Cagliari Capitale Europea del rendering (l’ingresso al tanto contestato parcheggio sotto le mura del bastione di Santa Croce)
Ringrazio lo scrittore Giorgio Todde che ha inviato al blog questo intervento, a commento del post “Cagliari, tre domande su mattone e urbanistica alla sinistra che governa la città”. Mi sembra opportuno dargli un rilievo speciale, nella speranza che il dibattito su Cagliari prenda nuovo slancio.
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Eh, Biolchini,
non scrivo mai o quasi nei blog e tanto meno nella raccolta indifferenziata di Facebook. Ma la sua ammissione mi è stata segnalata e, benché tardiva, l’ho apprezzata. E faccio un’eccezione.
Quell’articolo sulla Nuova Sardegna di quattro anni e mezzo fa suscitò un dibattito che a brevi tratti fu perfino civile e divertente anche se i buzzurri e gli scherani si fecero sentire. E non capirono, allora come oggi, che l’esercizio della critica, specie se argomentata, è di per sé un segno di attenzione e rispetto.
Ma devo precisare che quella riflessione – come sempre accuratamente documentata – riguardava soprattutto la delibera di Giunta che di fatto avrebbe riesumato l’Accordo di Programma del 2000 su Tuvixeddu.
Una delibera illegittima (tanto che in silenzio, dopo aver brillato per mesi nell’albo pretorio, venne ritirata). Una delibera che veniva dopo la Sentenza del Consiglio di Stato con la quale si sanciva la salvezza della necropoli e la non efficacia dell’accordo di programma.
E quell’atto, un ritorno al passato, fu comprensibilmente difeso dal Sindaco nonché dal suo Assessore all’Urbanistica.
Ma l’articolo esponeva fatti incontrovertibili, così la delibera esalò, evaporò, scomparve. Insomma, bisogna ammettere che l’Amministrazione ritirò il suo atto. E anche allora si scatenarono i gorilla della rete che neppure si erano presi la briga di leggere un rigo della complessa vicenda di Tuvixeddu e che, del tutto privi di argomenti, erano però molto generosi con gli insulti. Argomenti pochi. Ignoranza dei fatti tanta.
Cambiano i fatti, ma gorilla che battono i pugni sul petto e scherani non cambiano e si raccolgono in piccole tribù nei cosiddetti social. Dico cosiddetti perché nessuno è più solitario di uno che martella ossessivamente con le dita sulla tastiera.
Cagliari ha avuto poco meno di mezzo miliardo di euro gran parte destinato ai Lavori pubblici. Fortuna, ma anche molti meriti di chi la governa. I fatti – che meglio di me potrebbero spiegare l’ex assessore al Bilancio Pinna oppure l’ex assessore ai lavori pubblici Marras – andarono più o meno così.
Circa cinque fa la nostra città venne scelta insieme ad altre – credo fossero dodici città – per la sperimentazione di una nuova legge contabile che doveva rendere più agile il bilancio. Agli stanziamenti doveva corrispondere il progetto e la spesa.
Con prontezza l’Amministrazione predispose una serie di opere pubbliche. Quelle che ora vediamo fervere in giro, in via di esecuzione o in fase di presentazione. Si potevano spendere 480 milioni circa.
Insomma, molti cantieri sono felicemente partiti. Tra i meriti anche la cancellazione di vecchi progetti inverosimili, come il parcheggio sotto via Roma. Insomma, la Giunta ha fatto la Giunta. Nessuno nega l’evidenza e neppure la prontezza di aver colto subito questa grande opportunità. Però questo riconoscimento non cancella ovviamente la possibilità di essere critici e di opporsi “senza nessuna avversione” a certe opere.
Credo che la mancata risposta di cui lei, Biolchini, si lamenta non rappresenti una forma di sussiego. Il fatto è che le sedi della discussione sono effettivamente altrove.
Credo pure che opere come il parcheggio interrato sotto le mura occidentali e i campetti sotto quelle orientali siano illegittime. E c’è su questo un confronto in divenire.
Sono convinto inoltre che una parte di quella massa di milioni di euro debba essere destinata alla manutenzione e al restauro del restaurabile (non c’è traccia di restauro a Cagliari e quando “toccano qualcosa” fanno danno).
E sono infine convinto che tra le cose da restaurare ci siano le simboliche e metaforiche scalette di Santa Teresa che avevano resistito alla guerra ma non a certi nostri contemporanei – loro sì, non più restaurabili – i quali, sono ancora paralizzati in una cadaverica discussione tra passatisti e futuristi.
Grazie
Giorgio Todde
La superbia intellettuale delle cosiddette elite culturali, una visione astratta in cui minoranze insignificanti pensano di dettare legge e porsi un gradino sopra la stupida massa, ignorante e priva di sensibilità storico-artistica.
Ma da dove deriva e come si giustifica questa supposta superiorità?
Parole dal contenuto vagamente autoreferenziale e distaccato dal volgo, anche quello colto. Peccato perché i contenuti avrebbero potuto essere oggetto di approfondita discussione.
Astri nascenti non se ne vedono in giro. Gente che crede di essere una stella sì, se ne vede. Si autocertficano come stella. “Buongiorno, guardi che io sono una stella nascente” e subito c’è qualcuno che guarda ammirato.
I pesci pilota, quelli che vivono di minutaglie, sono sempre esistiti, ma il web li ha disinibiti.
Sconsigliata la lettura.
Eh già, i “gorilla” della rete … non so se Giorgio Todde abbia fatto esperienza con certi personaggi che bazzicano in alcune bacheche Facebook, dai nomi improbabili e con tutte le fattezze dei fake, o dei troll che dir si voglia, che insultano a soggetto chiunque esprima la minima obiezione rispetto alla narrazione zeddiana, come se quel quasi 50% degli elettori che sono andati a votare e non hanno votato Zedda non avessero neanche diritto di esistere. Singolare fascismo di ritorno da parte di personaggi che vorrebbero essere di sinistra. Vabbeh, speriamo che prima o poi Facebook risponda alle segnalazioni e li faccia sparire. Comunque, in questa valle di lacrime, dobbiamo essere grati a Vito Biolchini che, partendo da una posizione personale che oggi riconosce essere erronea, ha consentito che si dispiegassero sulla vexata quaestio di Tuvixeddu centinaia di commenti, spesso anche aspri nei confronti della sua posizione. Questa si chiama democrazia, questo si chiama dibattito democratico. Se servirà a impedire che Zedda, l'”astro nascente della sinistra italiana” come dice il Tenutario, attui arrogantemente i progetti del centrodestra coi voti di sinistra, o meglio di quelli che se la sinistra candida Gianni Chessa va bene lo stesso perché lo dice il partito? Chi vivrà vedrà …