Elezioni regionali 2024 / Politica / Sardegna

Todde non torna indietro, fallisce il piano Soru-Progressisti (noto da tempo…)

Alessandra Todde a Sassari, 5 gennaio 2024

Alla fine mi sono sbagliato, ma solo di pochi giorni. Per il resto, tutto come previsto. Perché lo scorso 18 novembre, nel post dal titolo “Il piano non troppo segreto di Soru e Zedda per sostituire Todde con…” scrivevo 

Il piano di Soru è soprattutto quello di far perdere il centrosinistra e di delegittimare il Pd sardo, accusato di avere ceduto su tutta la linea al Movimento Cinquestelle. Dunque, l’obiettivo è quello di far cadere Alessandra Todde. Difficile, ma non impossibile. (…) Ancora per un mese Soru bombarderà la candidatura di Alessandra Todde. Poi, a ridosso di Natale, quando ormai il tempo sarà agli sgoccioli, proporrà al Pd il seguente accordo: “Io mi faccio da parte ma anche la Todde fa un passo indietro. A quel punto possiamo presentarci uniti”.

Stasera il blog di Paolo Maninchedda ha reso pubblica una nota stampa che dà conto del fallimento del vertice tra il centrosinistra guidato da Alessandra Todde e la Coalizione Sarda di Renato Soru. E cosa è successo due giorni fa a Cagliari? Leggiamo il lancio dell’agenzia Lapresse.

I Progressisti hanno proposto di scandagliare la possibilità di trovare un punto di caduta comune, azzerando le candidature, trovando le convergenze programmatiche comuni e un/a candidato/a condivisa.

Tutto come previsto, dunque. E Soru? Il leader della Coalizione Sarda come ha reagito a questa proposta? 

Pur richiamando l’attenzione sull’importanza del progetto avviato di costruzione di una forza politica e culturale sarda che ha l’ambizione di proporsi, anche per il futuro, come soggetto di governo, Renato Soru ha dato la sua disponibilità. 

Quindi Soru era pronto a fare un passo indietro e di dissolvere la sua Coalizione Sarda dentro un altro progetto politico! E la Todde, invece?

Alessandra Todde no, ribadendo che la sua candidatura è da considerarsi non negoziabile. La riunione si è sciolta, lasciando al momento invariate le posizioni.

Ora, andiamo per punti e per domande, per provare a chiarirci le idee.

1 – Nell’ultimo mese e mezzo la posizione di Alessandra Todde si è rafforzata. Tutti i partiti che fanno parte della coalizione la sostengono convintamente e ieri a Sassari c’erano oltre mille persone ad ascoltarla. Perché la candidata dovrebbe fare un passo indietro quando i partiti che la sostengono le stanno chiedendo di andare avanti?

2 – In questi mesi Soru ha tenuto a precisare con grande durezza che la sua coalizione è nettamente alternativa a quella del centrosinistra. Perché dunque adesso tornare sui propri passi, se non con l’unico obiettivo di decapitare la candidatura di Alessandra Todde

3 – Gli indipendentisti che fanno parte della Coalizione Sarda erano al corrente del fatto che Soru era pronto a fare un passo indietro e, di fatto, portarli in una coalizione col Pd e con i Cinquestelle o, in alternativa, era disposto ad abbandonarli al loro destino? Perché non c’era un loro rappresentante al vertice cagliaritano?

Il piano di Soru e dei Progressisti guidati da Luciano Uras e Massimo Zedda era noto da tempo ma non ha portato al risultato sperato. Ma l’esito dell’incontro di due giorni fa dimostra ancora una volta che all’ex presidente non interessa vincere le elezioni (strano: i sondaggi non lo danno forse al 38 per cento?) ma solo impedire in tutti i modi la candidatura di Alessandra Todde. Ora però non gli resta che andare avanti da solo. Bisognerà vedere cosa faranno i Progressisti. Scommettiamo che…?

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20 Comments

  1. Giovanni says:

    Non so se la posizione di Alessandra Todde si sia rafforzata. Sicuramente non si è indebolita. Due mesi fa si diceva: “Il PD seguirà in massa Soru”, “Desire Manca le farà la guerra interna” “Non scalda i cuori”. Per il momento dal PD hanno aderito allo schieramento di Soru Romina Mura, Obinu e il sindaco di Samassi. Poi ci sarà tanto voto disgiunto, ma i soriani non mi pare siano mai stati la maggioranza nel partito, anzi. Desirè Manca è sempre alla sua destra, il M5S è compatto e sicuramente non scalderà i cuori (questo è certo), ma 1000 persone a Sassari, tra cui tanti under 30, sono da portare.
    Dall’altra parte Renato Soru doveva fare progressivamente rafforzarsi, portare con se Renzi, Calenda, il “grande” centro di Peru e persino i Riformatori con il loro mitico 10%. Per ora sono arrivati Calenda e Rifondazione con loro dignitoso zero virgola, il “grande” centro e Riformatori sono rimasti allineati e coperti a destra (ma va?) e anche Renzi, se vuole provare a eleggere un solo consigliere regionale a Oristano, alla fine li seguirà.
    Mancano 18 giorni alla presentazione delle liste e la totalità dei candidati della coalizione Todde ha fatto le foto e ha mandato in stampa i santini con scritto “Alessandra Todde Presidente”. Il tentativo degli amici Progressisti arriva fuori tempo massimo, ma forse è stato voluto così.

    • Marius says:

      Beh, le cose si possono sempre cambiare, visto che nella compagnia di giro della Todde c’è perfino un candidato, un tempo accanito dileggiatore dei grillini e oggi appassionato sviolinatore per la signora nuorese, che ha iniziato la campagna con un simbolo e la sta continuando con un altro. Che sarà mai cambiare qualche santino? E comunque c’è pur sempre il voto disgiunto …

  2. Vincent says:

    In che modo la posizione di Alessandra Todde si sarebbe rafforzata nell’ultimo mese? Il PD si è sfasciato, i 5s sono parecchio deboli in Sardegna e le liste che la sostengono sono perlopiù scatole vuote create per accaparrarsi qualche poltrona in consiglio. Andrà a schiantarsi e con lei tutto il centrosinistra

  3. MARCO CASU says:

    Non me ne voglia Biolchini se le faccio notare che nei punti della sua analisi è assente quello sulla posizione della Segreteria del partito democratico.
    Eh, Lei giustamente batte la lingua sul “dente Soru” (adombra un progetto già fissato in precedenza) ma di Comandini, niente. Dileguato.

    Guardi a me pare che tutte le alleanze politiche siano sempre problematiche ed in particolare, quelle all’apparenza più solide. È vero che vi è sempre l’esigenza di curare di “fieno buono” la stalla dei “buoi grassi” ma l’elettorato PD in questa claque organizzata dalla tifoseria Todde, NON brilla per presenza.

    Preciso: non solo i progressisti ma anche il partito democratico avrebbe il concreto e tangibile interesse ad azzerare le due Candidature. ( Il suo elettorato , quello zoccolo duro di suo elettorato guarda in silenzio e vi è dubbio che sia per Todde).

    La stessa Todde , per lei nessuna congettura reggerebbe; qui dominerebbe l’ovvio : NON ha scelta, deve dire NO al ritiro perché è l’unica garanzia di VISIBILITÀ. E questo in Politica è grave.

    Infatti Il Capitale, il vero valore aggiunto della metafisica Grillina e’ la Visibilità. Costi quel che costi essi debbono presidiare la Centralità dello schieramento; e non difficile percepirlo (tanto meno Renato Soru).

    A Sassari piazza piena al Verdi? Non è incoraggiante. A Sassari il PD è forza di opposizione al 5 stelle forza di governo.
    A Sassari i Consiglieri del PD non hanno fatto la scelta dei colleghi del Sud (eppure le loro ragioni sarebbero risultate più FONDATE per una fuoriuscita).

    Piazze dunque piene fa pensare a urne vuote e, questa eventualità è un peso che si aggiunge al catastrofico “campo largo”.

  4. Pigmalione says:

    L’incontro che c’è stato dimostra che gli arroganti, gli egoisti, quelli che si ritengono indispensabili, sono capitanati proprio da quella che ha fatto del suo slogan “il momento del Noi”. La pratica di dire il contrario di ciò che si attua è tipica della Todde, che straparla di energia dopo essere stata delegata per il governo che non ha fatto altro che lanciare strali alle possibilità per la Sardegna di difendersi dall’assalto eolico e dal ruolo, previsto da chi di dovere, di container per l’Europa. E continua con gli slogan, mentre Soru con lucidità pensa ad un nuovo Piano, sulla falsariga del Piano Paesaggistico, per dotare la Regione degli strumenti amministrativi e costituzionali per tutelarsi.
    I Progressisti ora hanno poche giustificazioni. Non so cosa si aspettassero, ma i nodi sono venuti al pettine: i Cinque Stelle, e il PD a loro subordinato in cambio di avere un altro posto di presidente (perdente anche lì) in Piemonte e altre regioni, sono disposti a fare cadere la Sardegna pur di avere la bandierina da attaccare come trofeo, della loro candidatura.
    Soru ha ribadito l’importanza di una coalizione che abbia cuore e gambe nella terra su cui dovrà agire e ha detto che a queste condizioni si avrebbe potuto ridiscutere. Non è incoerente con il suo percorso, perché Graziano Milia, un possibile nome di sintesi, da anni ha fatto propria la missione del rafforzamento dell’Autonomia. Dall’altre parte, il No è stato secco e definitivo.
    Non vedo nessuna crescita esponenziale della candidatura della Todde, che dosa con il contagocce le sue presenze pubbliche, forse sapendo lei stessa di avere poco da dire e sperando così che la maschera dettata dagli spin doctors prevalga sulla concretezza.
    Guardiamo al futuro: non è ora impossibile vedere un accordo tra Soru e il presidente Solinas, ancora più se i progressisti abbandoneranno la baracca. Solinas è stato sottovalutato ed è assorto a ipostasi delle mancanze e dell’incapacità della destra sarda, bersaglio facile per essere abbandonato al suo destino dai Fratelli d’Italia e di Sardegna in vena di onnipotenza. Questi, come la Lega cinque anni fa, sanno che il vento soffia in loro favore e hanno sfoderato la spada, autoritari contro i loro alleati. Pensano di potere fare e disfare, proponendo come candidato un altro volto che a Cagliari è stato quantomeno mediocre e in nessuna amministrazione pubblica otterrebbe la promozione per l’operato svolto. Ma Solinas non è tipo disposto a farsi rottamare e ad assumere su di sè tutte le colpe, con questa facilità. Può contare su una base che lo seguirebbe, certamente ridimensionato, ma non scomparso. Venderà cara la pelle. Sarebbe una scommessa azzardata ed è possibile che alla fine Bruxelles sarà un richiamo importante, ma con del coraggio, potremmo vedere una coalizione sarda e sardista, progressista e autonomista, che è già ora l’unica novità di queste elezioni, ma con l’innesto del Psd’az diventerebbe un esperimento dirompente e che riscriverebbe le categorie di centrosinistra e centrodestra.

    • Alberto says:

      Incredibile che adesso pur di giustificare la scelta scellerata di Soru ci si metta a difendere Solinas!

      • Marius says:

        Solinas chi, quello che è stato decisivo per la rielezione di Zedda al primo turno nel 2016, oppure quello che ha messo in giunta una ex sindaca e una ex candidata di partiti di sinistra? Eh già, davvero disdicevole difendere costui, con cui chi è di sinistra non può avere niente a che fare. Forse quello che ha fatto coalizzare il suo partito col Pd a Carbonia era un sosia…

  5. Franco Meloni says:

    I Progressisti esistono e fanno politica (bene o male, secondo le circostanze) solo a supporto e comunque in collegamento Pd. La possibilità di una loro collocazione diversa dal centro sinistra poteva essere un’ipotesi percorribile solo se fossero riusciti a trascinare una parte consistente del Pd nell’area Soru, mollando Alessandra Todde e individuando un altro candidato (Graziano Milia? Un buon nome, ma bisogna riconoscere che lui pur mostrando generica disponibilità non ha mai aderito a una tale proposta). E poi, Alessandra Todde, una candidata scelta dai partiti del centro sinistra sardo in totale sintonia con le centrali romane degli stessi. Non è mica peccato essere d’accordo con Roma! E ancora , Alessandra Todde, una persona di solida competenza professionale, anche dotata di un buona esperienza politica, che, mano a mano che va avanti, miete consensi. Perché? Perché una donna: così il centro sinistra dimostra di credere nell’energia femminile capace di rinnovare la Politica. Perché Alessandra sa ascoltare, rendendo credibile che i prossimi cinque anni saranno di apertura del Palazzo ai sardi e alle loro organizzazioni di base, in una pratica virtuosa del principio di sussidiarietà. Sussidiarietà: principio costituzionale (art.118) nato in ambito cattolico. Che i cattolici democratici vogliono valorizzare non solo per quanto riguarda la sussidiarietà verticale nei rapporti tra Europa-Stato-Regione-Comuni, ma anche per la sussidiarietà orizzontale, nel rapporto delle Istituzioni con l’associazionismo di base, le entità del terzo settore, e tutte le espressioni della partecipazione popolare. Non sfugga al riguardo l’appoggio che Alessandra ha conquistato da parte di un consistente mondo politico cattolico democratico che sta in Italia riprendendo spazio, avendo come più importante riferimento programmatico la Costituzione della Repubblica.

  6. La domanda è che cosa ci fa un ricco milionario, abituato a comandare, a trattare alla pari con seconde e terze linee del PD.
    Una cosa è tentare la scalata del Pd statale (tentativo fallito) altro è invecchiare nel pantano.
    Non è da escludere che sia stato un tentativo serio dei Progressisti, ma un bluff (riuscito) di Soru, che ha portato a casa due risultati: 1 aver tolto i dubbi dei Progressisti su chi è che non vuole trattare. 2 nel post sconfitta la responsabilità del rifiuto di reunion (e dunque della sconfitta) sarà tutto della Todde.

  7. Marius says:

    Il problema dei Progressisti è molto banale. Hanno almeno due politici di professione o giù di lì, Francesco Agus e Massimo Zedda, che non possono permettersi di restare senza una poltrona lautamente remunerata dai cittadini, pena la disoccupazione, ma due consiglieri nel collegio di Cagliari non li piazzerebbero neanche se candidassero Gigi Riva. Quindi, è necessario dirottare Zedda a candidato sindaco di Cagliari.
    Evidentemente, dai calcoli che fanno, pensano che le perdite di elettori, che sicuramente penalizzeranno una forza politica dimostratasi così ambigua e rotta ai compromessi, saranno di gran lunga maggiori in caso di schieramento con Soru che di ritorno a cuccia col campo largo.
    Bisogna vedere se il calcolo, in questo caso, sarebbe giusto. Non credo che Soru non abbia preso le sue contromisure rispetto a simili alleati, visto che Zedda già altre volte si è dimostrato non sempre affidabile. Per esempio su Tuvixeddu, dove col suo cincischiare rispetto alle ragioni dell’oggi fallita Nuove Iniziative Coimpresa di Cualbu ha rischiato di vanificare il gran lavoro della giunta Soru su Tuvixeddu, alla fine avvalorato dai giudici.
    E poi, la corsa di Zedda a Cagliari sarebbe fruttuosa? Truzzu è detestato, il che fa apparire ancor più lunare la protervia di FdI di imporlo come candidato alla presidenza della Regione, ma la dabbenaggine degli elettori non giunge fino al punto di dimenticare che gran parte delle opere discutibili e nefaste per la viabilità che Truzzu si è trovato a cantierare erano state decise e praticamente “blindate” dalla giunta Zedda (emblematica la vicenda di Sant’Avendrace, dove a gioire alla notizia di approvazione dei progetti fu Francesca Ghirra, nell’imbarazzato silenzio di sindaco e giunta comunale).
    Più probabile che ce la faccia Giuseppe Farris, se nel centrodestra si decideranno a isolare FdI, che si è costruita un consenso smisurato rispetto al suo retroterra postfascista e alla preparazione e idoneità al governo dei suoi uomini proprio mangiando la pastasciutta in testa agli “alleati” (in primis alla Lega, letteralmente cannibalizzata quando scelse di far parte del governo Draghi) per trattarli da “piccioccus de crobi” una volta ottenuto il potere.
    La Sardegna, come l’Italia in generale, non è comunque più un paese per democristiani. Chi mantiene posizioni ambigue, puntando tutto su mediazione, compromessi, tenere i piedi in due staffe, stare un po’ di qua e un po’ di là, alla lunga è punita dagli elettori preferiscono sempre l’originale (e nel PD oggi c’è la Schlein, non Renzi). Speriamo che i Progressisti lo tengano a mente.

  8. Luca Carta Exana says:

    Simon Mossa, Caria, Meloni – morto in carcere per le sue idee – si rigirano nella tomba. È ora che i partiti indipendentisti ritirino l’appoggio a Soru, presentandosi con una lista unica e mirando al 5%. Un programma esiste già, è sufficiente andare sul sito di Vota Sardigna: lavoro; salute; lingua e cultura; nuova legge elettorale; per la sovranità energetica contro la speculazione e l’occupazione militare. Da lì, iniziare una campagna elettorale di fuoco e di proposta: rivolgersi soprattutto ai giovani, i quali devono sapere, al fine di sanzionare nelle urne questi vecchi arnesi dell’unionismo – uniti nei loro giochetti sottobanco, nelle loro riunioni carbonare, nel loro parassitare quel poco che (non) c’è nelle istituzioni della Nazione Sarda. Ribellione. Oe, no cras. Mossi da una convinzione interiore, fors’anche uno slogan, in Inglese stretto: ”A pigare pro culu, a casinu!”.

  9. Ignazio Carta says:

    Almeno non si dica ancora che è stato Soru a non volere un accordo.
    Ora ci sono due proposte in campo come alternativa alla destra, che a sua volta non ha ancora raggiunto una sua coalizione unitaria, con ben 3 possibili candidati ancora in lizza.
    Todde e Soru hanno due mesi di tempo per far conoscere i propri programmi e convincere gli elettori a scegliere la loro rispettiva coalizione, sia cquelli che li hanno già votati in precedenza e sia quel 50% e oltre che ora come ora non andrebbe a votare.
    E auguri di un buon anno a tutt’e due

  10. Giuseppe says:

    Mi scusi ma secondo lei la sinistra spaccata ha davvero possibilità di vincere con un centrodestra unito (Truzzu sarà il candidato e andranno uniti). La todde sta scalando vertiginosamente cosa? L’unica cosa è trovare un terzo nome forte e andare uniti, che siano i 5 stelle a farlo (naturalmente non hanno piano b). Ho paura che la Todde ragioni come Lei destinando la Sardegna ad altri 5 anni di destra. Il problema che la Todde lo fa per miopia politica o per interessi di Conte (opa sul pd) Lei probabilmente per “odio politico” verso Cabras e Soru. Così si perde e passeremo altri 5 anni a lamentarci della destra, invece dovremo lamentarci di noi stessi che non siamo stati capaci di fare sintesi su un nome condiviso, magari non un capo bastone ma neanche uno deciso da Roma.
    Giuseppe

    • Mi faccia il nome del candidato di sintesi.

      • Giuseppe says:

        Chiaro che Lei vorrebbe che scrivessi Milia. Nome, credo, poco gradito a Soru (oltre che a Lei) per la sua vicinanza a Cabras, quindi complicato. Potrebbe essere il sindaco di Nuoro o quello di Iglesias (difficile perché del pd) altri sinceramente non mi vengono in mente. Il nome potrebbero farlo i 5S, magari della società civile. L’unica cosa certa è che per provare a vincere la Todde e Soru (che ha dato la Sua disponibilità) devono fare un passo indietro. Il sondaggio che ho visto io dava il centro destra tra il 40 e il 44%, la Todde tra il 20 e il 22% e Soru tra il 21 e il 23%. L’unica cosa certa così è la sconfitta.
        Mi dica quindi se è il caso di continuare a oltranza con la Todde? O trovare un nome di sintesi che tenga unita la coalizione e allo stesso tempo sia forte per vincere? Perché in quel caso la vittoria non sarebbe scontata ma un testa a testa.

      • Cristianeddu says:

        Milia

      • Maurizio Onnis

    • Gianluca says:

      Ma lei conosce Alessandra Todde, l’ha mai sentita parlare? Non c’è candidata migliore. Soru non può fare paura a un’adulto consapevole. Soru è come mommotti e fa paura solo ai bambini

      • Giuseppe says:

        Ancora? Ma ha capito il ragionamento? Io non sto parlando di qualità del candidato, ma constato il fatto che la Todde è un candidato divisivo e di conseguenza con lei si perde. l

      • Io l’ho sentita parlare e deus si ndi scampit.
        Autodeterminazione sì, ma anche no. “Autodeterminazione energetica”, con la Todde che faceva la viceministra con deleghe all’energia nel governo Draghi.
        Peggio di Truzzu

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