Appena ho saputo che per motivi anagrafici mi sarebbe spettato il vaccino loffio, quello AstraZeneca, e un po’ mi sono preoccupato. Poi però l’Ats ha annunciato, come il capitano del Titanic dopo l’iceberg: “Prima gli ultraottantenni, poi i pazienti fragili con esenzioni per patologie”. Sono cardiopatico, mi spettava il posto sulla scialuppa, mi davano il vaccino delux, il Pfizer.
Siccome la prenotazione andava fatta usando un link e non avevo voglia di stressarmi con la tecnologia, sono andato a piangere miseria e inettitudine in farmacia e ci hanno pensato loro. Mi hanno chiesto il numero di telefono, dicendomi che mi avrebbe chiamato l’Ats per fissarmi l’appuntamento. Non avevo con me il cellulare e non ricordavo il numero, dunque ho dato quello del telefono fisso.
Ho trascorso i due giorni successivi seduto a guardare il telefono, come quando da ragazzo litigavo con la mia pivella e aspettavo che mi chiamasse lei per prima. Nulla, al terzo giorno sono dovuto uscire, ovviamente mi hanno chiamato in quel momento.
Ci riprovo, stavolta da solo perché mi vergogno di tornare in farmacia. “Basta telefonare…”. Mi sono ricordato di quando una volta avevo provato a chiamare per indovinare quanti fagioli c’erano nel vaso di Raffaella Carrà: due giorni al telefono, poi aveva indovinato un altro.
Al numero unico 1533 ti rispondono da Sassari che non hanno idea di come si faccia a Cagliari: ogni distretto gestisce diversamente le prenotazioni, a sentimento. Allo 070-276424, ti rispondono anche in fretta, ma tanto ti dicono che non sanno come aiutarti, di sentire il medico di famiglia, ignari del fatto che era stato proprio il medico di famiglia a dire di chiamare loro. Mi rimane lo 070-474747 che è peggio del 666: un inferno, due giorni occupato, in pratica avrei preso la linea per indovinare i fagioli della Carrà.
Dopo infiniti tentativi scopro che per i pazienti fragili, incredibilmente è tutto bloccato. Perché? Quello delle esenzioni si è rivelato un pasticciaccio brutto. Chi ha avuto la brillante idea di individuare i pazienti fragili sulla base delle esenzioni, ha sottovalutato il carico di gente che si sarebbe prenotata, nettamente superiore ai vaccini disponibili. Allora si è pensato per prendere tempo, di fare una cernita con la strategia delle falangi: fragile, fragilino, fragiletto. Per quelli meno fragili sembra si sia bloccato tutto per qualche giorno. Eppure dalla stanza dei bottoni continuano a dire che è tutto a posto.
E intanto che Nieddu litiga coi medici di famiglia a mezzo stampa, mentre loro si sono offerti volontari per le hub ma nessuno li ha chiamati, il Generale Figliuolo in divisa (con buona pace di Michela Murgia) stabilisce tabelle di marcia che non vengono rispettate e noi fragili ma non troppo, per riuscire a prenotarci una seconda volta dobbiamo portare pazienza.
Avrei dovuto fare come quando ero ragazzo e aspettavo che la mia pivella mi chiamasse per prima: alla fine chiamavo io.
Un mio amico mi ha raccontato un’esperienza del tutto simile. Con il correttivo che non ritiene loffio l’AZ. Misero è stato invece l’accanimento mediatico, pessimo e irresponsabile, come se gli altri vaccini non fossero privi di rischio, cosa che non veniva enfatizzata. Burioni ha raccontato la storia del vaccino Sabin, che presenta molte analogie. Quello che hanno fatto gli scienziati, non quelli che stavano giorno e notte sugli schermi a confondere le idee dei profani, quello che hanno fatto quelli che lavoravano notte e giorno in laboratorio, in silenzio, in poco più di sei mesi, è un risultato straordinario. Certo, tutto ha il suo lato di convenienza anche economica, ma questo vale anche per chi inonda gli schermi di tutto e il contrario di tutto. Ricordo che qualcuno, scienziato, aveva detto l’anno scorso, che per il vaccino ci sarebbero voluti anni e anni. Invece, con tutte le limitazioni ed incertezze e mancanza di esperienza dovute al disastro imprevisto, hanno fatto miracoli. Ricordo anche chi, da clinico, diceva a metà dell’anno scorso, che il virus era clinicamente morto, e poi non l’hanno fatto dimettere come i tre brillanti dirigenti sanitari di queste parti nostrani, facenti parte dei 40 buffoni irresponsabili. Alla Regione non immaginano nemmeno lo sdegno della gente. E continuano a progettare la suddivisione degli oltre sei milioni.
Condivido in pieno! racconta una battaglia che stanno combattendo in molti, singolarmente, perché nessuno si è fatto portavoce di questi, in alcuni casi, invisibili. Sono state raccontate le singole storie di alcuni pazienti diabetici, di mamme di pazienti autistici, di malati oncologici, di altri affetti da gravi patologie che hanno cercato di farsi ascoltare e riconoscere il diritto di essere vaccinati prima di altri, ma sono tutte accomunate dal non aver ricevuto alcuna risposta. Aggiungo un altro tassello, che conosco da vicino, che è quello dei pazienti disabili seguiti a casa e che, si dice, con priorità massima saranno chiamati da ATS, ma, ad oggi, aspettano ancora. Ma siamo sicuri che li conoscano tutti? Ho sentito da fonti giornalistiche che l’Inps ha fornito gli elenchi, richiesti peraltro solo da pochi giorni, di coloro che prendono la pensione di accompagnamento. E a chi li avrà forniti? e siamo sicuri che per ognuno di essi sia disponibile un numero di telefono a cui chiamarli? Non è detto infatti che siano seguiti da un qualche centro medico. Magari sarebbe possibile sapere nomi e dati dai comuni (ad esempio alcuni sono seguiti dai piani personalizzati della legge 162/1998 o da altri servizi comunali),ma ahimè sappiamo che i vari interlocutori non si parlano!! E quindi tutto questo prenderà altro tempo. E poi c’è da sottolineare tutte le diversità tra aree della sardegna, nelle quali in alcuni casi, come nella provincia di sassari, hanno iniziato prima con la vaccinazione dei fragili, o quelle dei nostri ospedali in cui ognuno, magari anche meritoriamente, ha vaccinato i propri pazienti fragili! ma siamo sicuri che fossero veramente tutti gli estremamente fragili, oppure come nel racconto erano fragiletti, fragilini e nessuno ha vigilato sulle priorità?
Vabbè e allora? La situazione descritta è quella che vivono migliaia di cittadini e allo stato attuale appare senza soluzioni. Ho sperato che almeno si eseguissero gli ordini del generale pluridecorato che ordinava di aumentare le somministrazioni, ma anche in questo caso: niente. Gli ordini non vengono eseguiti e, anche se siamo in tempo di guerra (al covid), non cambia niente e sono ancora senza vaccino. E continuano i morti e i “feriti” e ci si continua a infettare negli ospedali dove si entra per altre patologie e dove, pur essendo stati vaccinati (in molti casi) col vaccino “buono” anche parenti e affini dei sanitari, pare che sia stato lasciato in servizio – a lavorare e contagiare – un certo numero (segreto) di sanitari NOvax per i quali non si prende nessun provvedimento.
A-ttenti!
A-vanti!,
March!