interventi dell’editore?
    A queste domande in parte, ha giustamente risposto Vito Biolchini, tralasciando però la domanda fondamentale, la più importante. E’ realmente in corso una speculazione energetica? Senza una mobilitazione come questa la parte politica e amministrativa avrebbe già concesso centinaia di autorizzazioni? E questi impianti sono quindi sinonimo di devastazione?
    Se la risposta è affermativa, ed un analisi indipendente, chiara non può negare che sia affermativa, bene fa L’Unione a scuotere le coscienze dei sardi, anche in modo giornalisticamente poco corretto, e ciò ovviamente non toglie che l’editore possa essere mosso anche da altri scopi più personali. Se la risposta è affermativa, sono inoltre in torto le altre testate a non dare il giusto peso a quanto sta avvenendo nell’isola, ed anche in questo caso potrebbero avere interessi per evitare la cronaca della speculazione. Interessi politici atti a cercare di non creare problemi alla Todde o interessi dovuti a rapporti editoriali diretti con la produzione di energie alternative.
    Il discorso visto da uno a cui non interessa la destra o la sinistra, e che non simpatizza per nessuna delle due parti, è tutto qui. Ma capisco che per i giornalisti, che invece hanno i partiti nel sangue possa essere un tantino più complicato al punto da negare pure l’evidenza.

    Faccio un esempio di cosa intendo: non sono certo un amante di Salvini, anzi penso di lui cose che pubblicamente non posso scrivere, ma se dovesse dirmi un giorno “ehi guarda che un ladro ti sta rubando la tua auto”, dovrei rispondergli che non è vero e che il ladro può prenderla se vuole, solo perché sono lontano anni luce dalle sue idee o perché ritengo che solo l’avermi avvisato sia da parte sua un comportamento ambiguo?

    • Amadeo says:

      Lei mi sembra un’anima candida, e crede, anzi da’ fiducia, al lupo quando dice al porcellino: “non ti vo mangiare arrosto, questa è proprio una calunnia, sarò buono come una mummia”.

  2. Carissimi “No Tutto”, temo che queste vostre proteste contro l’eolico e il fotovoltaico saranno presto strumentalizzate. Non dimentichiamo che è ancora forte la lobby del nucleare, con l’argomentazione che questa è tra le fonti energetiche a emissioni più basse e ad impatto ambientale più basso.

    • “No tutto”? La sardegna è già tra le regioni più inquinate d’italia.

      Direi che i “No” non sono mai stati abbastanza, al contrario si è detto sempre di sì.

  3. Giorgio says:

    perché poi farla tanto complicata?
    eolico = ecologia = sinistra
    comitati = Unione = destra
    come ha detto il comunicato di Sinistra Futura: La forza politica chiede infine alla giunta un’accelerata sul programma di governo in particolare sull’eolico offshore e sull’analisi delle modalità attraverso cui i cittadini sardi potranno beneficiare dei nuovi impianti fotovoltaici ed eolici.

    • Grazia says:

      Che semplificazione poco conscia dei comitati e di chi ne fa parte! Ma anche del concetto di ecologia che è strettamente legato a quello di giustizia sociale, e chiaramente di riduzione degli sprechi, di sicuro, non di continue possibilità per il consumismo. Sinistra non è solo un fattore logistico in aula, bisognerebbe riprendere in mano le teorie politiche per capire che ne un sindacato che spinge per il metano, ne un politico che spinge per favorire le multinazionali e i loro interessi possa davvero dichiararsi di sinistra. Giustizia climatica = Giustizia sociale.

    • Ospitone says:

      Semplificare? Era ironico vero? io direi che invece è il caso di approfondire invece di schematizzare come se stessi risolvendo un quiz della patente: Anche perché rischi la spunta sulla risposta sbagliata (tipo Comitati = Destra / Eolico=Sinistra)

  4. Da residente in Sardegna, quello che mi sta a cuore è che la speculazione venga bloccata; poi chi o come lo farà non ha molta importanza, se da uno scranno istituzionale o dalle pagine di un giornale, chiunque sia l’autore o qualunque sia la testata.

    Se poi questo non avverrà, giusto evidenziare chi ha propiziato la speculazione e chi non ha voluto o saputo bloccarla.

  5. Giorgio says:

    Sondi una porta aperta, Vito.
    Il giornale vive solo di sussidi pubblici. Le vendite sono precipitate, come per tanti quotidiani schierati politicamente. E’ ovvio che ora cerca, l’editore, di portare un po’ di acqua al proprio mulino cavalcando l’onda dell’eolio, come fece con le scorie radioattive e come farà ogni volta che il popolo insorge. Peccato che non ‘abbia fatto quando c’era la lega al comando e ha affossato sanità, trasporti ed economia della regione.

  6. riccardo says:

    come al solito ,anche se si parla di una cosa seria che interessa a tutti noi sardi,vedi i progetti inutili per riempire di pale eoliche il nostro territorio e il nostro mare c’e’sempre qualcuno che vuol trovare il lato opposto dando a pili e al giornale le colpe di un interesse nascosto quello di andar contro al governo di cui il giornalista che critica e’un acerrimo tifoso….ma fammi il piacere …..come direbbe toto’….smettila con le tue insinuazioni ,e se sei in giornalista sardo dovresti unirti alla battaglia piuttosto che cercare scheletri per farti togo….
    come sempre per colpa di certa gente siamo malunidos dalla notte dei tempi…

    • Amadeo says:

      Se siete malunidos è per tontesa. State chiedendo a Zeus un re che vi governi meglio di Travicello. Sarete accontentati. Buona fortuna.

  7. Stefano reloaded says:

    https://www.unionesarda.it/cappuccetto-rosso-e-il-lupo-cattivo-xwpkycba
    Millemila battute sul giornale del giorno di Ferragosto.
    A sa facci tua! E nostra.
    Però, almeno, ha il sacrosanto merito di ricordarci che piazzare le pale eoliche vista “beni collettivi identitari” non è capitalismo sano.
    Infatti anch’io ricordavo che il “capitalismo sano” è quello che, ad esempio, seppellisce i resti della città medievale di Santa Igia (capitale del Regno di Calari) sotto i metri cubi di cemento di un centro commerciale, con parcheggi e strade di accesso annessi.
    Il “capitalismo sano” costruisce sopra e non a fianco ai “beni collettivi identitari”.

  8. Bruno F says:

    Un articolo che condivido dalla prima all’ ultima riga. Bravo Vito !

  9. Sandra Ledda says:

    hai ragione da vendere Vito.
    Questi articoli che hanno poco di giornalistico e molto, troppo di politico hanno stufato. Questi giornalisti che fanno articoli per sostenere le proprie tesi politiche andrebbero denunciati all’Ordine. Dal primo all’ultimo. Ma temo che si chiuderà un occhio, dato che tutti sono ammanicati politicamente, altrimenti non si spiega il perché di certe posizioni.
    Eppure questa battaglia andrebbe portata avanti, fino a far tacere certe penne, altro che scomodare Pratobello. Ci vorrebbe molta più rigidità, sospendere se necessario. D’accordissimo

  10. Ciccio says:

    Articolo con ottimi spunti per una seria riflessione. Un’ unica obiezione. L’Unione Irredentista Sarda e il suo editore non hanno ancora sferrato il loro vero e proprio attacco alla Todde ma, piuttosto stanno tentando di condizionarne pesantemente l’operato. In questo favoriti dall’atteggiamento ambiguo (e un po’ vile) della stessa Presidentessa che, sulle energie alternative nell’Isola, sino a pochi mesi fa aveva idee decisamente diverse da quelle dell’Unione. Oggi invece sembra quasi rifugiarsi dietro un pavido: “la penso come voi ma, sapete, e’ tutta colpa del governo di Roma”. Di quello attuale, ovviamente, non dei precedenti di cui anche lei faceva parte.

  11. Maria Giovanna Medau says:

    Per fortuna c’e’ ancora chi fa corretta informazione e non propaganda. La scorrettezza dell’Unione Sarda e’ pura propaganda populista, secondo lo stile dell’attuale governo nazionale. Una cattiva informazione che mira a far dimenticare i disastri della giunta Pili e di quella di Solinas. Spero che i sardi leggendo l’esauriente , chiaro e corretto articolo di Vito Biolchini comincino a ragionare con la testa e si comportino di conseguenza come si fa contro chi vuole truffare gli ingenui.

  12. Gigi Perria says:

    hai centrato il punto. C’è la possibilità di un attacco alla Todde, tra pochi mesi.
    Io, tra Todde e la possibilità di vedere eolico off shore in tutta l’Isola, preferisco difendere la Todde e la democrazia.
    Sono un uomo di cultura di sinistra e questi comitati li ho smascherati da tempo: mi sono fatto un giro sulle pagine dei vari e non ho trovato un like di nessun mio contatto di sinistra, e ne ho tanti di contatti di sinistra. Cosa significa questo? Che questi sono di destra, semplice.
    Pertanto tra difendere la terra da delle pale eoliche, o difendere la democrazia, io preferisco la seconda ipotesi.

    • Simonetta Biagini says:

      Guardi che ci sono tante persone di sinistra che non sono tra i suoi contatti e che appoggiano i comitati, che non so in base a quale ragionamento definisca di destra…solo perchè i suoi contatti di sinistra non mettono i like?

    • O Gigi, e non prenderci per il culo dai

    • Che cosa significa? Che voi sardoitaliani sputasentenze “da sinistra”, se proprio non ce la fate ad uscire dalla naftalina per farvi un giro a qualche comitato, perlomeno dovreste trovarvi un/a badante che vi insegni ad usare il computer

  13. Ornella says:

    Vito Biolchini
    Disamina più che esaustiva…ci sono tutti in campo Zuncheddu, Pili, Liori…manca Grauso!!

  14. Lungi da me difendere l’Unione Sarda, anche io ritengo che ciò che stanno facendo con la questione dell’eolico va oltre ogni tipo di regola giornalistica, tuttavia non ho per nulla apprezzato il paragrafo nel quale si parla dei presunti interessi di Zuncheddu, come l’aeroporto, il PPR o la spinta verso il metano, non tanto per gli argomenti in se, ma per come sono stati posti.
    E’ a mio avviso sbagliato fare delle insinuazioni (anche gravi, come queste) mettendole sotto forma di domanda e ”coprendosi” con ”non lo so, non ho una risposta”.
    Ma allora, la domanda sorge spontanea: se non lo sai e non hai una risposta, e dunque non ne hai certezza, perché scriverlo?
    Accuse cosi pesanti o si scrivono chiaramente, motivandole, o non le si dice proprio; la via di mezzo delle domanda che insinuano e il non lo so non rispettano il livello dell’articolo.
    Per il resto, mi trovo d’accordo.

    • P.Pascalis says:

      e invece si rende conto di ciò che ha scritto lei? quindi un giornalista (Biolchini) non può, nel suo blog, porsi delle domande? ciò per quanto riguarda il metodo, per quanto riguarda il merito, ebbene, la presa di posizione da parte di parecchi personaggi contro questo “eolico” e “fotovoltaico” mi sembra per lo più spropositato (per usare un eufemismo)

  15. Salvatore Marongiu says:

    Scusate, l argomento dell articolo non erano le pale eoliche ma il grado bassissimo e quindi pericoloso dell informazione in Sardegna. È argomento differente dalla speculazione in atto. Bene ha fatto Biolchini a esprimere la sua opinione che personalmente condivido

  16. Amadeo says:

    Ho il timore che il “popolo sardo” venga preso per i fondelli per l’ennesima volta.Va bene organizzare la protesta e la lotta contro le speculazioni delle multinazionali energetiche e non, va bene individuare le responsabilità politiche di chi ha svenduto il territorio e favorito le speculazioni industriali, immobiliari, energetiche… ma…vedo con dispiacere che il tiro si sta spostando, date le continue esortazioni e i quotidiani appelli alla mobilitazione, verso il rifiuto tout court delle energie rinnovabili. Per tornare a gasdotti algerini, metano, nucleare.
    Contraddizioni in seno al popolo, direbbe qualcuno. Che ha sempre abboccato agli ami lanciati dai grand’uomini, pentendosi quando ormai era troppo tardi.

  17. Grande Vito, chi vuole capire….capisca come si dice in sardo …arresciona e poni a menti

    • Ornella says:

      Arrexiona poni menti

    • Giuseppe Luigi Nonnis says:

      Sono totalmente d’accordo con Vito Biolchini. Temo disordini pericolosi e controproducenti quando saranno proposte dalla Regione aree idonee per le rinnovabili, ma non capisco perché L’Unione non abbia sostanzialmente protestato quando con Solinas sono arrivate le prime autorizzazioni per impiantare le prime pale eoliche nell’isola senza alcuna regolamentazione preventiva.

  18. Concordo pienamente.
    L’Italia manca di cultura democratica (anzi di cultura proprio) e ancor di più ignora quanto il giornalismo sia alla base della democrazia, prova ne è che sia pensiero comune che un giornalista debba scrivere nell’interesse del suo editore.
    Poi i patrioti sardi se dopo aver firmato la ‘legge Pratobello’ vanno a raccogliere le cicche che hanno buttato in spiaggia ci faranno un vero favore

    • Supresidenti says:

      Ma perché non si fa una camomilla o efix. Buttate le cicche? Ma croccari..

      • Amadeo says:

        Che senso ha rispondere con una battuta ad un ragionamento ancorché non condiviso? Siamo seri. Il momento è difficile. Viene messa in discussione non la democrazia ma l’idea che c’è dietro la democrazia. Non confondiamo il significante col significato. Ne va del nostro destino comune.

      • Chi sta promuovendo la legge pratobello si è appena visto cassare dalla Consulta una modifica al Ppr che consentiva di costruire in spiaggia… sempre per difendere il territorio dalle rinnovabili ovviamente. Questa Mauro Pili non te l’aveva spiegata?

    • Supresidenti says:

      Oh vito, che simpatici commentatori. Uno che parla di cicche e un altro che mi dice che le cose me le spiega Mauro pili. Facciamo così anime candide. Pubblichiamo i nostri cv così almeno sappiamo chi siamo. A proposito, dei mi tzerriu Matteo murgia. E os’attrus?

  19. L’avvertenza iniziale è totalmente fuori luogo.
    È come scrivere un articolo su De Gaulle che usa più poteri di quelli legittimo, senza citare il nazismo e la guerra.
    Come si fa?
    Per il resto è tutto giusto e tutto corretto, a parte ignorare completamente la Nuova Sardegna, con Sardiniapost ridotto a macchietta. Non è informazione anche questa? Non esiste un problema anche nei silenzi, soprattutto se guardiamo gli interessi proprietari e gli intrecci tra i vari cda?
    A me, dal punto di vista informativo, spaventa di più quello che non si vede, che lavora in silenzio.

  20. La questione eolica è solo l’ennesimo caso in cui possiamo osservare quale sia il livello del giornalismo in Italia e in Sardegna. I gruppi editoriali sono mossi solo da interessi privati, i giornali sono il mezzo. Credo seriamente che risolveremmo molti problemi se avessimo una stampa libera, che informa con dati oggettivi e senza interessi terzi.
    La domanda è: come si risolve? Con cospicui finanziamenti alla stampa? Io nel mio piccolo mi sono abbonato al corriere ma sono consapevole che non è la soluzione…si lo so di chi è il corriere…
    Comunque, sarebbe interessante un dibattito in merito ma temo che sarebbe di dominio pubblico solo se a farlo fosse l’Unione Sarda.
    Ciao Vito, un abbraccio

  21. Patrizio says:

    Non so se Pili e Zuncheddu portino avanti interessi personali, ma questa battaglia è dei sardi per la Sardegna, e questo è ciò che conta. A me sembra invece palese il suo denigrare in tutti i modi possibili una battaglia che anche lei dovrebbe condividere, naturalmente se avesse a cuore l’interesse di questa terra già abbastanza devastata dalle conquiste esterne. Il suo disquisire da pennivendolo, che si atteggia a smascheratore di lupi travestiti da agnelli, mi ha convinto ancora di più ad andare a firmare la petizione.

  22. Casu Axedu says:

    È quello che, con una prosa meno elegante e sintatticamente carente, ho provato a spiegare in una chat del gruppo di camminatori che frequento. Situazione gravissima e foriera di altrettanti grossi problemi per le istituzioni democratiche. Grazie

  23. Fernando says:

    Vito i tuoi allarmismi sulla condotta giornalistica U. S. mi sembrano un po esagerati . Prima ti seguivo ma ora non so più da che parte stai. Dimenticavo, io non sto con U. S. ma con i Sardi!

  24. antonio corona says:

    Bravo Biolchini, hai saputo dire ciò che in tanti sapevano ma che nessuno lo diceva ad alta voce. L’unica cosa che mi sento di consigliare a chi non è d’accordo con la sua linea politica…. ops editoriale, è non comprare l’Unione Sarda, io lo faccio da diverso tempo!!
    Toni Corona

  25. Gli articoli di Pili sono illeggibili, sembrano caricature di giornalismo: tolte le iperboli e la fuffa rimangono poche righe irrilevanti persino su Facebook

  26. Giovanni says:

    Zunk è uno squalo e, per sua natura, lo squalo attacca quando sente il sangue. Diciamocela tutta, dopo soli 4 mesi la Todde è ampiamente bollita, senza alcuna visione politica, succube delle logiche del PD e della burocrazia regionale che le fa sistematicamente il gioco delle tre carte. Non escluderei che nella testa di Zunk ci sia proprio quello di provare a mettere ko alla prima ripresa il pugile suonato e provare la scalata al suo grande sogno: la presidenza della Regione. Difficile, molto difficile, ma chi lo conosce…

    • Lei è talmente sicuro che la Presidente sia bollita. Si guardi bene i post rilasciati dalla Todde e poi si ricrederà. Ma credete veramente che Alessandra Todde sia una indifesa e incapace. Mi sa che tutto questo darle addosso invece è solo per cercare di scalfire il suo modus operandi, ma con la nuorese non attacca. È più dura del granito qui di state proprio sbagliando, anche perché non vedo un discorso logico e soprattutto corredato da dati VERI e non completamente falsi. Informarsi dettagliatamente nei canali giusti e non guardando solo quello che si vuole vedere e sentire. Complimenti Vito per la disamina, mi trovo d’accordo.

      • Giovanni says:

        Le svelo un segreto: ho votato la Todde.
        Ed è proprio leggendo i post della Todde (ultimemente più piagnucolosi e cantilenosi del solito) che sono arrivato alla conclusione che la Todde non ha un mezza idea politica in testa e che, politicamente parlando, è bollita dopo soli 4 mesi.
        Premesso che che a mio parere la questione energetica non è la priorità della Sardegna (e non è neanche tra le prime 5), ma se una ha in testa una sua stretegia energetica regionale, allora la persegue ed evita di farsi portare a campi dall’opinione pubblica con post che sanno tanto di excusatio non petita.
        Le svelo un altro segreto: il maggior malcontento per l’operato della Todde sta proprio dentro al Movimento 5 Stelle.
        Le svelo un ultimo segreto: se ci fossero le elezioni domani, la rivoterei.

  27. Antonio Murru says:

    Caro Vito sei cosi sicuro che il grande Emilio Lussu, in questo frangente non avrebbe fatto lo stesso telegramma di Pratobello ?

    • Uno dei rischi che spesso corriamo in Sardegna è quello di comparare situazioni storiche molto diverse tra di loro. Pratobello e l’eolico a mio avviso hanno punti di contatto suggestivi ma soprattutto apparenti.

  28. Mraxani says:

    Analisi perfetta, niente da aggiungere.

  29. Massimo says:

    25mila copie del giornale attualmente vendute ogni giorno? In edicola? Ma quando mai…sono 20.788 (dati giugno 2024). Ogni anno ne perdono circa 2000.

    • A. Anedda says:

      Ci auguriamo che ne perda di più e più velocemente. È informazione che fa l’’esimio editore con la sua martellante vomitevole campagna contro l’eolico per la ´salvaguardia del nostro territorio’? Ma ne siamo sicuri che questo sia il vero scopo?

  30. Franca says:

    È più importante il gasdotto algerino. O no?
    Grazie Vito

  31. Ospitone says:

    Scusa Vito.Dici cose esatte e anche storicamente documentate.Ma in questa fase rischi di confondere le idee a chi dà profano ( non conoscendo sotterfugi politici e non) sostiene onestamente questa lotta sacrosanta contro un ingiustizia. Sapere che si cerca di strumentalizzare la mobilitazione ,va bene ma non deve fermare la partecipazione popolare. La verità, è sempre prioritaria …ma anche pratica e pragmatica.
    Adesso occorre unità e portare a casa il risultato .Intanto fermiamo lo scempio.Dopo si faranno i conti con chi bara.

    • Ma che risultato vuoi portare a casa? Questa proposta di legge di iniziativa popolare arriverà fuori tempo massimo. E se anche venisse approvata, sarebbe impugnata dal governo come quella approvata dalla maggioranza di centrosinistra.

      • Ospitone says:

        Il mio sarà anche un discorso utopistico, Il tuo è un discorso realistico, che però non prospetta alternative. Tutti e due non risolvono nulla. Quindi non si dovrebbe fare nulla?!La gente comune ha solo quest’arma. Spiegaglielo che stanno perdendo tempo. E spiega anche quale potrebbe essere secondo te un’alternativa, non la vedo nel tuo articolo. Non abbiamo solo bisogno di analisi ma soprattutto di idee per una soluzione. Sei una persona intelligente Illuminaci dacci il tuo contributo.
        Un’abbraccio

      • Ma infatti il mio articolo parla di informazione, come ho scritto nell’avvertenza. Sul resto, proverò a scrivere nei prossimi giorni.

  32. Andrea says:

    Grazie di cuore, per la costante lucidità dell’analisi: come respirare aria fresca

  33. Gianni Vargiu says:

    Bravo. Aggiungerei che le argomentazioni sulla speculazione energetiche sono del tutto giustificate… Ma arricchito da un 50% di cavolate.. (per esempio il grande Eolico d altomare dalla costa si vede… Col binocolo!)

  34. antonio giovanni frogheri says:

    condivido integralmente- è evidentissima la confusione di ruoli- ma il travestimento in agnello del lupo era già troppo evidente già nelle tappe sarde di diffusione e omaggio del libro illeggibile del patron- con PILI avrebbero fatto meglio a candidarsi e magari farsi eleggere e a rispettare in consiglio il metodo democratico-

    • Supresidenti says:

      Obietto che pili in un sistema democratico sarebbe consigliere da due legislature almeno portando dentro anche qualche altro. Non lo è per via di una legge elettorale assurda e antidemocratica che l’Unione in questi anni se ne è guardata bene dal criticare.

  35. Supresidenti says:

    Ciao vito, grazie, come sempre piacevole leggerti e ammirevole il tuo coraggio. A si biri luegu.

  36. Di aree idonee ne dovrebbero identificare ben poche! Soltanto quelle adiacenti alle zone industriali o che comunque non hanno niente da perdere. E’ soltanto un falso green, contradittorio e speculativo. Mi verrebbe da dire che di green c’è soltanto il flusso di banconote che girano intorno a tutta questa speculazione, planetaria, ma andrei oltre il dovuto. Ogni cosa a suo tempo.

    • Vincent says:

      Le critiche all’Unione e ai suoi metodi ci possono stare, ma per fare un’analisi completa sullo stato comatoso del giornalismo sardo avrei parlato anche della Nuova Sardegna, guidata da un’ imprenditore con forti interessi sulle energie rinnovabili e che da un anno nasconde e censura qualunque notizia riguardante la speculazione energetica. Mi paiono più ingenerose le critiche alla legge Pratobello, uno strumento valido seppur imperfetto e che ha ricevuto l’appoggio di tanti comitati e realtà sociali.

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