Il Comitato “No Chimica Verde-No Inceneritore” da anni lavora per smascherare l’imbroglio del progetto presentato dall’Eni, quella “chimica verde” che dovrebbe in parte limitare i danni occupazionali provocati dello smantellamento del petrolchimico di Porto Torres. Nelle ultime settimane politici e sindacati hanno richiamato l’Eni ai suoi doveri, visto che l’azienda sta dando segnali di disimpegno sia sul fronte del progetto in senso stretto (sembra essere tramontata l’idea di realizzare la tanto contestata centrale a biomasse, e questa è una buona notizia) sia su quello (molto più importante) delle bonifiche (e questa invece è una brutta notizia). La novità è che dopo aver lisciato il pelo all’Eni, sindacati e partiti (Pd e Forza Italia pari sono) ora sono spiazzati dal disimpegno dell’azienda del cane a sei zampe! Idem dicasi per il presidente Pigliaru e la sua giunta, i quali continuano a rassicurare tutti sul futuro del progetto. Che in realtà, se volessero bene alla Sardegna, dovrebbero bloccare. Questa è un intervento inviato al blog dagli amici del Comitato “No Chimica Verde-No Inceneritore” che fa il punto della situazione.
***
Dovrebbero essere giornate di festa per il comitato “No Chimica Verde-No Inceneritore” perché dopo quasi quattro anni, parrebbe finalmente arrivata la notizia che tanto aspettavamo: la centrale a biomasse di Matrìca non si farà.
Ma qui non tira ancora aria di festa; d’altronde sono tutte voci del presidente della Regione Pigliaru, della presidente della Provincia Giudici, dell’Assessore all’industria Maria Grazia Piras e dei sindacati. L’Eni è l’unica a non dire niente. In queste settimane, né la ex Ad di Novamont Catia Bastioli né l’amministratore delegato di Eni Claudio De Scalzi, hanno ufficialmente dichiarato che la centrale a biomasse non si farà. E Intorno a questa storia della mancata centrale ognuno è pronto, a gran voce, a dire la sua: da «il progetto è stato solo ridimensionato» a «Pigliaru sta rovinando il lavoro fatto sino ad oggi» o «cosi si pregiudicano piani di ampio respiro» (ma va Peru, va!).
C’è poi chi si commuove pensando al Commendator Rovelli e alla SIR, chi ha nostalgia del CVM e chi del PVC, insomma lavoro, lavoro, lavoro, il nord Sardegna chiede lavoro, e specialmente lo chiedono i sindacati mandati dall’Eni, perché loro fedeli e fidati sono. E sì, perché tutta questa propaganda della mancata centrale, puzza un po’!
Ma facciamo il punto.
Non è certo un problema di autorizzazioni, sappiamo bene che questa centrale è stata autorizzata nonostante la proponente non sia mai riuscita a dimostrare di avere biomassa sufficiente, una Valutazione d’Impatto Ambientale data a occhi chiusi e velocemente, per non parlare dell’Autorizzazione Integrata Ambientale dove addirittura ricompare a sorpresa il Fok (un derivato della lavorazione dell’etilene, molto tossico-cancerogeno e inquinante), per l’Autorizzazione Unica idem, l’Assessore all’industria Piras (ex presidente regionale del Fai…) era pronta a tutto pur di vedere la Sardegna coltivata a cardo e alimentata a Fok.
Ma vediamo cosa lamentano e dicono i sindacati: dicono che la chimica verde a pezzi non funziona e senza centrale a biomasse che chimica verde è? Dicono che le cose non si lasciano a metà e che la centrale porta pure lavoro. Poi quanto lavoro porti, pochissimo, giusto il tempo di costruirla, e quanto ulteriore danno farà, poco importa lo stesso.
Come poco importa ai confederali né della povera Marinella e ancor meno della gente. E se il cardo non c’è, non gli frega neanche di quello, a qualche cosa andrà pure questa benedetta centrale. E sono pronti a sfidare chiunque, da Pigliaru a non si sa chi altro e ci minacciano un autunno caldo questa qualche decina di sindacalisti chimici sopravvissuti, non si sa come, al disastro industriale, sociale, umano che ha fatto quasi scomparire la classe operaia chimica e non chimica a Porto Torres e dintorni. E non capiamo perché continuino a chiedere il ritorno della chimica che li ha, e ci ha, rovinati. Ritorno che ogni persona preoccupata per se e la propria onesta famiglia e amante del bene pubblico dovrebbe ovviamente osteggiare con tutte le sue forze, anche le più deboli, che insieme ce la possiamo fare. Ma andiamo avanti che altrimenti ci viene da piangere.
Insomma per farla breve, i quaranta milioni di euro dati dall’allora assessore regionale alla Programmazione della giunta Cappellacci Giorgio La Spisa per ricercare il cardo, soldi nostri, che avremmo preferito dare ai cassa integrati o ancora meglio a chi la cassa integrazione non l’ha mai vista e mai la vedrà, devono essere finiti. Perché non dimentichiamo che gli impianti costruiti sino ad oggi sono costati 180 milioni di euro, di questi, 40 li ha messi la Regione Sardegna. Alla faccia! Insomma, è solo una mera questione si soldi.
Una cosa accomuna tutti: il tavolo. Non passa giorno che sul nostro quotidiano locale non ci sia una richiesta di un tavolo o qualcosa del genere, per passare la parola all’Eni e consociate. E sì, Eni, EniPower, Novamont, Matrìca, Sindyal etc. I lupi si sa, anche a sei zampe, attaccano sempre in gruppo.
All’ordine del giorno, questa volta, a far traballare il tavolo, oltre alla centrale a biomasse, dovrebbe esserci anche la questione delle bonifiche, visto che nella cosiddetta area A dell’ex petrolchimico, dove sono sorti i primi impianti Matrìca, i suoli e le falde sono altissimamente inquinati, non solo illegalmente, ma anche contravvenendo a ogni principio di precauzione e mettendo a terribile rischio, la salute di chi ci lavora e di chi ci vive intorno.
E che l’Astaldi spa, di tutto si è occupata nella vita, tranne che di bonifiche e lo dimostra lo strampalato progetto presentato poco tempo fa, che prevede una nuova discarica dove conferire i rifiuti tossici provenienti della discarica di Minciaredda!!!
E invece, come sempre, si parlerà di nulla. Con chi, anche oggi (che i giornali la scrivono e la propagano, la notizia del fallimento del progetto di Matrìca), per perseguire i propri interessi è pronto a calpestare la vita stessa delle persone a cui vuole imporre un bene che assolutamente non vogliono, semplicemente perché non è altro che un grande imbroglio.
Come si fa a chiedere una centrale a biomasse che sorgerebbe illegalmente, non solo, contro la legge, ma anche contro il buon senso? Ma non sarà solo questo il tavolo che traballerà, ma tutti i tavoli così detti tecnici con cui i nostri amministratori tentano di far passare il disastroso piano della chimica verde e non solo.
I tavoli tecnici sono tarlati, che a capo tavolo ci sia la Giudici, il presidente Pigliaru o il povero sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa, il tavolo tecnico è finito, perché è come il naso di Pinocchio che più ne dice di bugie, più si allunga e così è per i tavoli tutti, non se ne può più, la questione non è tecnica, la questione della chimica verde, della centrale a biomasse, o a Gpl, o a Fok e la monocoltura del cardo, dell’inquinamento, delle bonifiche, questa questione è semplicemente, terribilmente politica.
E sarà sempre più politica, perché continueremo a non lasciarvi in pace. Se i nostri primi cittadini vogliono interpretare le aspettative dei loro concittadini, possono farlo molto semplicemente: cessando di frequentare dirigenti, tecnici, esperti, faccendieri etc. dell’Eni & co. Devono tirarsi fuori da questi tavoli zoppicanti e deleteri. Possono solo andare singoli o in delegazione dal giudice per denunciare Eni per disastro ambientale maggiore, inquinamento del territorio e avvelenamento delle popolazioni, costituendosi parte civile.
Sarà un grande giorno ma sembra abbastanza difficile che gente, che si è fatta legare mani e piedi dall’Eni, abbia la forza di divincolarsi e per una volta rispettare il mandato dei loro concittadini.
Purtroppo per noi questa classe politica è straordinariamente affascinata dal prendere aperitivi a bordo darsena con i dirigenti dell’Eni, neanche fossero chissà dove. È pur vero che Sa Domo dell’Eni si affaccia sul meraviglioso Golfo dell’Asinara, ma resta sempre un SIN (Sito d’Interesse Nazionale per le Bonifiche)!
Comitato “No Chimica Verde-No Inceneritore”
…. il vostro è un comitato di farneticanti, avete le idee confuse e site molto ignoranti in materia. Informatevi (perché non lo siete ed è palese) e poi potrete aprire la bocca per parlare ….
Hanno ragione quelli del Comitato che non riescono a essere felici per il disimpegno dell’ENI. Il disastro umano lasciato dalla chimica verde a Porto Torres è incommensurabile.
Si è arrivati al disastro senza un modello di altro possibile sviluppo economico, senza un modello economico possibile.
E ora tutti piangono perché la rovina si doveva prevedere e serviva un’alternativa che nessuno ha mai neppure ipotizzato, tanto meno la politica.
vedi GALSI…lo vedi???? Esatto!!!
I cardi agli amministratori (strapagati) del niente.