Quando sento parlare di “ufficio stampa”, “addetto stampa” o “portavoce” mi scappa da ridere: sarebbe come prendere sul serio qualcuno che oggi usa ancora il fax per comunicare con le redazioni. Come ci aveva spiegato con grande chiarezza durante le sue lezioni di communication management il professor Jesùs Timoteo Alvarez (bravissimo docente di giornalismo alla Complutense di Madrid e per qualche anno anche a Cagliari nel corso di Scienze della Comunicazione), negli anni ’90 nelle imprese private è nata la figura del Manager della Comunicazione.
Con il passaggio della comunicazione da strumento al servizio di altre funzioni (marketing, risorse umane, produzione) a vera e propria funzione strategica, tutto è cambiato. Essendo diventata la comunicazione il core business di ogni business, deve essere gestita in una impresa esattamente come si gestiscono la logistica, le risorse umane, l’area legale, la produzione.
Il manager della comunicazione si relaziona dunque ai massimi livelli con la presidenza di una società e con le sue Business Unit. “In una ipotetica situazione ottimale”, ci spiegava il professore, “nella stessa misura in cui dal punto di vista economico-finanziario non può concepirsi un programma di business senza la presenza all’interno di esso di un responsabile amministrativo o finanziario, non dovrebbe essere concepibile un progetto o un programma di business senza la presenza al livello necessario di un responsabile della comunicazione”.
Nell’impresa moderna il manager della comunicazione conta dunque quanto i responsabili delle aree forti dell’azienda. Non c’è più il boss che chiama l’addetto stampa e gli intima di comunicare qualcosa ai giornali o alle tv, ma esiste un presidente che si consulta con il suo manager della comunicazione per capire in che modo un prodotto può essere comunicato nel modo migliore.
E in politica il ragionamento non cambia, anzi. Perché oggi più che mai la buona comunicazione (non quella spin) è una parte importante del prodotto politico. Quindi un politico dovrebbe sempre avere bene in mente le conseguenze di un suo provvedimento dal punto di vista della comunicazione. E se non lo sa fare da solo, paga un professionista della comunicazione perché lo aiuti a non commettere errori.
Ieri in Sardegna si è scatenato una sorta di psicodramma per la decisione, annunciata in mattinata dall’assessore ai Trasporti Massimo Deiana, di sopprimere dall’oggi al domani il Trenino Verde, la linea ferroviaria che porta i turisti nell’interno dell’isola. Nel pomeriggio i primi a reagire sono stati i compagni di partito di Deiana, parlamentari e consiglieri regionali del Pd che hanno iniziato a bombardarlo con interrogazioni di ogni genere. Contemporaneamente si mobilitavano i territori e si scatenava l’opposizione di centrodestra. Risultato: alle 19.24, con poche righe, gli assessori ai Trasporti e del Bilancio Deiana e Paci comunicavano di aver trovato le risorse per garantire il funzionamento del Trenino Verde fino al 30 settembre, perché “il Trenino verde rientra nelle priorità di questa giunta, come parte del progetto di turismo ambientale in particolare nelle zone interne dell’isola. Quindi il relativo finanziamento della Regione all’Arst è stato confermato, nonostante le note difficoltà finanziarie legate al patto di stabilità”.
Dal punto di vista comunicativo, un disastro assoluto. E da quello politico, pure.
Se gli assessori Deiana e Paci avessero chiesto ai professionisti della comunicazione che la giunta Pigliaru ha messo sotto contratto “ma secondo voi cosa succede se annunciamo la soppressione del Ternino Verde alla vigilia della stagione estiva?”, molto probabilmente si sarebbero evitati questa figuraccia, perché sarebbe stato facile prevedere che risalto sui media avrebbe avuto la rivolta che poi effettivamente c’è stata. Ma questo non è avvenuto perché i due assessori in questione evidentemente sono ancora fermi agli anni ’80 del secolo scorso, quando (Alvarez docet) gli strumenti di comunicazione dovevano sottostare agli obbiettivi istituzionali o del business.
Anche alla Regione servono manager della comunicazione, non professionisti del comunicato stampa inviato a comando del presidente o dell’assessore di turno. Ma servono anche politici consapevoli del fatto che il non saper valutare correttamente la ricaduta mediatica di un proprio provvedimento, espone a gravi rischi politici l’esecutivo.
Per questo, nella vicenda del Trenino Verde, la giunta Pigliaru si merita un bel zero in comunicazione.
Post scriptum
Il primo che mi chiede “sì, ma tu come avresti gestito la situazione?” riceverà una simpatica fattura di consulenza. Sono un giornalista a partita iva, io. E il trenta e lode in communication management costa!
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Chi avrebbe un grande bisogno di un’esperto in comunicazione è il sindaco Zedda.(lo dico senza ironia o cattiveria!)
Teresa , concordo in pieno, non senza cattiveria….In quanto a mio avviso il nostro sta riducendo la Città ad uno stato di coma farmacologico.
Ho letto l’articolo del’unione sull’arena grandi menti o eventi……….
Zedda si difende col dire pensate cosa ha fatto la destra….. Bene e la Crivellenti,, Silvestrone ( da lui forse identificato in un autodromo Britannico )
, le palate di contributi dati a certe associazioni e non ad altre …..i fatti del parco della musica…..Chi è stato il responsabile?
Qualcuno della Giunta Floris? Beppe Grillo ? Il gatto Felix?
Zedda non ha bisogno di un esperto di comunicazione, deve solo comunicare quando ha intenzione di andarsene.
E, mi sia concesso, è riuscito a devastare totalmente l’assessorato alle politiche sociali….. Che è sempre piu’ autoreferenziale. Qua mi fermo.
“Quando sento parlare di “ufficio stampa”, “addetto stampa” o “portavoce” mi scappa da ridere”.
Vero, però a me scappa da ridere anche quando penso all’informazione. La grande assente nel tuo ragionamento. E sì, perchè (forse) prima di fare comunicazione l’amministrazione pubblica dovrebbe preoccuparsi di fare informazione.
“E in politica il ragionamento non cambia, anzi. Perché oggi più che mai la buona comunicazione (non quella spin) è una parte importante del prodotto politico. Se gli assessori Deiana e Paci avessero chiesto ai professionisti della comunicazione che la giunta Pigliaru ha messo sotto contratto…. Anche alla Regione servono manager della comunicazione, non professionisti del comunicato stampa inviato a comando del presidente o dell’assessore di turno”.
Vero, in parte, anche questo, ma (forse) sarebbe bastato mettersi nelle mani di un professionista dell’informazione. Che non è colui che scrive su dettatura del politico. E che sa distinguere tra informazione e comunicazione. Se ha un minimo di scienza e coscienza. Di autonomia, rispetto e amore per se stesso e il proprio mestiere.
“In sostanza, i soggetti che comunicano mettono in comune una determinata visione del mondo; attraverso la comunicazione il mondo acquista significato, tanti significati possibili quante sono le comunicazioni possibili. La comunicazione è dunque per definizione soggettiva, nel duplice senso che il suo contenuto dipende dal punto di vista dei soggetti che comunicano e che essa è essenzialmente un rapporto fra soggetti; l’informazione aspira invece ad essere oggettiva (come nel caso degli orari dei mezzi di trasporto), a dare cioé al mondo una forma che possa essere accettata da tutti, indipendentemente dal punto di vista, dalle esperienze, etc. dei soggetti che vengono informati” . [cit]
Un esempio concreto, attualissimo (che da solo avrebbe meritato un pezzo a cornice della seconda conferenza nazionale sulle servitù militari). Ti invito a dare un’occhiata a questa pagina: http://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/Conferenza_servitu_militari.aspx
Cosa noti? Sì, a parte la galleria fotografica (con l’assenza – guarda caso – del presidente Pigliaru), cosa noti? Trovi forse notizia del fatto che Pigliaru si sia rifiutato di firmare l’accordo scodellato dal ministero della Difesa? No. E il presidente della Regione Sardegna viene richiamato solo in ultimo, quasi fosse una comparsa (e noi sappiamo che il 65% circa delle servitù stanno in Sardegna). Ebbene, ma di cosa stiamo parlando? Informazione? No di certo. Trattasi di comunicazione. Ispirata. Radioguidata. Dico: la L. 150/2000 non si applica forse al ministero della Difesa? Ecco, in una battuta: meno comunicazione e meno portavoce nella Pa, più informazione. E magari con capaci professionisti. Con la schiena dritta però.
Ciao
P.S. Alla Provincia di Cagliari, tanto per fare un esempio, il commissario è arrivato ad istituire – e convenzionare – la figura unica del portavoce-addetto stampa. Uno scandalo, una vergogna su cui si continua a tacere. Dico, ma di cosa stiamo parlando se non si comprende la differenza che passa tra un addetto stampa e un portavoce, tra informazione e comunicazione ?
Caro Vito, non si parla di un altro tema che riguarda l’assessore ai trasporti Deiana: la selezione per autisti dell’Arst. La selezione (che non è un concorso e serve solo a formare una graduatoria, teoricamente potrebbero non assumere mai nessuno) è stata annullata.
Dichiarazioni dell’assessore ai tg.
Ai test scritti parteciparono in 3 mila (c’era gente che arrivava da tutta Italia). Ora erano rimasti in 700 per l’ultima prova, quella pratica di guida. Per la maggior parte disoccupati che hanno speso tanti soldi per partecipare alla selezione. Traditi dalla Regione. Se non c’è certezza su queste cose come si fa?
“ma secondo voi cosa succede se annunciamo la soppressione del Ternino Verde alla vigilia della stagione estiva?”,
a me piacerebbe un assessore che ad una domanda cosi banale riuscisse dall’alto della sua cattedra a darsi una risposta da solo.
per il resto sono d’accordo con te..
a si biri
un bel zero?
A proposito di comunicazione, vogliamo parlare di quello che si dovrebbe definire un Case History che sta tenendo banco questi giorni?Ovvero del caso Conservatoria delle Coste? Perché il presidente non assume come comunicatore il personaggio che con pressante azione di lobbying sta ancora tenendo in vita la memoria di quel carrozzone? Perché secondo me c’ è un genio, anzi il genio. Ecco questa sarebbe una strategia da prendere ad esempio!!!
Cherchez la femme, ma in questo caso, caro presidente, cercate consulenze, appalti, assunzioni, stagisti e stagiste, bandi di progettazioni e concorsi, collaboratori e collaboratrici. Ebbene vi si presenterà una bella cartina geografica degli interessi – ovviamente legittimi pregevoli e istituzionali e perfettamente (lo ribadisco) fatti nel pieno rispetto della legge – e di tutta la corposa attività fatta dalla pregevole istituzione in questi anni. E delle persone che col loro indefesso sacrificio hanno contribuito a far si che questa “invidiatissima” pubblica istituzione, che ci invidiano dall’Alaska al Mozambico, passando per la Tunisia e la Cina, diventasse un esempio di eccellenza in tutto il Pianeta.
A proposito, non c’entra un piffero, ma si continua a dire che qualcuno sia stato imposto da Soru, a me risulta invece ci sia stato in questi anni un altro sponsor.
Finalmente! Standing ovation. Ecco un po’ di informazione. O per meglio dire, una persona ben informata dei fatti, che scava in profondità e non si ferma alle apparenze. O al marketing gazzosaro del direttore e dei suoi amici. Brava.
Caro Vito, sappiamo bene tutti che con quali criteri sono stati scelti e verranno scelti gli addetti stampa.
Ok alla lottizzazione partitica, amicale, affettiva, di militanza, intellettual-fancazzara, parentale, settaria o loggesca, bottegara o casuale, ma almeno un paio bravi potevano sceglierli. Invece no!
Il problema della comunicazione in regione è facilmente risolvibile. Si è appena liberato da un grosso impegno un comunicatore ravennate di un certo peso, che con aria serafica riesce, anche con poco in mano, a farsi sentire dalla stampa e creare un clima più che favorevole presso l’opinione pubblica. Talvolta può parere un tantino eccessivo, ad esempio potrebbe divulgare un rendering con la Sardegna completamente ricoperta di rotaie e trenini verdi, anche dentro su gorropu o nel canyon di tuvixeddu (ma perché no, anche un trenino che passa sotto lo stadio nuovo, per comodità). Tutto sta se il prudente Pigliaru se la sentirà di innovare realmente questo delicato settore delle comunicazioni, il professionista noi, modestamente, ce lo abbiamo e ben testato pure!
Sei troppo buono, critichi solo la strategia di comunicazione e non la strategia politica. O meglio: l’assenza di una strategia per far crescere il turismo nelle aree interne. La seconda colpa è molto più grave della prima.
🙂 E’ vero. Ma dei limiti della strategia politica avevo già scritto, mentre di quelli della comunicazione no.
Ma Deiana, chi? Lo stesso che ha condotto una guerra ad oltranza contro Massidda, per il governo del porto di Cagliari? Per quanto ha fatto da quando è assessore: zero.
Concordo totalmente con le tue considerazioni. Così come confermo il giudizio assolutamente positivo sul prof. Jesùs Timoteo Alvarez, un piacere seguire le sue lezioni.
Un bel zero?
Come non darti ragione? Sono passati 100 giorni dal loro insediamento ma…. 🙁
Vito ti stai proponendo?