Dallo scorso 2 novembre il sindaco di Cagliari Massimo Zedda attende l’ufficialità della ricandidatura da parte del Pd. Sono infatti passate cinque settimane da quando il segretario cittadino Nicola Montaldo disse pubblicamente “venerdì diamo il via libera”: evidentemente c’è qualche problema. La questione è semplice: il Pd non si fida di quel che resta di Sel (all’opposizione del Pd a Roma e al governo con i voti del Pd in Sardegna e a Cagliari) e vuole un atto di sottomissione totale. Insomma, Luciano Uras e Massimo Zedda devono prendere la tessera del Pd prima delle elezioni, non dopo. Chissà come andrà a finire.
Il centrodestra è nel caos. Il suo candidato naturale, il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Giuseppe Farris, due giorni fa ha annunciato di non volerne più sapere e auspica una candidatura proveniente dalla società civile. Scelta comprensibile: il polo civico dell’ex senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Piergiorgio Massidda (al momento l’unico candidato sindaco in campo fra tutti gli schieramenti) esercita una fortissima attrazione tra gli elettori di centrodestra, mentre lo schieramento sedicente civico che si riconosce intorno ai Riformatori del deputato Pierpaolo Vargiu e all’esponente della destra Giandomenico Sabiu, domenica prossima celebrerà le sue primarie: non senza essersi già diviso, visto che Sabiu ha annunciato che in caso di vittoria confluirà nel centrodestra mentre Vargiu annuncia di voler sfidare Zedda (secondo me invece alla fine il deputato sarà alleato del Pd, ci scommetto un euro).
I Cinquestelle avevano promesso che entro il 4 dicembre avrebbero presentato lista e candidato sindaco: non pervenuti. Non è che finirà come per le regionali?
In questo caos molto poco organizzato domani, martedì 8, Cagliari Città Capitale si presenta ai cittadini e alle altre forze che intendono muoversi al di fuori dei due schieramenti italiani di centrodestra e centrosinistra: l’appuntamento è per le 18 al Jester Club di via Roma 257. E io ci sarò, per dire la mia sulla cultura in città.
Sia chiaro, alle prossime comunali non mi candiderò ma questo non significa che non darò il mio contributo di idee al dibattito: anche per evitare che qualcuno in maniera strumentale si appropri del mio silenzio o mi attribuisca vicinanze che non esistono. Eppoi sapete come la penso: secondo me solo chi è in grado di governare la complessità che un settore come quello culturale presenta è in grado di governare bene. In pratica, chi fallisce nella cultura, fallisce in tutto il resto. Ecco perché la cultura è importante.
Cosa succederà dunque domani? Che parleranno sia i rappresentanti delle forze e delle associazioni che hanno dato vita allo schieramento, sia ospiti che porteranno il loro contributo e il loro punto di vista, tra cui l’ex consigliere comunale Gianni Loy e il giornalista Paolo Matta.
“Tutti propongono candidati sindaci, noi proponiamo un progetto” è un po’ il nostro tormentone. Anche perché alle elezioni mancano sette mesi ed è bello provare ad allargare lo schieramento a forze vive, mortificate dall’attuale situazione politica.
I punti cardine del progetto li trovate nel sito Cagliari Città Capitale e si possono riassumere molto facilmente: autodeterminazione della Sardegna, nuovo modello di sviluppo sostenibile, maggiore attenzione per le politiche per il lavoro anche su scala comunale, rilancio dei temi legati alla cultura e una nuova politica per la casa.
La serata sarà moderata dal coordinatore del tavolo di Cagliari Citta Capitale Enrico Lobina, che interverrà insieme a Laura Fois di ProGres, Pierluigi Marotto di Sardegna Sostenibile e Sovrana, Silvia Nurchi del Circolo Me-Ti, Roberto Loddo di Altra Europa, Marianna Pilleri di Costituente Sardista, Ivo Murgia del Circolo Chavez, Maurizio Megna di Insieme per Pirri, mentre sul palco porteranno il loro contributo anche Luisa Sassu, Riccardo Schirò, Maria Demurtas e il sottoscritto.
Sulla cultura a Cagliari ci sarebbe molto da dire, posto che nemmeno il Pd osa più difendere Zedda su questo punto. Finanziamenti, spazi, condivisione delle politiche di intervento con gli operatori: se bastasse fare gazzosa, il programma sarebbe bello che già pronto. Ma come ci insegna l’esperienza della giunta Pigliaru, fare gazzosa non serve più. Bisogna arrivare al governo di una amministrazione con le idee chiarissime e progetti già definiti, per evitare che in questo momento di crisi si dissipi la risorsa più scarsa che c’è in circolazione: il tempo.
Dunque l’impegno per chi oggi intende proporre idee nuove per la città deve essere quello di non fermarsi all’enunciazione di principi e di intenzioni ma di mettere in campo ipotesi di intervento che il giorno dopo dell’insediamento della giunta possano diventare concrete azioni di governo.
Solo se Cagliari Città Capitale riuscirà a fare questo sarà veramente una forza alternativa.
Poi c’è chi ci stoppa prima di fare ogni ragionamento politico e ci dice “Ma dove volete andare?”, “Ma chi è il vostro candidato sindaco?”. Domande corrette: ma non a sette mesi dalle elezioni. Perché prima di raccogliere (poco o tanto lo decideranno i cittadini), ci piacerebbe seminare.
Dott. Biolchini… ma lei si candida? Non sarebbe mica una cattiva idea…
Nooooo! Già annunciata da tempo urbis ed orbis la mia non disponibilità alla candidatura.
Fra sei mesi eleggiamo il nuovo sindaco di Cagliari. Sta per iniziare, anzi è già iniziato, il solito stantio rituale.
In primo luogo, tanto per cambiare, il sindaco uscente Massimo Zedda è contestato sia dalle opposizioni, cosa naturale, ma anche da quella che dovrebbe essere la maggioranza.
Insomma: non ha fatto niente, tutto negativo, avanti un altro.
Interviene adesso uno dei peggiori difetti di noi italiani, compresi noi sardi, naturalmente, perché chi dice che noi non siamo italiani è da ricoverare per un TSO.
Cerchiamo tutti il pelo nell’uovo.
Cosa significa? Faccio un esempio sottile: se per ipotesi esistesse un politico perfetto, uno che riceve lodi da tutto il mondo, di ogni fede politica, noi, appunto per cercare il pelo nell’uovo, diremmo: “sì, va bene, ma…”, oppure “sì, è straordinario, però…
Come dire: pur di criticare, diremmo che non è bravissimo, perché non ci piace il colore della sua cravatta, o della sua camicia, o del suo cinto…
Perché abbiamo questa prerogativa? E’ un qualcosa che deriva dal nostro DNA, dalla nostra cultura e, se proprio devo aggiungere, dalla nostra superbia e gelosia. Avessi tempo, potrei scrivere qui un intero volume su questo nostro carattere scellerato.
In questo aspetto, la “sinistra”, questa parola che raggruppa cento anime, la fa da protagonista.
Ma il bello deve ancora avvenire: siamo solo all’inizio, e sarà anche un divertimento seguire le varie fasi.
Prepariamoci a leggere da parte di stampa, opinione pubblica, televisione, e tutto quanto ha a che fare con l’informazione, comprese le autorità religiose, tuoni e fulmini contro Massimo Zedda.
Verranno resuscitati anche i morti. Pioveranno come le ciliege foto con cassonetti fuori posto, immondezza in eccesso, qualche ratto che scorrazza a Is Mirrionis, Massimo Cellino che spara a zero contro Zedda, Abbanoa che tartassa i poveri sardi, l’assenza nella metropoli cagliaritana di un secondo aeroporto per colpa del sindaco che invece pensa ai rom….
Io mi sto preparando…e immagino quante risate mi attendono.
Poi ci sono quelli di sinistra duri e puri, insomma, alla Fassina, Civati, Landini, tutti coloro, cioè, che se te li trovassi di fronte e ponessi loro alcune secche e incisive domandine, fuggirebbero all’istante per evitare figuracce.
I cosiddetti “acculturati”, insomma, bravi nella teoria, ma insignificanti nella pratica.
In generale, hanno le caratteristiche del popolo italiano quando si parla di calcio: tutti maestri, tutti dirigenti, tutti con una formazione titolare perfetta, tutti pervasi da un “io” che lascia sbalorditi. Tutti che hanno la ricetta vincente.
Fossi al posto del sindaco Zedda, mi preparerei a sorridere.
Eppure noi italiani, in quanto tutti, come sappiamo, saccenti e invidiosi degli altri, qualche problema interiore ce lo dovremmo porre.
Neanche per idea: la colpa delle brutture non è mai nostra. Noi siamo innocenti, noi siamo acculturati, noi siamo intellettuali…noi ci limitiamo a criticare, e se qualcuno ci dice di entrare nel campo e risolvere i problemi…sapete cosa gli rispondiamo: vai aff.. sei ignorante, io non scendo in campo perché ho altre cose da fare, devo dar da mangiare al canarino, allenarmi ore al giorno con l’iPhone, seguire le trasmissioni di Bonolis, vedere striscia(la notizia).
Il nostro unico compito è criticare e dire che nulla è fatto bene.
Siamo sessanta milioni di buzzurri.
Naturalmente io che scrivo queste cose sarò considerato uno che non capisce niente.
Si sbaglia, gli unici che non capiamo niente siamo noi …
Le consiglio un bel tour nel quartiere Is Mirrionis, per notare come e’ amministrata la nostra citta’ .
Seu passau in sa prazza de San Michele, ceee ma du scisi che si biri sa cresia? , mi anta nau ke su muru da nascondiara e non fia beru, oioi ma ndinaranta de scimproriusu
Comprari’ una bella pariga de ollierasa .
arribbau su zurpu olimpiu
E arribau sa sentinella de massimeddu !
esti arribbara una ki non cumprendi nudda
Buona l’ultima frase
voi fate le riunioni, quello intanto manda lettere che sconvolgono il mondo conosciuto
Minca, un vero successo questa iniziativa. Due commenti due in 3 giorni..
Sì, ma 120 persone presenti in sala 🙂
Ed almeno altre 100 che non sono riuscite ad entrare 🙂
piazze (sale) piene, urne vuote,
eh.. i fans di massimeddu diventano sempre più nervosi…
Insandu cumenti est andada? Ita t’est praxu e ita no? Imoi ti at a tocai a scriri un’atru articulu
Tutte, o quasi, persone di valore, ma i voti? e dire che la cultura è il solo metro di paragone mi pare un azzardo.