Caro Diario,
manca un giorno alle elezioni regionali.
Si avverte nell’aria un senso di fortissima attesa, come forse mai negli ultimi tempi: come mai? Perché, comunque vada, sarà una sorpresa.
Il candidato del centrodestra Paolo Truzzu rimane a mio avviso il favorito. Sarei sorpreso se perdesse, ma lo sarei anche se vincesse, visti i cinque anni di governo disastroso che la destra ha regalato alla Sardegna. Truzzu ha iniziato la sua campagna tardissimo, non ha un vero programma (anche se in poche settimane è riuscito a imbastire quattro-cinque punti su cui far ruotare la sua esile campagna) e potrebbe essere danneggiato anche da dinamiche italiane, oltre che dalle solite faide locali, di incerto peso. Quindi, vincerà o perderà? Per quello che il centrodestra ha fatto con la giunta Solinas, meriterebbe di perdere. Ma non è detto che questo avvenga.
Il centrosinistra ha schierato la deputata del Movimento Cinquestelle Alessandra Todde. Ciò che mi ha colpito di più di questa campagna è che la base dell’elettorato sembra avere accettato l’idea che l’asse portante del centrosinistra sia costituita dall’alleanza Pd-M5S. In caso di sconfitta onorevole, la Todde può essere veramente il capo dell’opposizione, una figura che al centrosinistra è mancata negli anni di Solinas presidente. In ogni caso, tutti i candidati con cui ho parlato in questi giorni, quelli che vanno cercare i voti porta a porta, sono moderatamente ottimisti. D’altra parte, come si può perdere contro questa destra disastrosa? La vittoria di Todde non mi sorprenderebbe, ma neanche la sconfitta.
Contro la scelta del Pd di allearsi con il Movimento è sceso in campo Renato Soru, che ha messo assieme la sua Coalizione Sarda. Anche Soru dichiara di poter vincere e ha contestato furiosamente chi in queste settimane ha messo in dubbio questa possibilità. La sua è stata una campagna molto aggressiva e lamentosa, culminata nell’attacco finale ai giornali, colpevoli di averlo oscurato. Anche in privato Soru continua a dire “Vinco io” e noi non possiamo far altro che ascoltarlo e attendere il risultato delle urne. E comunque, a prescindere dall’esito del voto, sono molto curioso di capire come Soru farà nascere il suo nuovo soggetto politico: quella è la vera sfida cui deve mantenere fede.
Lucia Chessa ha deciso coraggiosamente di rappresentare “l’alternativa dell’alternativa”. Ecco, se c’è un percorso che gli organi di stampa non hanno evidenziato, quello è certamente il suo.
Detto questo, ora c’è solo da andare a votare. Però altre due riflessioni, caro diario, con te vorrei condividerle.
Di questa campagna elettorale mi hanno colpito, fra i tanti, due aspetti. Il primo è il cortocircuito che si è creato tra il passato e il presente dei vari candidati, partiti e supporters sparsi. Tutti (chi più, chi meno) sono stati protagonisti di spettacolari inversioni a U, chiaramente contestando agli avversari quelle ipocrisie e incongruenze di cui loro stessi sono stati protagonisti. Districarsi in mezzo a queste zuffe continue è stato difficile e penoso.
Il secondo aspetto rimarchevole di questa campagna riguarda la mole di sondaggi palesemente truccati che sono stati fatti circolare e che ha disorientato tanti elettori. Non mi riferisco a sondaggi contestati (come quello di BiDiMedia, peraltro pubblicato nel sito della presidenza del consiglio dei ministri), ma da schermate anonime che passavano via wazzup da uno smartphone all’altro, senza alcuna indicazione che ne potesse attestare l’autenticità.
Il culmine lo si è toccato poi qualche giorno fa, quando una agenzia di stampa ha rilanciato (in barba alla norma che vieta la diffusione di dati a quindici giorni dalle elezioni) l’esito di un sondaggio condotto da uno dei più noti istituti italiani, salvo poi rettificare la notizia dopo qualche ora, ammettere che i dati erano falsi e prendere atto della smentita del famoso sondaggista che mai aveva rilasciato quelle percentuali. Una cosa mai vista, inquietante e terribile.
Ecco, non so se la Sardegna si dimostrerà un laboratorio politico ma di sicuro lo è stato per chi sta provando a capire come informazioni fraudolente veicolate on line possano condizionare i comportamenti elettorali. Una situazione che abbiamo osservato per la prima volta in tutta la sua pericolosità. Perché i giornali non li legge più nessuno mentre i social, invece, li usano tutti.
Buon voto a tutti.
”Destra disastrosa”…invece che c’erano prima, e che ora stanno con la Todde, hanno governato talmente bene che hanno perso di 15 punti
Ciao, scusa con “che c’erano prima” intendi “quelli che” o “chi c’era prima”? Capita eh, non per pignoleria.
Intendi forse Pigliaru, guarda non saprei si tratta dell’era renziana, alla fine quasi tutti quando parlano dei disastri della sinistra, compresi gli scandali della magistratura si riferiscono a lui, è contro di lui che si è votato prima M5s, poi Lega, poi Fdi, in modo, mi si permetta soprattutto per gli ultimi 2 alquanto schizofrenico, per quanto lo sia stata anche la sinistra quando ha dato carta bianca a Renzi. Ora è alle spalle ma sicuramente non vanno risparmiate critiche.
Non sarebbe come rispondere alle critiche a Pigliaru dicendo che Cappellacci era peggio? Una cosa non esclude l’altra.
Non capisco poi, se si riconoscono i demeriti di Solinas e non lo si vota per quello, perchè votare Truzzu dopo il modo in cui ha amministrato Cagliari solo perchè di Fdi?
Ammetto che dovrei saperne di più per il resto, con Pigliaru c’è stato un accentramento della sanità al Mater Olbia e San Raffaele?
Altro problema, se una coalizione, quale che sia il partito, governa male, la soluzione è tentarne una nuova che poi nuova non è o pretendere una diversa classe dirigente e altre proposte? Perchè leggo molti che hanno provat9 le destre, sia pure buttando minoranze e capri espiatori vari sotto il bus, perchè “fa la sinistra meglio della sinistra”, una sorta di idea di destra sociale che però non c’è, quindi non ci si può buttare a casaccio così.
Se votassero solo quelli che hanno un livello culturale certificato, tipo un esame di educazione civica, le destre non vincerebbero a queste elezioni, é poco ma sicuro. Da sempre cultura = sinistra. Non mancano le eccezioni, come Montanelli, ma sono per l’appunto eccezioni. Io sono cresciuto a buona cultura di sinistra e so distinguere il vero dal falso, anche se l’informazione é in gran parte in mano al centrodestra, grazie al ventennio berlusconiano che conosciamo bene, purtroppo.
Ma non perdo la speranza, spero che i miei corregionali, che possono vantare di avere dato i natali ad un grande italiano come Berlinguer, aprano gli occhi e sappiano distinguere tra le buone pratiche ed una promessa populista e vaga da parte degli eredi del berlusconismo, compresi i riformatr. e liste varie.
Una volta pet votare bisognava avere un livello culturale certificato, un buon reddito ed essere maschio
Bei tempi!
Gentile Stefano, mi auguro che Lei stia scherzando. Ha descritto perfettamente una dittatura. Purtroppo però dubito che stia scherzando, conosco altre persone che la pensano più o meno come lei, che sono convinte di essere di sinistra e che militano nel Partito “Democratico”.
Ma lei li sa chi era Enrico Berlinguer?
Ma secondo me stai trollando, ricorda Gramsci, l’istruzione e la cultura sono di certo importantissimi, la disinformazione, che attechisce di più in assenza di istruzione è un gran problema, ma non si può risolvere impedendo di votare, al limite si dovrebbe interpretare la costituzione in senso social liberale, per impedire a chi ha tendenze illiberali, dal fascismo allo stalinismo, di presentarsi per distruggerla dall’interno o rafforzare i contrappesi.
Sono molto curioso di come finirà questa campagna elettorale. Pur essendomi impegnato per sostenere Alessandra, i 5Stelle e tutta la coalizione, sono sereno. Personalmente non ho niente da perdere o da guadagnare da queste elezioni. L’unica mia preoccupazione è il futuro della generazione dei miei figli – io sono ormai ad un passo dalla pensione – e dei Sardi in generale. La vera posta in gioco è questa e spero che questa idea baleni ben chiara in chi finora si è astenuto dal voto pensando che sia inutile scomodarsi perché alla fin fine un candidato vale l’altro, cioè non valgono niente. Non è così e spero che lo si possa dimostrare con azioni politiche e sociali concrete. Buona Domenica.
Io apparterrei a quella base dell’elettorato di centrosinistra che ti “sembra” che abbia accettato l’idea etc…
Ti sembra male
Rispetto il silenzio elettorale, perciò parlerò degli appuntamenti in primavera. Dal 26F, occorre sfidare apertamente il parlamento italiano, affinché cambi la scandalosa legge elettorale per le Europee – quella che ci penalizza, a vantaggio della Sicilia. Poiché ciò non avverrà, è bene che CS identifichi almeno un uomo e una donna per puntare forte all’elezione a Strasbourg. Solo dopo (Comunali incluse), si potrà pensare a varare il nuovo soggetto politico. Una cosa seria, che non va fatta in fretta e furia. Ma con chi? Per fare cosa? Per stare dove? Azione e +Europa vedono come fumo negli occhi qualsiasi discorso indipendentista inerente a un’Europa dei popoli; Rifondazione Comunista ha la sua storia, il suo modo d’intendere le cose, la sua famiglia politica di riferimento – e non è certo quella di Greens-EFA(-Pirates). Soru ha molto da farsi perdonare al parlamento europeo e, salvo exploit, potrebbe serenamente impegnarsi colà, spingendo per una nuova leadership qui in Sardinnia. Resto fiducioso, a patto di abbandonare con coraggio un certo discorso autonomista.
in effetti una delle pagini piu tristi di questa campagna sono stati i sondaggi farlocchi…in uno si sono fatti prendere la mano ed hanno dato l’Union Valdotaine al 5,6 % (nel campo larghissimo naturalmente )
Soru è ancora troppo basso. Il cognato di un mio cugggino ha detto che ha letto un sondaggio segretissimo nel quale Soru raggiunge l’80%, la Chessa il 20%, Truzzu e Todde appaiati al 15%
Pare sia stato eseguito dai sondaggisti della PutinMedia…
80% però diviso, 40% lui e 40% Paolo Maninchedda