Perché migliorare le cose quando si possono, semplicemente, peggiorare?
Perché la Regione Sardegna continua a non voler fare sul Coronavirus una comunicazione costante, vera, responsabile (in una parola: istituzionale) ma contemporaneamente mette il bavaglio a medici e operatori sanitari, avocando a sé una “potestas comunicandi” che in realtà di fatto, colpevolmente, non esercita?
Perché questo è il senso della nota (protocollo 1762) inviata tre giorni fa, il 13 marzo, dall’assessore regionale alla Sanità, il leghista Mario Nieddu e con la quale in nove righe stringate si danno “Direttive in merito all’attività di comunicazione istituzionale verso la popolazione”.
Destinatari del messaggio le direzioni generali delle Aziende sanitarie, i presidi ospedalieri, i direttori dei reparti di malattie infettive.
Primo paragrafo:
Come noto, i provvedimenti regionali adottati finora in merito all’oggetto, pongono in capo alla Regione Sardegna tutta l’attività di comunicazione verso la popolazione, attraverso qualunque mezzo (televisivo, stampa, social network, sito internet, etc.) per cui si ribadisce di attenersi strettamente a tale disposizione, in virtù del ruolo strategico che la comunicazione riveste in una fase così delicata della situazione emergenziale in corso e del ruolo attivo svolto dalla popolazione nel contrattare il fenomeno epidemiologico.
“Ruolo strategico”!Lla Regione ha capito che deve comunicare e si sta assumendo le proprie responsabilità! Ora cambierà tutto! Finalmente la pagina Facebook verrà aggiornata costantemente con comunicazioni vere! Ci sarà qualcuno capace di interagire con i cittadini, il Numero Verde funzionerà, mentre il presidente Solinas, l’assessore Nieddu e dirigenti ospedalieri faranno ogni giorno delle conferenze stampa e risponderanno a tutte le domande che verranno loro poste!
Ma poi arriva il secondo paragrafo:
Si chiede, pertanto, di avviare, senza indugio, opportuni provvedimenti disciplinari verso chiunque non si attiene strettamente a tale disposizione, ribadendo che qualunque attività comunicativa di codeste Aziende deve essere autorizzata da questa Regione.
Avete capito? Incapace di comunicare l’emergenza in corso, l’assessore Nieddu vuole impedire anche agli altri di farlo, minacciando procedimenti disciplinari nei confronti di chi (medici, operatori sanitari o anche le stesse Assl) su Facebook e sui giornali comunicano con i cittadini, mentre la Regione si ostina pervicacemente a non fare nulla che vada oltre il comunicato stampa con i numeri dei contagi, insieme a qualche presa di posizione di puro stampo propagandistico.
Perché impedire ai medici di parlare? Forse perché stanno certificando lo stato drammatico in cui versano i nostri ospedali?
Gentile assessore Nieddu, queste note che puntano a bloccare l’informazione sul Coronavirus forse non le hanno fatte neppure in Cina e di sicuro non verranno apprezzate dai suoi capi partito. Almeno in questo, prenda esempio dalla Lombardia, la cui pagina Facebook della Regione fa comunicazione istituzionale anche in sardo, mentre quella della Regione Sardegna stenta a farla perfino in italiano.
Ma una pernacchiata a questi palloni gonfiati non riusciamo a fargliela con dedica dai balconi? Alla Eduardo De Filippo, per intenderci….
Anche Mussolini metteva il bavaglio:se non si danno brutte notizie,vuole dire che va tutto bene.Questa teoria speravo fosse superata ma l’ignoranza è endemica.Per evitare il bavaglio basta essere uniti nella ribellione,mai accettare imposizioni che danneggiano il popolo.
..è sempre la solita storia, uomini e caporali…
https://youtu.be/EttbP8q-DIs
I numeri parlerebbero da soli, se si desse conto di dove, come, perché. Seguo con attenzione e mi sono fatto idea che il 90% dei contagiati sardi siano sanitari. Le strutture deputate a protezione e prevenzione hanno fatto da amplificatori. Un danno enorme collettivo generato da stupidità e pressapochismo, non certo da mancanza di fondi. Spaventa il fatto che nessuno noti. Nessuno chieda. Dove sta la stampa? Ora pure la censura! Dove stiamo andando?
Senza dubbio che oltre alle direttive restrittive, sono necessarie continui aggiornamenti istituzionali che sarebbero dovuti partire in contemporanea con le direttive, se non ancora prima! Perché mentre venivano scritte le direttive, quante persone venivano contagiate/morte contemporaneamente? Mio stretto parere personale è che si è pensato molto di più a seminare terrore anziché a cercare soluzioni concrete da implementare, partendo proprio dalla comunicazione proveniente da fonte sicura, dalla prevenzione; la prevenzione purtroppo è partita quando il COVID-19 si era già diffuso troppo e quindi alla necessità di prevenzione si è aggiunta l’emergenza da affrontare, il che complica le operazioni per chi deve curare e allo stesso tempo prevenire. Non so e non posso sapere quale sia il piano ma, sempre a mio personalissimo parere, la problematica è stata sottovalutata e spero non sia stato volutamente.
Concludo appellando all’istituzione regionale che ci sia un costante aggiornamento equo a mantenere i cittadini informati ma, senza impedire ad altre fonti, sempre che siano sicure, di comunicare cosa sta avvenendo.
Concordo con Patrizio Rovelli, l’art.21 della costituzione non può essere messo a discussioni.
Nonostante tutto, ANDRA TUTTO BENE per i sopravvissuti.
Vomito
Gravissimo tentativo di limitare il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Mi auguro che giunga una smentita o un chiarimento dall’assessore o dal Presidente della Regione Solinas.
E che i sindacati prendano posizione. L’art. 21 della Costituzione non può essere messo in discussione da nessuno. Tanto meno in momenti delicatissimi della vita del Paese come quello attuale.
Patrizio Rovelli
I Sindacati? Chi quelli che, in tutti questi anni, salvo qualche eccezione, si sono genuflessi ( che manco a Fatima), in cambio di qualche ” medaglietta”? Certo, fosse stato per me, disdette in massa. Provate ad andare negli ospedali, a telecamere spente e ne sentirete delle belle.
Pina…ho quasi paura di sapere cosa succede davvero dietro le porte chiuse degli ospedali 🙁 e questo obbligo al SILENZIO da parte di Nieddu e Regione la dice lunga anzi lunghissima… l’unica salvezza adesso e’ davvero stare il piu’ possibile isolati a casa, ma seriamente …
L’assessore, forse non potendo fornire mascherine anti contagio, ha pensato di mettere il bavaglio al personale della sanità…
Se avessero fatto i tamponi a tutti quelli che si sono scaraventati in Sardegna subito dopo il lock down magari avrebbe avuto una risposta sulla situazione attuale.
Mio parere.
Quanti tra quelli “che si sono scaraventati” in Sardegna si sono ammalati?