Che l’editore del gruppo Unione Sarda Sergio Zuncheddu stia flirtando con l’idea di candidarsi alle prossime elezioni regionali penso sia chiaro a molti e da tempo. Dopo una vita passata a nascondere la sua figura e il suo potere, improvvisamente ecco un’orgia di apparizioni, interviste, esternazioni, interventi, tutti orientati non verso una speculazione generica o legata al suo ruolo imprenditoriale, ma proprio al futuro della Sardegna, nel tentativo di accreditarsi come personalità in grado di guidare l’isola in un momento drammatico della sua storia.
Sia chiaro: Sergio Zuncheddu può fare quello che vuole. Può scrivere libri brutti (il suo “Buongiorno SarDegna” indubbiamente lo è), può mortificare il direttore del suo giornale, sostituendosi a lui quando scrive editoriali di scarsa consistenza (qualcuno però almeno le maiuscole gliele corregga), può anche umiliare i suoi giornalisti e le sue redazioni, costringendo i primi a presentare il suo libro in occasioni pubbliche e le seconde a darne conto su giornale e in tv in maniera ossessiva, in spregio a qualunque regola di buon gusto e di rispetto dei lettori e dei telespettatori. Un padrone.
Quello che Sergio Zuncheddu però non può fare è pensare di potersi realmente candidare alla presidenza della Regione Sardegna. No, questo non è possibile. Perché se lo facesse, spazzerebbe via la regola principale della democrazia, ovvero quella della separazione dei poteri. E la stampa è un potere fondamentale nel nostro sistema che non può essere gestito da nessun altro potere.
Ecco perché il padrone del maggiore gruppo editoriale non può candidarsi alla presidenza della Regione. Neanche se le leggi glielo consentono. Perché non può essere allo stesso tempo controllore e controllato. Non è un concetto difficile da capire. Ma se Sergio Zuncheddu sta anche solo lontanamente pensando di candidarsi è arrivato il momento che qualcuno gli ricordi che non può farlo.
A partire dai suoi giornalisti (che comprendo essere in difficoltà, ma una candidatura del loro editore aggraverebbe, e non risolverebbe, la crisi delle loro testate), passando poi per il vicepresidente del gruppo Unione Sarda Franco Siddi (già segretario nazionale della Fnsi, sempre che lui si ricordi di essere stato in un’altra vita strenuo difensore dei giornalisti e delle loro prerogative), arrivando poi al sindacato regionale dei giornalisti e dell’Ordine, per finire con i partiti e le parti sociali.
Il lungo silenzio di tutti questi soggetti è durato troppo a lungo e ha alimentato questa malsana fantasia: forse è venuto il momento che qualcuno ritrovi la voce.
Ma vi immaginate cosa accadrebbe se Sergio Zuncheddu fosse candidato alla presidenza della Regione? In che modo, così fortemente condizionate, le sue testate potrebbero raccontare serenamente la campagna elettorale? Che credibilità avrebbero? Non rischierebbero forse di inquinare il dibattito pubblico? E se fosse eletto, ve la immaginate la situazione? Follia.
Intanto, questa possibile candidatura sta già condizionando le cronache politiche dell’Unione Sarda. Ad esempio, diversi giornali hanno scritto in queste settimane che quello di Zuncheddu è un nome al vaglio dei partiti di centrodestra. Ma l’Unione no, non lo ha mai scritto: come mai? Dall’Unione e Videolina solo incessanti peana per il libro dell’editore, ad ogni sua presentazione.
Intanto, il giornale di Zuncheddu sta silenziando in maniera sottile (ma evidentissima) la discesa in campo di Renato Soru e sta attaccando (come mai avvenuto a mia memoria) l’amministrazione cagliaritana e il suo sindaco. Solo un caso? Chissà.
Sta di fatto però che con questa ossessiva presenza sulle sue testate, Sergio Zuncheddu sta già dimostrando di non avere contezza del suo ruolo di editore, mancando di rispetto al lavoro dei suoi giornalisti e l’intelligenza dei suoi lettori e telespettatori.
L’informazione è un bene pubblico che Zuncheddu con il suo comportamento sta mortificando. Il fatto che anche solo lontanamente stia pensando ad una candidatura è segno di una sua inadeguatezza non solo al ruolo di editore ma (ed è cosa ancor più importante) a quello di presidente della Regione.
Che qualcuno glielo dica, per favore. In fretta e a voce alta.
E anche oggi intervistona sui suoi megafoni…
10 lettere:
B E R L U S C O N I
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Cess o vito, un anno e mezzo senza social e mi sto perdendo praticamente tutto. Qui nel basso Sulcis non che non ci sia nulla da fare anzi, sopravvivere pur di tenersi la libertà di stare fuori da questo teatrino è assai faticoso. Sappi che l’unico sito dove lèggerò di politica natzionale è qui. Leggerò ma vacci leggero però.. unu basidu
Sì, tutto vero, verissimo, signor Vito. Ma a dire il vero io non temo tanto la forza condizionatrice di Zunk.
Io temo di più la forza distruttrice di alcune forze politiche sarde che, appena entrate ed accolte nella coalizione di centrosinistra, vogliono già condizionare le scelte dei vertici, spingendo per le divisioni, manco fossero l’ago della bilancia, dall’alto del loro (forse) 4 o 5% di consensi.
Non mi meraviglierei più di tanto se, a furia di fare il gioco delle destre, un giorno ce le ritrovassimo insieme al gruppo sardoleghista, dato che con loro condividono l’ideologia indipendentista.
La sinistra italiana deve ancora imparare che l’unità è uno dei suoi valori principali!
Quindi Vito, da cosa dipende secondo te il fatto che da un po’ il sito dell’Unione non dà notizia di ciò che si muove nel centrodestra?
Bella domanda!
La sensazione é sempre più che siamo allo sbando, all’improvvisazione totale in balia di pochi, con scarse idee, con nessuna vera ipotesi di futuro sulla quale discutere e confrontarsi veramente.
Con questo ulteriore ingresso in campo appare sempre più chiaro che “La libertà di stampa é di chi possiede un organo di stampa” (o più di uno).
Fà male pensare che siamo rimasti in pochissimi a farsi certe domande e cercare veramente delle risposte.
Nurman
Quanti editoriali sprecati negli anni scorsi…meno male che scripta manent.
“Ad esempio, diversi giornali hanno scritto in queste settimane che quello di Zuncheddu è un nome al vaglio dei partiti di centrodestra. Ma l’Unione no, non lo ha mai scritto”. Vero, però 2 giorni fa in prima pagina dell’Unione ho letto un pezzo dal titolo “Giochi elettorali” e che chiudeva così: “C’è ancora tempo per stringere o disfare alleanze. E chissà se sotto l’albero non ci sia qualche sorpresa inaspettata”. La sorpresa? Zuzzurelloni.
Esatto…