Ambiente / Politica / Sardegna

“Così concepito, in Sardegna il passaggio alle rinnovabili è completamente insostenibile” di Giovanni Cossu

Martedì scorso ho ricevuto dall’ingegner Giovanni Cossu del Comitato Difesa Territorio di Uta questa garbata mail di dissenso al mio post “Transizione ecologica: oltre le speculazioni e l’isteria ribellista, la Sardegna che ruolo vuole avere?”. Avrei voluto pubblicarla immediatamente ma ho scelto di intervenire prima sulla deriva che stavano prendendo le reazioni al mio post. Nell’intervento che segue sono citati dei documenti che al momento non sono in grado di linkare (spero di farlo in tempi rapidi) ma che mi impegno a mandare a chi li volesse. In ogni caso, il ragionamento proposto è chiaro anche senza la lettura immediata degli allegati. Grazie all’ingegner Cossu per il suo contributo. Il blog è aperto a qualunque tipo di intervento.

***

Egregio Dr. Biolchini,
mi chiamo Giovanni Cossu, sono residente ad Uta e nella vita civile esercito la professione di ingegnere industriale. 

Sono un suo affezionato lettore ormai da due lustri e scusandomi fin d’ora per l’intrusione, desidero esprimerle il mio disappunto e completo dissenso rispetto a quanto da lei espresso e sostenuto nel suo articolo del 17 giugno.

Al fine di motivare adeguatamente tale mia posizione (essenzialmente attraverso i dati numerici – perché sono essi la base della mia vita professionale e non solo) e con l’auspicio di fare cosa utile ma soprattutto gradita, colgo pertanto l’opportunità di segnalarle alcuni elementi che ritengo alquanto utili a un sereno ed imparziale approfondimento di quanto sta avvenendo in questi ultimi giorni nella mia e sua terra e che, fuor di perifrasi, ci riempie di inquietudine. 

Trasmetto infatti in allegato la copia telematica del documento “Memoria originale” (cfr. “Osservazioni CDTU”), presentata dal Comitato Difesa Territorio – Uta, uno dei comitati spontanei di cui faccio parte (e relativamente ai quali lei ha espresso la sua “distanza”, uso un eufemismo) in un rituale assolutamente vano quanto inconcludente definito “Audizione davanti le Commissioni Congiunte IV e V del Consiglio regionale” lo scorso 30 maggio ed altresì adeguatamente (sic!) “rimembrata” alla presidente Todde nell’incontro con i Comitati spontanei di difesa del territorio del 13 giugno scorso.

Una Memoria redatta con mente sgombra da preconcetti ideologici ed ancor meno tecnici, con lo specifico obiettivo di analizzare, “tarare” ed asseverare quella che – dati tecnici ed economici alla mano – risulta essere la COMPLETA INSOSTENIBILITA’ tecnico-economica-ambientale di un modello di “sviluppo” basato sull’assegnazione (imposizione) calata dall’alto ministeriale o ancor di più da “più alti loci” dei “plafond” d’installazione di generatori eolici e fotovoltaici alimentati da F.E.R.

Assegnazione che appare di tipo assolutamente autocratico e da attuarsi “a tamburo battente” per giunta, stante l’emanazione “ad horas” del cosiddetto D.M. Pichetto Fratin di “individuazione delle aree idonee” e di plafond di potenza dei generatori da “installarsi tassativamente con scadenza 2030” (tralascio volutamente l’ulteriore “beffa” dell’imposizione di ulteriori 5,7 GW circa di 5,7 GW di potenza in “generatori sperimentali” da finanziarsi con oltre 35 G€ da attingere attraverso le future bollette che verranno imposte ai malcapitati utenti della comunità nazionale italiana).

Individuazione avvenuta (anzi “concordata”) tra l’alto in assoluto spregio di qualsivoglia direttiva comunitaria (come la 2018/2001), di qualsiasi pianificazione regionale, come il PEAR Sardegna, di qualsiasi norma di tutela dei beni archeologici, ambientali ed identitari e financo in aperta violazione dello stesso Art.20-comma 3 del D.L.gs199/2021 che pur recita:

“Ai sensi dell’articolo 5, comma 1, lettere a) e b), della legge 22 aprile 2021, n. 53, nella definizione della disciplina inerente le aree idonee, i decreti di cui al comma 1, tengono conto delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici, privilegiando l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, nonché di aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica, e verificando l’idoneità di aree non utilizzabili per altri scopi, ivi incluse le superfici agricole non utilizzabili, compatibilmente con le caratteristiche e le disponibilità delle risorse rinnovabili, delle infrastrutture di rete e della domanda elettrica, nonché tenendo in considerazione la dislocazione della domanda, gli eventuali vincoli di rete e il potenziale di sviluppo della rete stessa”.

Se avrà il tempo e la cortesia di scorrere la memoria in parola, noterà che nella seconda parte della stessa viene inoltre enunciata, discussa, dimostrata e asseverata – letteralmente “per tabulas” e con il ricorso a fonti ed autori di attendibilità incontrovertibile – l’assoluta inconsistenza/insostenibilità tecnico-economica anzi l’autentico scempio sia tecnico, sia economico ed anche ambientale connesso alla realizzazione, da parte di Terna del tanto decantato Tyrrhenian Link, che in luogo di contribuire al fabbisogno energetico nazionale si dimostra essere nient’altro che un SQUALLIDA TRUFFA, destinata a gravare, sempre via-bollette,  sulle tasche dell’intera comunità degli utenti italiani almeno per i prossimi decenni, in base alla “durata” tanto strombazzata.

Inoltro anche un documento-vergogna originale della stessa Terna – di relativamente dubbia “notorietà – che dà conferma (esplicitando la “necessita” di installazione di nuovi generatori termo-elettrici (a gas!!!!) in Sicilia e/o in Sardegna per potenze variabili da 550 MW a ben 1250 MW al fine di “garantire la stabilità e sicurezza della rete elettrica sarda e siciliana” in concomitanza con la realizzazione del citato “prodigio tecnologico” chiamato Tyrrhenian Link, con i relativi oneri occulti connessi (sempre accuratamente “obnubilati” dalle parti interessate…), oneri di più che dubbia sostenibilità ed anch’essi destinati a gravare per decenni su TUTTA la comunità dei cittadini italiani.

Il tutto con tanti saluti alle presunte per quanto pretese “decarbonizzazione”, “transizione ecologica”, “svolta green” e (mi scuso per il termine) via via tromboneggiando. 

Puntualizzo che in tale documento Terna, l’analisi dei costi in relazione alla situazione Sardegna viene delineata a partire dalla pag. 23, e procede in quelle seguenti per le diverse configurazioni ipotizzate (essendo i “nostri” valenti “capitani coraggiosi” (sic!) di “affiliazione” anglosassone, viene utilizzata regolarmente la notazione  [B€] (billions-of-euro) in luogo del piu’ corretto [G€] o direttamente €-miliardi.

Puntualizzo anche che qualora ritenesse di non volere perdere tempo con l’intero report-vergogna di Terna fra gli allegati è presente un estratto di rapida consultazione, appositamente redatto, che fa esplicito e diretto riferimento al caso-Sardegna.

Trasmetto infine anche un (sic!) interessante articolo uscito su “L’industria Italiana” del 17 gennaio 2023, che oltre alla sintesi economica e alle indegne “boutades” di stampo ignobilmente colonialista dei responsabili di progetto e/o caporioni in genere che dir si voglia della stessa Terna (con tanti saluti in questo caso alle “buonanime” di Franchetti, Sonnino e ad altri 150 anni di studi, inchieste, denunce, provvedimenti e alla via discorrendo, rubricati alla voce “questione meridionale”), dà notizia dell’intervenuta necessità d’intervento finanziario della BEI, che non si perita di finanziare il nuovo debito di una società controllata dallo Stato via-CDP Reti e gravata da un debito a bilancio di oltre 10 G€, ovvero circa 3 volte e mezzo il fatturato medio annuo dell’ultimo quinquennio.

Se, presa visione ed eventualmente effettuata la sua analisi della documentazione trasmessa lo riterrà utile, dichiaro fin d’ora di essere a disposizione – personalmente così come gli altri membri del Comitato Difesa Territorio Uta di cui mi onoro far parte – per ogni eventuale approfondimento dubbio o chiarimento ritenesse necessario, sia attraverso gli indirizzi di posta elettronica del Comitato sia attraverso l’indirizzo di origine della presente.

Buon lavoro
Con immutata stima e cordialità

Ing. Giovanni Cossu

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46 Comments

  1. Gianni Pibiri says:

    Io mi chiedo che fine abbia fatto le giovani e i giovani del movimento delle Sardine Sarde. Se fossero ancora attive, potrebbero organizzare un happening politico musicale (magari con artisti più di sinistra…), come han già dimostrato di saper fare, magari in città, in questa calda estate, in risposta alla kermesse di Saccargia, in favore della sostenibilità ambientale dei progetti ad energia rinnovabile.
    Sardine Sarde, se ci siete battete un colpo!

  2. Salvatore Pintore says:

    Tutti a chiedere miracoli, sino a un mese fa tutti zitti in attesa della manna padana.
    Lasciatela lavorare la Todde, che la Giunta con l’eolico sta portando sviluppo in aree altrimenti desolate

    • Marina Serra says:

      La protesta nasce proprio in quelle zone che lei definisce desolate e che, forse, lo sono per motivi economici ma che sono di una grazia e di una bellezza senza tempo. Perché protestano allora?? Forse perché questi progetti sciamannati portano via per sempre grazia e bellezza (che invece se utilizzate correttamente fornirebbero sostentamento) senza dare assolutamente niente in termini di miglioramento dell’economia locale.

      • Salvatore Pintore says:

        parliamoci chiaro:
        eolico = ecologia = sinistra
        candidati area autonomista/indipendentista = gioco delle destre
        a me, che vengo da una solida cultura di sinistra, i giochetti post elettorali sono abbastanza palesi. La democrazia ha deciso, ora gli altri per 5 anni si mettano da parte, e lascino governare chi ha avuto la maggioranza del consenso dei sardi.
        O vogliamo negare il diritto democratico? Vogliamo fare la fine della Francia? Se è Le Pen il vostro riferimento, ditelo chiaramente.

  3. Marcello S says:

    dopo aver letto questo ed altri interventi mi sono ricreduto, in effetti le ragioni dei comitati sono molto valide, pensavo il contrario, ed ammetto di essermi sbagliato.
    Ad ogni modo per me é più importante che la giunta Regionale non venga contestata, e con essa il centrosinistra sardo con il sostegno dei partiti a livello nazionale.
    Pertanto non sosterrò mai le iniziative dei comitati, e se si faranno più forti sosterrò sempre e comunque la giunta.

  4. Antonello says:

    I comitati assolvono ad un compito importantissimo, che è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su temi cruciali per la collettività. Ogni cittadino dovrebbe esserne grato. Ho trovato l’intervento dell’ingegnere molto interessante e meritevole di approfondimento. Mi farebbe piacere visionare i documenti menzionati dall’ingegnere Cossu.
    Grazie

  5. Maria Celina Murgia says:

    Davvero molto interessante quanto pubblicato dall’Ing.Cossu e lo ringrazio per il suo costante impegno a difesa del nostro territorio. Gentilmente, potrei avere i documenti di cui si parla nell’articolo? Sono attenta a queste tematiche e vorrei saperne di più. Grazie

  6. Salvatore Manunza says:

    Interessante questo articolo. Dai temi che tratta, da come si esprime e dalla nettezza tranciante dei giudizi e nelle prese di posizione si capisce che è davvero un ingegnere. E pure piuttosto sicuro delle sue analisi, visto che non ha nemmeno paura di bagnarsi i piedi traendo conclusioni del tutto opposte alla “narrazione” dominante e anche a qualche altro articolo che è pubblicato su questo stesso sito.
    Credo però che consultare quei documenti cui fa continuo ed esplicito riferimento in tutto il testo sia indispensabile. Come posso fare per ottenerli?

  7. Damiano says:

    L’eolico, a differenza del fotovoltaico, ha di per se un consumo di suolo molto basso (si può tranquillamente coltivare sotto una pala eolica), NULLO se si parla di eolico offshore. Bisognerebbe puntare pesantemente proprio sull’offshore: vento più costante, nessun consumo di suolo, impatto visivo minore/nullo. Oltre i 25 km di distanza dalla costa si vedranno solo in condizioni di visibilità quasi perfette, e se si vedono stica, i turisti si abitueranno come si sono abituati alle centinaia di barche sotto i 200m davanti a ogni spiaggia della Sardegna. Diamo per favore le giuste misure delle cose e confrontiamolo con quello che esiste già prima di sparare sentenze. Se i turisti oggi vengono in Sardegna non è di certo perchè non ci sono pale eoliche vista mare (ma poi sono veramente così brutte?).
    Per quanto riguarda l’opposizione al Tyrrhenian link nemmeno commento, opporsi a un cavo è già abbastanza ridicolo di per se.

    • Definire il Tyrrenian Link “solo un cavo” denota un pò di ignoranza sull’argomento:

      Per iniziare, verranno distrutti 450 KM di fondale transisolano, il cavo attraccherà sulla spiaggia di Terra Mala (Quartu Sant’Elena), poi proseguirà sotterraneo verso la località Su Padru a Selargius.

      Lì sorgeranno le due stazioni di conversione e accumulo, allacciate alla rete isolana.

      Hai idea di quante migliaia di ettari di terra verranno distrutti, quanti alberi verranno rasi al suolo e quanti terreni coltivati verranno espropriati ed occupati?

      Le nuove stazioni del Tyrrhenian Link, comporteranno la cementificazione di altri 17 ettari di terreno, costruendo 4 edifici di 22 mt di altezza e larghi 50 metri, e sai dove? In una zona ad alto rischio idrogeologico.

      Per favore, non facciamo sembrare il Tyrrenian un cavetto o qualcosa di non impattante

      • Damiano says:

        Certo avrà il suo impatto sul consumo di suolo. Ma sarà ampiamente compensato dalle riduzioni di emissioni di CO2 a livello europeo. 450 Km sono una misura di lunghezza, non di area, quindi non me ne faccio nulla. Stessa cosa dei migliaia di ettari se non mi citi i dati. In ogni caso si può discutere sulle modalità e sui luoghi (ad esempio passando lungo strade già esistenti), ma qui quello che si propone è un no categorico ad un’opera di importanza europea.

  8. Stefano says:

    Apprezzo quanto scritto dall’ingegner Cossu e colgo ĺ’occasione per richiedere copia dei due documenti menzionati nella sua comunicazione.

    Ringrazio anticipatamente il signor Biolchini per la disponibilità a renderne edotti i suoi lettori.

  9. Marina says:

    Senza la lettura dei documenti quanto scritto dall’Ingegnere pare il solito “no” pregiudiziale a tutto, a partire dal Thyrrenian link.
    Insomma: l’eolico no perché devasta i territori, l’eolico off-shore no perché fa scappare i turisti, il fotovoltaico no perché toglie terreni all’agricoltura (sic!), il carbone no perché inquina ma… ops, con il Thyrrenian link è prevista la dismissione di Portovesme e Fiumesanto, e allora? diciamo “no” lo stesso, così non si sbaglia.
    Ci dimentichiamo che per la nostra economia da privilegiati, sempre in crescita per definizione, consumiamo quantità enormi di energia. E ai privilegi nessuno vuole rinunciare.
    E qualcuno, nel frattempo, sta ricominciando a far circolare l’idea del nucleare pulito di quarta generazione.
    P.S.: io la pala eolica nel mio giardino la faccio installare volentieri.

    • Jacopo Di Lucca says:

      Qui non si parla di una pala eolica,si parla andare oltre l’effettivo fabbisogno energetico,distruzione di territori,siti storici etc senza che la regione Sardegna ne ricavi niente.
      Le ricordo gli impegni presi in passato di bonifica dei siti e ancora oggi non avvenuti,parchi eolici che già in passato hanno flagellato il territorio senza portare nessuno contributo,ma solo guadagni per chi gli ha installati.Le ricordo che la Sardegna vive già un isolamento socio economico e continuare a sfruttarla senza dare nulla in cambio,solo per garantire la speculazione di tanti avvoltoi è un crimine,parlate di green e poi non vi importa se un territorio venga distrutto per speculazione,tra l’altro con i nostri soldi.
      Chi pensa che pagherà tutta l’energia in surplus che non verrà utilizzata.
      Cmq incomincia lei a mettersi una bella pala eolica di 240 m in giardino,probabilmente dovranno buttarle giù la casa e non solo,ma per il green scommetto che per lei non sarà un problema

  10. Supresidenti says:

    Cee o vito, sesi una potenza e nimancu du scisi. Sono bastati due tuoi articoli per far stampare due pagine in più al maggiore quotidiano sardo per farle riempire al suo editore. Cosa che da quando ho memoria non avevo ancora visto. Pagu potenti o s’amigu. Ps. Io non condivido nulla dell’analisi di vito ma continuo a pensare che sia una persona utile alla nostra Sardegna. Più utile di alcuni suoi detrattori qui citati. Rinnovo il mio grazie ai comitati. Ps2. Vito una frase ti contesto, quella sui professionisti della protesta. Su quella delle scuse ci starebbero bene. E ricordate che il blogger ci da lo spazio gratis, senza abbonamento. Un imprassu a totus de giba .

    • Amadeo says:

      Non professionisti della protesta. Avventuristi. Il che è ancora peggio. Corriamo allegramente indifferenti verso il disastro che porterà in breve tempo al collasso della civiltà sapiens, e come nelle famose assemblee condominiali ci scanniamo sulle minuzie senza mai vedere la complessità del quadro generale. Il paesaggio minacciato di cui parla il sardo giornale qual’e’? Il poco rimasto dopo i decenni di speculazione immobiliare su tutte le nostre coste, comprese le spiagge quasi interamente privatizzate, uno scempio avvenuto nell’indifferenza generale. E la terra sottratta all’agricoltura? Vi dice niente la desertificazione, la mancanza dell’acqua, il fuoco che impazza? Quando si sceglie di protestare per una cosa e non per un’altra, accodandosi a suggeritori poco chiari, si compie un atto politico. E come attori di ciò si viene criticati. Come diceva Gramsci. E come diceva Peppino Marotto (a proposito di Pratobello) Gramsci no podia isbagliare.

      • Supresidenti says:

        Ah beh, se mi citi Gramsci non puoi che avere ragione giusto? Fai una cosa facile facile. Cerca i progetti già realizzati, leggiti cosa proponevano nelle loro relazioni, e poi vai a vedere cosa c’è davvero. Applica lo stesso criterio ai progetti in corso e, senza scomodare Gramsci e Mariotto, trai le tue conclusioni.

  11. Nicola says:

    È possibile poter leggere i documenti ?

  12. Rosanna Sergi says:

    Si eliminino gli incentivi statali e si vedrà subito come gli operatori del settore energetico non avranno più un grosso affare per le mani, garantito dai soldi dei cittadini. Di distruzione coloniale dei territori si tratta, mentre per affrontare adeguatamente le crisi ecologica non si dovrebbe più consumare neanche un centimetro di suolo e profondere energie e risorse per garantire la salubrità dell’aria e dell’acqua, la fertilità e la disponibilità della terra per un’agricoltura non industriale. In altre parole le qualità primarie di ogni luogo. L’ISPRA ci dice che in Italia abbiamo 9000 chilometri quadrati di suolo già consumato( infrastrutture dismesse, capannoni…); se non si dovessero foraggiare predoni di ogni risma l’energia rinnovabile si farebbe senza violare la Costituzione in queste aree evitando
    di devastarne altre. Lo stato che ha privatizzato i servizi pubblici essenziali è eversivo e noi non possiamo essere complici di questo scempio: è una questione di sopravvivenza ma anche di dignità.

    • Gabriele says:

      Le solite frasi triste e trite dei signori del no …per non fare alcunché di conversione energetica..

  13. Severino says:

    Impianto energia rinnovabile, devono essere a servizio di imprese e cittadini della Sardegna

  14. Silvio says:

    Un ingegnere industriale, professore, che insegnava al politecnico di Torino, anni addietro scrisse un libro (ricordo di avere partecipato alla sua presentazione, ad Oristano), nel quale parlava di democrazia energetica. Sosteneva cioè la necessità che tutti i territori d’Italia producessero l’energia necessaria al loro fabbisogno, evitando in tal modo sia le reti di trasmissione costosissime (anche per la loro manutenzione e per gli scempi ambientali), sia le enormi “perdite di carico” derivanti dal trasporto dell’energia. Rivolgo comunque una domanda a coloro che sono favorevoli alla colonizzazione della Sardegna: se la Sardegna producesse davvero l’energia occorrenre per 50 milioni di abitanti, a cosa servirebbero le previsioni di altri, enormi impianti, in tutto il Sud Italia ? Vogliamo produrre anche l’energia occorrente per il Nord Europa, oppure quella per il Nord Africa?

    • Ecco. Ti ho detto di informarti, l’informazione arriva da te e non la puoi ignorare. Però non fermarti qui, continua e vedrai che se sei una persona intelligente ti rimangerai tutto quello che hai scritto sin’ora. Grazie all’inguine Giovanni Cossu che mi pare ti abbia messo sulla buona strada…

      • A me invece piacerebbe sapere per quale motivo la Sardegna dovrebbe accollarsi l’onere di produrre energia per 50 milioni di persone, facendo scempio del territorio. Quello che ha scritto “Silvio” è del tutto condivisibile è logico; che tutti i “territori d’Italia producessero l’energia necessaria al loro fabbisogno, evitando in tal modo sia le reti di trasmissione costosissime (anche per la loro manutenzione e per gli scempi ambientali), sia le enormi “perdite di carico” derivanti dal trasporto dell’energia”.

        In tal modo ci sarebbe anche un risparmio per esempio sulle spese di trasporto per le pale eoliche e meno inquinamento visto che comunque le navi con il materiale, più distanza coprono, più inquinano.

    • Alessandra says:

      Buon pomeriggio Silvio,
      potrebbe indicarmi il titolo del libro?
      Cordiali Saluti
      Alessandra

  15. Antonello Brundu says:

    Ma se la Todde c’è solo da pochi mesi, allora lasciamola lavorare, no? O preferiamo distrarla, con tutti i problemi che ci sono in Sardegna, lasciati dal quinquennio sardoleghista?
    Così continuando con questa discussione facciamo solamente il gioco delle destre: tra cinque anni, così funziona in democrazia, allora , e solo allora, la si potrà giudicare. Per ora la democrazia prevede che la si debba far lavorare, quindi queste critiche sono assolutamente fuori luogo. In democrazia funziona così.
    Nel resto della penisola non credo che queste polemiche siano così all’ordine del giorno, quindi evitiamo di fare brutte figure, perché dopo l’esperimento, riuscito con successo, del Campolargo, abbiamo i riflettori puntati addosso. Cerchiamo di non dare una brutta impressione di noi a livello nazionale.

    • Prima dov’era?
      Sulla Luna con tutti i politici, deputati, senatori, consiglieri regionali etc Sardi?

  16. Ignazio Carta says:

    Non trovo nell’ intervento dell’ ing. Giovanni Cossu motivazioni valide per le conclusioni a cui arriva in modo assolutamente pregiudiziale, salvo l’allarme per la speculazione esterna che tuttavia mi pare sia nella coscienza di tutti ormai, compresa la maggioranza e il governo regionale (non altrettanto si potrebbe dire della vecchia maggioranza e della Giunta Solinas).
    Sul Thyrrenian link poi leggo soltanto battute senza senso e senza alcun elemento: l’ingegnere dovrebbe spiegare la differenza tra questo cavo e quelli che collegano la Sardegna al Continente da nord Sardegna; dimostra di non conoscere le esigenze di interconnessione delle reti elettriche, non solo italiane ma sempre più anche europee.
    Riguardo alla speculazione energetica, il pericolo è reale, e si può superare solo in un modo:
    gli Enti pubblici territoriali: lo Stato, la Regione, le Provincie, i Comuni, possono gestire in proprio i “Servizi di interesse economico generale” (SIEG – art. 14 del trattato sul funzionamento dell’ Unione Europea), superando le questioni degli aiuti e della concorrenza, come avviene ad esempio per le Poste o le Ferrovie, o anche nel campo dell’energia – da noi è già così ad esempio per le dighe o per alcune centrali idroelettriche – e può valere di conseguenza per gli altri impianti energetici (la centrale termoelettrica e a carbone di Portovesme, ad esempio, è sorta quando l’Enel era interamente statale).
    La SES (Società elettrica Sarda) era di proprietà regionale quando è stata nazionalizzata nel 1962.
    Anche Renato Soru e altri hanno proposto la creazione di un’agenzia energetica regionale, la Regione può mettere propri capitali, e consentire certamente anche l’ azionariato diffuso.
    Per le forniture degli impianti, il montaggio e la manutenzione valgono comunque le norme relative al libero mercato e alla concorrenza: saranno comunque affidati con gare internazionali, senza impedire alla Regione di mantenerne la proprietà, realizzando i suoi compiti di interesse generale.
    E’ necessaria sicuramente una legge regionale per assumere in pieno i poteri previsti dallo Statuto in campo energetico, e realizzare questo tipo di programma con quelle modalità, ma in questo modo si superano anche le contrarietà e le perplessità dei Comitati locali (non credo quelle dell’ Unione sarda) riguardo la speculazione energetica esterna che sarebbe evitata, o la mancanza di vantaggi per la Sardegna.
    La Sardegna è grande, ancor più il suo mare, c’è tutto lo spazio per produrre l’energia che le occorre, e anche di più, liberandola da energie fossili e inquinamento, e salvaguardando il suo ambiente e il paesaggio.

    • Jacopo Di Lucca says:

      Il punto è che verrà prodotta energia oltre il necessario e la pagheremo tutta anche quella inutilizzata, è quello il business,oltre al fatto che vengano utilizzati fondi pnrr,quindi tutto guadagno in cambio di noccioline,di perdita di paesaggi ,territori agricoli,tratte di mare utilizzati per la pesca.
      Le ricordo che oltre a non bonificare le vecchie strutture di stazione fossile,ne verranno aggiunte altre per estrazione di minerali rari,senza dimenticare le vaste zone concesse alle basi militari,che anche se non hanno ancora stabilito i siti per lo smaltimento di vecchi rifiuti minerali,questi si trovino già su territorio sardo etc. etc.
      Qui si parla di scempio incontrollato,non di investimenti per il bene del paese e della regione,sono cose un po’ diverse

    • Damiano says:

      L’unione sarda fa semplicemente campagna contro le rinnovabili e a favore del fossile. A questo punto mi sorge il dubbio che non ci sia qualche conflitto d’interesse dietro.

  17. Giovanni says:

    Si continua a ragionare come se nel pianeta terra esistesse solo la Sardegna, mentre invece non è così. Si continua a ragionare come se vento e sole non fossero ricchezze scarse che altri non hanno e che quindi, in qualche modo, bisogna farsi pagare esattamente come fanno da altre parti in Italia e in Europa. Si continua a ragionare senza guardare al quadro giuridico europeo, lo stesso grazie al quale da decenni ci vengono riversate ingenti risorse che ci tengono a galla in tutti i settori (agricultura, infrastrutture, attività produttive, formazione, lavoro) ma che dalle quali non siamo in grado di estrarre adeguatamente valore. Si continua a ragionare senza sfruttare le competenze che ci derivano dallo statuto speciale in particolare in termini di urbanistica, usi civici e demanio. Come diceva Moretti, continuiamo così, facciamoci del male

  18. Giancarlo Satta says:

    si vabbé adesso anche gli ingegneri vogliono dire la loro in politica.
    Vogliamo capire che il focus politico in Sardegna adesso si sintetizza in queste due posizioni (tertium non datur): battere le destre meloniane oppure lasciarsi abbindolare dai professori che vogliono mettere i puntini sulle i?
    se la Todde, insieme a tutta la giunta, votati dalla maggioranza dei sardi, sostiene questi progetti un buon motivo ci sarà, no?
    O vogliamo mettere in discussione la giunta e far prevalere le destre? badate bene che queste non aspettano altro.
    si, c’è qualche giga in più, e allora? servirà al resto della penisola e quindi cerchiamo di avere qualcosina in cambio, no? facciamo lavorare i nostri rappresentanti a Roma per il bene della regione, no?
    No, e prendo atto che i tafazziani esistono anche qui in Sardegna. Vedi comunali Monserrato, c.v.d.

    • Supresidenti says:

      Scusi lei, di grazia, in base a quale professione esprime il suo pensiero in merito?. Perché da quanto scritto l’unica cosa che capisco è il perché la sinistra si è ridotta nei termini che lei ben descrive.

  19. Giovanni! Grazie mille per il tuo contributo. Vito! Grazie anche a te

  20. Andrea says:

    Ciao, vorrei poter leggere i documenti

  21. Gabriele says:

    Non condivido nulla del documento dell ing. assolutamente nulla…i comitati devono capire che sono semplici cittadini privi di qualsiasi legittimazione popolare e mandato elettorale… definire poi una truffa il Tyrrhenian link rende assolutamente chiaro un punto ossia la politica ha dato anche troppa importanza e visibilità a questi semplici comitati… adesso basta!!

    • Giuseppe says:

      Se le vanno bene le pale eoliche se le faccia installare nel suo bel tetto o nel suo bel giardino

      • Damiano says:

        Io non ho un giardino, ma se ce l’avessi lo farei subito per abbattere i costi della bolletta. In realtà credo esista anche la possibilità di installarla sul tetto. Esistono quelle ad’asse verticale che per piccole potenze da autoconsumo sono più efficienti.

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