Era il 9 febbraio 2017
“Eurallumina verso il riavvio dopo 8 anni” titolava ieri la Nuova Sardegna, “Sì alla rinascita di Eurallumina” gli ha fatto eco l’Unione Sarda. Ma siamo sicuri che le cose stiano veramente così? Siamo sicuri che la versione dei fatti data dai due quotidiani sardi sia rispondente alla realtà e che veramente la riapertura della fabbrica di Portovesme sia imminente?
Ore 18.04 di mercoledì 8 febbraio: l’Ufficio stampa della Regione invia ai giornalisti un comunicato dal titolo “Eurallumina, conclusa la Conferenza dei servizi. Parere Mibact non ostativo”. Leggiamolo assieme:
La Conferenza di servizi sul progetto della Rusal, azienda proprietaria dell’Eurallumina, ha concluso i suoi lavori, con posizioni invariate rispetto a una settimana fa, ma con parere del Ministero dei beni paesaggistici non ostativo. Nel frattempo è stata la stessa Rusal a chiedere tempo per presentare ulteriore documentazione utile per la decisione sull’ampliamento del bacino di stoccaggio. Sono queste le comunicazioni date ai rappresentanti degli operai Eurallumina dall’assessora dell’Ambiente, Donatella Spano e dal collega degli Enti locali, Cristiano Erriu, accompagnati dal capo di Gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu, e dal direttore generale Alessandro De Martini.
Fermiamoci un attimo: cosa significa che “è stata la stessa Rusal a chiedere tempo per presentare ulteriore documentazione utile per la decisione sull’ampliamento del bacino di stoccaggio”? La Conferenza dei servizi è stata convocata proprio per questo, per autorizzare l’ampliamento del bacino dei fanghi rossi: ma se “è stata la stessa Rusal a chiedere tempo per presentare ulteriore documentazione utile per la decisione sull’ampliamento del bacino di stoccaggio” è evidente che manca la documentazione necessaria per il via libera e che nessuna decisione dunque è stata ancora presa. Sulla base dunque di quale elemento la Regione ha diffuso il suo trionfalistico comunicato? Ma andiamo avanti.
La Conferenza dei servizi si è conclusa – ha spiegato Donatella Spano – con pareri differenti tra Ministero dei Beni paesaggistici e la Regione. Il parere ministeriale non è, però, vincolante e ostativo.
Anche qui è necessario uno stop. “La Conferenza dei servizi si è conclusa” afferma innanzitutto l’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano. Quindi ci sarà un verbale o un atto nel quale la Conferenza ha messo nero su bianco le sue decisioni. Esiste questo documento? No, non esiste. Per un motivo semplice: che contrariamente a quanto afferma l’assessore Spano, la Conferenza dei servizi non si è affatto conclusa e non ha assunto alcuna decisione. E a confermarlo è paradossalmente lo stesso comunicato della Regione, che prosegue riportando la dichiarazione dell’assessora Spano:
Per quanto riguarda l’iter, la Rusal ha chiesto almeno un mese per presentare altri documenti. Non appena si concluderà l’istruttoria, predisporremo la delibera sul progetto, che sarà portata in tempi serrati in Giunta.
L’”istruttoria” di cui si parla la Spano è in realtà proprio quella Conferenza dei servizi che qualche riga prima era data per “conclusa” dalla stessa assessora! Perché la Regione sta mistificando la realtà in questo modo? Ma non era stato lo stesso Presidente Pigliaru ad invitare i suoi assessori qualche giorno fa a smettere di fare ”propaganda”?
Detto questo, è chiaro che perché la Conferenza dei servizi dia il suo parere servirà come minimo un mese; ma in realtà bisognerà aspettare molto di più: intanto perché la documentazione che la Rusal si è impegnata a fornire dovrà essere esaminata (e ci vorranno settimane), sia perché nel corso della Conferenza dei Servizi è emerso che tra la documentazione mancante vi è anche quella relativa alla valutazione di incidenza ambientale riguardante l’impatto del bacino nei confronto di un’area di pregio naturalistico che lambisce la zona di stoccaggio!
Senza questa valutazione (ovviamente positiva), non si può immaginare nessun riavvio della fabbrica; e quindi non è vero che, come afferma la Regione, “il parere del Mibact non è ostativo”: ma proprio per niente! Perché sono diversi ancora i pareri (vincolanti) che il Mibact deve dare una volta arrivata in Conferenza la documentazione ancora mancante.
Quindi i tempi sono dunque lunghi, ragionevolmente lunghi: e al termine della Conferenza dei servizi non è detto che il parere sia favorevole all’ampliamento del bacino.
Anche perché poi c’è un altro elemento che i nostri giornali stanno incredibilmente “dimenticando”: il processo per disastro ambientale che si è aperto un anno fa presso il tribunale di Cagliari e che vede imputati i vertici di Eurallumina proprio per la gestione del famigerato bacino dei fanghi rossi che ora si vorrebbe ulteriormente ampliare.
Trovate tutti gli elementi della notizia in questo articolo di Sardinia Post del 23 marzo dello scorso anno (“Eurallumina, al via il processo per disastro ambientale”), con diversi aggiornamenti poi dati dalla Nuova Sardegna qualche mese dopo. Da questi articoli si desume peraltro che una parte del bacino dei fanghi rossi, quello che (ripeto) l’Eurallumina deve ampliare per ritornare a produrre, è ancora sotto sequestro giudiziario!
Quindi di quale “riavvio” e “rinascita” di Eurallumina stanno parlando la Spano, tutta la giunta Pigliaru, insieme all’Unione e la Nuova, quando è in corso un processo per disastro ambientale (prossima udienza, a quanto mi consta, ad aprile) e una parte del bacino che si pretende di ampliare è ancora sotto sequestro?
Ma vi rendete conto?
E come se non bastasse, la politica, non paga di mistificare la realtà, poi si fa pure i complimenti da sola! “È un grande passo avanti verso il riavvio dello stabilimento, un risultato che è stato possibile raggiungere grazie alla collaborazione di tutti e alla determinazione degli operai” ha dichiarato ieri all’Unione Sarda il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Pietro Cocco. Ma di che risultato sta parlando? Incredibile.
E insieme a lui hanno giocato a prendere in giro l’opinione pubblica (e tema anche gli operai) il deputato del Pd Emanuele Cani (“È un fatto importante per i lavoratori e per tutto il territorio”), il senatore ex Sel Luciano Uras (che parla senza vergogna dell’Eurallumina come di una “prospettiva di sviluppo sostenibile e armonico”) e del segretario del Pd del Sulcis Daniele Reginali.
Ecco come nascono la fake news: la politica dichiara quello che gli fa più comodo e i giornali non fanno nessuna verifica.
E se questo avviene per sciatteria o complicità, non sta a me dirlo.
Post scriptum
Il comunicato della Regione comunque si concludeva così:
“Ringraziamo gli uffici degli assessorati coinvolti che hanno lavorato strenuamente in questi mesi”, ha concluso l’esponente dell’esecutivo, che ha poi raggiunto gli operai che da questa mattina manifestavano davanti al palazzo di viale Trento e ha loro confermato, insieme all’assessore Erriu, quanto emerso in Conferenza di servizi. Gli operai hanno dunque deciso di sciogliere il presidio”.
sono più o meno le stesse cose che dicevo io a mia mamma a tavola guardando i telegiornali e mia mamma mi diceva che sono io che non ascolto bene e faccio sempre polemica in cucina. e invece meno male che Biochini c’è. grazie.
poi una cosa che non capisco di certi telegiornali è questa: intervistano l’operaio? e fanno tutto il servizio a favore suo e della fabbrica. poi, la settimana dopo, intervistano gli ambientalisti e fanno tutto il servizio a favore degli ambientalisti.
e allora, bravo Biolchini, il vero giornalista deve fare appunto chiarezza affinche noi si possa capire per farci un’opinione, mica confonderci ulteriormente le idee.
Bravo. Anche se poi dovrebbero aprire quella merda, che vittoria sarebbe? Uccidere i sardi coi fanghi rossi? ☺
Ho avuto gli stessi dubbi appena letto e ascoltato le dichiarazioni di qualche parte delle parti. Non voglio credere che si arrivi a tanto, sarebbe atroce per questo martoriato Sulcis che non gradirebbe affatto anche se la forza della disperazione paradossalmente gli la forza di crederci ancora. No, questo Sulcis nel dramma non è disponibile a ulteriori prese in giro. Mah !!!
dici molto bene, caro Vito. E c’è pure altro. Non è finita qui, ne vedremo delle belle.
Il livello politico del Sardistàn è, purtroppo, sempre più basso.
Pensa solo questo: chi e con quali motivazioni può chiedere il dissequestro del bacino dei fanghi rossi per aumentarne la capienza?
Stefano Deliperi
Ma le fake news non nascono su Internet?
Quando si devono fare i complimenti a un giornalista (e mi associo) soltanto perché fa il giornalista e non il portavoce del potente o del partito di turno, vuol dire che che la situazione della stampa italiana è grave, anzi gravissima, ma non seria, anzi tragicomica.
Incredibile e agghiacciante strumentalizzazione. Dicevo io che c’era qualcosa che non andava quando il TR3 ha cantato vittoria per la riapertura. Grazie per questa doverosa comunicazione di servizio.
Grazie. È stato interessante e utile. Non sempre abbiamo gli strumenti per smontare una comunicazione superficiale e ingannevole, a meno che non stiamo seguendo un caso specifico e abbiamo chiaro il percorso delle varie fasi obbligatorie di un procedimento. Il suo è un pezzo di giornalismo vero.
Commento corretto e coraggioso. Condivido ogni parola. Complimenti all’autrice. Che poi ,come tutte le Cassandre, non verrà ascoltata è un altro par di maniche. Ormai le ideologie vogliono sostituire la realtà. Da una parte e dall’altra.
Questo Vito non ha capito proprio niente.
E già! 🙂
Vito, sempre più vale e pesa come un macigno la citazione che hai messo a capo del tuo blog: “la libertà di stampa e di chi possiede un organo di stampa”. Un pezzo, il tuo, da antologia di buon giornalismo. Complimenti e un abbraccio. (quando avremo in Sardegna un ‘organo’ che faccia della buona stampa?)
Bravo Vito