Il blog è un luogo di discussione, aperto a tutte le voci. Dall’Ogliastra ci arriva questa lettera aperta scritta da Peppino Mura, un elettore di Jerzu. Il dibattito è aperto.
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Lettera aperta all’Onorevole Renato Soru
“Divide et impera!” direbbero gli antichi romani. La storia ci ha dato ampia convalida a questo assunto. Ci risiamo!
Egregio onorevole Soru, dopo un incubo vissuto un anno fa da molti elettori progressisti e di sinistra, per la pervicace volontà dell’allora segretario nazionale del Pd di non cercare l’unità elettorale (quella politica sostanzialmente c’era) con il Movimento Cinquestelle, ci troviamo nuovamente di fronte allo stesso dilemma. Uniti si può vincere, divisi è sicuro che si perde. Andremo ancora una volta incontro a un aborto elettorale, a causa di medici della politica dalle competenze approssimative.
Certo, le ragioni che stanno alla base delle Sue posizioni e di chi le sostiene possono sembrare nobili, ma lo sono più nella forma che nella sostanza. Intanto, ci permettiamo di ricordarle che quando toccò a Lei mettersi al servizio dei sardi, non ci furono manifestazioni di popolo per proporre la Sua candidatura alla presidenza della Regione. Essa maturò sulla base di un ragionamento politico in cui le strutture nazionali dei partiti ebbero un ruolo certo non marginale.
Poi, a noi sembra che, seppur alcune sue considerazioni che riguardano le procedure democratiche per un serio processo di selezione della classe dirigente possano avere fondamento e quindi discusse, il rimedio che Lei propone è molto peggio del male.
Individualismo, egoismo, incoerenza, personalizzazione della politica e affarismo, hanno contribuito ad allontanare quasi la metà degli elettori dal voto, rendendo abbastanza anemica la democrazia italiana.
Ci rivolgiamo a Lei con rispetto. Continui a combattere questi fenomeni degenerativi, come ha fatto sino ad ora. Non si renda corresponsabile di un’operazione che sta concorrendo ad accrescere la confusione tra gli elettori che resistono e che facilita molto il percorso elettorale della destra sarda e nazionale, che hanno dato vita ai peggiori governi a Cagliari e a Roma, da quando esiste la Repubblica italiana.
Alessandra Todde è una candidata che, oltre ad avere una buona esperienza che parla per lei, è una persona che sa ascoltare i cittadini ed è dotata di una rassicurante umiltà.
Cordialmente La saluto, ma in netto dissenso.
Peppino Mura
Elettore di Jerzu
Quanto tempo si perde o, se volete, si spende, a leggere le diverse motivazioni… C’è poco da fare, la semplicità non è qualità della sinistra, piuttosto la complicazione anche delle cose già di per se complesse. Personalmente questa volta l’ho detto e scritto da parecchio tempo: Alessandra Todde è un’ottima candidata, attendibilmente in grado di rispondere con la conduzione della nostra Regione alle esigenze dei sardi, specie di quelli meno abbienti. Poco mi importa che la scelta della sua candidatura abbia trovato il consenso dei partiti sardi e insieme delle loro centrali romane (per chi le ha), anzi è una buona cosa! Azzardo che Emilio Lussu avrebbe approvato ( è questa una supposizione del tutto personale). Sono un semplice elettore che nella semplicità, che caratterizza la grande maggioranza degli elettori, vorrei votare e finalmente vincere le elezioni. Questa è l’occasione buona, non lasciamocela sfuggire. Tutto il resto per ora è secondario.
Sono un elettore del CSX che ha votato alle primarie per Elly Schlein, attualmente sono Molto deluso della piega che hanno preso le primarie in Italia e del atteggiamento subalterno nei confronti dei 5S, Conte non per occasione per mettere in fuori gioco il PD, detto questo in Sardegna non è solo vincere le elezioni regionali per metterci un Solinas di Sinistra, servono idee nuove competenze e visione del futuro a 10/20 anni, sto seguendo sui social entrambi i candidati ma non vi è partita tra i 2,
la Todde è ferma ancora a onestà onestà, in Soru vedo la conoscenza approfondita delle questioni Sarde e una visione del futuro
Credo che sia evidente a tutti che di fronte a un centrodestra unito, il centrosinistra diviso sia destinato a perdere, per quanto maggioritario. Ma credo che sia altrettanto evidente che alcuni giocano a perdere, magari a perdere bene ma sempre a perdere. Capisco benissimo gli interessi personali e aziendali di Soru e la forza magnetica del suo Ego spropositato verso taluni compagni, ma sinceramente non riesco a capire come si possano preferire 5 anni di Truzzu a 5 anni di governo di centrosinistra con il Movimento 5 stelle che, oggettivamente, assieme a Agus è stato la vera forza di opposizione a Solinas. Non capisco davvero, ma sicuramente è un mio limite.
E allora come mai chi ha guidato quell’opposizione per i 5 stelle è stato prontamente escluso da ogni possibilità di candidatura alla guida della regione a favore della cooptata Todde, entrata nei 5 stelle direttamente dal Governo senza aver mai fatto un giorno di attivismo? Il ragionamento è una contraddizione in termini. Per il resto, se cerchiamo la vera opposizione nel PD, hai ragione, meglio cercare altrove. In Consiglio Regionale per quel partito siedono ancora taluni che furono eletti con l’appoggio di personaggi che nel 2009 avevano chiesto apertamente il voto disgiunto a favore di Cappellacci.
il mio ragionamento sarà pure una contraddizione in termini ma dove sta scritto che il candidato deve essere scelto tra i consiglieri uscenti che (meritoriamente) hanno fatto opposizione? Mi permetto sommessamente di ricordarle che l’unica volta che il M5S ha avuto la possibilità di indicare il Presidente del Consiglio, non ha scelto tra i parlamentari che (meritoriamente) hanno fatto opposizione a Renzi/Gentiloni nella precedente legislatura (Di Maio o Di Battista, per fare dei nomi) ma ha scelto uno sconosciuto avvocato pugliese che non si era mai visto in alcuna manifestazione pubblica. Si tratta del principio di competenza che è stato applicato anche in Sardegna dal centro sinistra. La prima volta nel 2004 quando venne indicato un imprenditore fino a quel momento quasi del tutto estraneo alla politica. Un certo Renato Soru. La seconda volta nel 2014 quando venne indicato un professore universitario, tale Francesco Pigliaru. In entrambe le occasioni i due non vennero scelti con le primarie ed in entrambe le occasioni vinsero le elezioni sbaragliando il centrodestra.
Peppino Mura di Jerzu, ex sindacalista CGIL di lungo corso nonché dirigente locale del PDS/DS in Ogliastra e già esponente di sottogoverno della giunta Palomba (nella segreteria dell’assessore al Turismo)?
Non mi sembra proprio che parliamo di semplici elettori.
Questi appelli, comunque, risultano un po’ patetici. Come scrive Luca Carta Exana, manca solo la letterina di Babbo Natale (forse siamo in tempo per quella della Befana, altrimenti a Soru gli porta il carbone), e come accenna Pirino, per quale diavolo di motivo dovrebbe essere Soru a genuflettersi alla Todde, e non il contrario? Perché il PD, che si sta sfasciando grazie a questa balorda operazione di potere, crede di essere al centro dell’universo?
Alle ultime regionali hanno preso poco più del 13%. A calai sa barra!
Per quel che vale, comunque, si nota un bel po’ di ex mondo 5 stelle, attivisti veri e non persone cooptate direttamente dai posti di CEO a quelli di sottosegretario (passando per sfortunate candidature europee), molto attento a quello che ha da dire Renato Soru e presente ai suoi incontri. La validità aritmetica dell’operazione Todde temo sia tutta da verificare.
Peppino Mura, elettore di Jerzu, ha ragione: divisi si perde!
Che cosa si può fare quindi per far ritirare la grillina Todde?
Perché mai Peppino non indirizza la sua letterina alla Todde è un mistero ♂️
Credo che non ci fossero proprio le condizioni oggettive per una coalizione fra PD e M5S alle elezioni politiche del 2022. Infatti poco tempo prima Conte (rafforzato subito da Salvini e Berlusconi) aveva fatto cadere il governo Draghi con due pretesti: il termovalorizzatore di Roma e gli aiuti all’Ucraina invasa dallo zar Putin. Non sarebbe stata una bella cosa un accordo elettorale così, fresco fresco, solo per una improbabile somma di voti.
L’accordo in Sardegna è quasi un miracolo; non siamo ragazzini e sappiamo che gli accordi nazionali si sono sempre fatti e si continueranno a fare, li faceva anche Berlinguer e nessuno si scandalizzava. Alessandra Todde è una buona candidata e in altre regioni il PD avrà il proprio candidato. Soru era stato già candidato due volte e non si era certo sottoposto alle primarie. La seconda volta, dopo 5 anni di governo regionale, è stato staccato di 12 punti percentuali dal mediocre Cappellacci. Perchè ancora rimestare nel torbido con demagogia, populismo e ipocrito sardismo? Fra l’altro fece anche cose abbastanza criticabili, oltre a qualcuna buona e non si distinse certo per spirito di squadra e per innovazione.
Purtroppo, temo che il risultato di queste elezioni sia scontato e, grazie a Soru, avremo nuovamente Solinas o Truzzu o un carneade del giro della sanità privata.
Temo inoltre che, in generale, una seria alleanza PD/5S sarà molto improbabile: Elly Schlein ci crede con tutta la sincerità e buona fede, ma Conte è in competizione con il PD per prendere quello 0,05% in più che gli dia più potere ai tavoli di trattativa.
P.S. Il PD ha perso circa 6 milioni di voti in 15 anni e il M5S ne ha persi altrettanti in 5 anni. Entrambi piangono e nessuno può fare il maestrino.
Riguardo alla sconfitta di Soru, peccato che i nomi degli alti esponenti del PD che hanno dato ai loro clientes e laudatores indicazione di voto disgiunto a favore di Cappellacci li conosciamo bene. Poi magari sono gli stessi che frignano per il rischio che vinca la destra perché Soru non accetta di genuflettersi alla Todde? Ma fatemi il piacere…
Manca solo la lettera DI Babbo Natale a Soru!
P.S. Seo brullende, eh.
Non capisco perché dovrebbe essere Soru a fare cadere la candidatura, e non la Todde… E non capisco che differenza ci sia tra le due candidature. Una, l’ hanno scelta a Roma, e poi imposta al PD sardo. L’ altro, in uno dei suoi balzi d’ umore, si è autocandidato… Insomma, nessuno dei due ha cercato un’ investitura popolare. E allora, che fare?
Sono abbastanza ignorante, ma azzarderei la seguente risposta: perché comunque la direzione di un partito politico è di per sé una delle forme con cui, nella nostra democrazia, si manifesta la volontà popolare (della maggioranza del popolo iscritto a quel partito, nel più limitato degli scenari; ma sappiamo che i partiti “rappresentano” più persone dei soli iscritti). Certo, sono anni che è manifesto lo scollamento tra direzione e “base” dei partiti: le primarie sono una recente introduzione che mira appunto a ricucire questo scollamento,che però in linea teorica non dovrebbe esserci.
L’autocandidatura è un gesto egoistico, egocentrico e populista, di chi ritiene (o sostiene) di poter incarnare in maniera coerente e armonica nella sola propria persona una pluralità di voci, idee, istanze e interessi. Cosa che naturalmente nella realtà _non_ si può in genere fare.
Io la vedo così.
Questo discorso avrebbe avuto senso con la vecchia legge elettorale, evidentemente la “nuova” ti sfugge.
Tantè
La candidatura di Alessandra Todde è maturata al tavolo della coalizione Progressista (partiti, movimenti, associazioni di base rigorosamente sardi).
La storiella della “imposizione da Roma” della candidatura ai riottosi partiti sardi, che alla fine però piegano il capo, la schiena e le ginocchia di fronte all’arrogante “Vae victis” di Conte e Schlein, è ridicola ed è servita solo per tentare di dare un’aura di “rivolta democratica dal basso” a quanti, anche in Sardegna, vedono come il fumo negli occhi la sola ipotesi di convergenza e accordo politico tra PD e Movimento 5 Stelle.
E che rifiutano con sdegno anche la sola ipotesi che il PD possa cedere la candidatura alla presidenza della Regione ai 5 Stelle, nonostante il partito di Conte sia risultato, in Sardegna, il partito dell’opposizione più votato alle ultime elezioni politiche.
Evidentemente anche in Sardegna ci sono molti estimatori di Enrico Letta e della sua scelta rancorosa e divisiva nei confronti dei 5 Stelle – espulsi dal “campo largo” per insufficiente fedeltà alla sacra “Agenda Draghi” – che ha portato, poi, alla drammatica vittoria nelle elezioni politiche della peggior destra e alla nascita del governo Meloni.
C’è ancora tempo, spero, per far tesoro degli errori del recente passato e per evitare un disastroso 25 Settembre anche in Sardegna.
L’ampiezza della coalizione che sostiene Alessandra Todde, lo spirito unitario, la forza, la competenza e l’empatia che lei sta manifestando in questo campagna elettorale appena iniziata, dimostrano che la sua candidatura rappresenta il meglio di quanto la Sardegna politica potesse proporre in quanto a capacità di rinnovamento e novità di genere, di competenza e capacità di aggregazione, di forte legame e “amore” per la nostra terra.
Il fatto che questa scelta, poi, abbia raccolto anche l’assenso dei vertici nazionali di PD e M5S è un ulteriore elemento di forza…mica roba di cui vergognarsi!
Queste e altre ragioni mi spingono a sottoscrivere ogni parola della lettera di Peppino Mura e a sperare che il suo accorato appello possa essere accolto.