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L’assalto eolico, tra cattiva informazione e “giornalisti venduti”

“Sai una cosa? Su questa vicenda dell’eolico inizio a non capirci più niente”. Il mio amico e collega F. è una persona che sta dentro le cose, capisce la politica, attinge a fonti dirette. Però non ha problemi a mostrare il suo disorientamento. E in effetti, entrambi siamo più che perplessi (eufemismo) sul ruolo che nella vicenda sta giocando l’Unione Sarda.

Un occhio esperto (ma neanche più di tanto) capisce subito che nelle posizioni assunte dal gruppo editoriale c’è qualcosa che non quadra: nell’enfasi che dà alle notizie riguardanti le rinnovabili, nelle tesi costantemente proposte dall’ex presidente della Regione Mauro Pili , nel suo attacco furibondo a qualunque proposta che non sia la sua, e più in generalmente nello scarso apporto informativo che il gruppo sta dando alla questione della transizione ecologica. Ovvero, ne parla tanto ma per dire sempre le stesse cose.

Non c’è completezza, non c’è lucidità, non c’è voglia di far capire fino in fondo quali sono tutte le forze e le ragioni in campo. L’Unione Sarda a mio avviso aizza i sardi a quella “isteria ribellista” di cui ho parlato nel mio ultimo post, un pezzo che ha suscitato anche reazioni dure e scomposte (e dopo ne parliamo). Perché il clima che Mauro Pili sta creando è lo stesso di quando arrivarono i rifiuti da Napoli. Invece bisognerebbe capire, ascoltare, ragionare. Secondo me, lo si sta facendo troppo poco.

Sia chiaro: non ho mai pensato né scritto che i comitati siano manovrati dall’Unione Sarda e da Pili, e se ho dato questa impressione faccio ammenda. Ma sono più che certo che i comitati non abbiano ben capito quanto oggi in Sardegna la voce preponderante contro l’assalto eolico non sia la loro, ma quella del giornale cagliaritano e dell’ex presidente della Regione.  

I comitati non prendono ordini da nessuno: ma il modo attraverso cui il maggiore gruppo editoriale isolano sta interpretando la battaglia contro le speculazioni energetiche non favorisce la loro battaglia. Anzi, la depotenzia. E se i comitati pensano che la loro battaglia sia la stessa di Sergio Zuncheddu e Mauro Pili, penso che dovrebbero tornare alla realtà.

La realtà, appunto. Mi rammarico di quanto ho scritto della manifestazione di Saccargia. Ho parlato infatti di una manifestazione “dall’esito deludente” e invece avrei dovuto parlare chiaramente di “fallimento”. Perché quando si chiama il popolo alla mobilitazione e il popolo evidentemente non risponde (perché a Saccargia sono arrivate al massimo tremila persone nell’arco di tutta la giornata) c’è qualcosa che non ha funzionato. Eppure, qualche leader dei comitati nel giornale amico ha avuto il coraggio di parlare di “manifestazione imponente”.

Sono consapevole di vivere in un tempo storico in cui se si fa notare agli israeliani che stanno massacrando i palestinesi si viene subito tacciati di antisemitismo; per cui non mi posso certo impressionare se, davanti alle mie osservazioni da cronista, qualche frequentatore di Facebook mi dipinge come un “servo dei poteri forti” e “amico delle multinazionali”.

Ci sono però persone di cui non posso ignorare il ruolo che si sono spinte oltre (e sto parlando dell’avvocato Michele Zuddas, dei docenti universitari Alessandro Mongili e Giuseppe Melis e del cantautore Andrea Andrillo), che hanno invece provato a delegittimarmi, dandomi sostanzialmente del giornalista venduto alla politica e soprattutto funzionale all’attuale giunta regionale e alla sua presidente Todde.

Una cosa deve essere chiara: io da queste persone non posso essere delegittimato, semplicemente perché da costoro non sono neanche legittimato. Io sono un giornalista libero e mi legittimo da solo per quello che scrivo. Rispondo a me stesso e ai miei lettori. Di cui ho sempre accolto le critiche (e questo blog ne è la prova), quando esposte in maniera educata.

Qui invece con parole alate (“La narrazione di Biolchini, più che spontanea, sembra attentamente orchestrata per proteggere l’attuale leadership da una minaccia di contestazione più ampia”) mi si sta dando apertamente del giornalista venduto alla politica.

Ma se persone come Zuddas, Melis, Mongili e Andrillo hanno difficoltà ad accettare che possa esistere una voce indipendente, capace di dire con onestà intellettuale cose diverse da quelle che pensano loro, e che questa voce possa serenamente porre le sue questioni senza per questo subire un infantile tentativo di delegittimazione, allora io dico che queste persone sono parte del problema che dicono di voler risolvere.

E il problema è il futuro della Sardegna, che passa anche da una informazione corretta e da una opinione pubblica matura, che accetta le voci critiche anche quando queste possono dare fastidio e cozzare con le proprie convinzioni.

Cari Zuddas, Melis, Mongili e Andrillo (e mi scuso per quelli che non sto citando), voi potete scrivere di me quello che volete e indurre i vostri lettori a insultarmi, ma questo non cambierà di una virgola il mio modo di leggere la realtà e di raccontarla.

E accusarmi di scrivere sotto dettatura della giunta Todde forse vi farà prendere qualche like in più ma non risolverà nessuna delle contraddizioni nelle quali oggi tutti noi proviamo a districarci. E di cui anche voi dovreste provare ad essere all’altezza.

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28 Comments

  1. Ma che ti hanno fatto Pili e Zuncheddu? Sergio Zuncheddu, recentemente insignito dell’onorificenza di sardo illustre, già nel 2013 scrisse un saggio, economico sociale, Buongiorno SarDegna, in cui spiegava che il futuro economico dell’isola doveva poggiare sulla protezione e valorizzazione del suo paesaggio ambientale e culturale.
    Ora di fronte alla speculazione eolica e fotovoltaica mi pare che resta coerente con tale principio e con l’onorificenza che gli è stata attribuita.
    Ora la sua voce si è unita con quella dei comitati contro la speculazione, la cui voce non ha mai avuto spazio nell’altro giornale sardo..
    Mi pare che non hai capito la vicenda che sta vivendo la Sardegna e la tua intelligenza pare offuscata da questioni che esulano la lotta in corso.

    • Ma il libro lo hai letto? Io sì.

      • Certo che l’ho letto, è il libro di un imprenditore che ha piena coscienza che il futuro dei sardi è legato alla tutela e valorizzazione del suo patrimonio ambientale e culturale,.
        Il fatto che Sergio Zuncheddu non sia Alessandro Manzoni, nulla toglie al messaggio economico e sociale che il libro intende trasmettere.
        Mi sa che tu guardi il dito piuttosto che la luna.

      • Mi sa invece che sul libro diamo, semplicemente, una valutazione molto diversa. E Alessandro Manzoni non c’entra nulla.

  2. Insomma, “io, io io, io…”
    Quanto ego.

  3. Vorrei capire cosa c’è di così poco chiaro e nebuloso. Anche a me sta antipatico Pili, non mi fido di lui e detesto il sensazionalismo e l’enfasi degli articoli suoi e dei suoi compagni. Sarà quel modo di ostentare di essere stato il primo a scoperchiare il vaso di Pandora della speculazione, informando i sardi e non che leggono l’unione e guardano Videolina, attraverso le sue indagini. Il punto è che è vero e non c’è modo di non dargliene merito.

    Pensare che l’azione dei comitati possa essere “depotenziata” all’opera di Pili significa che la nebbia la si ha in testa.
    Per quanto il suo comportamento sia gongolante e antipatico, sta dando la possibilità ai sardi di essere informati punto per punto. Se non lo facesse lui, non lo farebbe nessuno (vedi La Nuova Sardegna).

    Per me, invece, c’è qualcosa di poco chiaro nel tuo discorso.
    Parli tanto di saper accettare le critiche, di essere un giornalista libero, però quando criticano te non fai la fatica di farti una domanda e darti una risposta.

    Prima denigri un evento che è stato un successo, lo è stato sotto molti aspetti che tu non vedi, poi ti lamenti perché vieni insultato.
    Stai dedicando all’argomento della speculazione eolica il massimo sfoggio della tua superficialità e scarsa capacità di analisi e poi ti lamenti che ti diano del venduto e di scrivere sotto dettatura del nemico.

    Qui si combatte per la nostra terra, o sei con noi o sei contro di noi. Sino ad ora, le contraddizioni da cui dovresti districarti sono solo le tue.

    • Il “sei con noi o contro di noi” è esattamente il segno del limite del tuo ragionamento (che è anche di altri, sia chiaro). Limite pericoloso, perché si pone fuori dalla politica, ovvero dalla possibilità concreta di risolvere le cose. Per il ruolo che voglio avere, io sono con me stesso. Ovvero con la mia capacità (che può anche essere limitata, è ovvio) di esercitare il mio spirito critico. Il “sei con noi o contro di noi” non mi appartiene.

      • Quello che al momento ti sta malauguratamente sfuggendo, è che il “con noi o contro di noi” non può non appartenerti in quanto componente di una comunità fortemente minacciata. Non c’è margine per la politica.
        La Sardegna è sotto una minaccia gravissima e tu sorvoli sulle realtà che ti si parano davanti. Sei superficiale e disattento e ti permetti di criticare (che è ben diverso dall’esercitare il proprio spirito critico) e richiamare una moderazione in puro stile politically correct totalmente fuori luogo.

        Già l’eccessiva importanza che dai al gruppo di Pili come fonte di informazioni fa capire quanto lontano sei dal comprendere, o anche solo conoscere, a fondo la questione.

        Dimostri di far parte di quelle persone che non vogliono approfondire per la paura di prendere coscienza della reale entità del problema e dover, a questo punto, prendersi una responsabilità. Meglio ignoranti e codardi, che informati e attivisti.

        L’ Unione Sarda e compagnia, lasciali al popolo. Tu ti atteggi a intellettuale, che scrive articoli dall’alto del suo blog? Bene, allora fai il favore ai tuoi lettori di cercare sul web le interviste ai sardi che vivono in prima persona questa emergenza e i tanti video di interviste ai comitati, ai tecnici, alle persone che si vedono strappare la terra che è loro da generazioni.

        Ma a te non ti tocca, certo, scommetto che non avrai decine di pale eoliche vicino a casa o al posto del bosco dove facevi i pic nic da piccolo. Non è neanche minacciata la tua sopravvivenza, tanto compri al supermercato, non hai terra che ti possono strappare. Per carità, questo è più che legittimo. Per quanto per molti sia un obbligo di coscienza in quanto parte di una comunità, nessuno ci obbliga a farci coinvolgere. Ma allora stiamo zitti.

        Se devi aprire bocca, prima informati. E non smettere di informarti sinché non avrai davvero colto il senso di quel “con noi o contro di noi”. Perché sputare sentenze basandosi su 4 dati confusi reperiti dal mainstream, oltre che un’offesa per i tuoi lettori, è un’offesa per la comunità e per la terra che ti ospita.

        E ancora ti chiedi perché vieni insultato.

    • Amadeo says:

      Era dal 1978, anno di uscita dell’album Amerigo di Guccini, che non sentivo così seriosamente declamare il motto manicheo “O CON NOI O TRADITORE!!” (Libera nos domine).
      Certo è bello e gratificante pensare di avere la Verità in tasca. Ma tra questo e il cercare di interpretare la realtà scorre un tumultuoso fiume di dubbi, di distinguo, di differenti punti di vista, di visioni del mondo. Tutti traditori quelli che, non occupati a contemplarsi l’ombelico, hanno visto in quella di Saccargia la parodia di una manifestazione di protesta e non la nascita del mondo nuovo?
      E poi, come disse Pilato, “cosa è la verità?”

      • La verità è ciò che emerge dal l’osservazione della realtà. Ma se ne neghiamo una parte importante e ignoriamo chi cerca di farcela vedere, siamo opinionisti o cretini?

      • Amadeo says:

        E chi decide quale è la parte importante di verità che neghiamo? La nostra o la vostra?La tua o la mia?
        O si accetta la reciprocità, grazie alla quale il tuo ragionamento vale anche per me, ( e posso allora legittimamente affermare che siete voi che ignorate chi vi vuol mostrare la parte di verità che non prendete in considerazione) o non la si accetta.
        Questo chiamasi Fede. E anche dai sanfedisti libera non domine.

  4. Giovanni says:

    L’indipendentismo sardo è costellato di personaggi in cerca di autore che non riescono ad andare oltre il folklore. E neanche non questo sono bravi, perché nessuno arriverà mai ai livelli dell’indipendentista folklorista per antonomasia, Doddore Meloni. In Corsica, in Catalogna o nei Paesi Baschi non è così. Poco spazio per il folklore e tanta politica dal basso: tanta militanza, nei consigli comunali, nei quartieri.

  5. Antonio Pinna says:

    Ringraziamento e pieno supporto a Michele Zuddas, Alessandro Mongili, Giuseppe Melis e Andrea Andrillo. Persone coraggiose, ragionevoli e capaci di dire le cose come stanno.

  6. ADO LAI says:

    Anche io mi abbono, in curva, che ho pochi soldi..
    Leggere Biolchini è sempre un piacere, anche quando non sono d’accordo con lui.
    Mi piacerebbe lo facesse più spesso, almeno per gli abbonati. Lol
    Ado Lai

  7. Carla Marras Pinna says:

    – aiuto, sta bruciando la casa! Prendono fuoco anche le case vicine! Aiuto! Aiuto!
    – si, ma quello lì che la sta aiutando, che butta secchi d’acqua, non ha le scarpe adatte

  8. Alessandro Murgia says:

    Credo che dopo la figura barbina rimediata dallo schieramento politico che ha sostenuto Renato Soru alle ultime elezioni regionali sia iniziata una sistematica campagna di disinformazione con lo scopo di screditare lo schieramento vincente e, per il ruolo che ricopre e non solo, in particolare Alessandra Todde. C’è un astio palese nello svalutare ogni singolo passo del governo regionale. Forse brucia l’esclusione totale dello schieramento Soru dal Consiglio Regionale, dove – ne sono certo – avrebbe potuto portare un significativo contributo dialettico e di idee originali. Purtroppo, questo è il sistema elettorale maggioritario e chi vince ha una maggioranza assoluta. Personalmente tornerei al proporzionale con preferenze, senza quote minime o premi di maggioranza, ma, allo stato attuale delle cose, così si vota e così si vince. Chi perde, però, deve rispettare non solo le regole ma anche l’etica politica, che, invece delle sterili polemiche e delle condanne senza appello, dovrebbe spingere a cercare un dialogo leale e costruttivo, nel segno di una comune responsabilità di chi si impegna in politica nel nome del bene comune. Per ora vedo un pedante accanimento su qualsiasi azione o progetto Alessandra Todde proponga. Tutto questo non restituirà dignità ad un avventura elettorale prepotente e velleitaria, nella quale molte persone che stimo hanno creduto in buona fede, ma che è servita solo a far da vetrina ad atteggiamenti palesemente egocentrici e miopi, con il rischio concreto che lo sgangherato schieramento di destra rivincesse le elezioni e proseguisse nella sistematica svendita delle nostre migliori risorse. Loro si che l’avrebbero fatto; non Alessandra. Molti di voi sono persone intelligenti – non tutti, evidentemente – ma, continuando così, conterete sempre meno nel dibattito politico sardo, per esaurimento della pazienza. C’è, grazie a Dio, ampio diritto di parola, ma non c’è il dovere di ascoltare ogni disco rotto.

  9. Enrico Casini says:

    Ma se sei tanto orgoglioso del tuo essere giornalista indipendente, allora fallo bene il lavoro di giornalista indipendente, Vito Biolchini.
    Informati e racconta tu cosa sta accadendo in Sardegna.
    Leggiti i progetti presentati, come abbiamo fatto noi dei comitati, per presentare le osservazioni ostative e fare il lavoro che non é stato, e non viene fatto, dagli amministratori.
    Leggiti cosa prevedevano le direttive europee e cosa c’é scritto nei decreti emanati dal Governo Draghi, Conte e Meloni.
    Vai a frugare nel torbido delle amministrazioni locali e delle commistioni tra politica e neo-latifondismo e raccontaci chi e come stia giocando al doppio gioco.
    Raccontaci delle coincidenze tra fallimenti di aziende agricole e provvidenziali visite da parte di agenti di aziende “leader nella produzione di energia green”.
    Raccontaci tu.

    E sopratutto se non ti piace cosa o come scrive Mauro Pili, guadagnati (o ri-guadagnati) il rispetto di chi si trova a leggerti.

  10. Gabriele says:

    Se Radiolina è arrivata a fare una diretta tutti dobbiamo porci un interrogativo: perché? Perché da moltissimi mesi l Unione Sarda pubblica articoli in modo ossessivo contro le energie Rinnovabili? Perché?

  11. La Nuova Sardegna glissa sull’attacco speculativo, questo è un gravissimo problema politico-mediatico, ma non se ne parla minimamente (e di Sardiniapost, ridotto a guida turistica proprio dal gruppo della Nuova?).
    Per una volta che l’Unione Sarda si schiera per una giusta causa viene attaccata ferocemente.
    Ma non c’è solo la speculazione, si è schierata anche contro l’occupazione militare, contro le scorie nucleari, contro i rifiuti tossici, ricordo che qualche anno fa scrivevi, “l’indipendentismo riparta dall’ambientalismo”, ponendo la questione ambientale al centro della politica.
    Poi ci sta (ma fino ad un certo punto) fare dietrologia. Zuncheddu avrà il suo tornaconto, speriamo di non dover pagare un prezzo troppo alto.
    Ma il problema ora è fermare la speculazione e il silenzio della Nuova è un problema su cui interrogarsi.

  12. Valeria Putzu Putzu says:

    Non condivido nulla di quanto stai scrivendo, ha dovuto abbonarmi per poter scrivere un commento e non c’è modo di cancellare l’abbonamento. Ti prego di volermi cancellare dalla tua mailing list perché non mi interessa per nulla quello che leggo e francamente mi irrita ricevere queste manipolazioni.

  13. Jajagra says:

    Se ci distruggono il paesaggio come stanno facendo e non possiamo opporci, l’energia elettrica per aziende e famiglie DEVE ESSERE GRATUITA! Punto

  14. Nicola says:

    Anche io, non ho capito la battaglia di Pili & co. Chi sono i “ signori del vento” ? Tutte baggianate affastellate su un mare di inchiostro dove non si capisce nulla. La transizione energetica va fatta, e bene. La Sardegna e i sardi devono avere un tornaconto importante sugli utili della produzione. Non trinceriamoci dietro l’elemosina di posti di lavoro a termine e per lo più precarizzati. Ci vuole equilibrio e rispetto del territorio dove posizionare le strutture. Ricordiamoci che abbiamo avvelenato le colline di Furtei, a Portovesme decanta una mega piscina di veleni, insomma facciamo tutta questa opposizione , come al solito senza un criterio logico. Purtroppo non sono ottimista, noi sardi siamo come al solito fragili e impreparati per affrontare queste sfide. Ma per fortuna ci sono Pili e l’Unione sarda ad aggravare la situazione. Che tristezza.

  15. Oscar piano says:

    Caro Vito mi hai ricordato le ultime manifestazioni sindacali dove si urlava alla straordinaria presenza di 10.000 persone! Se ripenso alle manifestazioni di una volta dove la partecipazione era veramente massiccia mi viene da piangere! A chi tanto attacca l’attuale Giunta vorrei ricordare che Solinas, contrariamente a quanto ha fatto ad esempio la regione Toscana, non ha fatto nessun atto preventivo a tutela del paesaggio lasciando campo libero agli speculatori e chiassosi pedissequamente al decreto Draghi!.
    Oscar Piano.

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