Ma ve lo ricordate il gioco del “Se fosse” della compianta Raffaella? Chiamando da casa, attraverso una serie di domande si doveva indovinare un personaggio celebre. Peccato che la Carrà non sia più tra noi altrimenti gliene avrei proposto io uno fantastico di “se fosse”. E se fosse solo retorica? Sarebbe Christian Solinas!
A novembre scorso, durante il suo intervento per la mozione di sfiducia, il nostro presidente della Regione ci aveva estasiati parlando di “novello Torquemada” e in quell’occasione citò persino Churchill e il famoso the, per poi mandarci in visibilio con la chiusa memorabile “obnubilati e obliterati”: fantastico!
Recentemente, non avendo gradito la tanta ironia su social, giornali e blog riguardo alle sue rocambolesche acrobazie immobiliari, Solinas ha scomodato nientepopodimeno che Sinone (non è un refuso ma un personaggio citato da Dante) e le tante mogli di Putifarre… Citazione che mi ha fatto illudere che ce l’avesse anche con me e Doloretta, visto che scrissi ben due articoli sul mutuo faraonico contratto dal nostro presidente (perdonate la superbia, so bene che ignora la mia esistenza).
A questo punto sarei pure tentato di sorvolare sull’ultimo volo pindarico (una prefazione ad un libro che con sottile retorica prova a propagandare un azzardatissimo autoaccostamento politico), per concentrarmi invece sul mirabolante intervento ieri in Senato per le celebrazioni in onore di Grazia Deledda, nel centocinquantesimo anniversario della nascita della scrittrice.
“Questa figura carismatica raffigurando al meglio l’archetipo della donna sarda, incarna la sardità, diventa essa stessa sardità” ha detto il nostro Presidente.
Ho avuto una folgorazione: e se con Christian Solinas la retorica della sardità fosse essa stessa la sardità?
E infatti il presidente ha detto “figlia della Sardegna” e nientemeno che “le pulsioni del suo cuore” (a questo punto poteva dire direttamente “Gli occhi del cuore” e lanciare la quarta serie di Boris).
Non so se il presidente Solinas sia al corrente del fatto che “Graziedda nostra” non è che andasse d’accordissimo coi suoi concittadini, e che comunque non ha mai chiesto di essere seppellita in Sardegna. Ma queste son quisquilie: è la chiusa dell’intervento in laticlavio che fa tremare i polsi.
“La Sardegna misteriosa, deposito degli ultimi avamposti dell’antichità ancestrale, diventa il faro in un mondo che cambia, diventa un baluardo di localizzazione e di identità che è contrappeso alla globalizzazione e al pensiero unico. Grazia Deledda è nel cuore di tutti noi sardi, esempio per tutti coloro che ancora vivono questa loro appartenenza e questa identità come una dimensione quasi trascendente”.
A parte l’assembramento di luoghi comuni, proviamo a riflettere sul senso di queste parole.
Caro presidente, va bene che siamo stati i gloriosi Shardana i Giganti, i bronzetti, i nuragici: ma sono anche passati migliaia di anni, però! E poi che diavolo vuol dire che molti sardi vivono questa identità in modo “trascendente”? Va bene essere solenni, ma qui ci siamo fatti prendere la mano!
Sul “pensiero unico” ci ha azzeccato perché da noi non attecchisce, secondo l’aurea regola del “centus concas, centus berritas”. Ma se dobbiamo diventare “il faro in un mondo che cambia”, allora aveva ragione il suo assessore al Turismo a far vestire i ristoratori in costume sardo!
Detto questo, per “baluardo di localizzazione” esattamente cosa intende, Google Maps? No, perché se intende che dobbiamo localizzarci qui, non c’è problema, tanto non è che i trasporti funzionino così bene da farci progredire (e nemmeno farci spostare).
Anzi caro presidente Solinas, sa cosa le dico? Che tutta questa retorica non sarebbe stata necessaria perché alla fine basta guardarsi intorno: la sanità fa acqua da tutte la parti, l’economia arranca, disoccupazione è alle stelle, c’abbiamo pure le epidemie animali, per non dimenticare un sistema di assegnazione delle poltrone di stampo feudale di cui lei è straordinario campione e signore.
Più “avamposto dell’antichità ancestrale” di così!
Nico Bortis
Ammirato da tanta sagacia e arguzia complimenti dott.Biolchini
Quando solinas dice che viviamo in modo “trascendente” si riferisce sicuramente alle coltivazioni di canapa che insistono molto numerose in Sardegna! Ed al conseguente uso che se ne fa! Ci si mettono pure i carabinieri che nei giorni scorsi hanno bruciato migliaia di piante a Villasor, dando cosi vita al remake de ” l’ erba di Grace”!!
Gentilissimo direttore, le celebrazioni deleddiane e la “divulgazione” delle opere e del “personaggio” insignito del Nobel diventano occasione di rettorica – e purtroppo di banalità che rubano risorse e intelligenza umana all’autorevolezza internazionale e alla letture degli scritti della Deledda – non solo per il Presidente Solinas e per qualche ameno componente della sua giunta. Scorribande festaiole – con coordinamenti, prolusioni, pronunciamenti, interpretazioni, premi e ogni altro bene che può essere utile a meglio vendere la Sardegna, anche per il tramite dei Sardi già rappresentativi – sono predisposte, condivise e agite persino da qualche Ministro, da Presidenti di provincia, Sindaci, direttori e giornalisti di carta stampata e televisivi, e persino da scrittori e opinionisti di fama (almeno in Sardegna) e da qualche autorevole direttore di museo nazionale. Non mancano persino le magnifiche guide accademiche.Non le sembra che, anche questa volta, possiamo dire che abbiamo a rappresentarci chi ci meritiamo? Oppure siamo arrivati a constatare i rantoli maturi e imbarbariti del vecchio che muore e del nuovo che ancora stenta a nascere?
Kentu concas kentu berritas ,kentu eminas dukentas titas
Ciao Vito, non c’entra niente con il post, ma sono in Corsica e improvvisamente, qui in ristorante, sento la tua voce alla radio! È il vostro bel programma in collaborazione fra le isole!…
Un saluto da Bastia