Politica / Sardegna

La sinistra sarda ha fallito la prova del governo: cari compagni, quando ne vogliamo parlare?

[youtube https://youtu.be/QKlO7fTXkss]

“La cultura va male perché la sanità va male!”. E la sanità chi la gestisce, io? Il sindaco Zedda, il presidente Pigliaru e l’assessore Firino in un video (surreale) di due mesi fa

La sinistra prova a riorganizzarsi, in Italia e in Sardegna. Partiti che muoiono, che si trasformano, leader (o supposti tali) che prendono strade per loro nuove, che guardano ad esperienze estere per ridare slancio ad una azione politica che in Italia è a dir poco asfittica.

Venerdì e sabato prossimi a Serdiana è in programma una iniziativa interessante (ecco il programma), che arriva al momento giusto e presenta gli interlocutori più adeguati per iniziare un ragionamento che può portare lontano.

Tutto bello e tutto giusto. Però c’è un però.

Diritti, sviluppo e democrazia sono nobili parole ma è inutile parlare di massimi sistemi se poi si evita di guardare in faccia alla realtà. Perché la sinistra in Sardegna, messa alla prova del governo, ha fallito.

Ha fallito nel capoluogo dove la giunta guidata dal sindaco di Sel Massimo Zedda ha amministrato (con risultati alterni) senza riuscire mai a governare, appiattendosi su una politica fatta esclusivamente di lavori pubblici e senza riuscire a incidere veramente sulle dinamiche sociali che condannano migliaia di famiglie all’instabilità economica, se non alla povertà.

Il fallimento cagliaritano è tanto più eclatante quanto più ci si pone in una prospettiva di sinistra, con disastri evidenti nei settori della cultura e dei servizi sociali.

I dirigenti di Sel questo lo sanno e in camera caritatis riescono pure ad ammetterlo. Salvo poi dichiarare ai quattro venti che a Cagliari Zedda sta governando benissimo.

Ma la sinistra ha fallito clamorosamente anche alla Regione. Sel voleva l’assessorato al lavoro, gli è toccato quello all’istruzione, alla comunicazione, allo spettacolo, allo sport.

Le polemiche sul piano di dimensionamento scolastico ancora non si placano, nello spettacolo ci sono stati tagli lineari terrificanti, gli operatori del cinema hanno vinto un ricorso sacrosanto, per quanto riguarda l’informazione stiamo ancora aspettando la firma della Regione alla benedetta convenzione Rai, comicamente promessa da mesi e mai arrivata (e intanto cinque trasmissioni sono state tagliate), e per quanto riguarda lo sport non si contano le società che per colpa dei ritardi della Regione il prossimo anno ripartiranno da campionati inferiori (eclatante il caso delle ragazze del Cus Cagliari di basket). E questo solo per fare qualche esempio.

A fronte di questo certificato sfacelo, per l’assessore Claudia Firino il problema è l’uso fatto dell’immagine dei Giganti di Mont’e Prama”, svilente a suo avviso quando si fa largo in maniera spontanea tra la gente, invece evidentemente virtuoso (aggiungo io) quando l’immagine dei giganti finisce nel fondoschiena dei giocatori della Dinamo…

Tutto questo è surreale.

La sinistra è fatta di valori ma anche di politiche concrete che chi incarna quei valori dovrebbe portare avanti in maniera coerente e proficua.

Fallire è umano, essere presi in giro è fastidioso.

Non si può sempre mettere la testa sotto la sabbia, non si può costantemente parlare d’altro, non si può sempre spostare lo sguardo verso un altrove più bello e più nobile per evitare di soffermarsi sulle storture che la sinistra nostrana non solo non è riuscita a raddrizzare, ma che ha perfino aggravato.

Questa sinistra marziana, incapace di fare autocritica, di guardare in faccia alla realtà, così spietata con gli altri e così generosamente accondiscendente con se stessa, sempre pronta a cambiare nomi ai partiti ma mai a cambiare se stessa, rischia in questo modo di continuare a dilapidare un patrimonio di nobili valori ma spesso mortificati da azioni fallimentari, finendo con lo spingere torme di elettori verso il non voto o il Movimento Cinque Stelle.

Va bene dunque parlare di diritti, di sviluppo e di democrazia; ma cari compagni, del fallimento della sinistra a Cagliari e alla Regione quando ne vogliamo parlare?

 

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15 Comments

  1. Caro Vito, sarebbe stato un piacere averti a CiSiamo a Serdiana per testimoniare quanto l’intero dibattito di 2 giorni sia stato incentrato su come superare un centrosinistra morto e una sinistra fallimentare. Sel, PD e non solo. In una commistione tra laboratori e dibattiti che hanno offerto una formula di discussione aperta ma non populista, e che però ha costretto le prime donne della politica nazionale (Leggi Fassina, Civati e vertici SEL) a dire COSA può essere di sinistra oggi prima di domandarsi COME la chiameremo.

    Ci sono stati tanti atti fondativi di nuovi avvenimenti politici in questa terra. Da Sardegna Possibile, a Ora Tocca a noi (andando a ritroso) e nessuno è stato snobbato mediaticamente a livello locale come CiSiamo che pure, complice alcune furbesche sparate civatiane, a livello nazionale ha occupato le pagine del dibattito politico portando Cagliari e la giunta Zedda al centro di una profonda riflessione (approdando anche alle colonne del Sole 24 ore.)

    Pertanto questo articolo è assolutamente impeccabile. Esprimo solo rammarico che nessuno sia venuto di persona a Serdiana per trovare la risposta al quesito che hai lasciato in sospeso: cari compagni quando vogliamo parlarne? Qualcuno lo sta già facendo. E sarebbe stato bello raccontarlo superando il pre-giudizio (visto che hai scritto prima che Serdiana avvenisse)

    Un abbraccio
    Andrea Melis

    • Caro Andrea,
      non mi sembra che a Serdiana ci sia stata quella profonda riflessione sull’esperienza Zedda e Firino (tanto per fare i nomi) di cui parli. E forse è proprio per questo che i giornali non hanno parlato a sufficienza dell’evento. Quanto al pregiudizio, non riesco a capire come due giorni di dibattito possano farmi cambiare idea su due esperienze amministrative così deludenti. Comunque, quando vorrete parlare di questi due argomenti specifici (l’esperienza amministrativa della sinistra al comune di Cagliari e alla Regione) io ci sarò.

  2. Ghostwriter says:

    A Cagliari abbiamo assistito a oltre 4 anni di assolutismo della Giunta, col decisionismo spinto di alcuni assessori (Coni e Argiolas su tutti) mascherato con fantomatica partecipazione e condivisione (ridicolo il monologo di delirante supponenza di Mauro Coni sull’Unione di martedì 21); a un sindaco inerte e inerme, in balia dei suoi stessi “sottoposti” e di discipline di partito/i (uno che si sta disgregando e l’altro vicino allo scioglimento); a un consiglio comunale in cui la minoranza si sfregava le mani compiaciuta, in silenzio, dato che vedeva portati avanti tutti i propri progetti senza che vi fosse resistenza alcuna (più volte sono stati sottolineati, anche dallo stesso Vito, comportamenti discordanti dell’attuale maggioranza e dello stesso sindaco verso determinate questioni -parcheggio sotto le mura a Cammino Nuovo, tanto per fare un esempio-) e una maggioranza relegata quasi sempre al ruolo di passacarte che vota in favore di qualunque cosa scenda in stile Divina Provvidenza dai più alti banchi della Giunta, con unica eccezione il PD che ogni tanto alza la voce…quasi sempre per “interessi particolari”; questioni incresciose come quella del Lirico, poi sfociata nel penale e altre senza implicazioni penali e/o civili ma che denotano l’assoluto distacco dalla “questione morale”, baluardo del pensiero di Sinistra, di quel Berlinguer che ancora in molti citano per riempirsi bocca e polmoni d’aria e darsi un tono.
    A livello regionale non siamo in condizioni migliori: Pigliaru non ha carattere e non riesce a opporsi a nessuno degli ordini che provengono dall’alto, che essi arrivino da Renzi o dai capoccioni del PD dei diversi livelli amministrativi, dimostrandosi essenzialmente una pedina in mano ad altri come accaduto all’Università alle dipendenze del rettore Melis. A cascata la Giunta si dimostra incapace di gestire quasi qualsiasi questione, e l’esempio dell’assessore Firino che cerca di far ingoiare in un modo o nell’altro questo dimensionamento scolastico è perfettamente calzante. Si aggiunga poi un consiglio regionale del quale molti sardi suppongono l’abolizione dato l’anonimato in cui vive e la desolazione è servita.
    Continuare poi a dipingere il tutto come la vallata delle Alpi Svizzere in cui abita Heidi, a propinare il “va tutto bene” di berlusconiana memoria propagandando un presunto consenso e un’approvazione che con la realtà hanno ben poco a che fare, sfora nel ridicolo più totale e chiude tutti in una rotonda senza uscita (quindi probabilmente progettata dall’ing. Coni… :D).
    Per chiudere, con le elezioni comunali del capoluogo, sempre più vicine, sarebbe interessante constatare il seguito che hanno alcuni spavaldi (qualcuno maramaldo) personaggi della maggioranza (soprattutto della Giunta) in una competizione in cui vi siano dei concorrenti competitivi, soprattutto provenienti dal centro-destra, supponendo che questi non mandino in scena l’ennesimo suicidio interessato.

  3. Leonida says:

    Condivido totalmente il tuo intervento : tutto vero penso anche io le stesse cose che tu scrivi cosi bene
    Mi chiedo : ma perche non urliamo per queste vergogne perche non andiamo sotto il municipio con gli striscioni a dire a Zedda fuori dalle palle sei indegno di essere il sindaco di questa citta’
    Ma come é possibile che non vi sia senso civico???????
    Ed ancora Soru con i processi in corso per evasione fiscale e chissa cos ‘ altro ma si puó? Si può accettare l’idea che questo astuto e subdolo imprenditore possa guidare il partito democratico : ma che c’entra costui con il partito e con il democratico
    Due termini sideralmente lontani dal figuro . Il partito é concettualmente un gruppo vasto di donne e uomini che condividono un idea di societá e lottano per la sua affermazione
    Ma vi risulta che Soru condivida con qualcuno idee progetti e valori e persegua fini democratici????
    É un autocrate che si autoassolve ogni mattina e comanda da solo e senza condividere niente circondandosi di ubbidienti
    Ci sarebbe troppo da dire ma questa cittá e quest’isola , probabilmente hanno perso anche l’ultimo barlume di dignitá e tollerano tutto

  4. L’unica cosa davvero surreale è il dibattito su chi sia migliore di chi, su destra piuttosto che sinistra piuttosto che i finti outsider delle liste civiche del momento.
    È come insistere nel chiedersi come mai, nonostante si cambino pilota e squadra, la macchina non riesca mai a raggiungere il traguardo, non rendendosi conto che è il motore che è fuso e va cambiato.

  5. pietro says:

    sono sbigottito per l’entusiasmo del professore assessore regionale demuro che annuncia alla stampa di aver (finalmente) nominato i componenti dell’OIV (organismo indipendente di valutazione) che hanno il compito di valutare le performances dei dirigenti regionali. la valutazione dei dirigenti e la nomina di un apposito organismo di valutazione è un adempimento di legge, non una graziosa idea dell’assessore. piuttosto, a occhio e croce sembrerebbe che la nomina dell’OIV abbia richiesto un tempo biblico. speriamo che brunetta non legga l’unione sarda, altrimenti gli scappa una delle sue battute al vetriolo sulla produttività della pubblica amminstrazione

  6. Enrico says:

    Basta vedere come la Giunta Zedda ha affrontato il problema dell’inquinamento acustico.
    Non ha fornito indicazioni politiche ai tecnici, questi hanno buttato i dati dentro un PC ed hanno ottenuto un fantastico Piano Acustico dove nei quartieri più abitati i valori di rumore vengono triplicati , aumentando di 5 dB, col risultato assurdo che i fenicotteri potranno dormire meglio dei bambini. Ignorando le prescrizioni sanitarie dell’ARPAS e beccandosi una condanna del TAR che gli ha imposto di risanare il quartiere Marina entro 90 giorni. Cosa che il nostro Sindaco & Company si sono guardati bene dal fare. Ora vogliono legittimare il rumore il chiasso losfacelo senza tenere conto della salute dei residenti. Vi pare questa una risposta politica al problema grave che viviamo? Il PD in tutto questo da la colpa ai maleducati. Ci stiamo domandando in tanti perché li abbiamo votati. Le rotonde ed i marciapiedi nuovi non ci servono.

  7. patrizio says:

    ci vogliono le bombole di ossigeno mischiato a elio per resistere alla verbosità del presidente .. ha citato anche fessbuk …

  8. pandora says:

    segnalo un altro clamoroso fallimento della giunta zedda, quello sulla tanto sbandierata trasparenza. basta leggere i dati pubblicati sull’unione sarda di oggi, che indicano cagliari come un ente che utilizza le procedure negoziate pr l’assegnazione di appalti nel 78% dei casi. ben oltre la media nazionale (60%). niente di illegale, s’intende. ma ci farebbe piacere se il sindaco e i suoi cantori la smettessero di spacciare trasparenza, sobrietà e partecipazione come se fosse il loro tratto distintivo rispetto a tutto il resto del mondo.

  9. Non sono d’accordo. Perché ritengo che le politiche applicate in città, in generale, siano state soddisfacenti. Le amministrazioni Delogu e Floris, del resto, avevano lasciato insolute talmente tante problematiche che non sarebbe stato possibile porre rimedio nell’arco di tempo di una unica amministrazione. Peraltro avendo in mente una idea di città che non condivido. Non voglio affermare che la amministrazione Zedda abbia indovinato tutto. Certo non è così. Però condivido le scelte fatte sul traffico e sui lavori pubblici: indispensabili.
    Ci sono stati infortuni. Certo. La politica culturale ha lasciato insoddisfatti molti cittadini. Invito tutti, però, a leggere i bilanci, ad esempio, dell’ente lirico per chiedersi se sia possibile continuare a gestire un ente con questi criteri. O sarebbe stato opportuno cedere lo stadio al precedente proprietario del Cagliari calcio?
    Governare significa fare delle scelte. Talvolta sono scelte difficili e controverse. Ma è meglio scegliere, anche a rischio dell’impopolarità e salvaguardare il bene comune.

    • ambrogio says:

      la questione del lirico mi pare qualcosa di più di un infortunio, visto che c’è un processo in corso a carico del sindaco: una vicenda gravissima che molti vogliono tenere sottotraccia e che, se avesse riguardato altri, avrebbe scatenato tutti i moralisti vicini al sindaco (ricordate gli strali di uras per l’avviso di garanzia diretto alla barracciu?). comunque il processo (per quel che ne sappiamo) non riguarda i bilanci del lirico, ma la nomina della sovrintendente crivellenti e il rifiuto di procedere alla nomina di baggiani nel cda. quindi sul tema della salvaguardia del bene pubblico (che concorrerebbe ad escludere la sussistenza dell’abuso d’ufficio) aspetterei prudentemente la decisione del giudice penale.
      e con questo processo non c’entra nulla la questione dello stadio, sulla quale ricordo anche un siparietto mediatico in compagnia di certo silvestrone. per il resto, direi che in 4 anni (4ne sono trascorsi e ce ne tocca un altro ancora) si possono fare tante tante tante cose, altrimenti dovremmo partire dal presupposto che ogni sindaco debba svolgere almeno due mandati per poterne giudicare l’operato. non oso pensarci

  10. Se vedessi una speranza sarei pronta a partecipare
    in realtà credo che ce ne siano poche almeno nei tempi utili a una vecchietta come me!
    Grazie
    ho già dato
    passo la mano

  11. Parliamone subito e spesso…

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