Qualche giorno fa ci ha lasciato Rosabianca Cadeddu Rombi e per la Cagliari che si occupa di cultura è una perdita pesante. Perché Rosabianca amava la poesia e in questi ultimi vent’anni l’aveva fatta amare a tutti, invitando in città gli autori più prestigiosi del panorama nazionale. Sempre sorridente, cordiale, mai avara di complimenti e incoraggiamenti soprattutto con i giovani, credeva nella cultura perché credeva nella politica. Lo ricorda bene Gianfranco Murtas in un intervento a lei dedicato e pubblicato nel sito “Edere repubblicane” col titolo “Repubblicani per sempre. La coscienza morale, l’impegno civile, la promozione culturale. Rosabianca Cadeddu Rombi con noi”.
Un altro omaggio a Rosabianca lo ha fatto Massimiliano Messina, che con lei condivideva la militanza repubblicana e poetica: lo trovate su SpettacoloSardegna.it col titolo “Ricordando Rosabianca…”.
Il giornalista Massimiliano Rais è stato, come me, uno di quei giovani che da Rosabianca ha ricevuto sempre stima, affetto e tanti incoraggiamenti. E da cronista di Sardegna Uno, Massimiliano ha testimoniato per anni l’impegno di questa straordinaria donna per la crescita culturale cittadina. Questo è il suo ricordo. Ciao Rosabianca, questa poesia è per te.
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La terra le sia lieve. Un ricordo di Rosabianca Cadeddu Rombi mi sembra un dovere, un dovere civico direi. Per quello che ha fatto, per il suo appassionato prodigarsi per la causa della poesia. Ha dato parola alla poesia, proprio così. In tempi in cui la poesia è bistrattata, allontanata, tenuta ai margini. Perché disturba o forse perché richiede troppa concentrazione.
Ricordo Rosabianca Cadeddu Rombi, tratto elegante e straordinaria capacità di leggere l’anima profonda delle cose, al fianco di grandi poeti negli incontri che lei, attraverso l’Endas ha organizzato.
Ricordo Dario Bellezza, Amelia Rosselli, Valentino Zeichen, Biancamaria Frabotta, Maria Luisa Spaziani, Nelo Risi, Giovanni Giudici, Mario Luzi, Milo De Angelis.
E ricordo la sua voglia spendersi per la cultura e per i libri anche in tv, in un programma che aveva come titolo “Zibaldone”. Ha varcato l’orizzonte terreno ma continua ad attraversare, serenamente, i territori della poesia.
Forse ho tremato come di ghiaccio fanno le stelle
di Franco Loi (da “Lünn”,1982)
Forse ho tremato come di ghiaccio fanno le stelle,
no per il freddo, no per la paura,
no del dolore, del rallegrarsi o per la speranza,
ma di quel niente che passa per i cieli
e fiata sulla terra che ringrazia…
Forse è stato come trema il cuore,
a te, quando nella notte va via la luna,
o viene mattina e pare che il chiarore si muoia
ed è la vita che ritorna vita…
Forse è stato come si trema insieme,
così, senza saperlo, come Dio vuole…
Una grande donna che ha speso la sua vita per far giocare alla cultura un grande ruolo nella vita delle persone, nel “farsi sé” di ciascuna e ciascuno, prima ancora che per la crescita culturale cittadina. Molte e molti di noi la conoscono anche per le sue pregresse grandi qualità di vera “maestra” elementare, operatrice culturale in “scuole di frontiera”, come a Santu Perdixeddu, a Is Mirrionis (è lì che io l’ho conosciuta e ho iniziato a seguire il suo percorso), mai rassegnata alle oggettive privazioni che potevano insidiare la crescita culturale e umana di bambine e bambini; anche lì è sempre stata attiva nel cercare di aprire concretamente percorsi di crescita e di “intimo riscatto” facendo sì che la “familiarità” con musica, poesia, teatro, potesse albergare anche dentro esistenze materiali precarie. E questa è “Politica Prima”!
La mia maestra elementare, una madre per me. Mi ha fatto scoprire la musica, la poesia, l’arte e la cultura. Riusciva a valorizzare e motivare noi bambine. Una donna bellissima. L’ho sempre tenuta nel cuore e mai la scorderò.