Figuracce
“All’entrata nessun materiale informativo e nessuna indicazione. Le opere e il palazzo sembravano abbandonate al loro destino”. Benvenuti al Museo Archeologico di Cagliari, la “casa” dei Giganti di Mont’e Prama. Sì, proprio loro, gli eroi ripetutamente esaltati da ministri, sottosegretari, presidenti di Regione e assessori, che ora si scopre dall’Espresso che sono tutto tranne che valorizzati in maniera adeguata alla loro fama.
Poche chiacchiere: di chi è la responsabilità di questa figuraccia a livello nazionale?
A poche centinaia di metri dal museo c’è Anfiteatro Romano: è aperto alle visite solo il fine settimana (ne avevamo già parlato), mentre la l’orrenda legnaia, che l’amministrazione Zedda aveva annunciato quattro anni fa di voler smantellare, sta ancora lì.
Adiacente l’Anfiteatro c’è l’Orto dei Cappuccini, un bellissimo spazio verde con una straordinaria grotta, utilizzata come cava e probabilmente come deposito d’acqua quando nell’arena si svolgevano le battaglie navali. L’amministrazione Zedda quattro anni fa ne aveva annunciato il recupero: non è ancora successo nulla.
A ridosso dell’Orto dei Cappuccini si trova l’Orto Botanico. Presente in ogni guida turistica, è gestito dall’università ma resta chiuso il fine settimana. Sull’Unione Sarda di due giorni fa (il quotidiano da domenica sta pubblicando articoli molto interessanti sullo stato di abbandono del patrimonio monumentale cittadino) il rettore Maria Del Zompo annuncia che chiederà al comune di riattivare quella “convenzione ormai scaduta e che garantiva la disponibilità di risorse per pagare lo straordinario ai lavoratori dell’orto botanico nei giorni festivi”.
Quindi se l’Orto Botanico il fine settimana è chiuso, la responsabilità di chi è?
Anfiteatro romano, Orto dei Cappuccini e Orto Botanico sono tre luoghi della cultura, del turismo e della memoria pochissimo fruibili: però sulla stampa l’assessore comunale alla cultura Enrica Puggioni (ad oltre quattro anni dal suo insediamento) continua a venderci il progetto di un unico percorso che li valorizzi. Se ne parla dai tempi immemorabili della giunta Delogu, ancora nessuno ha fatto neanche un passo in avanti. Solo annunci.
Dall’Orto Botanico alla Villa di Tigellio il passo è veramente breve. L’area archeologica è aperta ma, come ci spiega l’Unione (ed è costretta ad ammettere perfino l’assessore Puggioni), è pochissimo frequentata: appena 972 biglietti staccati dal 1° gennaio al 23 agosto. Come mai?
Spostiamoci ad ovest e raggiungiamo la famosissima necropoli di Tuvixeddu. Il comune da qualche mese ha aperto il parco: peccato che non ci vada praticamente nessuno. “C’è poca informazione”, si lamentano gli operatori che gestiscono il monumento.
E l’informazione chi la deve coordinare?
Attenzione, ci stavamo dimenticando della Basilica di San Saturnino, gioiello della prima cristianità e presente in tutte le guide turistiche! Sapete quali sono i suoi orari di apertura? La domenica mattina, per la celebrazione della messa…
Bene fermiamoci qua.
Capisco che la gestione del patrimonio monumentale non è cosa semplice, anche perché è di competenza di più soggetti (che però qualcuno dovrà pur prendersi la briga di coordinare).
Viste le difficoltà e alla luce di questa incontestabile situazione denunciata dalla stampa nazionale e locale, io vorrei fare all’assessore Puggioni (ma se anche risponde in sindaco non mi offendo) questa domanda: ma che senso ha fregiarsi del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2015 se oggi (27 agosto 2015), la situazione del nostro maggiore museo e dei nostri più importanti monumenti è questa?
Com’è possibile che questo riconoscimento, unitamente alla candidatura della città a Capitale Europea della Cultura, non ha di fatto consentito a Cagliari di fare neanche un piccolo passo avanti nella fruizione del suo patrimonio archeologico e monumentale?
Intanto però sul futuro del complesso di San Francesco di Stampace è calato il silenzio. L’imprenditore Carlo Scano è stato molto cortese a rispondere alle mie iniziali dieci domande sul futuro del monumento nazionale da lui acquistato, però dopo non ha ritenuto opportuno fornire gli ulteriori chiarimenti che gli avevo chiesto. A questo punto, mentre sulla vicenda (inizialmente sollevata da Franco Masala e Maria Antonietta Mongiu) è calato il silenzio da parte di politica e giornali (evidentemente intimoriti dagli interessi e dai cognomi in ballo in questa storia) non mi resta che fare il giornalista, recuperare tutti gli atti relativi al procedimento amministrativo (conferenza dei servizi, e licenza edilizia comunale) e provare a farmi un’idea da solo su come sia stato possibile che il processo di acquisizione di un monumento al patrimonio pubblico sia stato fermato, che lo stesso monumento sia stato comprato da un privato, e che al privato Comune e Soprintendenza abbiamo autorizzato il ripristino in pieno centro storico di volumetrie scomparse cento anni fa.
Misteri cagliaritani.
Vorrei segnalare anch’io che il museo è gestito direttamente dal ministero (e quindi dal suo ufficio locale, la Soprintendenza competente), essendo museo nazionale, quindi la Puggioni e il Comune su quello non hanno responsabilità e non possono intervenire. Naturalmente la situazione era questa anche quando Cagliari partecipava alla competizione per diventare Capitale della cultura e come sappiamo la città è arrivata alla selezione finale ma ha vinto Matera, dove da decenni si lavorava in questo senso. Il soprintendente Minoja ha replicato citando altre cose altrettanto vere ma che non risolvono le carenze effettivamente evidenziate. Per le traduzioni sapevo che non c’erano fondi, per cui la direzione aveva dovuto rifiutare anni fa alcune offerte anche piuttosto economiche. è ovvio che avevano ben presente il problema
Il mondo non è bianco o nero, offro uno spunto per la discussione partendo da un altro punto di vista, in questo caso quello del Dott. Minoja
Gentile Direttore,
un articolo apparso su Repubblica.it e sull’Espresso associa l’immagine simbolo del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, le statue nuragiche di Mont’e Prama, all’inequivocabile titolo “Ecco gli orrori dei musei italiani”.
È sempre prezioso ricevere critiche costruttive, sulla base delle quali cerchiamo di migliorare l’offerta al pubblico del nostro museo; ma per fortuna non tutti vedono così il Museo di Cagliari.
“Stupendo!!!” scrive Candida, da Tuili.
“Interesting history” ci dice Kate, da Vancouver.
“Me parece muy interessante, me ha gustado mucho”, così Claudia, dalla Spagna.
“Straordinaria collezione e davvero ottimi l’allestimento e i testi che accompagnano i Giganti di Mont’e Prama” è un commento, anonimo, del 6 agosto.
“Complimenti per la mostra e per tutto lo spazio espositivo, molto curato e ben organizzato. Grazie” conclude Adele.
“Visiting this fabulous museum after touring through Sardinia for three weeks produces like a synthesis of archaeological approaches and current knowledge about the Island’s past. Bravissimo” il complimento superlativo, in italiano, viene da Christoph dell’Università di Zurigo.
“El museo està muy bien hecho. Nos ha trasladado a una epoca anterior” questa l’esperienza di Rosario, da Se villa.
Sono solo alcuni dei molti, internazionalissimi commenti, lasciati spontaneamente sul libro a disposizione dei visitatori di questo museo, che negli ultimi cinque anni ha rappresentato un elemento strategico nelle attività della Soprintendenza che ho la fortuna di dirigere.
E so che questi apprezzamenti sono motivati. Il museo ha una collezione straordinaria, alla cui migliore esposizione lavoriamo ogni giorno in ogni settore di attività museologica e museotecinca.
Lavoro gratificato dalla progressiva crescita di visitatori nel corso degli ultimi anni.
Un intero piano è stato completamente riallestito nel 2014 con l’esposizione delle statue di Mont’e Prama; ha una didascalizzazione integralmente rinnovata e bilingue.
Grafica e allestimento sono stati affidati a studi di progettazione all’avanguardia nel loro settore.
A disposizione dei visitatori in questa sezione esiste un sistema interattivo di fruizione delle statue, messo a punto grazie a una collaborazione con il CRS4, centro all’avanguardia mondiale nel visual computing. Il sistema creato dai nostri colleghi nella ricerca si basa sulla più grande banca dati al mondo di punti rilevati su beni culturali; il nostro progetto grazie a loro ha vinto premi internazionali.
Il rinnovo dell’intero percorso espositivo e la relativa presentazione al pubblico sono oggetto di una ricerca sostenuta da un assegno dell’Università di Cagliari.
Il personale del museo si distingue, nella stragrande maggioranza, per impegno e abnegazione; la direzione del museo ha saputo assicurare orari di apertura al pubblico tra i più ampi d’Italia. L’offerta didattica coinvolge migliaia di ragazzi delle scuole sarde, in città e sul territorio. Le nuove leve di assistenti alla vigilanza hanno curriculum di assoluto valore, dottorati di ricerca in archeologia e collaborazioni con università italiane e straniere; molti di loro hanno qualificazione ed esperienza paragonabili a quella di altri archeologi, a cui il ministero ha riconosciuto competenze dirigenziali alla guida dei più importanti musei italiani. Il Museo è tra i pochi che in questi anni si sia riuscito a dotare di un bookshop e di un negozio di gadget, in attesa delle gare nazionali per l’affidamento dei servizi aggiuntivi; servizi per i quali ha stipulato un protocollo di intesa con altri quattro musei cagliaritani di altre amministrazioni, attivando il primo bando in Italia per l’affidamento di servizi in project financing condiviso da quattro enti diversi, caso scuola presentato nei corsi di formazione dello stesso Ministero. Inoltre è risultato vincitore nel 2014 di un contest on line tra diversi musei italiani, vedendo finanziato il proprio progetto di accessibilità totale. Finanziamento che insieme ai fondi CIPE e ad altre programmazioni straordinarie stanno consentendo di migliorare ulteriormente l’offerta del Museo.
Questi sono i dati di fatto, sui quali avrò in qualunque momento il piacere di discutere e di approfondire con il vostro molto impressionabile cronista.
m’è capitato recentemente di sbagliare giorno e sono andato al museo nazionale di lunedi, in compagnia di mio figlio che vive in Veneto. Era una giornata nuvolosa e visto che non andava al mare abbiam pensato di visitare il museo con le statue di Monte Prama. All’interno c’era un dipendente statale e d’istinto ho commentato ironicamente che gli statali come giorni festivi sono già privilegiati e farebbero bene evitare di far festa anche al lunedì, come i barbieri che almeno hanno motivi più validi per farla! Non l’ha presa bene, ma il mio pensiero, anche a freddo non si discosta molto dalla mia battuta. Trovo assurdo che in piena stagione turistica, non si riesca a organizzare una turnazione tutti i giorni della settimana
Meno male che “ha vinto” Matera… Comunque, per la cronaca, la responsabilità sull’archeologico è della Soprintendenza. Vedi http://www.archeocaor.beniculturali.it/index.php?it/211/musei/13/museo-archeologico-nazionale-di-cagliari.
Forse distratti ad ammirare i nuovi chioschi del poetto , non hanno trovato il tempo di occuparsi di altro…….
LA CAPITALE DELLA CULTURA?
IIIIRIIIIIDDOGHIIIIT