Al netto delle questioni prettamente giuridiche (e che sono alla base dell’impugnazione fatta dal governo e sulle quali noi comuni mortali abbiamo poco da dire), ciò che colpisce della nuova ordinanza del presidente Solinas che impone i test a coloro che vogliono arrivare in Sardegna è la sua assoluta, totale, inevitabile inapplicabilità pratica.
Basterebbe questo elemento, certificato abbondantemente dalle cronache e dalle testimonianze riportate dai due quotidiani sia ieri che oggi, a qualificare l’azione del presidente della Regione, quasi a connotarlo. Tre pagine di ordinanza e altrettante di note esplicative che sono un monumento alla politica intesa come mero atto verbale, significante senza significato, che qualificano l’azione di un presidente parolaio, capace di accusare il governo di “neocolonialismo” quando a casa sua non muove un passo senza l’assenso del proconsole della Lega in Sardegna.
Ora invece, dall’alto delle sue due acclarate lauree in Giurisprudenza il presidente Solinas scarica su altri l’onere dell’applicazione che la sua mente geniale (e quella dei consulenti che lo affiancano) ha partorito.
La confusione è totale. Più che un atto politico, un atto artistico: che sia Solinas seguace della patafisica, “la scienza delle soluzioni immaginarie” inventata a fine Ottocento dal drammaturgo Alfred Jarry? Che sia Solinas la reincarnazione di Re Ubu? Qualcosa inizia a farmelo sospettare.
Le tre pagine dell’ordinanza, insieme alle altre tre esplicative, potrebbero essere altrettante casse di gazzosa che Solinas e la sua maggioranza leghista e di centro destra si bevono alla faccia nostra. Ma anche la gazzosa ha le sue controindicazioni, come tutti noi ben sappiamo.
Una “emissione brusca e rumorosa, dalla bocca, di aria proveniente dallo stomaco” (Treccani) se episodica, può essere perdonata e si può fare anche finta di niente. Ma se è ripetuta, allora no: allora è un atto di maleducazione, di inadeguatezza, di incapacità di stare in società.
Non aveva imparato nulla il presidente Solinas dalla farsa del passaporto sanitario (qui, per i più smemorati: “Passaporto sanitario addio: eri solo la fake news di una fake giunta”) che ha avuto come unico risultato quello di far crollare le prenotazioni turistiche? Evidentemente no: se è vero (come è maledettamente vero) che anche stavolta il comparto dell’accoglienza ha dovuto registrare un immediato tracollo. “Purtroppo l’ultima ordinanza ha fatto arrivare molte disdette. Solo ieri 27 prenotazioni sono state cancellate” spiega all’Unione Sarda il direttore del Tanka Village di Villasimius.
In questa situazione farsesca, si agitano anche da noi schiere di negazionisti che, in nome di un malinteso senso di sardità, fingono di non vedere il disastro provocato dal novello Ubu e ci dicono che Solinas va comunque sostenuto perché è il nostro presidente, che i sardi devono stare uniti, che lui ha ragione e che sono altri a mettergli i bastoni fra le ruote.
“E la Regione Lazio? E l’Alitalia?” sono per costoro la nuova versione dei tormentoni “E i marò?” o “Parlateci di Bibbiano”. Battute che possono andare bene in un talk ma che di fatto allontanano strumentalmente lo sguardo dalla realtà.
Perché la realtà è che le ordinanze di Solinas, piaccia o meno, non hanno alcuna efficacia: punto. Ancora una volta (la seconda in pochi mesi), il presidente gioca a fare il legislatore immaginario sulla pelle dei sardi e i risultati, disastrosi, sono sotto gli occhi di tutti.
Con l’esito paradossale, di riuscire perfino dare ragione a coloro che poche settimane fa titolavano “Virus, la Sardegna spaventa”. Perché imponendo test obbligatori a coloro che arrivano, il messaggio che l’isola manda non è quella di essere sicura, ma di essere fragile. Non ci voleva molto a capirlo.
Un disastro, l’ennesimo. Il cui responsabile ha un solo nome e un cognome: Christian Solinas.
A saldo dei commenti, piccola e dovuta riflessione, in Regione e fuori nelle strade non esiste una opposizione, e il Covid non c’entra, in varie nazioni da ovest ad est dell’Italietta, quando si è contro si manifesta democraticamente o meno, io sono vecchio e aspetto sulla sponda del fiume che passi prima o poi… il cadavere del mio nemico. Mao dze dong ahiahiahi
A proposito di “servirebbe un giornalismo sardo autorevole, che non c’è”, nell’edizione di oggi delle 14 del TGR Sardegna dopo l’annuncio della giornalista in studio su quanto deciso dal TAR, è andato in onda un minuto della “conferenza stampa” del Presidente Siete Fuentes. Il Presidente ha letto uno stralcio del Decreto del TAR, che a suo dire dimostrava la correttezza formale dell’ordinanza impugnata, scordandosi di continuare a leggere il resto della frase in cui il Presidente del TAR spiega proprio uno dei principali motivi per i quali l’ordinanza non poteva essere adottata.
Il servizio sulla “conferenza stampa” finiva così… col Presidente che, fatto saltare l’ennesimo tappo a corona, la dava da bere ai sardi.
E la stampa, nella “conferenza stampa”, dov’era?
Perché non ci hanno fatto vedere anche il pezzo in cui un giornalista preparato chiede al Presidente di proseguire per altre due righe nella lettura del Decreto e lo svergogna davanti a tutti?
Ah… non c’era il giornalista preparato? Non voglio crederci
A me paret chi su giornalista tentzat carchi crau a mossu de tipu ideologicu, w Conte, w Boccia, W Speranza, salvadores de sa sarda genìa. Comente si faghet a non cumprendere chi custa cuntierra est supra sa soberania sanitaria in terra sarda. Terra sarda destinada a essere ammalorada pro serbire comente muntonargiu a s’arga chi produit un’istadu guvernadu dae ispot eletorales.
E siccome non c’e’ due senza tre, non oso immaginare cosa si inventerà a breve il nostro abominevole uomo del Coronavirus. Certo che ormai questa per i Sardi ( ma non solo) piu’ che una farsa, sia diventata una tragedia dalle dimensioni immani. Il Governatore pare sempre piu’ una marionetta e una vittima sacrificale predestinata, nelle mani di chi gli regge i fili. Una scaramuccia politica piu’ che di reale preoccupazione per la tutela della salute di tutti. Scaramuccia in cui , si sa gia’ a priori chi sara’ il perdente… Quello che mi stupisce e’ pero’ notare come questa situazione paia non aver presa piu di tanto su chi nella Vs regione con il turismo ci deve campare tutto l’anno. Vedo solo debolissime reazioni di chi rappresenta le varie attivita’ stando ben attenti a non pestare i piedi al Presidente. Da qualche altra parte in Italia si sarebbe messa a ferro e fuoco la sede della Regione…. qui, gli si porge l’altra guancia…dimenticandosi che se ne hanno solo due a disposizione…. E l’Orgoglio Sardo….che fine ha fatto????
Signor Ettore,ha detto una cosa” giusta”e l’orgoglio sardo ?” Ci stiamo imbarbarendo-
Mi hai fatto anche ridere del dramma: 27 notti cancellate nelle ultime 48 ore nella peggiore stagione di sempre, per questo poi : https://youtg.net/primo-piano/29296-fate-tamponi-video-tra-i-banchi-vuoti-a-elmas-ma-l-ordinanza-non-c-entra
meno male c’è l’ opposizione…
Appunto c’é anche il silenzio assordante dell’altra sponda
Il suo articolo è tristemente esilarante,mi chiedo,con sconcerto,come i sardi possano aver aiutato un leghista a vincere,non lo capirò mai e poi mai.Noi sardi abbiamo la capacità di danneggiarci da soli ,non bastava Briatore?
Io non utilizzo Twitter o altri social network, ma ci sarebbe un hashtag molto indicato per una simile persona e non mi stanco di ricordarlo fino alla nausea:
QUESTO QUI NON FA NEMMENO FINTA DI GOVERNARE!
E se pensiamo alla precedente, disastrosa esperienza della giunta Pigliaru…
Perfetta analisi, condivido ogni riga. È una disastrosa “danza dell’orso”, per citare “Il settimo sigillo” di un regista, credo, sconosciuto in giunta (il rimando fra i personaggi, quindi, lo capisce chi conosce quel capolavoro).