Decidendo, con una tempistica che non può che far sorgere qualche domanda, un bel sequestro cautelare di beni e immobili per un valore di circa 350 mila euro nei confronti di sette persone, tra cui il presidente della Regione Christian Solinas e il suo consigliere regionale più fidato Nanni Lancioni, la procura di Cagliari ha tolto, volente o nolente, le castagne dal fuoco al centrodestra. Il candidato sarà Paolo Truzzu e i sardisti, a poche ore dalla chiusura delle liste e degli apparentamenti, diventano i paria di questa competizione elettorale.
Chi se li vuole caricare, adesso? Chi vorrà i loro voti? E i Quattro mori fra due giorni cosa decideranno di fare? Tornare con la coda tra le gambe nel centrodestra e sostenere il candidato imposto da Fratelli d’Italia? Oppure andare da soli? Oppure, soluzione fantasticata da più parti in queste settimane, provare a trovare casa nella Coalizione Sarda di Renato Soru?
Sia come sia, la decisione della procura dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che la “questione morale” in Sardegna non esiste più. Assente, dissolta nel nulla, irrilevante. Sparita dalle agende di tutti i partiti.
Compresi quelli di centrosinistra. Compreso dei Cinquestelle. Che in anni passati non avrebbero esitato a far presente che non sarebbe stato opportuno per un politico sotto processo per reati connessi alla pubblica amministrazione, ripresentarsi al giudizio degli elettori. Avrebbero posto al centro dei loro attacchi politici la torbidità e la scarsa trasparenza che ha caratterizzato in questi anni l’attività della giunta di centrodestra. Citando casi specifici ben noti e facendo nomi e cognomi.
E invece nulla. Silenzio assoluto.
E che la questione morale non abbia più alcun senso anche per i giornali è dimostrato dal fatto che in questi mesi nessuno abbia mai pensato di chiedere a Renato Soru se non ritiene inopportuna la sua candidatura, visto che tra meno di un mese sarà chiamato a rispondere del reato di bancarotta nell’ambito del processo per il fallimento del quotidiano l’Unità.
Certo, il reato contestato non è tra quelli previsti dalla legge Severino (per cui in caso di condanna e di elezione, Soru non sarebbe costretto alle dimissioni), ma una domanda, semplice semplice, comunque si sarebbe potuta rivolgere: “Dottor Soru, lei è sotto processo per bancarotta. Non pensa che per questo la sua candidatura possa essere inopportuna, visto che per anni il centrosinistra ha attaccato il centrodestra, chiedendo ai politici indagati di fare un passo indietro?”.
Una domanda semplice, onesta. Che oggi suona quasi infantile per quanto è anacronistica. Perché la famosa “questione morale” in Sardegna non esiste più. Per Solinas, per Soru, per nessuno.
Facciamocene una ragione.
Vero, per la politica e nella politica la questione morale non esiste più. E non esiste neppure nei giornali e per chi fa informazione (salvo rare eccezioni). Perché dare notizia con fare notarile, sic et simpliciter (quando accade), di un’inchiesta, avviso di garanzia, rinvio a giudizio, di un sequestro di beni o di una condanna, è altra cosa dal raccontare il malaffare e la ragnatela di affari, mettere in chiaro gli interessi particolari, le triangolazioni e favoritismi, accendere un faro sulle prebende e opacità di ogni sorta che avviluppano la gestione della cosa pubblica e l’assalto alle risorse comunitarie. E quando raramente capita di indagare, scrivere e indicare il malaffare, l’esercito di sprovveduti dal cervello obnubilato guardano il dito e cambiano letture o canali, preferendo il gossip e inseguendo edulcorati retroscena scandalistici, scambiati per notizia. Un popolo, un paese di smemorati dallo sguardo corto, che non sa più distinguere, discriminare, riconoscere meriti e limiti, che ha smarrito il senso della vergogna. E sopratutto che non s’interroga, non fa domande, non pretende risposte da chi nel suo agire pubblico dovrebbe assicurare sempre disciplina e onore.
Vero, per la politica e nella politica la questione morale non esiste più. E non esiste neppure nei giornali e per chi fa informazione (salvo rare eccezioni). Perché dare notizia con fare notarile, sic et simpliciter (quando accade), di un’inchiesta, avviso di garanzia, rinvio a giudizio, di un sequestro di beni o di una condanna, è altra cosa dal raccontare il malaffare e la ragnatela di affari, mettere in chiaro gli interessi particolari, le triangolazioni e favoritismi, accendere un faro sulle prebende e opacità di ogni sorta che avviluppano la gestione della cosa pubblica e l’assalto alle risorse comunitarie. E quando raramente capita di indagare, scrivere e indicare il malaffare, l’esercito di sprovveduti dal cervello obnubilato guardano il dito e cambiano letture o canali, preferendo il gossip e inseguendo edulcorati retroscena scandalistici, scambiati per notizia. Un popolo, un paese di smemorati dallo sguardo corto, che non sa più distinguere, discriminare, riconoscere meriti e limiti, che ha smarrito il senso della vergogna. E sopratutto che non s’interroga, non fa domande, non pretende risposte da chi nel suo agire pubblico dovrebbe assicurare sempre disciplina e onore. G
Se il pm dice che “c’è l’ombra di una tangente”…apposto siamo…
Questo fa le indagini con le ombre?
E’ vero che l’affarismo ha sostituito la politica ,ma anche la magistratura te la raccomando se fa le indagini con le ombre.
@elio Scusa, dove hai letto che il pm ha detto che “c’è l’ombra di una tangente”? Qual è la tua fonte? Hai in mano il provvedimento di sequestro dei 350mila euro? Non trovo nulla nella stampa nazionale (Corriere, Repubblica, Domani, Il Fatto, La Stampa, Il Giornale, Il Messaggero…). Forse la tua fonte è castedduonline? Perchè nel caso l’affermazione non è del pm, ma di chi ha buttato giù il pezzo…
L’ho letto su Google”Casteddu online e su “informazione.it
O
Quando mai un giornalista che scrive sul suo giornale che c’è un procedimento del giudice nei confronti di Solinas,modifica la notizia sul provedimento inserendo una sua affermazione?
Certo,a dire il vero, mi sembrava un po’ stranoquesta notizia.
Comunque in ogni caso non modifica il giudizio e le mie convinzioni sulla questione morale dei politici,con qualche rara eccezione.
Perché il problema non riguarda solo chi ruba ,ma anche chi non ruba ma ci racconta balle.
@ Elio Ok, castedduonline. Informazione.it è un aggregatore di notizie, in questo caso prese da castedduonline. Perfetto, capito tutto. p.s. “Quando mai un giornalista bla bla bla…”. Be’, ti do una notizia: più spesso di quanto tu creda. O che ti facciano credere. Il pm non ha mai detto quello che tu pensi e che castedduonline scrive. Così, tanto per essere precisi. Buona giornata.
Il pubblico ministero è lo stesso che ha toppato l’inchiesta su Massimo Zedda, quindi tutto va preso con beneficio d’inventario, anche se la qualificazione giuridica dei fatti è astrattamente corretta.
Quanto alla mancata questione morale, non stupisca, neanche da parte dei 5 stelle, dal momento che, al netto di eventuali reati di locupletazione, come corruzione, peculato etc., su cui ci dirà la magistratura, a Solinas sono stati finora imputati soprattutto immensi pasticci amministrativi, in un contesto non così dissimile da quello in cui è stata impelagata a Roma l’amministrazione di Virginia Raggi, che, essendo comunque una persona onesta, ne è uscita, per sua fortuna, personalmente pulita.
Per altro verso, in tutto il mondo il confine tra giustizia e cosiddetto “lawfare” si è fatto molto sottile, e gli esempi sono tantissimi in tutto il mondo e nei confronti di politiche di segno opposto, dalle vicende di Trump a quelle di Lula.
Di certo, la politica dovrebbe imparare una volta per tutte a fare autodisciplina al suo interno, se non vuole che a dirigere i giochi sia la magistratura.
Altrettanto certo è che, con Solinas fuori gioco e inspendibile, che ora il candidato del centrodestra e probabile presidente della Regione sia Truzzu non è una bella notizia.
Avviso personalissimo: meglio i pasticci di Solinas della compagnia dell’anello, che mi fa rabbrividire.
Parole e concetti che nessuno può non condividere