Elezioni politiche 2022 / Politica / Sardegna

Un mese alle elezioni: storia di una campagna elettorale appena iniziata e già finita

Oggi, 25 agosto 2022

Un mese alle elezioni. Un mese ad un cambiamento radicale e traumatico dello scenario politico italiano e del clima sociale e culturale nel nostro paese. Sarà così, come fu nel 1994 dopo la vittoria di Silvio Berlusconi, se non peggio: quindi sappiamo già cosa ci aspetta.

Un mese alle elezioni del 25 settembre e tutto è sostanzialmente già scritto. I sondaggi non lasciano via di scampo. La partita si è chiusa nei primi giorni dopo la caduta del governo Draghi, con la decisione del Pd di dire no ad ogni ipotesi di accordo con i Cinque Stelle, senza poi neanche riuscire a trattenere Calenda e Renzi

Il centrosinistra scende in campo in sette, il centrodestra in undici: come volete che finisca la partita? 

In questa situazione disperata, non si capisce perché il Pd punti ad imporsi come primo partito, ritenendo peraltro questo un obiettivo politicamente significativo. Lo fa per provare ad ottenere il 26 settembre un incarico esplorativo da parte del presidente Mattarella e capire in un quarto d’ora di non avere i voti in parlamento per formare uno straccio di governo? Oppure per provare a quel punto a spaccare il centrodestra, imporre nuovamente Draghi e lasciare alla destra di Giorgia Meloni (ampiamente ed evidentemente maggioritaria nel paese) l’argomento (validissimo e pericolosissimo) della vittoria scippata? 

Non c’è logica in tutto ciò. Con grande nonchalance Enrico Letta sta portando il centrosinistra allo sfascio e non c’è più niente che possa fermare questa deriva.

Ma ci sono i programmi, direte voi. 

Se qualcuno mi chiedesse a bruciapelo che cosa mi è rimasto in testa ad oggi delle proposte degli schieramenti, del Pd mi ricordo solo l’aumento degli stipendi agli insegnanti e l’adesione alla fantomatica Agenda Draghi; del centrodestra invece il blocco navale, la flat tax, l’aumento delle pensioni, abolizione del reddito di cittadinanza, la rottamazione delle cartelle esattoriali e la rimodulazione del Pnrr. Sei a due.

Del terzo polo mi viene in mente (ma devo proprio fare uno sforzo) il Sindaco d’Italia. Dei Cinque Stelle solo il loro refrain “Siamo scomodi”. Della sinistra alleata al Pd nulla: ma proprio nulla.

Questa campagna elettorale è già finita. Non c’è nulla di cui discutere. I giornali intervistano stancamente i leader di partito, consentendo loro di dire tutto quello che vogliono, anche le banalità più scontate, perfino le assurdità più clamorose (“Sanità e trasporti, i nostri assessori regionali hanno lavorato bene” ha detto oggi alla Nuova Sardegna Matteo Salvini).

I nomi dei candidati che saranno eletti (tutti strettamente appartenenti alle nomenclature di partito, senza alcuna concessione a chi nella società si è distinto per battaglie civili o importanti carriere) sono in gran parte già noti (non stiliamo qui l’elenco degli eletti per mancanza di tempo), con qualche dubbio su pochi collegi uninominali in bilico e nulla più. 

In Sardegna il centrodestra andrà peggio che nel resto d’Italia e l’ex presidente del Senato Marcello Pera conoscerà una bruciante sconfitta. Nell’isola andranno meglio i Cinque Stelle e il Pd si imporrà in qualche uninominale. Con grande probabilità la Giunta Solinas entrerà definitivamente in crisi. 

Ma fra un mese, il 25 settembre, tutto sarà diverso. Si aprirà una fase nuova della nostra storia politica e sociale. Molti invece non l’hanno ancora capito o fanno finta di niente.

Io mi sto preparando, e questa è la novità.

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2 Comments

  1. Ignazio Carta says:

    Siamo abituati a scialare facendo debito, è questa la verità. Dal 2020 abbiamo aggiunto 180 miliardi al conticino che lasceremo in eredità ai nostri figli (140 col Conte Antonio e 40 col Draghi Mario), e ora ci prepariamo a saldare nello stesso modo il conto del gas e della bolletta energetica.
    Dal 2000 non abbiamo fatto altro che scialare e perdere: produttività, reddito, potere d’acquisto, investimenti, entrate fiscali, tutto giù, con PIL piatti e debito crescente, mance e bonus e quote cento a destra e a manca, evasione fiscale alle stelle con risparmi privati in crescita parallela, e meno male che siamo tra i fondatori dell’Europa unita e siamo stati da questa casa 9tenuti con la testa sopra il pelo dell’acqua.
    Con tutti questi bei risultati fallimentari, che io attribuirei più a Berlusconi e Salvini che a Prodi, Renzi e Letta, ma che il popolo sembra addebitare a una sinistra inconcludente e divisa, non resta che la Meloni Giorgia, che ha il merito ma anche l’handicap di non aver mai governato in vita sua e non so se si rende conto della tegola che le cadrà addosso.
    Unico appunto: l’alleanza Europa Verde-Sinistra Italiana, cui si aggiungono Possibile e Prograssisti, è l’unica a proporre un programma chiaro a credibile, e una leader (Eleonora Evi) in grado di tenere testa alla Meloni in un eventuale confronto a due, solo non ha un briciolo di spazio e deve andarselo a cercare.
    Dal 25 si balla: in bocca al lupo a tutti!

  2. Radio Pirri says:

    Davanti al vuoto pneumatico c’è veramente poco da fare. Si può vincere o perdere, sta nelle cose, ma qui siamo davanti a un suicidio e neanche a un suicidio assistito.
    Non hanno capito che, M5S o non M5S, il governo Draghi lo avrebbe comunque fatto cadere la destra. Non c’era sentore che potesse succedere ma non poteva assolutamente rischiare che potesse essere messa in dubbio una legge elettorale che sembra fatta su misura per fare quasi cappotto nella quota uninominale. In realtà il Capitano e Papy non gradiscono e non hanno mai gradito Giorgia Meloni ma, davanti a una Legge elettorale che la sinistra (?) gli ha regalato quasi come un 6 al SuperEnalotto per fare fuori a suo tempo i 5s (senza peraltro riuscirci), hanno preferito anche ingoiarsi Giorgia purché permanesse lo status quo della supervincita senza neanche aver avuto la scocciatura di dover andare a farsi la giocatina in ricevitoria. Ci aveva pensato a suo tempo Renzi con le sue “furbizie”.
    Dopo di che però…rimane sempre la possibilità che qualcuno questa fantomatica agenda prima o poi riesca a trovarla e allora si che saranno azzi amari per tutti!!!
    Sono caduti nella trappola come pivellini senza aver capito che, caduto il Governo Draghi, avrebbero fatto molto meglio a resettare tutto e lasciar perdere agende e amenità varie ed eventuali.
    Anche perché la realtà è che quello che ha davvero fatto cadere Draghi, oltre alla destra, è stato Di Maio.
    Se Di Maio non avesse fatto quella “,mossa astuta” probabilmente anche la destra ci avrebbe pensato un po’ prima di fare cadere Draghi (che, tra l’altro, dopo la rielezione di Mattarella, chissà se aveva davvero voglia di rimanere). Adesso però saranno tutti contenti perché fra PD, Calenda e Renzi e 5s msgsri, in certi colleghi, sommando, otterranno anche il 65%. Nel frattempo però la destra, anche solo con un banalissimo 35%, farà ciao ciao e saranno applausi a scena aperta. Ta bellu….
    C’è da dire che forse non è che, tra guerra, gas e via discorrendo, vadano al governo proprio in un periodo di vacche grasse.
    Rimane però il fatto che il rischio che possano arrivare ad avere i 2/3 dei parlamentari e non fare toccare palla a nessuno questa volta non sembra così impossibile.
    Comunque vediamo un po’ cosa succede. Le agende e le vie del Signore sono sempre infinite…. chissà.

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