Bruno Lucio Giordano è un neuroscienziato che lavora come ricercatore permanente al Centro Nazionale della Ricerca Scientifica a Marsiglia, in Francia. Nato nel 1977 a Cuneo, all’età di un anno si è trasferito con la famiglia in Sardegna in provincia di Oristano, dove ha frequentato le scuole elementari e medie. Dopo le superiori al Liceo Scientifico Mariano IV di Oristano, ha conseguito la laurea in Psicologia Sperimentale a Padova, un dottorato in supervisione congiunta tra il Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, e l’Ircam, istituto multidisciplinare di ricerca sulla musica a Parigi. Ha lavorato poi a Montreal in Canada e successivamente a Glasgow, in Scozia. Oggi in Francia si occupa di neuroscienza dell’udito e lavora alla sua passione adolescenziale al confine tra musica, acustica, psicologia e cervello (http://brunolgiordano.net/).
Con questo post, lo scienziato Giordano lancia un accorato appello a tutti i sardi. Grazie per la sua generosità.
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La Sardegna è in netta controtendenza: mentre nel resto d’Italia i casi di positività al Coronavirus si raddoppiano fra i tre e i cinque giorni, nella nostra isola invece sono arrivati a raddoppiare quasi ogni due giorni, al susseguirsi di una situazione che si aggrava ormai da sei giorni. Questo significa che il contagio si propaga più velocemente che nel resto d’Italia.
Per questo dobbiamo assolutamente continuare a rispettare l’ordinanza a limitare al massimo gli spostamenti. Dobbiamo aiutare i medici e gli infermieri della nostra amata isola evitando di cacciarci nei guai. Dobbiamo adottare uno stile di vita sano e evitare attività potenzialmente a rischio. Che fare della noia a casa nostra? Certamente non compensare con troppo cibo e alcool, o decidendo di tagliare quel vecchio albero nel nostro giardino. Mettiamoci in contatto con i nostri amici, con i nostri cari, con la nostra famiglia. Manteniamo il buon umore. Uniamoci in questo momento difficile nonostante la lontananza. Uniamoci nel nostro amore per la nostra grande terra, la Sardegna.
Nell’isola dunque i casi di positività si raddoppiano quasi ogni due giorni. Come ho ricavato questo dato?
Ogni giorno analizzo i dati ufficiali dell’università Johns Hopkins (Stati Uniti) a livello mondiale1, e del Dipartimento della Protezione Civile a livello nazionale2. Come tanti scienziati nel mondo cerco di aiutare col mio piccolo contributo, diffondendo informazioni e analisi dei dati ufficiali. Siamo tanti. Io studio la variazione nel tempo del numero dei casi positivi di Covid-19, e quantifico con dei modelli di regressione la tendenza alla decelerazione o all’accelerazione del numero del contagio3.
Come tutte le analisi di dati che variano nel tempo, ad essere affidabili non sono le previsioni a lungo termine ma quelle a brevissimo termine. A noi serve capire quello che succede da qui a pochi giorni. Ed è esattamente questo che io cerco di quantificare. Mi concentro su un numero in particolare: il tempo necessario al raddoppio dei casi. Se il mio numero ti dice 5, vuol dire che i casi raddoppiano in 5 giorni; se il mio numero ti dice 2, vuol dire che i casi raddoppiano in 2 giorni.
Ed ecco cosa dice l’analisi4.
Questi modelli non solo permettono di capire dove ci troveremo da qui a pochi giorni, ma anche di osservare come sta cambiando la situazione durante la crisi. Per esempio, se il numero di raddoppio diminuisce nel tempo siamo di fronte a una decelerazione del contagio. Questo è un motivo di speranza. Se il numero di raddoppio aumenta nel tempo, siamo di fronte a un’accelerazione del contagio. Questo è un motivo di ulteriore allerta, e di preoccupazione per i nostri conterranei.
Come si vede dal grafico, questo “numero del raddoppio” sta infatti diminuendo dappertutto in Italia, ma è essenzialmente in aumento da 6 giorni in Sardegna. Guardiamo il nord, che era partito da una situazione dove il numero dei casi accelerava ogni 2 giorni: adesso siamo a un raddoppio ogni 5 giorni. Il che vuol dire che i numeri dei positivi cresceranno ancora, ma c’è speranza. E arriva dalla Cina e dalla Corea del Sud.
Andiamo a vedere, sempre con un grafico, cos’è infatti successo in Cina, dove la pandemia è partita, e nella Corea del Sud, caso di riferimento per la gestione efficace dell’emergenza5.
Cina e Corea del Sud sono partite da una situazione difficilissima, con una crescita molto veloce del contagio (cioè un numero di giorni per il raddoppio dei casi molto basso). Oggi invece il numero di giorni del raddoppio è pressoché infinito, cioè ci vuole un numero infinito di giorni per arrivare al raddoppio del numero dei casi. In parole povere, in Cina il numero di pazienti positivi non raddoppierà mai più (a meno che il contagio non riparta, ovviamente).
Ora, davanti a questa situazione preoccupante per la Sardegna cosa possiamo fare? Una cosa semplice: continuare ad adottare con incredibile attenzione le regole già emanate e i consigli già diffusi.
Ma la cosa più importante è far capire ai sardi che devono avere grande cura di loro stessi dalla comodità della propria casa. Non procurarsi fratture, un raffreddore, una indigestione: niente di niente. E questo per due motivi: perché il nostro sistema sanitario è troppo fragile ed è a piuùalto rischio di collasso, con pochi letti di terapia intensiva che non riuscirebbero a sostenere un aumento repentino del numero dei contagi.
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Qualcuno potrebbe chiedermi: “Ma perché la curva dei contagi in Sardegna è in controtendenza?”.
La risposta potrebbe arrivare da un’analisi degli spostamenti in Italia condotta utilizzando i dati degli smartphone delle persone, e presente in un articolo non peer-reviewed (cioè ancora non valutato da esperti indipendenti) scritto in inglese da italiani6.
Ma vediamo nello specifico i dati:
I risultati chiave possono essere riassunti come segue.
Le restrizioni di mobilità iniziali rivolte a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno portato a una riduzione compresa tra il 10 e il 30 per cento del traffico tra le province italiane nel periodo dal 21 febbraio al 6 marzo. Successivamente, a seguito del blocco nazionale del 9 marzo, i flussi di mobilità tra le province sono diminuiti del 50 per cento o più, ovunque nel paese.
Con le cautele necessarie, possiamo invece osservare che varie provincie sarde sono state in controtendenza prima del blocco nazionale. Nel periodo dal 21 febbraio al 6 marzo la mobilità nelle provincie di Oristano e Nuoro è aumentata fino al 30 per cento.
Adesso la mobilità è azzerata dappertutto ma purtroppo gli effetti della mobilità sul contagio sono differiti. La scienza ci mostra che il tempo di incubazione mediano del Covid-19 è di 5 giorni, e che solamente dopo 11.5 giorni la maggior parte dei casi mostra sintomi (il 97.5%)7. Questo vuol dire che gli effetti della mobilità sul contagio arrivano grosso modo dopo un periodo dai cinque ai dieci giorni.
Il presidente della Regione Christian Solinas ha fatto assolutamente benissimo a bloccare la Sardegna. Ma lo avrebbe dovuto fare prima. Non voglio fare polemica, io stesso sono stato tagliato fuori, e non posso più tornare per stare con i miei genitori anziani. E questo è un momento dove l’unione, la collaborazione e la fiducia nelle istituzioni sono di assoluta importanza. Ma dobbiamo imparare assieme dagli errori del passato, andando avanti. E la scienza ci dimostra che una cosa molto difficile per gli esseri umani è proprio prevedere il decorso temporale degli aumenti esponenziali8 come quelli del contagio in fase di pandemia9. Bisogna anticipare i tempi. Agire prima che la situazione diventi insostenibile. Suonare il campanello d’allarme correndo il rischio di sbagliarsi.
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Ricapitolando: oggi i casi di positività al Coronavirus raddoppiano in Sardegna ogni due giorni, al nord invece ogni cinque. Sono uno scienziato e posso sbagliarmi, l’errore non è un’impossibilità. Spero di sbagliarmi, e spero ancora di più che un aumento dello stato di allerta dei miei conterranei possa aiutare i nostri medici e infermieri.
Quindi ai sardi deve giungere questo messaggio molto semplice: state a casa e diventate dei salutisti ossessivi. Evitate qualsiasi pericolo per la vostra salute. Dobbiamo diventare più salutisti dei californiani, aiutando così medici ed infermieri a fronteggiare questa emergenza.
Bruno L. Giordano
Note
- https://github.com/CSSEGISandData/COVID-19
- https://github.com/pcm-dpc/COVID-19
- In particolare: [a]. Riduco il rumore nelle serie temporali di contagio utilizzando una media tempovariante con finestra di tre giorni di tipo “forward-reverse” per non alterare la corrispondenza tra dato mediato e giorno. Questa operazione di media serve a rendere piu’ affidabili le stime del tempo di raddoppio. [b]. Considero una finestra di tre giorni per quantificare la pendenza bdella regressione log2(Casi mediati) = a + b * giorni. [c]. Trasformo la pendenza b del modello di regressione nel numero di giorni necessari al raddoppio del numero dei casi utilizzando l’equazione 1/b.
- Dati Protezione Civile aggiornati alle 18:00 del 20 Marzo 2020.
- Dati Johns Hopkins aggiornati al 19 Marzo 2020.
- Studio: COVID-19 outbreak response: first assessment of mobility changes in Italy following lockdown. Autori: Emanuele Pepe, Paolo Bajardi, Laetitia Gauvin, Filippo Privitera, Ciro Cattuto, Michele Tizzoni. Link: https://covid19mm.github.io/in-progress/2020/03/13/first-report-assessment.html
- https://annals.org/aim/fullarticle/2762808/incubation-period-coronavirus-disease-2019-covid-19-from-publicly-reported
- Un esempio piuttosto estremo di aumento esponenziale (numero del raddoppio = 0.5) e’: 2, 8, 32, 128, 512, 2048, 8192, 32768, 131072.
- https://elusiveself.wordpress.com/2020/03/18/humans-are-bad-at-forecasting-exponentials-and-were-unaware-of-it/
Salvino fa politica noncoronavirusla sardegna deve rimanere tale anche nel bisogno consapevole di tuttoaccogliere le persone non solo come turistama come popolo altruista pronti ad aiutare tutti io come Sardo mi sento tale vivo a Roma da 60 anni sono sardo e romano contemporaneamentevengo in sardegna non solo per il mare ma anche per la cultura di un popolo che vive con poco
Lorenzin siamo capaci di tutto
IL.VOSTRO.CONSIGLIO.GRAZIE PER
L’infettivologo Galli ha affermato che l’ipotesi che alcune etnie siano effettivamente meno vulnerabili al virus é plausibile, in questo caso si parla principalmente di persone di origine africana.
C’é da sperare che sia così, perché in caso contrario in molti paesi dell’Africa sarebbe un’ecatombe.
Non oso immaginare i disastri che potrebbero verificarsi in nazioni così povere e prive di servizi, se in Europa la situazione é così drammatica.
Sono un Ematologo. C’è anche da prendere in considerazione nell’analisi epidemiologica il grave ritardo nell’uso dei tamponi diagnostici e la quantità di analisi troppo ridotta che potrebbero aver falsato finora il reale dato epidemiologico di partenza. E’ anche vero che la carenza di presidi protettivi per gli operatori sanitari e, più in generale, per chi svolge servizio pubblico può contribuire ad accelerare la diffusione del virus, stante il fatto che i primi focolai sono stati registrati negli ospedali. Un’altra possibile spiegazione degli anomali tempi di raddoppiamento del numero di soggetti positivi in Sardegna può essere il fatto che ora si stanno facendo più controlli rispetto a prima e che sta emergendo la vera diffusione del virus . Se non si cerca non si trova…
Alessandro Murgia
Magari dico una castroneria, ma é probabile che alcune popolazioni siano maggiormente vulnerabili rispetto ad altre.
La genetica potrebbe essere un fattore determinante per quanto riguarda le possibilità di sopravvivenza.
Il numero di morti maschi é di gran lunga superiore rispetto alle donne e non é da escludere che il sesso dei pazienti possa influire, non solo a causa di patologie pregresse che possono colpire maggiormente gli uomini, ma anche per questioni ormonali.
Alcune popolazioni, inoltre, sembrano superare meglio l’infezione, vedi Korea del Sud.
Forse noi sardi abbiamo delle predisposizioni genetiche che ci rendono maggiormente vulnerabili?
Signor Biolchini buongiorno.Faccio il medico a Cagliari quindi mi confronto continuamente su queste tematiche. A mio parere la Sardegna viaggia semplicemente in ritardo perché il virus è arrivato dopo e siamo nella normale fase di ascesa della curva. La quantità di diagnosi è fallace in assoluto perché dipende come si è detto tante volte da quanti controlli fai ed a chi. La nostra situazione è poi inquinata dai due clusters ospedalieri che incidono molto sulla statistica in relazione alla popolazione. Confido invece nella nostra insularità.
Cordialmente
Giorgio Giardina
Signor Giordano e Biolchini ovviamente
https://www.youtube.com/watch?v=VASApuyLTDQ&t=7s
mi sembra una buona pagina da condividere con i tuoi lettori Vito.
Buona giornata e forza e coraggio.
Ma perché uno che ha studiato psicologia e si occupa di percezioni e di suoni dovrebbe essere uno scienziato in grado che conosce le variabili indipendenti ed è in grado di costruire modelli matematico-statistici su un’emergenza epidemiologica?
Chiedo per un amico.
“Ma lo avrebbe dovuto fare prima…”
ma le autorità statali non lo hanno permesso… è passato del tempo da quando ha fatto la prima richiesta (mi pare). a conti fatti ogni stato si sarebbe dovuto subito blindare vedendo la situazione cinese. e all’interno di ogni stato ridurre al massimo le comunicazioni anche tra comune e comune… ma l’industria consumista non voleva accettare neanche limitazioni minime… volevano riaprire tutto… “Milano non si ferma” e gli aerei viaggiavano, anche con turisti… mi sono salvato le rassegne stampa di Radio Radicale del 27 e 28 febbraio e le puntate di Focus Economia… in Sardegna siamo messi male quindi, secondo lo studio presentato…
Certo sono tornati tanti protosardi da Milano e molti milanesi. I primi, invece di essere stati mandati a fare in culo dai genitori anziani, sono stati accolti con bel piatto di malloreddus (che mischinu su pippiu a Milano pappara scetti sushi). I secondi, si sono riversati nelle seconde case (maledetto cemento) e nessuno verifica se stanno in quarantena. Aspettiamoci il peggio
O Francu, bastava l’articolo a togliermi il sonno. Ponirinci tui puru 🙁
unica risata di questa giornata reclusa con l’ansia. grazie!
mi che ce l’hai il mio numero. Se serve sono un comico mancato. Forza Francesca 🙂
Concordo,in pieno,con il signor Francu,anche sul maledetto cemento.
Perché la Sardegna è sempre aperta a tutti, quando ci sono compiti gravosi da “smistare” in Italia. È successo, e continua a succedere tutt’ora. Il nostro mare non puó e non deve contenere barriere; o forse Salvini ha “dimenticato”di dare contr’ordine, perché ha bene imparato a cononoscere i suoi pecoroni…