Troppo facile sparare sulla giunta Pigliaru: per questo lo fanno tutti! Ora, ad esempio, sembra che a pagare per il disastro del centrosinistra sardo alle ultime amministrative di Nuoro, Porto Torres e Sestu debba essere solo l’esecutivo regionale, che pure avrà i suoi enormi limiti ma che sicuramente non è stato trovato da solo nel luogo del delitto con la pistola fumante in mano.
E Renzi con le sue sparate dove lo vogliamo mettere? E l’inadeguatezza della segreteria regionale del Pd (nome Renato, cognome Soru) nella gestione delle candidature e delle alleanze (con il clamoroso caso dei Riformatori, elevati in extremis a Quartu al rango di alleati mentre a dieci km di distanza, a Sestu, facevano la forca alla candidata del Pd)? E la pochezza della sinistra? E l’evanescenza dei sovranisti? E i limiti delle amministrazioni uscenti, quelli no, quelli non contano?
Il problema del centrosinistra in Sardegna è il centrosinistra stesso, di cui la giunta Pigliaru è semplicemente una emanazione. Scaricare le contraddizioni di questa situazione sull’esecutivo e sul presidente è ingiusto e scorretto, anche se mi rendo conto che è la cosa più semplice da fare.
“Tu ci critichi sempre ma noi ci stiamo ammazzando di lavoro”, mi ha detto proprio ieri Pigliaru (l’ho intervistato per la mia trasmissione Mediterradio, per la puntata che andrà in onda venerdì 26 alle 12.30 sulle frequenze di Radio Uno). Il problema però non sono né le mie critiche né le poche ore di sonno degli assessori ma la situazione di oggettiva difficoltà nella quale la giunta regionale si trova. Direi che a seconda della piega che può prendere domani la direzione regionale del Pd, Pigliaru potrebbe trovarsi chiuso in un angolo, costretto a pagare per colpe non sue.
Quindi che si fa?
A mio avviso un sostanzioso rimpasto il presidente avrebbe dovuto farlo otto mesi fa quando già era chiaro che la giunta segnava il passo. Politicamente poi qualche cambio era auspicabile prima dell’elezione di Soru a segretario regionale del Pd, per impedire che l’ex presidente dalla sua nuova posizione potesse bombardare viale Trento a suo piacimento.
Ora che Pigliaru è l’unico bersaglio a disposizione, per uscire dall’angolo in cui si è cacciato il presidente dovrebbe fare un gesto forte: ad esempio azzerare la sua giunta. Ritirare le deleghe a tutti, tabula rasa. Una mossa che peraltro non escluderebbe la conferma di qualche assessore nel Pigliaru bis ma che eviterebbe al presidente di essere messo sotto processo da parte della dirigenza del Pd interessata in maniera strumentale ad un rimpasto.
Un azzeramento metterebbe anche Pigliaru davanti alle sue responsabilità e alla necessità di fare un bilancio serio sul lavoro svolto finora dalla sua giunta. Posto che gli ultimi sei mesi della legislatura non contano, un terzo del tempo a disposizione se ne è già andato e che diversi assessori abbiano tradito le attese è sotto gli occhi di tutti.
Quindi con l’azzeramento Pigliaru potrebbe gestire questa nuova fase politica da protagonista, all’attacco, e non costretto a stare barricato nel fortino di viale Trento, sotto posto alle bordate di tutti.
Se azzera tutto, spiazza e getta nello scompiglio soprattutto il Pd di cui farebbe esplodere le contraddizioni interne, ma soprattutto facendo tesoro dell’esperienza di questi primi quindici mesi di legislatura, consegnerebbe alla Sardegna una giunta più motivata e più competente. Certo, per fare una mossa simile ci vorrebbe molto coraggio, idee estremamente chiare e la consapevolezza di dover svolgere un ruolo politico che forse il presidente ancora non vuole accettare.
Però senza una svolta decisa la giunta Pigliaru e il centrosinistra rischiano di avvitarsi su se stessi. E con loro, tutta la Sardegna.
Basta tecnici, basta professori, basta tecnici/politici che diventano politici/tecnici , e che poi ridiventano tecnici “candu c’est de donai” e politici “candu c’est de pigai”. Ogni riferimento al Turismo……fatelo voi.
Caro Vito sostengo in pieno la tua tesi e la rafforzo dicendo che ciò che si intende volgarmente per un rimpasto non è altro che tracciare un punto su quanto è stato fatto e riavviare una nuova fase di lavoro per la quale occorreranno nuove specializzazione per rendere maggiormente efficace ed operativo quanto impostato nella trina fase che potrmo chiamare esplorativa e riorganizzativa
ma io avevo capito che le cose stavano andando abbastanza bene, benino, incontro domanda-offerta, cultura, ambiente, trasporti migliorati, treni nuovi, Ricerca ai massimi livelli, poca cosa nazionalitaria ma vabbè … adesso accendo il Tg Regione e sento che ci vuole rimpasto di Giunta… ma perchè le cose dipendono da chi è assessore? cioè i singoli nella giunta fanno le cose che vogliono? e il Consiglio allora a cosa serve? cioè se ne torna la storia dei rimpasti continui poi non ci va più nessuno a votare per la RAS!
Fra i tanti Assessori, Maninchedda cerca di lavorare bene, ma si porta dietro un partito inesistente, senza regole e Statuto, visto che ha disperso ai quattro venti le persone in gamba che gli hanno dato 18.000 e passa voti, facendoli passare per meri portatori d’acqua, e tenendo con se proprio i trombati e tromboni; qualcuno dei suoi stretti collaboratori sembra che viva nel mondo di Alice nel Paese delle meraviglie!
Purtroppo Deiana, che sarebbe dovuto essere il Super Tecnico nei trasporti, sta dimostrando limiti pratici e non solo teorici.
Se il Pigliaru mollasse ora farebbe una gran cosa, ma non è scontato che vinca nuovamente. E c’è l’incognita Cagliari 2016.
Quindi secondo Geppo il problema sono i tecnici” …mai,mai mai più un tecnico! ” Considerazioni suggestive se pensiamo che la Sardegna e l’Italia sono così mal riidotte per causa di chi? Dei politici o dei tecnici? Forse bisogna pensare a persone capaci, a prescindere siano quest’ultimi politici o tecnici ! Probabilmente devono cambiare le modalità della politica ormai becera che si basa sulla occupazioni delle poltrone con trombati o amici, utilizzando il bilancino nelle scelte e nelle decisioni finalizzate a conquistare potere (personale e del proprio,partito qui abbiamo un assessore maschio che é un genio nella gestione dei suoi interessi personali e tornaconti vari; vediamo se indovinate chi è?) e voti dimenticando clamorosamente l’interesse dei sardi e della Sardegna.
> dimenticando clamorosamente l’interesse dei sardi e della Sardegna.
scarescendis’ de s’interessu de CALIS sardu? s’interessu de is sardus burghesus o s’interessu de is sardus proletàrius?
Ca a mei mi parit ca Pigliaru s’interessu de is sardus burghesus si dd’arregordat beni meda e est fadendiddu beni meda, o no?
O forsis eis biu, de candu Pigliaru est presidenti, is burghesus perdendi poderi e arrichesa? Deu no, de candu Pigliaru est presidenti, seu biendi is burghesus sighendi a tennis sempri prus poderi e sempri prus arrichesa.
Il problema non sono i tecnici, ma la qualità e le caratteristiche di quelli prescelti, in questo caso non adeguati per carenza di competenze e soprattutto di vedute.
I tecnici vanno bene a seconda del luogo, a Cagliari vanno bene, in Regione no a Roma vanno benissimo in europa no, alla faccia della coerenza. credo che ad amministrare la cosa pubblica debbano essere gli eletti e chi ha consenso, coerentemente non all’occasione. Il Presidente Pigliaru ha le minori responsabilità della sconfitta del PD nelle tre cittadine, se possiamo chiamare vittoria quella di QSE. La realtà: qualcuno aveva una falsa convinzione quella che il PD – maggiore azionista del centro sinistra avesse un consenso superiore al 35 % se non al 40%. La “golden share” era stata utilizzata alle Europee. Vito, l’importante è cambiare ma non come viene sottolineato nel Gattopardo.
> una giunta più motivata e più competente
Ma cumenti podit essi Pigliaru disigiosu de cambiai e àbili a cambiai chi tantis sa brenti dda tenit prena giai? Unu chi tenit sa brenti prena giai, stait beni di aici, antzis, est disigiosu de lassai totu cumenti est, a bortas chi cambiendi no arrischit de nci perdi su papai meda chi tenit.
Castiai s’assessori a su turismu: est unu burghesu, unu chi bivit de sa paga sua de professori de s’universidadi. Ita ddi càmbiat chi in Sardìnnia su turismu est meda o pagu? Nudda, tantis sa paga sua abarrat oguali.
Custu est naturali, su malu est ca fintzas is chi tenint sa brenti sbuida no bolint cambiai, s’acuntentant de si sbeliai castiendi is partidas de fuba de is scuadras de is meris insoru. Sa curpa no est de issus, ca chi unu proletàriu no at tentu ocasioni de pigai cuscièntzia no est curpa sua, sa curpa est de is comunistas bècius traitoris chi ant abandonau de fai scola polìtica populari a is proletàrius.
Oh Vito, ma un Presidente e un Assessore al Bilancio che dicono “pubblicamente ai loro collaboratori” che a loro “non frega nulla di ciò che dicono i territori, gli elettori e le imprese…perché non devono rendere conto a nessuno perché non sono portatori di voti….” ma di cosa ci meravigliamo?
A questa Giunta, e a Pigliaru, degli abitanti della Sardegna, non importa. Lui e Paci sono due ragionieri che devono far quadrare i conti.
E non è la percezione solo mia. Leggi ciò che ha scritto Emiliano Deiana, sindaco PD di Bortigiadas, l’altro giorno su FB: “L’azione della Giunta regionale, in particolare, sul rapporto coi luoghi e le distanze e’ disastrosa. Al di la della stessa volontà del Presidente della Regione. Nei luoghi si parla solo di tagli, di diminuzione di servizi essenziali, di razionalizzazione e mai – dico mai – di progresso e di miglioramento della qualità della vita di chi vive e popola i territori”.
Fermo restando che, da militante (e dirigente ora PD ma prima DS e prima ancora PDS) dopo l’ennesima fottitura (dopo quella di Soru) sarà difficile che il mio voto vada nuovamente il mio partito. Di certo MAI, MAI, MAI, MAI più un TECNICO.
Caro Vito, chi salvo di questa Giunta sciagurata? Erriu e Maninchedda…caso strano gli unici due politici.
Un messaggio al Presidente Pigliaru e a Soru: state consegnando la Sardegna al M5S.
Le state mettendo tutte una dietro l’altra….le cazzate.
> Un messaggio al Presidente Pigliaru e a Soru: state consegnando la Sardegna al M5S.
A càbudu mannu!
E ita dannu iant a fai cuddus de M5S? Peus de su PD iant’essi? Deu creu ca nou, a su mancu iat a fai ddus provai, no cumenti su PDL e PD-L ca ddus eus provaus giai e ancoras seus sunfrendindi.
fidadie traballodiri, iant’essi meda peus