Servitù militari: foto di gruppo
L’accordo firmato oggi a Roma dal presidente della Regione Pigliaru e dal ministro della Difesa Pinotti è indubbiamente storico: sì, ma per i militari, che probabilmente neanche si immaginavano di poter chiudere una partita così delicata cedendo due o tre spiaggette, concedendo ai sardi ciò che ai sardi è già garantito per legge (come la cessione delle caserme dismesse, il blocco dell’attività dei poligoni nei mesi estivi o i pagamenti annuali degli indennizzi alle comunità danneggiate dalle servitù), e azzerando ogni possibile trattativa sui veri punti in discussione da anni, cioè la drastica riduzione dell’estensione dei poligoni e la necessità di bonificare le aree bombardate.
Il disastro è proprio questo: che con l’accordo tremendamente al ribasso inopinatamente firmato dal presidente Pigliaru (ecco a voi le trionfalistiche slides governative denominate Dismissioni_militari), la Sardegna si è legata le mani da sola per chissà quanto tempo. Ora sarà molto più difficile proseguire un cammino di lotta che va avanti da decenni e che Pigliaru ha evidentemente tradito, non tenendo fede neanche alle sue stesse promesse.
Era stato infatti lo stesso Pigliaru a dichiarare che l’obiettivo era almeno quello della chiusura di un poligono (nello specifico, quello di Capo Frasca). Di tutto ciò Pigliaru si è dimenticato, e non mi consola vedere che ciò che avevo scritto negli anni scorsi (“Basi e poligoni in Sardegna: ma il presidente Pigliaru fa il gioco dei militari?” il 10 agosto del 2014; “Ora è ufficiale: sulle servitù Pigliaru fa il gioco dei militari e dello stato italiano” il 5 settembre del 2014; “Servitù militari in Sardegna, la strategia di Pigliaru è assolutamente inefficace. Volutamente?” il 18 agosto del 2016), si è drammaticamente avverato.
Quello di Pigliaru non è dunque un fallimento, ma un tradimento del patto elettorale stipulato con i suoi elettori alle elezioni di quasi quattro anni fa. Non è il primo (ricordo anche le sue dichiarazioni pre-voto sulle fabbriche di Portovesme poi smentite dai fatti, o la promessa di nominare solo persone competenti, oltre ogni logica di appartenenza: evidentemente disattesa in modo imbarazzante) e temo non sarà neanche l’ultimo.
L’accordo con i militari è tanto più inverosimile se si pensa che avrebbe dovuto ridurre le servitù e invece di fatto le aumenta, con la vergognosa apertura di una nuova caserma a Nuoro, segno di una idea di Sardegna vecchia di almeno mezzo secolo. Negli anni 60 si credeva che servitù militari e fabbriche inquinanti sarebbero state il futuro della Sardegna: Pigliaru lo crede ancora oggi. Dopo avere detto esattamente in contrario in campagna elettorale.
Vergogna.
E vergogna anche sulla sinistra sarda, che per motivi elettoralistici ora plaude a questo accordo, nascondendosi dietro parole di circostanza e pensando di poter prendere in giro quei pochi elettori che le restano. Segno che se l’Italia e la nostra isola sono allo sbando non è solo per colpa di Renzi e del Pd.
Pigliaru ha firmato un buon accordo. Chi non si accontenta degli slogan e vuole approfondire, può rendersene conto leggendo i termini dell’accordo, sempre che in questi anni di informazione a senso unico sia riuscito ad orientarsi. È solo la conferma di quanto personalmente ritengo da anni: è solo una questione di soldi. Altro che ambiente, pacifismo e indipendentismo. Che ridere.. I sardi che ci hanno creduto mi fanno anche un po pena! Trascinati le domeniche mattine fuori dalle basi militari a urlare “a fora sa nato!!” e poi..il loro capofila (di sinistra) stava solo contrattando il prezzo del loro culo. Giusto così. È quello che ci meritiamo. La partita sulle servitù militari si è giocata con armi improprie, questo ormai e limpido e cristallino. I politici sardi non avevano e non hanno sufficienti argomenti per chiedere più attenzione e risorse dagli organi centrali e hanno scatenato contro lo Stato un esercito di ambientalisti, pacifisti e indipendentisti dell’ultima ora, mossi come marionette da quotidiani schierati che mai in questi anni hanno fatto davvero informazione. Piuttosto si sono limitati a lanciare slogan e a solleticare la congenita propensione dei sardi a sentirsi dominati, sfruttati e sottoconsiderati. E da questo punto di vista Pigliaru viene loro incontro, dato che lo sciagurato accordo può legittimare altri 20 anni minimo di piagnistei e rigurgiti indipendentisti contro uno stato padrone e tiranno. “Procurad’e moderare Barones, sa tirannia..” ma questo naturalmente vale solo per i militari. Poi che le nostre spiagge e la quasi totalità delle strutture turistiche siano gestite da industriali milanesi, miliardari russi o multinazionali non importa. A fora sa nato.
Forse occorrerebbe rimuovere il termine “sinistra”, sig. Biolchini, e parlare semplicemente di vergogna tutta sarda. Il fatto che i partiti centrali non possano, per ovvie ragioni, aprire una linea politica di contestazione a tutto tondo nei confronti del loro referente romano ci porta a due considerazioni: 1) La politica autonomistica in Sardegna qual è stata concepita da oltre sessant’anni d’inerzia, lungi dall’essere mai stata perseguita con determinazione, volge definitivamente al tramonto; e 2) meritiamo tali amministratori politici i quali, essendo e presumibilmente continuando a ricoprire anche in futuro un ruolo evidentemente immeritato di egemonia politica in Sardegna, non abbiamo cura di sanzioniare con lo strumento del voto e lasciamo anzi proseguire nella loro volontà di seguire, perinde ac cadaver, le istruzioni da Roma. In sintesi, a si la faddire est su populu sardu e non sa camba de sa manca (o dresta) italiana in Sardigna. Un saluto.
I responsabili di questa situazione siamo noi Sardi. Siamo tutti coinvolti.
Non siamo più negli anni 60 o 70 . Non ci sono più scuse.
Oggi abbiamo srumenti giuridici e democratici (Regionali,Nazionali,Europei) ,la consapevolezza dettata da un informazione che non è piùsolo quella di 2 giornali regionali (questo blog ne è un esempioi) : far valere i nostri diritti sarebbe possibile…….(in altre parti d’Europa succede) ma a quanto pare manca coraggio e cambiamento di mentalità . I politici mediocri in Sardegna li votiamo noi popolo ; c’è da chiedersi quale idea di Sardegna abbiamo quando siamo soli di fronte a una scheda elettorale: un idea personale o globale,una speranza personale o quella di tutti,un benessere locale o di un intero territorio.
Inventare un “Brand” politico per ingannarsi in vista della nuova elezione, non sarà ancora una volta sufficiente,cosi come scegliere il candidato (con la parlantina migliore o il nome d’arte) 3 mesi prima del voto. Sta diventando routinario.
I risultati poi sono sempre questi….siamo sempre li a chiedere elemosina,pietà,aiuto.
Serve veramente una presa di coscienza da parte di tutti che senza unità di intenti e gente veramente capace ,la prospettiva di una Sardegna totalmente asservita (non solo militarmente) sia dietro l’angolo.
Egregio Biolchini,
Ho appena letto la dichiarazione della ministra (?!) Pinotti, sulla apertura della caserma Nuorese di Prato Sardo, presentata come un bene per la nostra Isola e che per questo ” bene” plaudono trionfalmente i nostri amministratori; Il presidente Pigliaru in primis. Questo episodio, strettamente legato al rinnovo dell’accordo sulle servitù miltari, presentato trionfalisticamente da questa giunta, come una vittoria degli interessi dei sardi, non fa altro che riconfermare quel che ho sempre pensato, cioè che i nostri politici sono totalmente subalterni ai partiti italiani e dmostrano ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, che sono personaggi piccoli, piccoli.
Per il resto, ancora una volta, concordo completamente con le sue parole.
Un saluto.
Franceco Utzeri
Caro Biolchini lei si ferma alla superficie, no approfondisce e si limita a sparare sulla croce rossa, mi creda il Presidente per ragioni di Stato e di riservatezza non ha comunicato che nel recente Consiglio europeo di Bruxelles del 14 e 15 dicembre, alla Sardegna è stato riservato un ruolo strategico nella PESCO cosi come definito dal Consiglio degli affari esteri dell’UE dell’11 dicembre 2017 ai sensi dell’art.42 paragrafo 6 del TUE. Il PESCO che solo Lei può pensare essere un albero da frutto rinomato in campidano e non come ben sa Pigliaru la cooperazione strutturata permanente, prevede impegni vincolanti tra gli Stati membri che vi aderiscono tra questi impegni il più qualificante è quello di aumentare i bilanci per la Difesa affinchè nel medio termine alla Difesa siano attribuite spese per investimenti del 20% e di questo il 2% alla ricerca. Ma si sa Lei Biolchini di economia non capisce una mazza, invece il Presidente Pigliaru la insegna all’Università. In più Lei non tiene conto che in ambito NATO, tanto per toccare pisci e cadinu, l’obiettivo concordato è del 2% del PIL per la spesa in difesa è stato raggiunto tra gli Stati UE solo da Grecia, Regno Unito, Estonia, Romania e Polonia a fronte di una spesa USA pari al 3,50% delsuo PIL. L’italia da sempre nazione eclettica si colloca all’1.13% con una spesa di 21 miliardi. E poi Lei non lo sa, ma contestualmente al PESCO sono stati identificati 17 progetti di cooperazione che saranno approvati formalmente nel Consiglio dell’UE agli inizi del 2018.
Le cito solo alcuni titoli : Comando medico strategico (capofila Germania) Comunicazioni radio (capofila Francia)Centro di formazione per certificazioni armi (capofila Italia) Sostegno militare in caso di catastrofi (capofila Italia) Piattaforma di condivisione delle minacce cyber(capofila Grecia) Comando strategico di reazione rapida PSDC(capofila Spagna)Centro di risposta delle crisi (capofila Germania) ecc. Vede Biolchini se Lei non fosse pregiudizialmente prevenuto e visti gli ambiti strategici individuati potrebbe almeno presumere che Germania, Francia e Grecia considerino, viste le dichiarazioni del Presidente Pigliaru, la Sardegna il partner strategico per quegli asset dichiarati come essere il “tornaconto” del buon accordo con il ministro Pinotti ( Teleradiocomunicazioni, Comando medico strategico,Antihacker). Per le catastrofi non c’è stata molta discussione in quelle notoriamente politicamente siamo dei fuoriclasse.
ad majora buona gente
Opinione personale :Non è un PESCO é un CACTUS!!!
“Aumentare i bilanci per la Difesa affinchè nel medio termine alla Difesa siano attribuite spese per investimenti del 20% e di questo il 2% alla ricerca”…….?????
Si vorrebbe privilegiare con il 20% in più,il settore degli armamenti e delle tecnologie ad uso militare, con il contentino\miraggio del 2% alla ricerca scientifica.
In uno stato che nella sua costituzione “Ripudia la Guerra” è una bella contraddizione.Dovrebbe essere il contrario.
In Sardegna non siamo tutti militari e neanche in guerra con nessuno (a parte noi stessi)
“Economia di guerra”…no Grazie.
Brigungia, brigungia, brigungia. Bisogna davvero puntare tutto alle elezioni Regionali del 2019 e a solidificare una alleanza per l’autodeterminazione che ci faccia ripartire con una classe politica che voglia il bene dei sardi e della Sardegna.
Concordo pienamente, purtroppo i costi per la dismissione della Caserma Ederle a carico della regione Sardegna aumenteranno enormemente in quanto, dopo la chiusura dei distretti Militari di Sassari ed Oristano, questa caserma ha accolto i documenti dei disciolti distretti e la riallocazione degli stessi è esclusivamente a costo della Regione Sardegna.