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Todde trionfa al fotofinish, spinta dalle aree urbane, dal voto disgiunto e dalla sinistra

Alessandra Todde, la presidente

Che Alessandra Todde potesse vincere le elezioni i più scafati lo avevano capito già da ieri mattina presto, quando sono iniziati ad arrivare i primi dati da Cagliari: tutti fortemente negativi per il sindaco e candidato del centrodestra, Paolo Truzzu.

Nel pomeriggio poi l’intuizione si è fatta più consistente. Bastava andare nei siti dei maggiori comuni isolani per capire che la candidata del centrosinistra si stava imponendo largamente quasi ovunque.

Ecco dunque il primo fattore che ha determinato questa inattesa (ma non sorprendente) vittoria del centrosinistra: la sua clamorosa affermazione nelle aree urbane. Solo a Olbia, Alghero e Oristano Todde non ha prevalso, mantenendo però un distacco accettabile. A Cagliari, Sassari e Nuoro Truzzu invece è stato letteralmente travolto, e anche a Quartu ha conosciuto una dura sconfitta.

Il dato del capoluogo è chiaramente il più incredibile. La bocciatura per il sindaco è inappellabile e i voti persi a Cagliari lo hanno condannato alla sconfitta. Una débâcle che lo potrebbe portare a rassegnare nelle prossime ore le dimissioni. In vista delle amministrative della primavera la partita è apertissima.

C’è poi un altro elemento che colpisce vedendo i dati delle liste del centrosinistra. Se da una parte il Movimento Cinquestelle si ferma a un modesto 7,7 per cento (ma la Civica per Todde raccoglie un lusinghiero quattro per cento), le tre liste della sinistra (Alleanza Verdi Sinistra, Progressisti e Sinistra Futura) insieme superano addirittura il dieci per cento. È un dato importante, rilevante quanto il 13.9 per cento del Pd. Paradossalmente, ad andare male è stato proprio il partito che esprimeva la candidata. Questa di Todde non è dunque una vittoria targata Movimento Cinquestelle.

Poi c’è il voto disgiunto, che premia Todde (tre punti in più) e punisce severamente Truzzu (quasi quattro in meno).

Il centrodestra invece sconta il tracollo di Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni era accreditato almeno di un venti per cento, invece si è fermato intorno al 13.8, appena sotto il Pd, che diventa così il primo partito in Sardegna. FdI ha pagato pegno a tutti partiti centristi (sono andati fortissimo), mentre la Lega ha conosciuto un pesante arretramento rispetto al 2019. Dai dati sorge una domanda: se il centrodestra avesse scelto un candidato dell’area moderata, il risultato sarebbe stato diverso?

Poi c’è Soru: la vera sorpresa (in negativo) oggettivamente è lui. Inchiodato all’8,6 per cento, dopo una poderosa campagna a favore del voto disgiunto raccoglie appena lo 0,6 per cento in più delle sue liste. La Coalizione Sarda ha fatto peggio di Sardegna Possibile di Michela Murgia, che nel 2014 con tre liste toccò il 6,7, mentre la scrittrice superò il dieci. Inconsistenti i risultati degli indipendentisti, con Liberu che non arriva all’uno per cento e Vota Sardigna che almeno salva l’onore con un uno e mezzo per cento.

Una riflessione: se Soru si fosse limitato a presentarsi con un’unica lista, avrebbe superato la soglia del cinque per cento e avrebbe piazzato dei consiglieri. Invece, il tentativo di far credere di essere competitivo per la vittoria finale lo ha portato a creare uno schieramento senza capo né coda, da Azione a Rifondazione. E gli elettori lo hanno punito.

Queste le prime riflessioni a caldo. Per il resto, auguri alla nuova presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde. Ne avrà bisogno.

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31 Comments

  1. Caro Vito, hai scordato un dato fondamentale: 5683 Sardi hanno avuto il coraggio di votare Gianni Chessa.

  2. Ha vinto una candidata debole, circondata da una pletora di marpioni. Debolezza che era condizione necessaria per aggregare la coalizione. Ciò significherà maggior potere alla burocrazia regionale e difficoltà nel prendere decisioni forti. Saranno anni di tirare a campare.
    Unica nota positiva, che il prossimo governo locale non potrà essere peggiore del precedente. E che si è evitato un governo regionale che, di sicuro, sarebbe stato peggiore del precedente.
    Bisogna sapersi accontentare.

  3. “con Liberu che non arriva all’uno per cento”
    cee io ho votato Liberu

  4. La distanza della politica dalle persone è tangibile in due parametri: il primo è il dato dell’astensionismo, troppo alto; il secondo è il dato elettorale di Burcei che assegna al sindaco di Cagliari qualcosa come il 90% delle preferenze. Mi chiedo se Burcei è quel silente e ventoso bel paesotto vicino al Monte Serpeddì oppure una frazione di qualche Cantone Svizzero.

  5. marinellalrinczi says:

    Non capisco chi quasi attribuisce (anche) al dott. Biolchini la sconfitta del dott. Soru, per trascorsi malintesi, o peggio, tra i due che non conosco affatto (né i dissapori né le persone). Ognuno si fa un’idea sui candidati in base all’esperienza o a ragionamenti sui contesti storici passati ed attuali. Biolchini come noi tutti. La distinzione tra le zone rurali ‘autentiche’ (e certe volte desertificate) che avrebbero premiato Truzzu (quindi anche lui ‘autentico’) e le città ‘snob’ che hanno sostenuto Todde rasenta il ridicolo. Come imbarazzante è stata per me la foto di 5 giorni fa con il telescopio (=alta tecnologia in tutti i sensi, ma la tecnologia non è una religione, va dominata e guidata dagli umani), come fosse un Elon Musk nostrano, sulla quale si potrebbero fare dei commenti a proposito di certe implicazioni simboliche. Come controproducente, a mio modo di vedere, e soprattutto falsa era stata a suo tempo la pubblicità regionale solinassiana sulla possibilità di sconfitta dell’epidemia, questo nella sua fase iniziale quando si capiva poco o nulla: “Abbiamo sconfitto tutti quelli che venivano dal mare, quindi sconfiggeremo anche il covid): infatti si è visto … nella catastrofe e nel crollo del sistema sanitario regionale , che pure (anche per merito -per quel che so – di Soru e COLLABORATORi) funzionava bene. Cosa ha detto Soru della sanità? che lui l’avrebbe migliorata soprattutto tramite la digitalizzazione? Ma in che mondo vive? Medici IA ci servono o persone in carne ed ossa? Auguri, Todde e COLLABORATORI.

  6. Gregorio Catalano says:

    Caro Vito, ti sottopongo un paio di riflessioni, che vanno oltre i confini tutt’altro che angusti della Sardegna.
    La gente comincia a rompersi le scatole del decisionismo della Meloni, che fa una volgare opposizione dal governo. Il bluff viene presto mascherato, perché gli italiani sono meno ottusi di quanto lei creda.
    E poi, basta con l’idea, purtroppo sostenuta anche da una parte della sinistra e da certi commentatori da operetta, della grande stratega circondata da incapaci.Se lo è la colpa è solo sua, perché il delirio di potere (Berlusconi docet) la porta a scegliere solo yesmen e yeswimen incapaci di intendere e di volere.
    Un caro saluto anche alla sinistra moderata (sinistra?) di Calenda e Renzi che continua a ritenere di essere decisiva ed è sempre più marginale. Buon lavoro e grazie ancora.

  7. Zio Zack says:

    Oggi è bel giorno, nonostante le nuvole oscurino il sole.
    Grazie Vito per il tuo lavoro.
    Hasta sempre
    Zio Zack

  8. Pigmalione says:

    A Cagliari il sindaco non è stato votato per la gestione mediocre della città, a Sassari non è stato votato (anche) perché era di Cagliari, a Quartu un candidato forte cittadino era candidato col centrosinistra e ha spostato da solo quasi il 5% dei voti cittadini. Questo disastro nelle tre principali città sarde ha prodotto il risultato. Truzzu è stato salvato, in una inaspettata sfida all’ultimo voto che si è protratta fino a notte fonda, da bravi candidati di area che sanno andare a caccia di preferenze e che lo hanno fatto tenere in provincia, nei paesi, ma ha pagato la sua impalpabilità: in province come Olbia Tempio ha perso tanti punti, dove il voto era solo di opinione e non legato a un candidato forte dei comuni.
    Non è un voto nazionale. Di nazionale c’è il fatto che sicuramente non c’è entusiasmo per questo governo, ma non è stato un voto per mandare a casa la Meloni. Ricordiamoci che più persone sono rimaste a casa rispetto a 5 anni fa, l’indifferenza prevale su quel punto. E’ stato un voto comprensibile da parte dell’elettorato che si interessa e un rifiuto di una gestione predatoria e cialtronesca della cosa pubblica che è stata la norma in Regione per cinque anni. Un uomo di partito, fedele alla linea ma mediocre politicamente, scelto all’ultimo producendo grandi tensioni interne, non poteva spingere la voglia di votarlo nell’elettorato e non l’ha fatto. La Todde ha goduto di luce riflessa di un voto contro, come testimonia il solito disgiunto che pensavano andasse a Soru e invece è stato diretto proprio su di lei.

    Caro Biolchini, ora a palla ferma può testimoniare anche lei che quel sondaggio tanto discusso di BDmedia, entrato a gamba tesa nella campagna elettorale, non commissionato da nessuno, sono loro che se lo sono fatti da soli senza chiedere niente a nessuno e poi lo hanno reso pubblico, quelle stesse persone che ora stanno esultando per la vittoria della Todde, col suo tanto parlare di sé è stato decisivo nel generare la dinamica del voto utile contro Soru, e quindi per la Todde. Quel sondaggio da solo ha spostato un paio di migliaia di voti e ha concorso, anche se non è il principale responsabile, all’esito elettorale. In una democrazia compiuta, andrebbe regolamentato il ruolo di queste società che intervengono in maniera diretta nelle elezioni, senza che il sondaggio fosse neanche commissionato, non crede? Detto questo avevano fatto un bel lavoro, cosa che non pensavo e di cui faccio ammenda, non credevo a Soru vincente ma pensavo che il 10 fosse una sottovalutazione.

    Cordialità e grazie per questo spazio di discussione durante la campagna elettorale, anche se si è concentrato troppo su Soru e indipendentisti e poco sulle pecche della Todde, ma queste sono scelte.

    • Gregorio Catalano says:

      Caro Pigmalione, la ammiro. Lei sostiene quasi esattamente il contrario di quanto aveva sostenuto nei precedenti interventi. Se la Todde, come lei sostiene è piena di pecche, io posso dire che lei è un pessimo analista

    • Oltre alle tre città da lei citate è stato fondamentale il fatto che la Todde fosse nuorese. Se non ci fossero stati i 21 punti in più di Nuoro (che non sarebbero mai arrivati se non lo fosse stata) Truzzu avrebbe sicuramente vinto a prescindere dagli altri centri.

  9. Luca Carta Exana says:

    Lo stato della democrazia in Sardinnia. Affluenza finale, con questa scandalosa legge elettorale: 2014 52,4%; 2019 53,7%; 2024 52,4%. Totale persone astenutesi, con questa vergognosa legge elettorale: 2014 704.638; 2019 680.797; 2024 689.391. Per intenderci, è come se TUTTA l’Area Metropolitana di Cagliari + TUTTA la Rete Metropolitana del Nord Sardegna (Sassari, Alghero a es.) + TUTTA la città di Nuoro + TUTTA Sanluri si fossero astenute. Immaginate ora quelle vastissime regioni silenti, indifferenti, lontane… Ecco: bisogna ripartire da qui, dal far rientrare l’Isola nel gioco democratico, pienamente. Presto, prestissimo.

  10. Vittoria secondo me più eclatante di quanto dicano i numeri; Soru poteva essere l’ago della bilancia, contribuire alla vittoria della coalizione di Truzzu e invece rimarrà fuori dal Consiglio Regionale.

    Comunque non infieriamo troppo sull’ex governatore, ha fatto anche cose buone, come il PPR e la tassa sugli yacht; però questa volta non so quanto gli abbia giovato allearsi con Azione e Italia Viva.

    Grazie al Dott. Biolchini per questo blog che leggo sempre con interesse.

    • Mrnllrnc says:

      Tassa sugli yacht – che non mi interessano minimamente – ma a quanto pare mal calibrata, dal momento che i Corsi hanno poi detto e scritto: merci, monsieur Soru.

  11. Massimo says:

    Grazie Vito, analisi quasi completamente condivisibile. A parte il voto disgiunto, che non nego, indagherò il fenomeno del voto alla sola Presidente. Molti anziani, posti di fronte alla ormai solita scheda lenzuolo, la hanno identificata e votato solo per lei evitando di esprimere la preferenza per il partito o il candidato consigliere.

    • In democrazia la matematica è un ottimo strumento come dice la scrittrice/matematica Chiara Valerio. Basta fare la differenza fra i voti di lista e quelli del candidato di centro destra e si ottengono( quasi) i voti di differenza tra quelli di lista e della candidata del campolargo. Con tutto il rispetto per il voto dei vecchietti ( categoria cui appartengo) l’analisi è presto fatta. La lega ha fatto volontariamente vincere la Todde.

      • Giuseppe Arca says:

        Ogni tanto qualcuno fa vincere l’avversario.
        Lo ha fatto il PD con la Meloni.

      • Massimo says:

        è in quel “quasi” che c’è tutta la differenza e che mi fa dubitare, e con me molti altri, che sia solo una questione di “voto disgiunto”.

  12. Gregorio Catalano says:

    Caro Vito, complimenti anche e soprattutto a te, che da anni denunci le malefatte della destra sarda. Spero che le varie Cassandre, non solo soriane, prendano atto che il campo largo non è utopia. Avanti così e un abbraccio.

  13. Marius says:

    Queste sono state davvero le più brutte elezioni regionali di sempre, sia per il modo di starci totalmente privo di fair play di molte forze politiche e di molti candidati, sia per i candidati non esaltanti (tra cui Soru annulla tutto il buono che poteva esserci col suo caratteraccio).
    Detto questo, la differenza finale minima tra i candidati (non a prova di ricorsi, ma neanche così esigua) dimostra che a far tutto il possibile per perdere queste elezioni è stata proprio la Meloni, innanzitutto candidando il sindaco più detestato nella storia di Cagliari, probabilmente dai tempi dei Fenici, e incitando i cagliaritani, che non aspettavano altro, a prenderlo letteralmente a calci nel sedere. Con questi risultati, in primavera Zedda, che è stato del tutto determinante ad onta di tutte le riserve che può suscitare, verrà rieletto in carrozza; ovviamente i cagliaritani, che hanno la memoria storica di una medusa, dimenticheranno che il mediocre Truzzu si è impantanato su molti progetti lasciatigli in sgradita eredità dal predecessore, ma questo è un altro discorso.
    In un elettorato che non legge e non si fila manco di pezza i programmi (altrimenti avrebbe vinto Soru, che oggettivamente aveva quelli di gran lunga migliori), hanno pesato poi i parecchi infortuni di “Iosonogiorgia” in settimana, primo tra tutti quello per le manganellate agli studenti a Pisa, non tanto per l’episodio in sé, non certo senza precedenti anche sotto altri governi, quanto per la reazione ruvida e livida dei suoi, tra cui ricordo l’incommentabile Donzelli, ai sacrosanti richiami giunti perfino dal Quirinale. Chi aveva l’allarme antifascista acceso e comunque sacrosante perplessità sull’autoritarismo meloniano, non aspettava altro.
    Non secondario poi che Meloni abbia fatto una svogliata “toccata e fuga” in Sardegna in compagnia degli altri pseudo-leader del destra-(poco)centro, tra cui Salvini che non vedeva l’ora di fare i dispetti, per poi scapparsene a Kiev a mettersi lingua in bocca con Zelensky (esponendo l’Italia al potenziale rischio di diretti coinvolgimenti bellici). Il Movimento 5 Stelle, in parte il PD, e la sinistra (di cui Vito ha posto in rilievo il successo, forse reso meno eclatante dalla presenza di tre distinte liste) hanno avuto un approccio differente dal servilismo atlantista senza riserve della Meloni, con una politica estera di stampo puramente e crudamente missino che fa rivoltare nella tomba sia Aldo Moro, sia il meno nobile Silvio Berlusconi (a tacer di Craxi e Andreotti). E gli elettori, che evidentemente non è vero che non guardano alla politica estera, ne hanno sicuramente tenuto conto.
    Quanto a Soru, anche se il sincero livore con cui pare abbia accolto la Waterloo della sua farlocca ed eterogenea coalizione lo escluderebbe, a voler essere complottisti si potrebbe pensare che abbia bluffato fin dall’inizio. E anche qui Vito ci ha preso in pieno, perché l’effimera rinascita di “Progetto Sardegna” ha funzionato bene solo come collettore di disgiunti di sardisti e leghisti ansiosi di farla pagare alla Meloni e al suo mediocre candidato.

  14. L’abbiamo sostenuta non appena la sua candidatura è stata proposta e poi ufficializzata dalla coalizione aperta del centro sinistra. Al di là di ogni appartenenza, Alessandra Todde è il nome nuovo che da tanto tempo aspettavamo per guidare una nuova rinascita della Sardegna. Ha vinto nonostante molte avversità, tra cui il fuoco amico di Renato Soru ( che ne ha impedito un’affermazione di più larga portata), le consuete diffidenze di tanti intellettuali spaccapelo e di componenti indipendentiste distanti dal popolo che vorrebbero rappresentare, la celata opposizione di tanti all’affermarsi di leadership femminili. Alessandra Todde e’ risultata credibile per ridare dignità alla Regione Autonoma della Sardegna, come strumento al servizio del popolo sardo, creato per consentirne un giusto benessere. Dopo cinque anni disastrosi nei quali sono peggiorate le condizioni di vita della popolazione sarda, soprattutto dei ceti meno abbienti, l’elettorato ha dato fiducia a chi proponeva il rinnovamento. Ai partiti e movimenti appartenenti al cd campo largo, per noi, semplicemente a una coalizione di centro sinistra, il merito di avere intercettato e dato una possibile risposta a questa esigenza diffusa di rinnovamento, anche dei tanti, troppi, che esprimono con l’astensione al voto il proprio dissenso verso la politica così come praticata dai politici al potere. Ad Alessandra Todde il compito difficile di guidare questi processi che possono avere compimento solo con la partecipazione popolare, attivando concretamente spazi e opportunità, a cominciare dalla radicale modifica della legge elettorale sarda. Così come rifiutiamo la logica del “salvatore della patria”, non intendiamo caricare la nuova presidente di missioni impossibili, convinti come siamo che dalla situazione di disagio del popolo sardo si possa uscire solo con un impegno collettivo che punti sulla valorizzazione di tutti i cittadini, innanzitutto dei nostri giovani. Con questi intenti, assicurando a Alessandra Todde il nostro contributo di impegno civico, stando con i piedi per terra, ci sia consentito pensare che un mondo migliore sia possibile anche con il nostro piccolo contributo.
    Siamo appena all’inizio, buon lavoro ad Alessandra Todde e a tutti noi.
    Franco Meloni, direttore di Aladinpensiero News online.

  15. Giuseppe Arca says:

    “Sono proprio le strade più frequentate e più conosciute a trarre maggiormente in inganno. Da nulla, quindi, bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno. E niente ci tira addosso i mali peggiori come l’andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione.”

    Lucio Anneo Seneca, De vita beata

  16. Bisenti says:

    Grazie per il diario elettorale, è stato molto interessante. W la Presidente

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