Politica / Sardegna

Gianni Chessa, ovvero la regressione. Ma ora Paolo Fresu dovrebbe dimettersi da…

Paolo Fresu alla Bit (dal sito della Fondazione Mont’e Prama)

Per capire i motivi dello scontro tra l’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa e il musicista e direttore artistico del festival Time in Jazz Paolo Fresu è necessario tornare indietro di un anno, quando cioè l’assessore regionale decise che i fondi destinati alle organizzazioni che propongono iniziative a forte impatto turistico si sarebbero visti assegnare i finanziamenti non attraverso una normale procedura di esame e valutazione delle proposte, ma attraverso il cosiddetto click day: tutti davanti ad un pc, e chi arriva prima prende i soldi.

Contro questa follia un gruppo di associazioni che organizzano festival importanti per la nostra isola, si oppose prima a Tar e poi al Consiglio di Stato. Risultato: la Regione ha dovuto annullare il click day.

Un vero smacco per Chessa che, passati dodici mesi ha pensato bene di vendicarsi, portando ad appena 400 mila euro la dotazione per il jazz e innalzando a quasi due milioni quella per le sagre folkloristiche.

Non potendo dire la verità, cioè che si tratta di una banale vendetta, Chessa (che appena sei mesi fa aveva detto “Il jazz è un attrattore turistico”) ha infilato una nuova perla nella sua personale collana di dichiarazioni oscene e indimenticabili, affermando “Per me la cultura è quella identitaria, delle tradizioni, le launeddas, la chitarra e i canti a tenore. Non jazz e tromba”.

Che dire? Con questa dichiarazione l’assessore Chessa danneggia pesantemente quella parte che dice strumentalmente di voler difendere, perché a togliere fuori dal ghetto del folklore le nostre tradizioni musicali in questi anni sono stati soprattutto i jazzisti (che, a differenza di Chessa, la musica sarda la conoscono davvero). 

Non c’è contrapposizione tra launeddas e jazz, Chessa parla evidentemente di cose che non conosce: peccato che le possa dire dire impunemente da assessore regionale, perché in una politica normale dopo una uscita del genere un politico così sarebbe saltato subito. Ma è anche vero che in una politica normale Gianni Chessa non sarebbe mai neanche diventato assessore, quindi di cosa stiamo a parlare?

Peraltro, difficilmente le associazioni che si occupano di tradizioni popolari musicali potranno accedere alla marea di fondi gentilmente concessi dalla Regione, perché le procedure amministrative pensate dall’assessorato al Turismo sono talmente complesse che le piccole strutture, appena letto il bando, scapperanno a gambe levate. Se Chessa pensava in questo modo di farsi campagna elettorale non sa che la gran parte di coloro che accederà alle risorse dopo pochi mesi si pentirà amaramente di averlo fatto.

Paolo Fresu poi ha alimentato lo scontro, chiedendo alla Regione di non utilizzare più la sua immagine per promuovere la Sardegna. Una posizione forte e comprensibile.

Però a questo punto da Fresu mi aspetto anche le dimissioni dal cda della Fondazione Mont’e Prama, che della politica di Chessa e più in generale della giunta Solinas in tema di cultura e turismo è la punta retoricamente più avanzata. Il luogo dove si stanno componendo in maniera ambigua interessi diversi, dove si tessono relazioni ben remunerate, dove si alimentano ambizioni e carriere neanche tanto nascoste, dove si dà fiato alle trombe della retorica archeologica che diventa magicamente, retorica politica.

Se Fresu vuole prendere veramente le distanze della politica di questa giunta di centrodestra che tanto lo danneggia, non permetta alla Regione di usare più la sua immagine ma soprattutto lasci la Fondazione Mont’e Prama. Sarebbe un atto di coerenza. Tanto, come sappiamo tutti, è perfino un incarico a titolo gratuito.

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11 Comments

  1. Stefano reloaded says:

    C’ha ragione l’assessore.
    La musica di trombette… a casinu!

  2. Pietro says:

    Ho una proposta geniale per il nostro grande assessore Chessa;
    (la faccio perché sicuro della sua entusiasta approvazione!)
    Perché non usare il costume Sardo come divisa nelle scuole di ogni ordine e grado? (dall’asilo in su).
    E invece di venire trasportati nei plessi con questi scuolabus (roba di importazione) non adoperiamo i carretti trainati da buoi?
    Poi se devo aggiungerne un altra….itta este custa moda degli zaini?
    itta zaini!
    ….no no no no! …no anda bene!
    Per gli uomini una beltula con roncola e fucile.
    Alle ragazze un cestino da portare sul capo più brocca di terracotta invetriata con l’acqua o vino (a seconda di cio che permette la vendemmia) per dissetarsi durante la ricreazione.
    Basta con tutte queste mode importante dobbiamo riprenderci la nostra cultura tradizionale ed insegnarla a mannoso, giovinese e pizzinnoso cazzu diaullu!

    • ho visto… appu bidu (biu)… io sono italiofono ma…. appu bidu unu dominigu a mengianu in su Rai 3 …. insomma ho visto nel programma di ambito “regionale” che i diversi interlocutori sardi che si avvicendavano parlando di un certo argomento in italiano venivano non propriamente doppiati ma comunque le loro voci venivano abbassate e sovra… da una voce che parlava in sardo (forse LSC) traducendo quanto detto… e la cosa mi è piaciuta molto… amministratori, coltivatori, geologi, barracelli, studenti, sociologi… tutti tradotti in lingua sarda in maniera corretta… e ita diaullu!

  3. SERGIO MASALA says:

    Caro Vito non conosco la situazione della fondazione mont’e prama a quali interessi particolari, che si starebbero componendo, tu accenni…
    Per quello che vedo e capisco io chi dovrebbe dimettersi da tempo è il soggetto politico che, ben remunerato dalla collettività, agisce in modo incomprensibile e dispensa straordinarie idiozie nell’unico tentativo di fare cassa elettorale, esattamente come tutti gli altri compari della giunta…
    Non conosco Paolo Fresu, se non artisticamente parlando, ma preferisco che stia al suo posto a titolo gratuito e che vigili sull’operato della fondazione, a meno che non abbia un ruolo anche lui negli strani interessi che si starebbero componendo…
    detto ciò grazie per il lavoro di informazione che fai.
    Buona fortuna

  4. Salvatore says:

    Senza dimenticarci che Chessa è stato in maggioranza anche con Massi Zedda.

  5. Ospitone says:

    La grande bellezza in salsa Sarda.

  6. Pietro Porcella (Tampa USA) says:

    Per dirne una… Chessa in Gennaio mi aveva dato (telefonicamente) l’ok per usare l’immagine di SARDEGNA TURISMO come main sponsor al simposio internazionale della comunità italiana e italo americana ‘CIAO ITALIA SARASOTA ‘ il 30 Aprile in Florida. Poi candu appu mandau s’invoice ( la fattura di pagamento) è sparessiu….

    • Che classe! Che ignoranza. Quello che stupisce sono i cittadini, i sardi che non li cacciano . Poveri noi

  7. Enrico says:

    “che della politica di Chessa e più in generale della giunta Solinas in tema di cultura e turismo è la punta retoricamente più avanzata. Il luogo dove si stanno componendo in maniera ambigua interessi diversi, dove si tessono relazioni ben remunerate, dove si alimentano ambizioni e carriere neanche tanto nascoste, dove si dà fiato alle trombe della retorica archeologica che diventa magicamente, retorica politica.”
    Che felicità leggere di cose che vengono finalmente chiamate con il loro nome.
    Grazie!

  8. Ignazio says:

    La colpa non è di Chessa, i colpevoli e complici sono i mandanti, ovvero chi l’ha votato.

  9. Vergogna

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