Il centrodestra al comune di Oristano era allo sbando. Liti continue, rimpasti frequenti, accuse reciproche fra le forze della maggioranza. Arrivate le elezioni, ha deciso perfino di non ripresentare il sindaco uscente, e prima di trovare in extremis un candidato ne ha bruciati più di venti. Poi però il centrodestra ha vinto le elezioni. Al primo turno. Alla grande. Come mai?
Anche a Selargius il centrodestra si era spaccato. I sardisti (principale forza di governo in consiglio regionale) hanno preferito appoggiare il candidato del Pd, un ex vicesindaco che bene aveva fatto anni fa. Risultato? Trionfo del centrodestra al primo turno. Come mai?
Nel centrosinistra, fallito negli anni di Soru il tentativo epocale di creare una nuova classe dirigente, l’unico criterio è ora quello di provare a riproporre i cavalli di ritorno. A Quartu lo scorso anno è andata bene a Graziano Milia. Ma andrà altrettanto bene a Cagliari a Massimo Zedda, sedicente capo dell’opposizione della sedicente opposizione in consiglio regionale, e che ora si sta muovendo neanche più tanto sotterraneamente per imporre la sua candidatura a sindaco alle comunali del 2024? Chissà.
L’usato va forte in Sardegna. Che dire infatti di Giacomo Spissu (piddino di rito turritano e socialista), già sindaco di Sassari e presidente del consiglio regionale negli anni di Soru, recuperato non si sa bene da dove ed eletto presidente della potentissima Fondazione di Sardegna poche ore dopo l’assoluzione – per prescrizione – nel processo sui fondi ai gruppi consiliari? Non c’erano veramente altre opzioni? Nessuno nel centrosinistra ha niente da dire?
Quella che dovrebbe essere una opposizione credibile in Sardegna è egemonizzata da un Pd che da tempo è senza segretario regionale, in balia di tre oligarchi (Paolo Fadda, Antonello Cabras e Renato Soru) che tengono il partito lontano dalla società ma lo collocano vicino ai grandi interessi (in questi mesi energetici e aeroportuali, soprattutto), con logiche tribali e familistiche.
Che fare, dunque? A queste punto, se la scelta è quella di riciclare sempre i soliti noti, perché non candidare direttamente Antonello Cabras alla Regione? Sembra una fesseria: peccato che qualcuno ci sta pensando veramente.
Il Pd tiene in ostaggio il centrosinistra ma soprattutto tutta la Sardegna che ritiene che quella presieduta da Christian Solinas sia la peggiore giunta regionale di sempre. È ostile ad ogni rinnovamento, ad ogni apertura alle forze vive della società, ai giovani, alle donne.
Così come l’ala sinistra dello schieramento, che pensa solo a fare in modo che la sua minuscola classe dirigente si assicuri un altro giro di giostra (le indennità delle assemblee concepite come una specie di reddito di cittadinanza per politici senz’arte né parte).
Il Movimento 5 Stelle in Sardegna dov’è? Il nuovo referente regionale, il senatore Ettore Licheri ha in mente una strategia? Speriamo di scoprirlo presto.
In realtà, queste sono solo domande oziose. Semplicemente, i capicorrente del Pd devono essere messi davanti alle loro responsabilità. È inutile che il centrosinistra chieda ai sardi di ribellarsi a Solinas e per poi vedere esponenti dell’opposizione fare sotterraneamente accordi con la giunta regionale e con il centrodestra.
Ed è inutile provare a mettere assieme, seppur con le migliori intenzioni, uomini e donne di buona volontà se il maggiore partito di opposizione a questa giunta è letteralmente allo sbando e l’ala sinistra dello schieramento pensa solo al modo di far rieleggere i suoi capetti.
Il toro va preso per le corna: Paolo Fadda, Antonello Cabras e Renato Soru cosa intendono fare per liberare la Sardegna da questo centrodestra? Usciranno allo scoperto o continueranno pilatescamente a far finta di non contare nulla e di non decidere nulla?
Anche perché, come abbiamo visto alle ultime amministrative, quando la peggior giunta di sempre incontra la peggiore opposizione di sempre, la peggiore giunta di sempre viene rieletta. Perché ha il potere. E con il potere, ovvero le consulenze, gli uffici di gabinetto, i cda, le fondazioni generosamente finanziate, oggi si crea quel consenso che basta ad assicurarsi il voto di quel cinquanta per cento dei sardi che si recherà alle urne.
Mentre gli altri, schifati, resteranno a casa.
Ci sarebbe un grande spazio per le forze sardiste, ma i capi di partiti minuscoli preferiscono il loro momento di celebritá a un progetto serio. In ogni caso, se Zedda si ripresentasse a Cagliari, Truzzu vincerebbe al primo turno
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Spero tanto non vada sprecata la risorsa fresca Carla Madau
Nel momento strategico favorevole per il terzo “litigante”, gli indipendentisti continuano a dormire e non a godere.
Impossibile un ricambio: la mentalità , “tribale e familistica” non è solo di chi viene votato ma, sopratutto di chi vota. Il problema è culturale.
purtroppo c’è tanto vero in quel che dici. Dove trovare donne e uomini migliori in questa atmosfera di protettorato familistico che affonda le radici da tanto tempo