Chissà dov’è adesso Renato Soru. Chissà dove sono i suoi candidati, i suoi sostenitori. Quelli che per mesi hanno aggredito chiunque osasse anche solo mettere in dubbio la consistenza del suo progetto politico, l’esiguità delle sue liste, l’ambiguità delle sue argomentazioni. Tutti tacciono.
Dove sono ora che, a metà spoglio, il loro leader non si schioda da un miserrimo otto per cento? Cosa diranno, adesso? Chi incolperanno del loro disastro? La stampa nazionale? I blogger? I sondaggi truccati (che poi si sono rivelati perfino generosi…)? Oppure avranno il coraggio di dare la colpa nientemeno che… ai sardi?
Otto per cento. Eppure, fino a pochi giorni fa qualcuno parlava con grande sicumera di liste al venti per cento e di Soru impegnato in un durissimo testa a testa con Truzzu, con la Todde relegata al ruolo di terzo incomodo. E invece, alla fine, la Coalizione Sarda prenderà meno voti di Sardegna Possibile e di Michela Murgia dieci anni fa. Chi lo avrebbe mai detto?
Perché è un mondo fantastico quello in cui Soru ci ha costretto a vivere in queste settimane di campagna elettorale, con i suoi candidati in preda a fenomeni di autosuggestione collettiva e lui, novello Houdini, impegnato nei suoi giochi di prestigio, nei suoi illusionismi, nelle sue manipolazioni di bassa lega (ma vogliamo parlare della campagna a favore del voto disgiunto?).
Questo lo ha saputo fare benissimo. Quello che non ha saputo fare è capire è che la sua carriera politica si era già compiuta, che era già chiusa. In queste settimane ho notato che, se da una parte chi non voleva votare la Todde avanzava argomentazioni politiche (“Non voglio votare una grillina”), chi non voleva Soru avanzava riserve proprio su di lui, non sul suo progetto politico.
È andata malissimo ai partiti dell’autodeterminazione che lo hanno assecondato: il loro opportunismo è stato punito severamente. Ma questo accade non quando si vive in una realtà parallela, immaginaria. Quando si ritiene gli elettori incapaci di intendere e di volere. Quando, in sintesi, non si capisce nulla di politica.
E adesso ci auguriamo che Soru vada avanti con il suo progetto, che costituisca un nuovo partito e che si presenti, come promesso, alle comunali di Cagliari e di Sassari. Fermarsi ora significherebbe soltanto essere scesi in campo per impedire al centrosinistra di vincere. Ma forse anche questo poco nobile intento potrebbe risolversi un fallimento. L’ennesimo della sua carriera politica.
Chiederei gentilmente di spiegare (a me e ad eventuali altri) 1. cosa significa per Renato Soru (imprenditore e poi anche politico) e per chi lo sostiene e ci crede (poiché avrebbe gettato un seme che germoglia e soprattutto germoglierà, siccità permettendo), cosa significa nel 2024 “indipendentismo” (avendo già la Sardegna uno statuto speciale che garantisce alcune prerogative; non per caso sarà = autonomia differenziata?) e 2. come si concepisce che Christian Solinas (di cui a ROMA ora si dice che avrebbe vinto se non fosse stato imposto Truzzu) sia un alto rappresentante del Partito Sardo d’Azione che “a livello europeo è stato cofondatore e membro dell’Alleanza Libera Europea, dalla quale è stato sospeso nell’agosto 2018 e infine espulso nell’ottobre 2020, a causa della sua alleanza con la Lega”. Menziono per concludere il nome di Emilio Lussu, e credo si capisca perché.
Marinella c’è poco da spiegare: indipendentismo è, oggi, una parola vuota e Solinas, alleandosi con la Lega, ha fatto rivoltare Emilio Lussu nella tomba.
Volevo sentirlo da un sardo.
Vito, alla fine hai avuto ragione tu.
Tuttavia non si possono offendere 60.000 elettori dandogli dei cretini, come ha fatto Licheri, né deridere col termine “miserrimo” il quasi 9 % degli elettori di Soru, come hai fatto tu. Si tratta pur sempre del doppio di molte liste per le quali si è parlato di successo.
Col senno del poi sarebbe stato meglio se Soru avesse sacrificato il suo progetto personale alla causa comune, ma le persone che lo hanno votato lo hanno fatto ciascuno di loro per le sue personali convinzioni e penso che abbiano soppesato bene rischi e possibilità.
Io, pur fra mille dubbi, ho votato per lui, ma al di fuori delle ragioni degli indipendentisti, di cui non mi importa granché, ne animato da chissà quale spirito di rivolta o, peggio, dal desiderio di “far vincere le destre”.
Ho votato per lui e basta, anche se sicuramente non mi piaceva la Todde né il modo in cui è stata praticamente imposta da Giuseppe Conte. Adesso ha vinto la Todde e spero che faccia bene, con tutta sincerità, visto che sui principi generali ci troviamo qui tutti d’accordo.
infine, anche io non posso che constatare, PERCHE’ E’ TROPPO EVIDENTE, il tono da livorosa vendetta che hai utilizzato nel tuo commento. Mi dispiace, perché ti ho sempre seguito con attenzione e rispetto. Anche con simpatia, ai tempi di “Buongiorno Cagliari”. Sembra passata un’era geologica da quelle splendide, acute e spiritose mattine fatte di sarfate e battute salaci.
Lo spirito di leggerezza non c’è più, le battute salaci sono state sostituite dal vetriolo, ma, soprattutto, non ci sono più le sarfate!!!
Con affetto
Carissimo,
se raccogli l’otto per cento dopo per avere per settimane affermato e fatto circolare sondaggi (evidentemente falsi) secondo cui saresti stato testa a testa con Truzzu, il tuo risulto è oggettivamente miserrimo.
Restituisco al mittente l’accusa un po’ stucchevole di essere livoroso. In questo blog e su Fb sono stato accusato dai soriani di essere un giornalista venduto, di avere fatto campagna elettorale per la Todde con l’obiettivo di ottenere chissà che cosa, quando invece non ho fatto manco un appello finale perché venisse votata. Soru e i suoi supporter ha inquinato il clima di questa campagna elettorale, provando a delegittimare chi osava criticarli. neanche la destra ha fatto tanto.
Non ho vendette da prendere (per cosa, non si capisce: dimmelo tu, se lo sai), ma prendo atto che i supporter soriani non solo evitano quasi sempre di analizzare la loro sconfitta ma cercano di impedire che anche gli altri lo facciano. Potete stare zitti voi ma non impedirci di parlare o ragionare.
un caro saluto
Vito
Ti ringrazio per la tua risposta e speriamo che da questo momento si possa tutti ripartire con maggiore serenità. Le campagne elettorali sono notoriamente divisive, ma questa è stata ancora più infuocata del solito.
Non ho idea di quali vendette tu avresti consumato nei confronti di Soru, ma un po’ tutti (fra i commentatori più pacati) hanno fatto oggettivamente notare la forte carica di rivalsa personale percepibile in quanto hai scritto e, riguardo a chi offende e usa toni da ultrà, senz’altro ti sostengo.
Ma non voglio entrare in questo aspetto, osservo e basta.
Io spero che abbia ragione tu, come spero che molti che hanno fatto scelte elettorali diverse siano in grado di riconoscere una buona azione politica della Todde e della sua maggioranza, se ci sarà.
Aspettiamo con fiducia
A mi non piace quando si pretende “correttezza”, diciamo così, e non si è disposti a darla. Su vito in vita mia ho sentito tutto e il contrario di tutto. Eppure lo conosco da 25 anni e lo trovo sempre lo stesso, con i suoi pregi e i suoi difetti. Se dovessero chiedermi se al suo posto avrei scritto un articolo così? La risposta è no, ma io non sono vito e questo non è il mio blog. Detto questo, il risultato elettorale ci dice che, come ben sottolinea vito, anche stavolta il movimento indipendentista ha commesso l’ennesimo errore. Se volete sapere il perché basta guardare il risultato del 2019 dove non si elesse nessuno ma a conti fatti l’idea dell’indipendenza della Sardegna prese il doppio dei voti. Aggiungo che non ho vissuto questa campagna elettorale perché la stessa si è svolta nei social principalmente ed ancora una volta il mondo reale ci ha fatto vedere quanto i social siano una bolla slegata dalla realtà. Ho votato indipendentista coerentemente col mio percorso politico iniziato col sostegno a prodi e bertinotti. Tutto questo pippone per dire ai miei compagni indipendentisti che se vito e altri ci pigliano per il culo hanno ragione e a noi resta solo l’opzione di riflettere sui nostri errori. E ripartire dalla società e non dall’ambizione di entrare nel l’assemblea regionale sarda. Ma sono certo che, nonostante l’ennesima sbruncata, i nostri leader saranno nuovamente qui tra cinque anni a spiegarci quale sia il modo migliore per entrare in regione quando invece sarebbe un bene per tutti se si ritirassero a vita privata. Ce l’ho fatta io, posso farcela anche loro. Fino all’ indipendenza.
In tanti e anche io che non Ho votato Soru, ti stanno dicendo, al di là delle condivisibili analisi, che dai tuoi toni emerge livore e disprezzo. Può essere spiegato, ma non giustificato e non fa onore, a meno di trovarsi tra amici al bar o peggio su facebook. Sono sicuro che a bocce ferme e seggi chiusi anche tu rifletterai su quanto in tanti ti stanno dicendo, trovando magari qualcosa di sensato.
Vito, avevi un conto in sospeso con Soru, ti sei tolto questa soddisfazione, e va bene; quanto a noi indipendentistə, le tue critiche sono benaccette se non irrispettose. Comunque, mi pare che stamane tu abbia aggiustato il tiro, perciò andiamo avanti. Un dato emblematico: ad Arborea, VotaSardigna+Liberu hanno preso insieme 14 voti di lista (Fratelli d’Italia, 696). In un luogo in cui l’indipendentismo (su tutti ProgReS Progetu Repùblica) fu protagonista della cacciata della Saras. La cacciata. Una battaglia nonviolenta durata cinque anni – circa un decennio fa. Senza quella vittoria, oggi Arborea non sarebbe più l’eccellenza che tuttə conosciamo, soprattutto in ambito imprenditoriale e naturalistico. Ecco: toccato il fondo, dobbiamo ora ripartire da simili successi. Perché quando vogliamo fare grandi cose – per il bene de sa Sardinnia -, ne siamo davvero capaci. E sono certo ne faremo ancora.
Io scrissi mesi fa che l’accordo Soru-indipendentisti era più nel segno dell’opportunismo che non delle opportunità: i fatti mi hanno dato ragione. L’indipendentismo cerca sempre scorciatoie: prima con Murgia, poi con Muroni, ora con Soru. Dovete umilmente ripartire dal basso, dall’impegno nei territori, nei consigli comunali, non dal consiglio regionale o dal parlamento.
Quanto a Soru, io non mi sono tolto nessuna soddisfazione. Io posso dire di conoscerlo, voi no. E adesso ne pagate le conseguenze.
Mi pare che Renato Soru ci abbia messo la faccia e riconosciuto serenamente la sconfitta. Anche Maninchedda, che qui si evoca senza nominarlo, abbia ammesso il naufragio con stile. Leggendo questo articolo, che più che una cronaca mi sembra un volersi togliere qualche sassolino dalle scarpe, con una certa stizza, mi viene una riflessione: è difficile saper perdere, ma è ancora più difficile vincere, o godere di un vittoria politica (!?), con signorilità.
A scanso di equivoci: ho votato la Todde, non ho votato Soru neppure quando vinse, a suo tempo. Ma non esito a riconoscere che ho considerato la candidatura di Soru un arricchimento del panorama politico, che si vorrebbe ridurre a un bipolarismo che appiattisce la rappresentanza.
Due precisazioni: io non evoco nessuno. Se voglio fare i nomi, li faccio. Inoltre, a differenza di Maninchedda io non ho fatto campagna elettorale per nessuno. Quindi, non ho nessuna vittoria da rivendicare.
Vito, da più di un anno sto seguendo e lavorando con Sardegna chiama Sardegna, è un movimento in cui credo e che mi ha restituito la speranza in una politica diversa e in una Sardegna migliore. Trovo ingiusta questa tua analisi e anche irrispettosa nei confronti di persone che credono in questo progetto e che per questi obiettivi si sono e continueranno a impegnarsi con convinzione ed onestà. Meno male che ha perso Truzzu e sono ovviamente contenta ma lo sarei stata di più e mi sarei sentita più tranquilla se al governo della Sardegna non ci fossero finiti il PD e i cinque stelle. C’è poco da gioire ma, da adesso, occhi aperti per tenere sotto controllo questa gente.
Cara Laura, io mi auguro veramente che dal vostro impegno nasca un nuovo soggetto politico. Nessuno ha mai messo in dubbio la convinzione ed onestà di Vota Sardegna, però mi aspetterei anche una valutazione critica di ciò che è successo perché il vostro risultato complessivo è veramente troppo modesto. E la stampa non c’entra nulla.
La stampa non c’entra nulla e mi sembra che Renato Soru abbia commentato in modo pacato e onesto. Non mi piace l’attacco a chi, coraggiosamente, ha scelto questa terza strada con consapevolezza. Comunque spero ne possiamo parlare con più calma, a voce e meno a caldo. Adesso mi auguro che sarai altrettanto agguerrito a controllare la coalizione che ci governerà e che adesso state acclamando. Un saluto a pugno chiuso
Oh vito, e mandameli tre numeri su uotsapp che me li tzacco al lotto..
Solidarietà a Vito.
I gatti Soriani hanno le unghie spuntate.
Mah… Soru non si è nascosto per niente. Ha parlato, dopo la sconfitta, con le lacrime agli occhi. Ma ha parlato. Ha ammesso la sconfitta. E non ha dato la colpa ad altri se non a lui stesso. Io ho votato Soru. E con Soru, Mura e Camoglio. Non sarei riuscito a votare la Todde. Ed infatti non l’ ho fatto. Anche perché, il programma di Soru sono riuscito a leggerlo. Tutto. E mi è piaciuto e mi ha convinto. Quello del ‘ campolargo’, mi sono fermato alla pagina cento… meglio di un soporifero
ho votato una lista nazionale nella coalizione soriana, cust’otta puru zero seggi per me, vado ad ascoltarmi The Foggy Dew versione The Young Dubliners su ytube… le piccole nazioni dovrebbero essere libere ma non tutte possono esserlo…
Ascolto con costanza la trasmissione radiofonica Mediteradio, mi era parso di capire tra le righe dei valori identitari molto marcati. I demeriti degli indipendentisti sono innumerevoli, è un fattore innegabile, dubito che i due schieramenti che si stanno contendendo la Sardegna possano intraprendere una via autonomista marcata capace di incidere al punto di modificare la narrazione triste del decadimento della nostra isola. Ho votato Soru perche mi sono preso la briga di ascoltare tutti e 4 i candidati alla presidenza, ho scelto Soru perche conosco decine dei candidati di questa squadra, permettimi qualche perplessità sulla tua totale mancanza di tatto. Naturalmente continurò ad essere abbonato alla tua newsletter ed ad ascoltare Mediteradio.
Però io, a differenza tua, ho sentito Soru urlare ad un giornalista (che non sono io) “Stai zitto!”. Mancanza di tatto?
prega tutti gli dei di questa Terra, che la tua candidata vinca queste elezioni, perchè se così non fosse, sai quante grasse e rumorose risate ci faremo noi stolti indipendentisti, noi stupidi opportunisti, noi che non capiamo nulla….noi che probabilmente faremo perdere il tuo cartello preferito…..che succose risate Vito, che succosissime risate sentirai…..
Ma neanche il vostro patetico risultato vi fa recuperare un minimo di dignità?
di patetico trovo solo tua bile fuori controllo….pregando stai??Mi raccomando tutti gli Dei, non dimenticare nessuno!!!
Ohi, oh Vito, a boccirura (FACCINA CHE RIDE)
E adesso che farà Maninchedda? Potrei averlo equivocato, ma mi era parso davvero convinto che dietro la Todde ci fosse Putin o qualcosa del genere. Se alla fine, come sembra, Todde dovesse vincere, andrà in montagna, come promesso? Magari in compagnia di Renzi e Calenda 🙂
Sei pieno di livore!
Ihh! La mia percentuale di livore è bassa, diciamo otto per cento
In politica si perde e si vince,in Italia ,grazie alla costituzione,è così.
Vito pensa che Si candidano persino i fascisti che a volte vincono le elezioni.
Pensa che si ricandidano tromboni per la terza e quarta legislatura ,tanto chi se ne frega,e nessuno dice nulla.
Ma leggere i commenti di un giornalista che insulta Soru perché ha perso le elezioni è decisamente una caduta di stile.
Vito , soprattutto per la tua professione di giornalista,questa brutta caduta di stile non ti fa onore.
Elio, non ho un onore da difendere ma solo il compito raccontare. L’ho fatto. Se non vi piace, non ci posso fare nulla.