Il Vecchio Giornalista (alias Carla Mura) e si è aperto un suo blog: http://www.latredicesimafataquellastronza.it. Seguitelo!
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So che potrebbe sembrare strano ma io oggi voglio esprimere tutta la mia solidarietà al nostro Presidente, perché certe coincidenze possono avere anche conseguenze disastrose. E mi rendo conto che oggi in tanti avranno pensato maliziosamente che quell’allarme bomba al Palazzo di Giustizia di Cagliari sia stato provvidenziale per Solinas, ma io sono certo che non è così.
Tanti anni fa, quando mi occupavo di cronaca giudiziaria, rimasi intrigato dagli occhi azzurrissimi di un’impiegata del Tribunale. Cominciò un gioco di sguardi dal quale io capii di piacerle. Quando sei sposato con una donna intelligente come una faina e scaltra come un segugio, avere un’amante è più pericoloso che praticare uno sport estremo. Ma la Fatina, così l’avevo battezzata in attesa di scoprire come si chiamava, era così bella che il gioco valeva la candela.
Io ammiccavo, passando davanti al suo ufficio, e lei mi regalava sorrisi meravigliosi. Poi passò a salutarmi con un cenno della testa, poi con quella manina deliziosa… Insomma, ne ero certo: ci stava.
Così, sprezzante del rischio che una relazione poteva comportare se Doloretta (chiamerò così quella che allora era mia moglie) e tutto il suo clan di amiche e famiglia lo avesse scoperto, cominciai un lungo, sapiente e rispettoso corteggiamento che la Fatina gradiva.
Dopo qualche settimana mi sentivo pronto per l’ultimo passo, quello che mi avrebbe portato a cominciare una meravigliosa relazione extraconiugale. Era così eccitante che non stavo più nella pelle. “Alla prossima udienza”, mi ripromisi, “sferrerò l’attacco finale. Entrerò nel suo ufficio e la bacerò”.
Sfortunatamente però una serie di incredibili coincidenze mi impedirono di incontrarla.
Una volta si tenne una riunione di condominio in cui si doveva decidere il bilancio, inspiegabilmente organizzata di mattina e, guarda caso, si svolgeva per la prima volta a casa nostra: così Doloretta mi costrinse a partecipare.
Un’altra volta stavo per andare in Tribunale a seguire un importante processo e Doloretta organizzò un incontro ad un orario improbabile con dei vicini di casa appena arrivati dalla Svizzera.
Io stavo diventando matto, c’era una meravigliosa creatura che aspettava solo di essere amata da me, e io non riuscivo ad avvicinarla!
Ma finalmente arrivò il giorno tanto agognato. Ero pronto, qualsiasi cosa mi avesse chiesto Doloretta, sarebbe stato un no secco. Ero bello e profumato, nulla mi avrebbe fermato e impedito all’amore di trionfare.
Arrivai davanti a Palazzo di Giustizia mezz’ora prima, certo di riuscire a sprofondare in quegli occhi azzurri. Ma davanti all’ingresso notai una gran confusione. Polizia, artificieri, transenne. Non credevo ai miei occhi: era appena stato lanciato un allarme bomba. Qualcuno aveva chiamato per avvertire che dentro il Tribunale era stato nascosto un ordigno. Qualcuno aveva messo un fazzoletto sulla cornetta del telefono a gettoni e aveva chiamato la Polizia dicendo che da qualche parte del Palazzo c’era una bomba, bomba di cui alla fine chiaramente non si è trovata neanche l’ombra.
Esattamente com’è successo oggi.
Ecco perché nessuno come me è in grado di capire la frustrazione del Presidente: hai qualcosa da risolvere e non vedi l’ora di partecipare ad una udienza ma tutto salta, perché qualcuno ha deciso di boicottarti. Ma chi? Chi può volere così male a Solinas da fargli saltare un appuntamento con la giustizia così importante, dopo che già la prima volta si era messo in mezzo non una riunione di condominio ma una seduta del consiglio regionale, e la seconda non una famiglia svizzera ma addirittura l’ambasciatore svizzero in persona?
Chi è che non vuole che questo processo vada avanti? Chi trama perché il presidente non possa difendersi?
Per me l’avventura con la Fatina finì quel giorno: si era stancata di aspettarmi. La volta successiva mi passò accanto a braccetto con un bel giovane. Eppure, non chiedetemi perché, ma il dubbio che quella telefonata la fece Doloretta ancora ce l’ho. Oggi invece chi ha chiamato? Chi? Mistero.
Alla Fatina penso ancora con nostalgia e rimpianto. Perché a causa di tutti quei contrattempi quella mia avventura con lei andò, come dire, in prescrizione. Non ci sarà mai più un’altra occasione. Per il presidente Solinas per fortuna sì: appuntamento al prossimo 30 maggio.
Coraggio presidente, tenga duro!
Il Vecchio Giornalista il cui nome sarebbe Carla, usa il maschile nel discorso diretto… Cosa mi sfugge?
Vito, le parole sono superflue. Chapeau ❤️
Ma che bellissimo racconto Vito… io ricordo ancora molto bene quegli “allarme bomba” al Bacaredda negli anni 80… ma quella è tutta un’altra storia… un saluto
Sei il migliore. E boh.
e a chi le bombe gliele mettono davvero? E scoppiano in casa e loro si disperano veramente senza aver colpe ? In fondo noi siamo fortunati, molto fortunati a vivere la vita che viviamo con passioni e delusioni di persone libere. Ciao Vito io sono in trincea in Florida, anche qui continuano a farmi gli scherzetti in casa e fuori. A scuola coi locals della South Florida sunshine state e a volte a lunga gittata dalla Sardegna de is amigus invidiosus .Ma deu mindi frigu e tiru innanzi. Tanto poi la ruota gira e finiremo tutti li un giorno. Io spero fra 50 anni in saluri. Aloha & a si biri cumpa’