Che il presidente della Regione Christian Solinas non volesse finanziare il progetto del nuovo stadio del Cagliari era nell’aria da tempo e il motivo è molto semplice: trattasi di ritorsione nei confronti di Fratelli d’Italia. Nelle ultime settimane, più volte e con parole eteree ma inequivocabili, il partito della Meloni gli ha infatti comunicato via stampa attraverso la senatrice e coordinatrice regionale Antonella Zedda, che non ha alcuna intenzione di sostenere la sua candidatura alle regionali del prossimo anno. E questo sia perché oggi FdI ha molti più voti del Psd’Az, sia perché Solinas ha governato male.
Ecco dunque che ora Solinas si vendica, negando un finanziamento che mai era stato oggetto di discussione e mettendo così in grave crisi il partito del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu.
Ma la vendetta andava mascherata da azione di buon governo, ed ecco che dunque Solinas subordina in extremis il finanziamento del progetto allo spostamento dello stadio dalla sua zona naturale di Sant’Elia a quella su Su Stangioni.
Sia chiaro: si tratta di una trovata degna del miglior Silvestrone. Ma sì, vi ricordate? Luca Silvestrone, quel personaggio da commedia all’italiana che nel 2014 fa piombò in città affermando di essere il fiduciario di un gruppo di americani che voleva comprare il Cagliari e che presentò anche un fantomatico progetto per la costruzione di un nuovo stadio!
Qualcuno addirittura lo prese sul serio, prima di capire che era tutto un bluff.
Ecco, lo stadio di Solinas a Su Stangioni ha la stessa credibilità di quello di Silvestrone. Perché Su Stangioni è una landa desolata ai margini della città, il cui nome tradisce un passato poco raccomandabile fatto di alluvioni e acquitrini. E perché l’iter burocratico per il nuovo stadio è alla battute finali e dunque spostare l’impianto in un’altra zona vuole dire affossare definitivamente il progetto.
Cioè, esattamente quello che vuole Solinas.
La vicenda del nuovo stadio di Cagliari (e non solo “del Cagliari”) è abbastanza lunga da portarci ad affermare che l’unica zona dove può sorgere è quella di Sant’Elia, da almeno mezzo secolo vocata allo sport in città, peraltro già urbanizzata e dotata (a differenza di Su Stangioni, che è aperta campagna) di strade e infrastrutture.
Invece Solinas da tempo afferma che nella zona dello stadio andrebbe costruito addirittura un ospedale (e perché, quando strutture del genere si realizzano fuori città?), e non pago, vagheggia addirittura lo spostamento della Fiera. Ignorando i progetti che la Fiera sta portando avanti per il suo rinnovamento e soprattutto arrogandosi un diritto che non ha, cioè quello di decidere del futuro urbanistico di Cagliari.
Vedremo ora se Truzzu si farà mettere la saliva nel naso. Non sarebbe la prima volta, visto il suo assoluto silenzio davanti all’inverosimile allargamento, voluto dalla Regione, dei confini dell’Area Metropolitana di Cagliari, passata da 17 a 72 comuni!
La situazione però ora è critica: perché alle regionali manca poco; perché l’iter dello stadio è veramente in fase molto avanzata; perché Solinas può far cadere Truzzu mentre Fratelli d’Italia non ha certo interesse a far cadere Solinas nei dodici mesi che precedono le elezioni regionali.
Ma a non ricandidarlo sì. Ed è questa la guerra che si sta combattendo, neanche tanto sottotraccia.
I costi dello stadio non c’entrano nulla, non è questo l’oggetto del contendere. Non fatevi distrarre da chi adesso butta la palla fuori dal campo, stracciandosi le vesti perché ritiene che non si possano spendere così tanti soldi per un impianto sportivo.
Qui la posta in gioco è un’altra: è il potere.
Solinas lotta per la sua sopravvivenza politica e ora, bloccando un progetto ormai in dirittura finale, prova a danneggiare il partito egemonico del centrodestra che gli ha già dato il benservito.
Tutto qui. E chissà come andrà a finire.
Post Scriptum
Alla stessa ora in cui io pubblicavo questo post, il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu pubblicava su Fb questa sua dichiarazione:
NUOVO STADIO: Il mio intervento in aula consiliare.
“Scelgo di intervenire a inizio seduta con la possibilità offertami dalle comunicazioni del Sindaco, perché credo che questa, la casa dei cagliaritani, sia il luogo e il momento più opportuno per fare chiarezza sul nuovo stadio.
Dietro la scelta dello stadio a Sant’Elia c’è il lavoro di tante persone.Un lavoro lungo che ha coinvolto due amministrazioni di colore diverso: una di centrosinistra e una di centrodestra. Sia in comune che in Regione. Riunioni, atti, conferenze di servizi, valutazioni economiche e ambientali. Decisioni e atti amministrativi che hanno visto sempre il pieno coinvolgimento degli uffici regionali. Il lavoro di due consigli comunali, che si sono espressi più volte, senza dubbi, sull’ubicazione dello stadio a Sant’Elia. E di cui, da sindaco, difendo le competenze e le prerogative, perché è il consiglio comunale che decide la pianificazione urbanistica, che decide dove ubicare le opere pubbliche. La decisione, a mio parere saggia, di tutti gli attori, di rinunciare a un nuovo centro commerciale. La necessità, chiesta dalla FIGC, di passare da uno stadio di 20 mila posti a uno di 30 mila.
Aggiungo che c’è anche il lavoro del Cagliari Calcio, che è stato autorizzato, sempre da questo consiglio comunale, a presentare un project financing e in questi anni ha speso tempo e denaro per realizzare un progetto sulla base delle indicazioni del Comune e della Regione.
Ecco perché lo stadio deve essere fatto a Sant’Elia.E la scelta deve essere presa adesso per non perdere il treno degli Europei 2032, che porterebbe investimenti importanti per le infrastrutture dell’Isola e un indotto alla nostra Sardegna di centinaia di milioni. In piena linea con la strategia seguita dalla Regione in questi anni: investire sulle manifestazioni sportive per attrarre turismo.
Aggiungo qualcosa che mi sta molto a cuore: il nuovo stadio a Sant’Elia non è solo un’opera pubblica di proprietà del comune di Cagliari, in concessione a colui che si aggiudicherà la gara, non è solo un’opera pubblica per la Sardegna, ma anche parte di un progetto di rigenerazione del quartiere che si ricollegherebbe alla città, che prenderebbe finalmente nuova vita, diventando un grande hub sostenibile, sportivo, culturale e sociale, vissuto ogni giorno e non una volta ogni due settimane. Capace di fornire opportunità di crescita e sviluppo a tutta la città.I giornali di oggi riportano della possibile alternativa a Su Stangioni.
Si parla (poiché non ho visto alcun documento ufficiale) di un progetto da 70 milioni. Non conosco il progetto perché niente risulta depositato presso i nostri uffici, quindi potrei fare valutazioni parziali e mi scuserete, ma mi viene da dire subito che il costo di uno stadio non varia dal quartiere in cui si colloca. Inoltre, a prima vista, non si è fatta alcuna valutazione dei costi, oltre che dei tempi, degli espropri di terreni privati, di ingenti opere di urbanizzazione, di strade e parcheggi da costruire, delle spese di bonifica dell’area, di quelle di mitigazione del rischio idrogeologico, del sistema di trasporto pubblico da organizzare.
Servono almeno 300 milioni dicono i tecnici, con un tempo di pianificazione di 5/6 anni come minimo. A cui si aggiungono almeno 3 anni di costruzione. Con gli Europei persi, perché entro il 14 di Febbraio 2023 il Comune deve siglare la convenzione con la FIGC. Con anni di lavoro buttati via.Abbiamo invece una soluzione a portata di mano. Serve coraggio e non paura. Serve amore per Cagliari e per la Sardegna.
Servono 50 milioni da spalmare in tre anni, che sono nella disponibilità della Regione. Siamo pronti a ragionare su tempi e modi perché abbiamo sempre fatto della leale collaborazione istituzionale la direttrice a cui ispirare i nostri comportamenti e le nostre scelte. Ma cambiare luogo, significa non fare lo stadio.”
Complimenti per l’articolo e da elettrice di sinistra mi complimento anche con il Sindaco.
Le guerre politiche sono quelle che, insieme agli interessi nascosti, hanno frenato e rimandato lo sviluppo della nostra Isola, che la piantino e pensino ai sardi, anche perchè, chi lo vota nuovamente a Presidente di Regione uno che la fa fuori dal vaso? Soprattutto su un argomento che riguarda la fede calcistica (una delle poche cose che uniscono i sardi, identificati nel motto “Poco, locos e male unidos”) e la passione per gli sport.
Speriamo quella di Solinas sia una tattica, che poi sia lui a dare il benestare finale per i 50 milioni e lasciare il progetto così com’è.. in modo da prendersi gli onori.. si sa che in molti casi l’ultimo a mettere la firma spesso si prende i meriti del lavoro altrui.
Ps. non tifo Cagliari.
Sono Luigi Porcu presidente del Cagliari club Gigi Riva Rivoli. Parlai molti anni fa del progetto stadio col presidente Giulini a Parma in una riunione di presidenti club, periodo dei tre progetti presentati è sottoposti a referendum per la scelta. I propositi erano buoni da parte della società,così disse il presidente,in quanto chiesi a lui che era una storia stancante che andava avanti da quando c’era Cellino, feci l’esempio come a Torino la Juve ha costruito lo stadio è un centro commerciale annesso (area 12) in appena due anni, con la concessione del comune per tanti anni a titolo gratuito della zona continassa,in cambio dell’insieme a carico della Juve e terzi. Ora non capisco,il perché non si riesca una volta per tutte a realizzare lo stadio. Le beghe politiche vanno messe da parte dovrebbero essere uniti tutti per realizzare l’opera, regione e comune devono stare dalla parte dei tifosi è soprattutto della gente. Non conosco bene le problematiche del luogo dove deve sorgere,se ci sono problemi di lasciarlo a Sant’Elia, oppure da un’altra parte, sicuramente dovrà essere l’occasione per migliorare sotto tanti punti di vista la zona con lavori di riqualificazione. Non so se sia possibile usare il modello fatto dal comune di Torino con la Juve, lasciando fare ad imprenditori che finanziano il tutto,o in parte,mi auguro che si trovi una soluzione.
E neanche io lo voterò perché durante la pandemia ha aperto i confini della regione portando chi aveva contratto il virus… Facendo diventare la Sardegna da COVID Free a terra di Covid
Be’ stavolta Truzzu un applauso se lo merita proprio
Mi domando a questo punto perché non farlo a Fenosu, starebbe al centro dell’isola, abbiamo già il metano, il porto e, mai servisse anche un aeroporto pronto all’uso ed abbandonato dopo aver buttato danari e tante illusioni !!! Perdonate…ma in via Roma oramai siamo alla “Sagra de is cazzarasa”