Questa lettera rappresenta un documento straordinario. È la prova che a quasi cinquanta giorni dal terribile incendio che ha devastato il Montiferru, un gruppo di cittadini aveva l’assoluta percezione che qualcosa di drammatico poteva accadere a causa dell’incuria e del mancato intervento nelle zone boschive da parte delle autorità preposte. Molto ci sarà da scrivere (soprattutto sulle responsabilità dirette della Regione) riguardo l’evidente malfunzionamento della macchina antincendi. Questa lettera è però la dimostrazione che non ci sono solo le responsabilità dei piromani. Perché chi doveva intervenire (anche prima di questa denuncia) per impedire che i boschi diventassero “bombe ad orologeria” non lo ha fatto. E cercare le responsabilità è fondamentale per consentirci di impedire che drammi come quello dei giorni scorsi possano ripetersi.
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Al Sindaco del Comune di Cuglieri, Giovanni Panichi
All’Assessore con delega in materia di Agricoltura, Ambiente e Risorse Idriche, Angelo Agos
Al Comandante della stazione Forestale di Cuglieri
Al Comandante della caserma dei Vigili del Fuoco di Cuglieri
Gentili interessati,
a nome del Comitato spontaneo del Montiferru, ricevete questa nostra lettera per mettervi al corrente di una grave situazione di potenziale pericolo che sta minacciando il territorio montano del comune di Cuglieri.
PREMESSO CHE
In rifermento alla vallata de S’Abba Lughida e dei canaloni attigui che confluiscono su questa: da Arancola, da Su Monte S’ozzu, da Monte Ala, da La Madonnina, da Punta Sa Chidonza, da Monte Sos Oggios e da Sa Rocca Pedrosa.
Su questo territorio formato da diverse centinaia di ettari di bosco, insiste uno stato di abbandono e di incuria che ha trasformato la montagna in una bomba ad orologeria.
Tutte le piste sterrate che attraversano il territorio, a partire dai due ingressi sulla SP19:
- il primo dopo il tornante di Monte Ala
- il secondo nei pressi de La Madonnina
- le diverse ramificazioni che incrociano la strada principale in arrivo da Tiu Memmere e raggiungono i numerosi acquedotti
versano in uno stato di impraticabilità, sia per il fondo stradale disastrato e in completo stato di abbandono, sia per la vegetazione che ha invaso completamente le carreggiate fino a farle quasi del tutto scomparire.
La vegetazione abbandonata a se stessa, a causa della mancanza di politiche di forestazione, di piani di prevenzione della pianificazione di tagli controllati, in numerosi punti, è diventata talmente fitta e impenetrabile da rappresentare un pericoloso deposito di combustibile alla mercé di qualunque piromane che può svegliarsi la mattina e decidere di appiccare un incendio senza lasciare NESSUNA possibilità di spegnerlo e vederlo continuare a bruciare fino a quando non sarà consumato l’ultimo albero.
È possibile che ognuno di voi, dirigenti, politici, si sia dimenticato del disastro del 1994?
Vi siete dimenticati l’odore di bruciato, il dolore e lo sconforto di vedere il monte incenerito e annerito senza neanche una sfumatura di verde?
È possibile che nessuno in questi anni si sia preoccupato di manutenere i boschi, di creare delle fasce tagliafuoco, di pianificare e prevenire un nuovo disastro?
PERTANTO CHIEDIAMO
Di intervenire al più preso, in particolar modo per:
- la pianificazione e la messa in opera di nuove fasce tagliafuoco
- il ripristino e la pulizia delle strade sterrate sopra menzionate in modo che queste possano fungere da fasce tagliafuoco
- la pianificazione e la messa in opera di politiche di forestazione e tagli controllati.
IN CONCLUSIONE
Confidiamo che questa lettera possa farvi riflettere e spingervi ad incontrarvi per discutere, pianificare e SOPRATTUTTO agre al più presto per salvare il salvabile.
PS
Avremmo potuto decidere di rendere pubblica questa lettera sui giornali e sui social, ma questo significherebbe mettere la pulce nell’orecchi a qualche piromane… e nessuno se lo vuole augurare.
Tuttavia, se malauguratamente dovesse verificarsi un incendio di qualsiasi natura nella zona indicata, PRIMA del Vostro intervento e/o in assenza di qualsiasi Vostro intervento, questa lettera sarà divulgata a tutti gli organi di stampa, i social network, tutti i canali di comunicazione, i vertici regionali dei corpi interessati, per mettere tutti a conoscenza della preventiva segnalazione della situazione di pericolo e delle responsabilità degli amministratori e dei dirigenti dei corpi menzionati.
Per il bene del monte e di tutti, preghiamo e ci auguriamo che questo non debba mai accadere.
7 giugno 2021
Dopo i terribili incendi e le immense perdite, in assenza delle necessarie misure e politiche preventive che dovevano scaturire anche dall’esperienza del passato, c’è chi dice o si vanta (riporto da Sardiapost): “Numeri che attestano – dice il Presidente della Regione, Christian Solinas – l’immenso valore dell’impegno profuso dai nostri agenti a difesa dei cittadini, dei loro beni, dell’ambiente. Sono dati incontestabili che spazzano via, con la loro evidenza, polemiche strumentali e accuse infondate”. Quali sono questi numeri? “… ben 39 le persone denunciate, 998 gli interventi di contrasto agli incendi portasti a termine dal 19 maggio a oggi. ” Cioè, per fare un paragone forte, non sono state disposte le forze antiaeree per contrastare o per contenere i prevedibili bombardamenti, non è stata preavvertita ed istruita la popolazione, ma, una volta scatenatosi l’inferno, i militari, i vigili del fuoco, il personale sanitario e i semplice cittadini hanno fatto di tutto per salvare il salvabile.
Duncas, sa lítera za l’ant iscrita innantis de su disastru (sinono ite bi cheriat pro cumprèndhere e timire e ispetare disastros, una profetzia?, unu profeta? carchi Sibilla? Carchi oràculu? Candho custa de sos fogos, “fuidos”!!!…, est istória chi ndhe prenat s’istória de totu sa Sardigna?!)
Ma proite anónima? Proite?
Amus imparadu solu a zogare a mammacua che criaduredhas chentza seru, chentza tinu? Pro cale fàghere de miserabbilidade e irreponsabbilidade?
Sos Sardos tenimus su corazu barrosu balentiosu cagadu de sos eroes si b’at carchi “re” chi nos mandhat e cumandhat fintzas a nos bochire e ispèrdere pro isse e semus timegagas in su chi est sa cosa prus grave de totu s’istória nostra, su bisonzu diritu e dovere de nos ischire contiivizare e guvernare?
La lettera del sedicente comitato spontaneo è datata 7 giugno, ma è precedente ed è agli atti del Consiglio Regionale l’Interrogazione n. 1056/A del * 27 maggio 2021 *
AGUS – CADDEO – LOI – ORRÙ – PIU – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo, con richiesta di risposta scritta, sull’attuazione delle prescrizioni di contrasto alle azioni determinanti, anche solo potenzialmente, l’innesco di incendio boschivo ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 21 novembre 2000, n. 353 e del la legge regionale 27 aprile 2016, n. 8.
Non capisco questo sprezzante ‘sedicente’. E i sedicenti dovevano sapere della non sedicente interrogazione che come si vede ha avuto grande ascolto e successo? E ritirarsi? Ma dove vivete? E ora lo dite?
Ma i nomi degli scriventi? Sarebbero fondamentali in un documento del genere.
Spero vivamente di no, ma sembra scritta dopo l’evento (“se succederà qualcosa divulgheremo la lettera”). Per il resto è credibile, scritta in modo circostanziato da chi conosce e vive il territorio, inoltre la situazione era SICURAMENTE come descritta dai redattori, ma ci son molti interessi in gioco, anche politici, che mi portano a non credere a occhi chiusi a una redazione della lettera prima del disastro avvenuto. Da buon storico sono abituato a ragionare sull’originale. Al momento avrei qualche perplessità che vorrei fugare e sicuramente fugherò, ma non a cuor leggero e immediatamente. Perdonate questi miei dubbi e sappiate che partecipo alla sofferenza delle nostre comunità così terribilmente colpite. E poi, come ho scritto più volte: QUESTO QUI NON FA NEMMENO FINTA DI GOVERNARE…
No, non è stata scritta dopo l’evento perché è rimasta on line per settimane su un sito di Oristano.
Tiro un sospiro di sollievo e ti ringrazio!
Bravi! Bravissimi!!!
Tutto è perduto, fuorchè la coscienza anonima. Tranne il mutismo di oggi di ieri e di avantieri
Tutto è perduto e in rovina, tranne i sécoli di dipendenza, sfruttamento, spopolamento e… coltivazione della e allenamento alla irresponsabilità politica personale e collettiva, le lacrime di coccodrillo e la politica infame di tutti i colori di oggi, di ieri e di avantieri.
Ma chie sunt sos Sardos?
Ne númene e ne sambenadu, che a NEMOS.
Iscallau totu e iscallaus totus. Fintzas s’isperàntzia.
Foras sa libbertade, responsabbilidade e dignidade política personale e colletiva de donzi cristianu batizadu e fintzas chentza batizadu ma chi perunu magistradu e ne carabbineri at a chircare mai.
Sapere che nel Montiferru è comunque in Sardegna esistono cittadini con il senso civico del Comitato spontaneo è l’unico barlume di speranza in queste giornate di tragedia. Prima verranno buttati fuori dalla Regione Solinas e i suoi tirapiedi, prima sarà possibile sperare nella rinascita dallo sfracelli che hanno generato con la loro arroganza e incompetenza
Impressionante previsione e grido di allarme:
“È possibile che ognuno di voi, dirigenti, politici, si sia dimenticato del disastro del 1994?
Vi siete dimenticati l’odore di bruciato, il dolore e lo sconforto di vedere il monte incenerito e annerito senza neanche una sfumatura di verde?
È possibile che nessuno in questi anni si sia preoccupato di manutenere i boschi, di creare delle fasce tagliafuoco, di pianificare e prevenire un nuovo disastro?” (…)
Si sta cercando di avvallare da parte della stampa Sarda, la teoria assolutamente infondata del piromane o dell’ incendiario.
….caro direttore dell’Unione Sarda,
cari intelligentoni della Nuova Sardegna,
non prendeteci i per il culo…
… e carissimi frequentatori dei social
non fatevi prendere per il culo;
NON C’È ALCUN PIROMANE,
…la procura di Oristano non potrà nulla (a meno che non si inventi un appiccafogu inesistente)
La realtà dura e semplice è quella della lettera.
…e le mancanze dell’amministrazione Regionale ai vari livelli sono quelle scritte da Paolo Maninchedda nel suo blog.
Sconcertante questa accorata lettera di denuncia che, grazie all’ottimo giornalista che l’ha scovata, mette al corrente la comunità delle responsabilità nascoste, o che si sperava stessero nascoste. A parte, ovviamente, la mano assassina, stragista, infame della sottospecie di non esseri che materialmente appicca il fuoco.