Si vede pure dall’aereo! (foto Olliera)
Fossi stato un giornalista, un giornalista vero, uno di quelli che ha un lavoro solo e che quando si presenta nei posti viene chiamato col nome della sua testata; uno di quelli che non parla a titolo personale ma incarna il verbo della sua testata; uno di quelli che vive più in redazione che a casa (e che quindi non ha trasformato la sua casa in un simulacro di redazione); se fossi stato un giornalista vero, con tutti i crismi (e lo sono stato, ve lo assicuro, so di cosa parlo), di quelli che possono scrivere quello che vogliono che tanto c’è uno studio legale pronto a proteggerlo dalle querele intimidatorie; ebbene, se fossi stato un giornalista così io oggi alle 16.00 mi sarei presentato alla conferenza stampa convocata nella sala Giunta del Municipio di via Roma a Cagliari, e avrei fatto qualche domanda su San Francesco di Stampace.
Mai occasione sarebbe stata infatti più propizia: dall’altra parte del tavolo mi sarei trovato tutti assieme il sindaco Massimo Zedda, l’assessore ai Lavori Pubblici Luisa Anna Marras con il dottor Marco Minoia (già Soprintendente archeologo della Sardegna appena nominato Segretario regionale del Mibact Lombardia), l’architetto Fausto Martino (Soprintendente delle Arti e Paesaggio per le Province di Cagliari e Oristano) e il presidente della commissione consiliare ai Lavori Pubblici Maurizio Chessa.
Certo, la conferenza stampa è stata convocata per fare “il punto sui lavori nel Corso Vittorio Emanuele dopo le verifiche effettuate sui ritrovamenti archeologici nella zona”, ma io ne avrei approfittato per fare qualche domanda su ciò che sta avvenendo nel complesso monumentale che sta lì, proprio a due passi (e non per modo di dire) dagli scavi.
Al sindaco Zedda e all’assessore Marras avrei fatto queste semplici domande.
Perché il Comune di Cagliari ha consentito che un bene monumentale di tale importanza venisse acquistato da un privato, posto che la Regione (prima con una giunta di centrosinistra, poi con una di centrodestra) aveva già attivato il meccanismo che avrebbe portato all’acquisizione del bene al patrimonio pubblico?
La stessa domanda chiaramente l’avrei fatta anche ai dottori Minoia e Martino, chiedendo loro lumi sul procedimento di prelazione, che evidentemente il ministero non ha ritenuto opportuno dover esercitare.
Ai nostri amministratori comunali avrei poi chiesto come sia stato possibile, in assenza di un piano particolareggiato del centro storico e senza che il piano urbanistico comunale fosse ancora adeguato al Ppr, consentire ad un privato (con una semplice licenza edilizia), non solo la possibilità di effettuare lavori di restauro sul complesso monumentale, ma anche di ripristinare volumi scomparsi oltre cento anni fa, e tutto questo in un bene sottoposto a vincoli di ogni genere e natura. Incredibile, vero? Eppure è così.
Attenzione: sono in grado anche di predire alcune risposte che le Signorie Loro mi avrebbero certamente dato. Mi avrebbero detto che l’operazione è perfettamente legale, benedetta nientemeno che da una “conferenza dei servizi”: come se io non ricordassi che in questa città anche gli scempi di Tuvixeddu, dell’Anfiteatro romano, del Poetto e della Scala di Ferro sono stati tutti autorizzati da una conferenza dei servizi.
Amministrazioni varie e soprintendenze erano tutti d’accordo: come stavolta, d’altronde.
Poi mi sarei tolto anche qualche altra curiosità: come mai l’imprenditore che ha acquistato il complesso monumentale con la sua società, oggi mette in campo una fantomatica fondazione per la gestione dello stesso? Si può vedere l’atto costitutivo della fondazione? Da chi è composta? Con quali scopi? È possibile pretendere un po’ più di trasparenza?
Come mai il comune di Cagliari, che fa conferenze stampa su tutto, su questa operazione ha tenuto un silenzio assoluto? Bisognerebbe vantarsi pubblicamente di una operazione di questo genere, o no? Perché invece si ha l’impressione che di San Francesco di Stampace proprio non si debba parlare?
Ora però l’operazione non può più passare inosservata. L’imprenditore la sta pubblicizzando nientemeno che in via Roma, con un gigantesco telone che copre il ponteggio tirato su davanti alla facciata della Rinascente: si vede anche dall’aereo. E ci sono pure i logo del comune di Cagliari e di “Cagliari Capitale italiana della Cultura 2015”.
Certo, la punteggiatura forse la lascia un po’ a desiderare, ma il messaggio è chiaro: qualcuno vuole regalare alla città un bene che appartiene a Cagliari da quasi ottocento anni. Bisognerebbe essere grati ad imprenditori così illuminati. E in effetti qualcuno lo è.
La pubblicità è gigantesca ma a non vederla continuano ad essere in tanti, compresi i nostri amministratori comunali e regionali (neanche una misera interrogazione, una di quelle che non si nega a nessuno), consiglieri che forse conoscendo le amicizie politiche dell’imprenditore temono di sembrare irriguardosi, di essere inopportuni. Fare domande è maleducazione, non sta bene. Per questo io oggi alle 16 sarò da un’altra parte.
State tranquilli, andrà tutto bene.
Post scriptum
Sullo stesso argomento in questo blog potete leggere i seguenti post:
Dieci domande su San Francesco di Stampace: tutto bello, ma l’autorizzazione della soprintendenza dov’è? (1° agosto 2015);
San Francesco di Stampace, risponde Carlo Scano: “È tutto in regola”. Bene, ma ho ancora quattro domande da fare (3 agosto 2015);
Museo archeologico, Anfiteatro, Tuvixeddu: ma non eravamo Capitale della cultura? Intanto a Stampace… (del 27 agosto 2015).
A me per adesso sembra un immondezzaio in pieno centro. Chiediamoci se in qualche città civile sarebbe stato tollerato per più di 5 minuti… Ben vengano le iniziative intelligenti che recuperano spazio alla vivibilità e eliminino l’indecenza.
San Francesco di Stampace? Detto, fatto!
Non appena Maninchedda e il suo fido Francesco Sedda (sempre insieme ad alcuni indipendentisti della categoria “falliti”) hanno letto della chiesa, hanno deciso che sarà nel programma per Cagliari 2016. Ci sarà anche il Porto (ora che sono riusciti a far fuori uno dei loro alfieri che lavorava proprio sulla portualità) e ovviamente l’Ente Lirico. Che dire? Pobrecito!
Considerando l’assoluta mancanza di risposte anche alle più semplici domande dall’inizio della legislatura nonché la particolare allergia alle domande di questa amministrazione credo proprio che anche poste queste legittime questioni sarebbero cadute nel vuoto. Per coloro come questi che sono abituati a lunghi monologhi (leggere l’Unione in cui un giorno sì e l’altro pure c’è un assessore che se la canta e se la suona da solo, molto spesso Mauro “Rotondolo” Coni) è un’offesa trovare un giornalista che fa il proprio lavoro.
In attesa della supercazzola/flame di Fourthciucciu. Distinti saluti.
Io sarei stata curiosa di sapere le risposte, se le domande fossero state davvero poste in quella conferenza stampa. Sono domande che riguardano scelte “politiche”, perché presumo che non vi siano illegittimità nel procedimento, ma chiedere all’amministrazione pubblica il perché di certe decisioni penso sia molto interessante…
Certo che il Quarto Mulo è un bel calcio alle palle oltre che Vitodipendente.
Sondaggio Unione:
È giusto dare fondi ai privati per riqualificare gli edifici storici nel centro della città?
SI 64% NO 36%
(Continuiamo così, facciamoci del male)
Hasta siempre Zio Zack
Qui le domande sono chiare, il giornalista puntuale e le risposte, anzi, gli insulti gratuiti, da fonti anonime.
Pecore e pecorai.
E gli immancabili servi del padrone.
Ancora perdi tempo in questa città Vito…
Tutti nel loro brodo li farei cuocere.
Le domande non sono domande ma semplici congetture, le risposte sono negli atti, basta informarsi, anzi basta una semplice visura ipotecaria nella quale devono risultare i vincoli posti dal Mibac sul bene, in genere si tratta della preventiva autorizzazione della competente Soprintendenza ai progetti relativi a manutenzione, restauro conservativo o cambi di destinazione d’uso, di non alterazione del rapporto spaziale e visuale con il contesto di di riferimento, l’inserimento di elementi che alterino le caratteristiche composite o le finiture originali, la regolamentazione dell’apertura al pubblico ecc.ecc..
Sugli insulti bastano le sue parole “pecore, pecorai, servi del padrone”.
P.S. il pecoraio (pastore di pecore) è un mestiere nobilissimo, per lei è un termine dispregiativo, qui si misura la distanza tra me e lei.
Drogato!
Tutto qui quello che sai dire? capisco che la mancanza di argomenti ti porti a ripetere pappagallescamente sempre il solito insulto, aggiornarì.
Tanti auguri per la prossima campagna elettorale, solo nel ruolo di spin doctor o ti candidi? scommetto sulla prima.
P.S. letto il D.Lgs. 42/2004? dai non è difficile, se sono riuscito io a capirlo figurati uno studiato come te.
Questo è il tuo dodicesimo commento a questo post. Poi non ho ragione!
Tredicesimo: continui a non rispondere
Ci tengo a mantenere le distanze, per carità. A me quelli che non si firmano e insultano gratuitamente mi fanno schifo. Ho scelto un’altra strada nella vita, la trasparenza. Sono diversa da lei. Ma sono anche sicura che gente come lei, in questa città così provinciale e piena di zerbini, potrei trovarmela davanti ad ogni piè sospinto. Magari parlarci anche e stringergli la mano e avere in cambio anche un sorrisetto di compiacimento per avermi ingannata. Gente come lei, che insulta nel più fetido anonimato, non si merita niente. Comunque, per inciso, non credo che Biolchini abbia preso pappine ai casotti, sa perché? Perché biolchini girava scortato dai suoi cugini tanto adorati quanto diciamo un po’ “nervosetti”, e se solo qualcuno avesse torto un capello al piccolo Vito… Non avrebbe camminato dritto per un po’. Ma come dire, come sono fatti i clan dovrebbe saperlo meglio lei.
Lei zoppica per caso?
ps: il parallelo con i pastori, i servi e i pecorai non offende la categoria in quanto tale, lo capirebbero anche le pietre, ma è perfetto per definire lei.
LA LUCIDA ( quella bionda)
Mi citi un solo insulto che abbia rivolto al biolchini? neanche uno, solo domande senza risposta.
Tanti saluti signora anonima Lucida, bionda o bruna, ma sempre anonima e lei sì spargitrice di insulti “fetido, zerbino, schifoso”
Anonima io? Hai ragione, da assidua frequentatrice e commentatrice del blog, ho dato per scontato che sapesse chi sono. Ma del resto non è così contato per lei e per molti. Rimediamo subito. Chieda ai suoi amici del comune di Cagliari, tranquillo che glielo lo dicono loro chi sono io. Riconfermo fetido e zerbino. Schifoso era generico, diretto alle persone che perpetuano certi atteggiamenti, ma se lei si riconosce in tali, glielo lascio tutto tutto. Spero di incontrarla presto, sarà sua premura venire a presentarsi. Ho pazienza, non ho fretta.
Anonima insulti perché non hai argomenti? auguri per i prossimi incarichi.
Se vuoi ti faccio un riassunto:
una mia vicina aspetta da due anni l’autorizzazione per una cazzo di finestra. Qui c’è gente, che tra autorizzazioni veloci e inciuci di potere tira su appartamenti e musei in 3,2,1 su patrimoni culturali protetti e di TUTTI, e non solo si spaccia anche come fondazione, nata solo per questa nobile causa. Argomenti ne ho, ma non ti piacciono.
p.s.: girano voci che in città ci sia una moda tra i costruttori. Non appena si dovesse trovare qualche reperto la regola è :” Oh Giannetto, getta cemmento de pressi!!! ”
Asco’ o Forth commenti ti tzerriasa… Bai ponirì barberi.
Siete sicure, voi lucide di non servire un padrone ?
Beh… Sì! Effettivamente il nostro produttore è un vero e proprio schiavista! Ma sei Colin Firth o Colin Farrel?
IL Colin da cui ho preso il nick non fa parte della vostra cultura , non arriverete mai a capire chi sia . Avete capito benissimo a quale padrone mi riferisco …
No. Non ho capito. Nome e cognome del padrone e sono pronta a rispondere. Però fallo … Tira fuori le palle,
Il piu’ potente dei cattivi padroni…
Satana. Beh… Devo ammettere che mi suscita molto fascino, ma ancora non l’ho incontrato.
Povero Vito, non avendo più argomenti sfarfalli, non sei riuscito a smontare una sola delle mie affermazioni, e poi dovresti ringraziarmi, ormai sono uno dei pochi che continua a leggere i tuoi post, e dei pochissimi che interviene, e poi mi chiedo, se davvero ti consideri un giornalista perché non sei andato in conferenza a fare le domande giuste? paura delle figure di m….?
P.S. ndasi pigau de zugarasa a su poettu, a su bar di raimonda alla sesta, lassa perdi, e puru a sa bottega de babbu Biolchini in via Ospedale, a si biri
Lo vedi che torni, lo vedi! Drogato!
Eja, ma tu non rispondi, Vito il farfallone, mancu malisi ki sesi acculturau, a bligliardino non fiasta bonu
Eh, solo a biliardino! Drogato!
oh Fourthcicciu è inutile piu’ scrivi e piu’ ti confermi una SENTINELLA di Massimo Zedda, questo è amore vero non riesci a vedere gli orrori che ha fatto alla citta’ di cagliari ha promesso di tutto e di piu’ e purtroppo continua con slogan antigusu che hanno un profumo e sapore antico !
De itta ses kistionendi? profumo e sapore antico? eja amaro lucano, ahahaha.
Piuttosto sai darmi un tuo parere sull’argomento o sei anche tu un legionario delle truppe cammellate pronte alle grandi manovre preelettorali?
Miei amici? ma di cosa stai parlando? stai girando in tondo perché non hai argomenti, leggiti il decreto Urbani invece di fare gazzosa e cerca di essere serio, il titolo di questo pseudo articolo è ” San Francesco di Stampace: c’è ancora qualcuno che vuol far finta di non vedere?”, insinuando che dietro questa operazione ci sia qualcosa di poco chiaro, allora dicci cosa, secondo il tuo illuminato parere, nasconde questa operazione e quali interessi ci sarebbero dietro visto l’interessato silenzio, sempre secondo te, delle Amministrazioni?.
Capisco la tua scarsa dimestichezza in fatto di procedimenti amministrativi e bilanci pubblici, meglio dilettarsi di fuffa sovranista che confrontarsi con la vita reale.
Io non insinuo nulla: io dico, affermo, scrivo e firmo. Tutte cose che fai anche tu: tranne l’ultima.
Insinui che io abbia “amici” tra chi dovrebbe rispondere, mi dispiace davvero tanto per te, ormai il livore che tracima dai tuoi post ha raggiunto vette altissime.
Tanti saluti Biolchini
Tanti saluti, Anonimo. Ma tanto lo so che torni, non puoi fare a meno di me. Ora però non perdere tempo col blog, corri alla conferenza stampa che così ci racconti come è andata!
In effetti non posso fare a meno di contraddire le tue strampalate affermazioni, non andrò ad alcuna conferenza stampa, ho di meglio da fare.
Un tempo quando prendevi pappine ai casotti della sesta fermata, oggi rimedi brutte figure non riuscendo a confutare una solo delle tue tesi
E chi me le dava le pappine ai casotti, tu? Ebbbbaaaaaaaa! Lo vedi che sei tornato? Non puoi farne a meno, sono la tua droga.
Signor fourthciucciu, lei conosce il significato della parola confutare? Comunque provi con la camomilla.funziona e non ha effetti collaterali. Mi saluti i procedimenti amministrativi e vada a leggersi il dizionario della lingua italiana
Ecco le Biolchini Girls
Io che livore non ne ho e faccio solo domande ne faccio una, come è possibile costruire su un bene tutelato ? Le risulta che un privato cittadino possa ricostruire parti mancanti di un bene , che so, parti mancanti dell’ anfiteatro romano.
Muttly, nonostante la censura del Biolchini cercherò di risponderle, nei decreti di vincolo emessi dal Mibac sono indicati chiaramente gli interventi consentiti e soprattutto quelli non consentiti, in ogni caso devono essere preventivamente autorizzati dal Mibac stesso, i vincoli sono obbligatoriamente riportati nel rogito notarile e trascritti, a cura del Mibac, nella Conservatoria dei beni immobiliari. Compito delle Amministrazioni è quello di vigilare affinché tali vincoli vengano rispettati.
Per il caso specifico non sono a conoscenza se il vincolo consenta o meno la ricostruzione parziale del manufatto, basterà chiedere, trattandosi di atto pubblico, l’estratto del vincolo.
Spero di averle chiarito la questione.
Ma cali censura! Ne devi mangiare di panini prima di essere censurato!
Quindi qualcuno del Mibac deve avere autorizzato questi lavori e deve anche averli trascritti nel rogito, giusto ? E tutto questo deve risultare in dei documenti pubblici
I lavori devono sempre essere autorizzati dal Mibac, trattandosi di beni vincolati, nel rogito sono trascritte le tipologie di intervento previste e, soprattutto i divieti e le limitazioni imposte al proprietario
Ancora con questa storia? ma hai mai letto il D.lgs. 42/2004 (codice Urbani)? prima di scrivere informati. L’eventuale diritto di prelazione presuppone che l’Ente Pubblico interessato versi la medesima somma pattuita nel rogito, sottoposto a sospensione, al privato acquirente.
Nel caso di una Amministrazione Pubblica qualunque somma in uscita deve essere prevista nel bilancio in apposito capitolo e correttamente motivata, nel caso di bene vincolato, ai sensi del suindicato D.lgs., il bene, anche se di proprietà privata, rimane sottoposto a vincoli precisi (indicati nel decreto di vincolo), quali: tipo di interventi concessi; autorizzazioni al Ministero per tutti i lavori; fruibilità del bene da parte del pubblico ecc.ecc.
Compito della P.A. è, come giusto che sia, vigilare sulle tipologie di intervento future, il resto è gazzosa ad uso e consumo dei futuri candidati del movimento neosovranistapopolarsocialminoritar alle comunali 2016
E quindi? Cosa mi vorresti dire? Che hai risposto alle mie domande al posto dei tuoi amici? Non direi proprio!
Chi, cosa, dove, quando, perché. Ma anche stasera le risposte saranno preconfezionate e le domande “risponderanno” di conseguenza. Ti auguro un pomeriggio più proficuo.
E lo sarà di sicuro! 🙂