In principio fu l’America’s Cup. L’annullamento della tappa cagliaritana è stato un atto insensato, che ha provocato un danno serio e reale alla città, che sull’economia del mare negli ultimi anni sta facendo investimenti concreti. Ogni motivazione che è stata portata per giustificare un cambio di rotta così radicale assume i contorni della presa in giro.
Poi c’è stata la vicenda del nuovo stadio. Comunque la si pensi, agganciare la realizzazione del nuovo impianto alla costruzione di un grande ospedale e di un campus universitario (tutte opere ancora da progettare, mentre per lo stadio i lavori sono realmente imminenti), dopo aver cercato di spostare il luogo dove il nuovo stadio dovrebbe sorgere, è un chiaro ed evidente tentativo di mettere i bastoni tra le ruote dell’operazione.
Nelle ultime settimane nel mirino è finita la sanità. Intanto, con la scellerata decisione (poi solo in parte rivista) di bloccare l’operatività dell’ospedale oncologico, invitando i pazienti ad andare addirittura al Mater Olbia. Poi con l’annuncio della realizzazione di un nuovo ospedale.
Ora, che Cagliari abbia bisogno di una nuova struttura è fuor di discussione, e infatti se ne parla almeno da vent’anni. Ma ciò che rende inverosimile il progetto della Regione è la volontà di dismettere strutture relativamente recenti come il Brotzu e il Businco, bloccando contestualmente i piani di ammodernamento già finanziati. Una follia.
A Cagliari serve un nuovo ospedale, ma per chiudere definitivamente il Santissima Trinità (ospitato in una caserma della seconda guerra mondiale) e il Marino (che ha sede in un ex albergo degli anni Settanta). Di questi ospedali, su cui realmente ogni intervento rischia di essere antieconomico, il presidente Solinas e l’assessore alla Sanità Doria si guardano bene dal parlare.
Tiriamo le somme: Cagliari è sotto attacco. E questo da quando il presidente Solinas ha capito che la sua ricandidatura è a rischio, messa in discussione da Fratelli d’Italia, ovvero il partito del sindaco del capoluogo, Paolo Truzzu.
Il quale ha più volte detto che non intende ambire al ruolo di presidente della Regione e che vorrebbe ricandidarsi a sindaco. Ma tutti sappiamo bene che Fratelli d’Italia non ha altri candidati spendibili, ed ecco perché dunque Solinas sembra voler “bombardare” la città: per ridimensionare le velleità di Fratelli d’Italia e del suo sindaco.
Davanti ad atti così ostili, ci si sarebbe aspettati un sindaco battagliero. Invece Truzzu ha reagito in maniera blanda all’annullamento della tappa dell’America’s Cup, per provare a ribattere colpo su colpo alla vicenda della stadio, ma poi per restare totalmente muto davanti all’attacco della Regione che pone a rischio il sistema sanitario cittadino.
È questo il vero limite del sindaco di Cagliari, che nel suo mandato non ha certo fatto peggio dei predecessori. Perché una aurea mediocritas avvolge la città fin dai tempi di Emilio Floris, passando per Massimo Zedda e finendo con questo sindaco. A meno che non si pensi di fare realmente opposizione parlando di jacarande o del destino dei basoli di via Roma, che cosa si può dire se non che Truzzu, come i suoi predecessori ha provato a governare la città come un capocondomino? E infatti quantomeno Cagliari è di certo governata meglio di Nuoro, di Oristano, di Sassari e di Alghero, città dove le divisioni politiche (a destra e a sinistra) bloccano ogni progetto, anche il più banale.
Ma il vero limite di Truzzu sta emergendo drammaticamente e sta tutto nella sua totale incapacità di abbandonare la sua appartenenza politica e di difendere la città dal suo stesso schieramento (il centrodestra) che governa la Regione. Era già successo qualche anno fa, quando sul tema dell’allargamento (sciagurato) dell’area metropolitana il sindaco di Cagliari si era fatto imporre la linea dal sindaco di Barrali.
Ora però l’attacco della giunta regionale alla città è frontale. Per difendere il Brotzu e il Businco i cagliaritani devono scendere in piazza come non hanno mai fatto finora. Decida il sindaco Truzzu da che parte stare: se da quella dei cittadini o da quella convenienza politica che gli impone di tacere per non attaccare il centrodestra che governa la Regione ma anche le sue sorti politiche.
Ogni giudizio sul presidente della Regione Solinas è invece ormai inutile.
Ma è Cagliari o l’intera Sardegna sotto attacco? Perché finora il capoluogo era stato largamente risparmiato dalle simpatiche strategie autoctone-leghiste mentre il resto dell’isola andava a picco. E oggi chiedere a un sodale di Solinas come Truzzu una congiura di Palabanda mi parrebbe davvero un tantino eccessivo. Lasciamo che si occupi di ruote panoramiche, magari da prendere in carico e poi dismettere. Lasciamolo nello stesso calderone degli altri 376 sindaci sardi, quasi tutti pronti a subire in silenzio assieme a troppi concittadini.
Caro Piergiorgio, Truzzu e Solinas sono sodali ma anche profondamente divisi. Ti sfugge infatti l’opera di destabilizzazione che il presidente della giunta sta facendo al sindaco in consiglio comunale.
Ho maturato, con gli anni (64), la chiara idea che lo Stato Italiano, nei suoi “poteri forti”, non ha interesse che la Sardegna cresca.
Conviene tenerla sotto il tallone della relativa miseria per sfruttarne il territorio con servitù militari e industriali.
La vicenda ultima dello stadio e dei nuovi ospedali è del tutto incomprensibile se non interpretata esattamente con il criterio esposto da Biolchini.
Tuttavia, è anche vero che, potrebbe essere la declinazione in bassa politica, da parte del duo al comando dell’Università sassarese e della Sanità sarda, dell’urlo di battaglia “Ehhhh… Cagliari merda”.
Il livello non mi sembra più elevato di questo.
Bisogna anche aggiungere l’assoluta impalpabile opposizione sia in c.regionale sia in comune….”Una serie di sfortunati eventi…”