La sede di Sardegna Ricerche in mezzo ai boschi di Pula. Vuoi mettere una bella start up in pieno centro cittadino?
Era il 14 maggio di un anno fa: alla Manifattura Tabacchi il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e l’assessore regionale alla cultura Claudia Firino annunciano l’imminente conclusione dei lavori di recupero degli spazi industriali e rilanciano l’ipotesi della Fabbrica della Creatività di soriana memoria. Rullo di tamburi, grandi titoli sui giornali: di fatto, aria fritta. Nessuna idea, nessun progetto, parole in libertà, si brancola nel buio.
Di sera invece, negli spazi di Villa Muscas, Sel organizza un incontro con gli operatori culturali per parlare del futuro (ovviamente nebuloso) dell’ex Manifattura. Intento neanche tanto nascosto, placare la rabbia degli operatori del cinema in merito ai bandi annunciati e sempre rimandati.
A quell’incontro interviene anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru che spiega come il “vecchio progetto” della Fabbrica della Creatività cambierà radicalmente.
Ecco il video del suo intervento.
A sentire oggi le sue parole pronunciate allora c’è da restare basiti, perché con un anno di anticipo Pigliaru aveva preannunciato il contenuto della delibera dello scorso 8 aprile con la quale la Regione ha seppellito la destinazione culturale e affida gli spazi a Sardegna Ricerche con l’obiettivo neanche tanto velato (e le parole di Pigliaru sono chiare) di spostare la sede di dell’agenzia che si occupa di innovazione da Pula a Cagliari.
Il progetto di Pigliaru è chiarissimo: la Manifattura deve diventare il luogo dove accorpare tutti gli incubatori di start up, in primis regionali e universitari. Sulla destinazione culturale, neanche una parola. Perché Pigliaru nella cultura e nello spettacolo come fattore di sviluppo della società e dell’economia sarda non ci crede neanche un po’, come questi primi due anni di governo regionale certificano.
La Manifattura diventerà sede del polo digitale, l’annuncio del presidente è chiaro. Era il 14 maggio 2015. Un anno fa.
Delle due l’una: o tutti i politici presenti (Massimo Zedda, Claudia Firino, Francesca Ghirra, Francesco Agus e Matteo Lecis Cocco Ortu) non hanno ascoltato Pigliaru oppure ben sapevano che l’idea della Fabbrica della Creatività era già morta e dovevano salvare le apparenze. E che non abbiano reagito alle parole del presidente sono sempre i video caricati su Youtube a dimostrarcelo.
Di fatto però Pigliaru non si è mai nascosto e le sue parole sono state chiare come la delibera che ha fatto approvare dalla giunta: uno schiaffo a tutti gli operatori culturali cagliaritani.
Ma Zedda e la Firino e tutti i compagni di Sel che governano la cultura a Cagliari e in Regione hanno avuto un anno di tempo per opporsi al progetto di Pigliaru (o quantomeno di presentarne uno in linea con le attese della città): perché non lo hanno fatto?
Io purtroppo le parole di Pigliaru le hi sentite solo oggi per caso smanettando su Youtube: loro no. I cari compagni di Sel un anno fa c’erano, erano lì. E hanno taciuto.
Come oggi, d’altronde.
Pingback: Sardegna Ricerche all’Ex Manifattura: un anno fa Pigliaru lo aveva già annunciato! Zedda e Firino perché hanno taciuto? | gpieroblog
Delibera discutibile.
Arte e Scienza potrebbero sicuramente convivere. Anzi. Dovrebbero. A beneficio della Cultura.
Ma non si capisce perché a gestire l’insieme di arte e scienza deve essere l’emanazione (ancorché istituzionale e tutta da giusrificare) di uno dei due. Sarebbe come se a gestire un luogo destinato a scienza e arte venisse chiamato un organismo afferente solo alla seconda.
P. S. Poi, visto che la domanda è stata posta, sarebbe interessante indagare sui costi della struttura di Pula; sui maggiori costi rispetto a una eventuale (e possibile) soluzione a Cagliari; sugli insuccessi dovuti alla distanza dai luoghi che contano in questi casi (Polaris dista 51 km dalla cittadella universitaria di Monserrato e 47 km dall’aeroporto di Elmas); sui danni culturali e morali (per pubblicità ingannevole) derivanti dalla bufala della “silicon valle del mediterraneo”; sulla totale inutilità di un parco tecnologico dentro un parco demaniale a sua volta inserito in una zona a vocazione turistica; su quanto si sarebbe potuta sviluppare quella zona (in chiave turistica) se al posto della cattedrale nel deserto (8 edifici di cemento nel bel mezzo del bosco) si fosse fatto come in altre regioni europee (parchi a tema ecc) e così i pulesi impiegati nel parco non sarebbero stati due (2) come accade ora ma 20 o forse anche 200…
Grazie
Da operaista culturalista più che da operatore culturale, ricevo lo schiaffo dal governatore ma non porgo l’altra guancia. Bisognerebbe fare il conto e la distinta di tutte le guance di cui sono dotati i cosiddetti operatori culturali per rilevare quanti segni di schiaffo sono ancora rintracciabili su quelle gote. Gli schiaffi appartengono al repertorio della cultura materiale, l’unica forma di cultura tangibile e riconoscibile. Con una risata non eravamo riusciti a seppellirli. Ora, siamo in attesa che un loro algoritmo definitivo ci seppellisca, a sua volta. Rimbocchiamoci le maniche per rimettere le mani in pasta e sfornare manufatti culturali come fossero mattoni di terra cruda o cotti al forno… naturalmente in Manifattura.
ieri 28 aprile, in una nota trasmissione radiofonica cagliaritana, è stato riproposto il brano di Piero Marras ‘Il figlio del Re’ il cui testo termina così:
“prenderò la tua speranza, vecchio servo… ne farò la mia allegria”.
Ecco, questa è per me l’estrema sintesi e il senso delle scelte della nostra stimata classe dirigente.
Sono d’accordo con Giua. L’edificio di Piscina Manna è orribile. Perché gli enti che bloccano tante opere non sono intervenuti?
Sì, Zedda era lì a sua insaputa.
Ogni tanto mi chiedo se sia anche sindaco a sua insaputa.
Giocherellava con lo smart !
Scintille che scoccano, idee di cultura tradizionali “giusta al cubo”, la silicon valley, parchi teconologici costruiti in mezzo nel nulla…
Bla, bla, bla
Ma almeno l’assessora era attenta.
humus, l’humus, l’università, bla bla bla
Il sindaco ammiccava a qualcuno nel pubblico, era molto attento (!).
Non stavano realizzando manco da lontano cosa stava dicendo Pigliaru.
Applausi
Grande Biolchini che l’hai scovato.
E io sono uno di quei 161 che lo ha visto !
Pochi ma buoni.
Gentilissimo Vito,
ho avuto modo di vedere il video da te indicato, ma anche gli altri della stessa serata. Li conoscevo già in realtà, ma ho dovuto riguardarli con pazienza e attenzione dopo il tuo articolo.
Onestamente non ho trovato quanto scrivi, anzi, al contrario se la volontà di Pigliaru era già allora quella che la delibera dell’8 aprile 2016 ha poi rivelato, a parer mio nemmeno Zedda e la Firino ne sapevano nulla, tant’è che sia la mattina che nei loro interventi successivi a quello di Pigliaru, continuano a parlare di Fabbrica delle Creatività.
Credo sia opportuno valutare le cose per ciò che sono. Nei video (in tutti non solo quello che tu hai indicato) in realtà si percepisce solo la volontà di ampliare la Fabbrica delle Creatività e affiancarvi il settore dell’innovazione tecnologica. Da operatore culturale quale sono, onestamente questa non poteva che essere un’ottima notizia che sposo a prescindere.
Ben altro invece è stata quest’ultima delibera, appunto dell’8 aprile 2016, che ha eliminato totalmente il vecchio progetto senza tener conto delle parti interessate, prima fra tutte quella del panorama culturale. Senza contare che i fondi utilizzati per le ristrutturazioni della struttura erano destinate proprio alla Fabbrica delle Creatività.
Ovviamente spazio al dubbio, ci sarà spero modo di confrontarsi.
Gentile Paolo,
se si ascolta il video di Pigliaru si capisce perfettamente che per lui il progetto della Fabbrica della Creatività è un progetto “vecchio” in cui le “vecchie” arti non hanno cittadinanza. I compagni di Sel hanno continuato a recitare la loro parte, probabilmente allora inconsapevoli. Ma questa inconsapevolezza non può essersi trascinata fino all’8 aprile scorso. Ti sembra normale che una delibera del genere arrivi in giunta (e venga perfino approvata) senza che l’assessore alla cultura ne sapesse nulla?
Gentile Vito,
hai perfettamente ragione, pigliaru definisce vecchio il progetto originario. Ma dice anche che il suo sarebbe stato uno degli ingredienti e nello specifico il suo era quello dell’innovazione tecnologica. E qui, onestamente, a noi operatori avere come vicino l’innovazione tecnologia farebbe più che comodo, anche perchè startup vuol dire anche investitori/investimenti… e noi operatori culturali abbiamo due problemi fondamentali, spazi e risorse.
Poi se i politici che hai indicato sapevano e hanno taciuto, in cuor mio ti rispondo che allora anche noi operatori abbiamo taciuto e solo adesso, dopo questa scandalosa delibera, ci stiamo incazzando, passami il francesismo. 😉
E no, assolutamente non mi sembra normale che una delibera simile arrivi in giunta sana e salva, ma dalla delibera si deduce che il mandato è stato affidato ad altro Assessorato, ergo, l’Assessorato alla Cultura rappresentato da Claudia Firino, è stato estromesso.
Ahimè, nella mia estrema ingenuità probabilmente me ne sarei dovuto accorgere prima, ma consapevole di essere ingenuo, sono abituato a esigere le cose scritte e per quanto mi riguarda le parole stanno a zero e la delibera va cambiata, e in questo, passami un altro francesismo, non ci sono cazzi che tengano.
Prima hanno devastato Piscina Manna e adesso chiudono? Complimenti per le scelte.
Senza parole
Stefano Giua