Era il 25 marzo scorso. Durante la seconda conferenza stampa convocata per fare il punto sull’emergenza Coronavirus in Sardegna, un giornalista rivolge al presidente della Regione Christian Solinas la seguente domanda:
Giornalista: “Quanto ha speso finora la Regione per far fronte all’emergenza coronavirus? Se si può quantificare a spanne…”
Presidente Solinas: “Le cose a spanne non sono mai cose ben fatte. Domani diamo il dato al centesimo di tutto quello che la Regione ha speso finora”.
Da giorni circola a Cagliari la voce che presto sarà realizzato un ospedale da campo per contagiati Covid all’interno della Fiera campionaria di vale Diaz. La proposta sarebbe già stata sottoposta anche all’esame della Prefettura.
L’indiscrezione potrebbe trovare conferma in un passaggio dell’Unione Sarda di oggi, in cui si fa riferimento ad una delibera che il quotidiano ha evidentemente avuto modo di consultare benché non sia stata ancora pubblicata sul sito della Regione (dovrebbe essere la 17/10 dello scorso 1° aprile, avente come oggetto “Emergenza Covid-19. Riorganizzazione delle attività assistenziali ospedaliere e territoriali”).
Cosa dice questa delibera? Che la giunta ha
“aggiornato il piano di attivazione progressiva di strutture di area critica Covid-19, con cui si stabilisce l’allestimento di nuovi posti letto in base all’aumento dei contagiati. Un riorientamento dovuto anche alla «concentrazione di casi nel Nord Sardegna» e che «tenuto conto del trend di crescita dei contagi, occorre implementare il piano prevedendo l’utilizzo degli stabilimenti di completamento privato accreditati, totalmente dedicati al Covid-19».
Continua l’Unione Sarda:
Così, come si sa, sono entrati nella rete il Policlinico città di Quartu, il Mater Olbia e il Policlinico Sassarese. Inoltre, «è prevista l’attivazione di posti letto di terapia intensiva e di degenza ordinaria Covid nei presìdi di base San Giuseppe di Isili (da 1 a 4 di terapia intensiva e 40 di degenza ordinaria), San Marcellino di Muravera (da 1 a 4+40), Delogu di Ghilarza (6+60) e Mastino di Bosa (da 1 a 4 di terapia intensiva). E per il Santissima Trinità di Cagliari e il San Francesco di Nuoro «è prevista l’ipotesi di attivare un ospedale da campo con 16 posti letto di terapia intensiva da allestire nelle aree di parcheggio».
Il Santissima Trinità non dispone di aree di parcheggio; dunque (ipotesi plausibile), tutti alla Fiera? E sulla base di quale considerazione medico-scientifica doverbbe essere realizzato questo ospedale da campo, posto che i contagi nell’area di Cagliari sono bassi e che l’assessore Nieddu afferma che “La battaglia contro il virus non si vince negli ospedali, che devono essere l’ultima trincea, ma sul territorio”?
E questo ospedale da campo alla Fiera di Cagliari (giusto per copiare ancora una volta la Regione Lombardia che ha sfruttato le strutture fieristiche di Milano e Bergamo) in quanto tempo dovrebbe essere realizzato? Non è possibile trovare una alternativa riattivando altri presidi sanitari, come ad esempio l’ospedale Binaghi? E soprattutto, questo ospedale da campo quanto costerebbe?
Perché in momenti come questo, dove le procedure di aggiudicazione di lavori e di acquisizioni di forniture devono essere snellite al massimo, massima deve essere anche la trasparenza.
E anche perché alla domanda rivolta lo scorso 25 marzo (“Quanto ha speso finora la Regione per far fronte all’emergenza coronavirus?”), nonostante la promessa di farci avere i conti “al centesimo”, dopo dieci giorni il presidente Solinas non ha ancora risposto.
Post scriptum
Come la riflessione sui costi delle cliniche private, anche questo post fra qualche giorno si trasformerà magicamente in una interrogazione dei nostri consiglieri regionali di opposizione (7500 euro al mese)? Almeno citate chi vi ha dato l’idea, grazie.
che bella fine ha fatto il psd’az caro amico. Continua così. A presto.
Quando si arriva a rimpiangere Giacomo Sanna, rimangono da fare davvero poche altre considerazioni.
Se non….Mischinu Mario Melis.