Pubblichiamo la lettera aperta indirizzata da un gruppo di intellettuali e professionisti al Presidente della Regione Francesco Pigliaru sulla situazione in cui versa l’Ospedale Brotzu di Cagliari.
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Signor Presidente della Regione, on. Pigliaru
siamo un gruppo di cittadini che sono anche pazienti, condizione che riguarda tutti indistintamente. Anche Lei.
Le confessiamo che siamo particolarmente preoccupati dalle attuali condizioni del Brotzu e dal silenzio delle diverse istituzioni che governano il territorio metropolitano. Registriamo sensibilità differenti in altri territori dove le municipalità ed i cittadini si organizzano per tutelare i presidi sanitari territoriali.
Le notizie di cronaca compresi i recenti assalti agli armadietti degli infermieri, squassati e vuotati dai ladri, raccontano del declino di uno dei pilastri della sanità pubblica sarda.
Nei giorni scorsi abbiamo appreso di reparti in emergenza per mancanza di personale, liste d’attesa interminabili, interventi chirurgici su pazienti cancerosi rinviati per l’impossibilità di operare anche nel pomeriggio.
A questo punto diventano banalità le piccole cronache quotidiane: gli ambulanti che vendono all’interno dell’area ospedaliera, porte girevoli che non funzionano, bagni decisamente sporchi.
Negli ultimi due anni la qualità dell’assistenza è precipitata, la gestione complessiva appare fragile e incerta, i segni dell’efficienza sono pressoché scomparsi.
Dell’ospedale un tempo segnalato tra le eccellenze italiane ed europee è rimasto poco. Noi, signor Presidente, non possiamo restare indifferenti di fronte a questo.
Ci rivolgiamo a Lei, massima autorità della Regione, perché vi ponga rimedio al più presto e restituisca al Brotzu la dignità e il ruolo che merita.
Rimaniamo in attesa
Cagliari, 19 maggio 2016
Maria Antonietta Mongiu Archeologa, Romano Cannas Giornalista, Gian Luigi Gessa Farmacologo, Benedetto Caltagirone Antropologo, Doralice Simbula Insegnante, Umberto Cocco Giornalista, Gian Franca Fois Insegnante, Paola Carreras Insegnante, Nicola Migheli Sociologo, Franco Masala Storico dell’Arte, Paolo Diana presidente Ordine dei Farmacisti della provincia di Cagliari, Lelio Lecis Direttore Akroama, Giorgio Pisano Giornalista, Sergio Vacca Geologo, Luigi Concas Penalista, Piero Marras Artista, Franco Meloni Fisico, Anna Saba Artista
.(mail inviata a vari destinatari fra cui la Direzione Generale)
Ci è stato segnalato, e riteniamo utile girarlo ai destinatari cui potrebbe essere sfuggito, il link recante una lettera aperta di alcuni intellettuali riguardo la nostra Azienda (sopra riportata)
Al netto di eventuali intenti polemici o di strumentalizzazione elettorale, eventualmente rintracciabili nell’appello, e che la FP CGIL osteggia, pur tuttavia non possiamo che rimanere colpiti e addolorati per la percezione che alcuni, forse molti, hanno sulla struttura che ci dà da vivere, ma che al contempo ci da’ anche un certo orgoglio di appartenenza; o per lo meno, ce lo dava sino a qualche tempo fa (ora, forse, un po’ meno)
Le rivendicazioni sindacali e le tematiche proposte dalla scrivente Organizzazione Sindacale (e non solo la nostra) hanno sempre trattato il benessere dei lavoratori e degli utenti, ed hanno toccato tutti i punti (ed altri ancora) citati dal suddetto appello
Può quindi valere poco ricordare che “l’avevamo detto”, ma l’abbiamo detto e lo ripetiamo instancabilmente; tale benessere è gravemente compromesso, ed occorrerebbe uno scatto di orgoglio, assieme ad alcune decisioni politiche ed operative per fare fronte alle emergenze
Ci permettiamo solo di aggiungere che in una prospettiva “post-emergenziale”, per il recupero di immagine oltre che di sostanziale “eccellenza”, occorrono strumenti di governo reale: economico, manageriale, ma soprattutto di indirizzo politico (a cosa si tende? quali sono gli obiettivi?) e di governo clinico (quali risorse abbiamo, quali occorrerebbero per raggiungere i nostri obiettivi?)
Date anche le varie “emergenze e urgenze” delle quali è superfluo fare l’elenco, e per evitarne le sempre più nefaste conseguenze in un prossimo futuro, forse anche un Commissario Straordinario (e non necessariamente un Direttore Generale) potrebbe delineare un realistico Atto Aziendale, ricercando ed ottenendo un sostegno forte nella condivisione del progetto con le Organizzazioni Sindacali, oltre alle varie componenti sociali e culturali portatrici di interessi
Nell’ottica di una corretta amministrazione della cosa pubblica ciò sarebbe nell’interesse generale, e così facendo si otterrebbe maggiore forza di persuasione sul livello politico, il quale in definitiva dovrebbe curare gli interessi di tutti noi cittadini, utenti ed operatori della sanità
Si vogliano gradire i migliori saluti
FP CGIL Az. Osp. “G. Brotzu” – Cagliari
(Michele Panebianco)
Queste persone purtroppo hanno ragione: il CUP sembra fatto per dissuadere l’interlocutore dal farsi curare o monitorare nel sistema pubblico, dando appuntamento per TAC o RM per circa 6/7 mesi dopo. L’URP non funziona e le informazioni sullo stato di salute dei pazienti sono scarse e fornite talvolta con malcelato fastidio. Poi il problema logistica: l’accesso alle strutture è semplicemente demenziale, sia che si usi il mezzo pubblico sia che si arrivi con mezzo proprio. La cartellonistica è inesistente e il personale tutto appare in evidente difficoltà, come se non esistesse una regìa… Un transatlantico alla deriva.
Ma il Santissima Trinità, quel che resta del San Giovanni di Dio ed il Marino non stanno meglio… Nonostante il personale sovente si faccia a pezzi pur di lavorare. E’ una questione di manico.