Non c’è che dire: l’urlo di Soru terrorizza il Pd sardo! Dopo il segretario regionale e senatore Silvio Lai, oggi è toccato al sottosegretario Francesca Barracciu mandare dalle colonne dell’Unione Sarda un preciso messaggio: Renato, per favore, non ti candidare a segretario regionale del Pd. Evidentemente l’appello criptato mandato da Lai esattamente otto giorni fa fa non è servito a molto.
Le motivazioni addotte dalla Barracciu sono ammantate di nobiltà (“Soru sia generoso, lasci spazio a una nuova dirigenza”) ma la verità è un’altra: la sete di vendetta che anima l’ex presidente della Regione fa paura a tutti. Che da settimane giri la Sardegna sputando veleno su Pigliaru e sulla sua giunta è un segreto di Pulcinella. Anche perché l’obiettivo di Soru è uno solo: disarcionare Pigliaru (con il quale l’attuale europarlamentare ha un conto in sospeso dai tempi in cui il professore decise di abbandonare la sua giunta) e tornare in viale Trento.
Ma perché gran parte del Pd teme la nomina di Soru? Perché da segretario regionale imporrebbe immediatamente un rimpasto con rischio di non rispettare gli equilibri interni, un rischio che i capicorrente del Pd (oggi tutti opportunamente rappresentati nella giunta Pigliaru) non vogliono correre. Ecco perché adesso con l’intervista alla Barracciu partono due messaggi ben calibrati.
Il primo è diretto Soru e fa più o meno così: “Non ti candidare, fai un passo indietro, non costringerci a unirci tutto contro di te come avvenne nel 2007 quando osasti candidarti alla segreteria regionale da presidente della Regione e ti spazzammo via”. Il secondo a Pigliaru ed è questo: “La tua giunta non ci soddisfa e il rimpasto andrebbe fatto subito. Ma se ti schieri dalla nostra parte, ci sostieni e non ostacoli la nostra riforma della sanità, noi ti lasceremo lavorare in pace ancora per un po’”. Un messaggio identico aquello lanciato da Silvio Lai lo scorso 30 agosto, quando il senatore proferì un inequivocabile “E’ troppo presto per un rimpasto”.
Il fatto è che nel 2007 a contrapporsi a Soru scese in campo nientemeno che Antonello Cabras: oggi invece chi sarebbe spendibile con uguale forza e prestigio? Evidentemente nessuno. E se si segue la linea Barracciu (“chi ha ruoli sovraregionali deve onorare l’impegno al cento per cento”) alcuni nomi in ascesa vengono fatti fuori (Romina Mura in primis). Però la candidatura di Soru qualcosa di buono comunque ce l’ha: fa saltare il piano del resto del Pd che sperava di nominare il solito giovane da manovrare.
Conclusione (provvisoria) del ragionamento: ancora una volta il Pd per uscire da questo casino dovrà affidarsi ad Antonello Cabras, l’unica testa pensante nell’isola di un partito che di fatto non esiste.
Detto questo, la candidatura di Soru è paradossale. Benché europarlamentare, oggi l’ex presidente è politicamente più solo che mai. Non ha amministratori che lo seguono, non ha un think tank alle spalle (il gruppo di Sardegna Democratica lo ha abbandonato da tempo al suo destino), la sua idea di Sardegna è ormai datata, è assolutamente appiattito sulle posizioni nazionali del Pd, e in pratica è animato solo da una impressionante voglia di rivalsa. Ha certamente un’immagine pubblica molto forte, ma anche qualche “fastidio” non da poco (processo per evasione fiscale che inizia il 6 novembre e un’azienda che non naviga nell’oro).
Quanto a Pigliaru, rischia di uscire anche lui con le ossa rotte da questo passaggio politico. Perché il rimpasto avrebbe già dovuto farlo da tempo per blindare alcune posizioni e sottrarsi ai ricatti del Pd. Invece, comunque vada a finire la corsa alla segreteria regionale, il presidente della Regione dovrà pagare un prezzo molto alto al vincitore. Se prevale Soru, la sua giunta salta letteralmente in aria (e forse anche lui); se invece il Pd trova un accordo unitario, Pigliaru dovrà in tempi rapidi decidere chi sacrificare della sua giunta per fare spazio ai nuovi ingressi reclamati dai vincitori. Il borsino degli ultimi giorni dà per soccombenti gli assessori Arru Luigi (sanità), Firino Claudia (pubblica istruzione), Piras Maria Grazia (industria) e Mura Virginia (lavoro).
Fra otto giorni scade il termine per la presentazione delle candidature alla segreteria regionale del Pd. Tra Soru e Cabras chi la spunterà?
Non sono d’accordo!L’idea di Sardegna di Soru è ancora molto valida,con linee guida precise,forse è vero che era un pò avanti con i tempi quando è stata pensata e che una legislatura non è sufficiente per sviluppare un progetto così ampio(e ambizioso).
Putroppo e’un uomo che divide e non unisce.proprio come chi lo sostitui’ alla presidenza della regione..
E se Cabras, questa volta, fosse d’accordo?
Così mi piaci. Pulp, molto pulp. Che poi quando il corrotto Pd sardo arriverà alla sua fine, ci penserò io con la mia Scientology privata a far rinascere l’Isola
Chissà se questa volta il borsino è quello buono. Per Susanna Orrù sono passati 2 anni dopo le prime profezie da sfera di cristallo, con la Puggioni invece alla fine ti sei arreso pure tu 😉
Nooo, la Puggioni non è mai stata in discussione!!
Nooo, tu non hai mai detto che la stavano rimpastando!!
La Puggioni ci sia o meno non cambia granché…