Lo Scieicco (cognato dell’Emiro…)
Tutto scorre liscio come l’olio per la giunta Pigliaru. La luna di miele con l’opinione pubblica continua, e poco importa se mezza giunta non dia segnali di vita e il Consiglio inizi a manifestare la sua inconsistenza: l’idea che passa è che per risolvere problemi radicati come quelli sardi bastino un presidente e una manciata di assessori e, soprattutto, fare in fretta. La società sarda, esausta, guarda con rassegnata accondiscendenza a questo esecutivo, esattamente come quella italiana si affida a Renzi, nonostante le macroscopiche contraddizioni che stanno segnando il Pd e l’azione di governo del suo segretario/presidente del Consiglio.
È il momento dell’avanzata imperiosa lungo le sconfinate pianure dell’immobilismo targato Ugo Cappellacci: cinque anni di nulla che ora giustamente spariscono davanti al decisionismo della coppia Pigliaru/Paci.
La parola d’ordine è una sola: fare in fretta. Ed è giusto che sia così, visto che la crisi necessita di risposte rapide. Ma l’esecutivo viaggia evidentemente a differenti velocità: nessuna delle quali però sembra essere quella giusta.
Il caso San Raffaele è esemplare. Che quella del Qatar sia una proposta che non si può rifiutare lo dicono gli eccellenti sponsor governativi che negli anni si sono impegnati perché l’ospedale olbiese nascesse, costi quel che costi: Monti prima, Letta poi, Renzi ora. E sempre con la benedizione di Napolitano.
Sulla vicenda si respira un clima da grandi intese: sia Pigliaru che Cappellacci che il Pd sostengono allo stesso modo il progetto, né i sovranisti sembrano avere una posizione alternativa. E l’incontro che i rappresentanti dell’Emiro (e che pena questa assoluta deferenza di politici e giornali nostrani davanti a rappresentanti di uno stato che non può dirsi certo democratico) hanno avuto con l’ex governatore del centrodestra prima di incontrare l’attuale presidente, la dice lunga sull’operazione in atto. C’è aria da “grandi intese”.
La politica sarda è tutta galvanizzata da questa operazione che, sia chiaro, si farà “perché così ha deciso l’Emiro” e perché ormai è nelle cose. Ciò che stupisce è l’atteggiamento fideistico dei nostri rappresentanti, totalmente indifferenti rispetto non solo alle critiche ma anche alle domande più che legittime riguardanti il futuro della sanità sarda. Rivolte inizialmente molto modestamente dall’umile tenutario sul suo blog (“E se il San Raffaele di Olbia fosse solo una nuova servitù… sanitaria?”), poi più autorevolmente da Eugenia Tognotti e Massimo Dadea sulla Nuova Sardegna, e da Franco Meloni e Tonio Barracca sull’Unione Sarda. Ma la risposta è stata, al momento, solo il silenzio.
L’operazione San Raffaele ha delle implicazioni politiche e sociali importanti. Politiche perché si sta decidendo di operare in un ambito non chiaramente definito a livello strategico, ponendo al centro l’interesse di un privato che così determinerà il più generale interesse pubblico. In questo modo l’intervento qatariota sarà la misura di tutte le cose, nello specifico della rete ospedaliera sarda, ancora tutta da definire.
Per carità, se ad Olbia apre un superospedale (il Qatar ora “chiede” anche di avere una cardiochirurgia…) i sardi non possono che essere felici. Ma che si dica chiaramente che il modello della sanità sarda cambia: non più ispirata al modello toscano o emiliano (cioè prevalentemente pubblico) ma a quello lombardo (con una fortissima presenza privata). È questo a cui pensa il silente assessore alla Sanità Luigi Arru?
E se nella sanità si dà ad un privato il potere di determinare scelte più generali, cosa impedirà che in futuro non troppo lontano questo non possa avvenire anche in settori ugualmente strategici come l’ambiente, l’acqua, l’energia, l’agricoltura?
Il guaio non è l’interesse privato in sé, ma l’interesse privato che interviene e si impone con tutta la sua forza in un ambito non ancora definito compiutamente dall’interesse pubblico.
Dunque che rapporto vuole avere questa giunta con i grandi interessi privati? Li stopperà in attesa di avere un piano strategico oppure approfitterà delle loro offerte proprio per far ruotare intorno ad esse un progetto che ancora non c’è? Perché nella sanità sta avvenendo proprio così, nell’entusiasmo generale di una classe politica che non ha capito (o fa finta di non capire) che avere la botte piena e la moglie ubriaca non si può.
L’apertura del San Raffaele comporterà un mutamento profondo della sanità sarda (questo è l’aspetto sociale) e di sicuro niente sarà come prima. C’è qualcosa di positivo anche in questo, ma è una pia illusione immaginare che il governo congeli il taglio dei piccoli ospedali o dia più soldi alla Regione per gestire il nuovo ospedale; perché se anche lo facesse, poi vorrebbe qualcos’altro in cambio.
La fretta con la quale il governo Renzi ha chiesto alla Regione di decidere sul San Raffaele (e la Regione, sia chiaro ha ubbidito, fissando al 24 giugno l’inverosimile termine entro il quale riordinare la propria rete ospedaliera) sta già determinando una nuova prassi regionale. Bisogna “fare”, anche in assenza di piani strategici già definiti, per “dare risposte certe agli imprenditori”. Ma questa fretta non risolverà nessun problema: le contraddizioni sono destinate a scoppiare ugualmente.
Resta una domanda: se questo approccio di assoluta deferenza nei confronti egli investitori vale per la sanità, cosa impedirà che un giorno possa valere anche per altri settori strategici?
Oggi il buon Rizzo sul Corriere della Sera racconta dal suo punto di vista la questione San Raffaele… Un pezzo incredibile, soprattutto il finale. Poi non avevo ragione a parlare di “servitù sanitaria”!
http://www.consregsardegna.it/rassegnastampa/pdf/94548_Liti_veti_Il_Qatar_minaccia_di_andarsene.pdf
A me la storia del San Raffaele ricorda il ripascimento del Poetto. Dopo che da tanti anni se ne parla arrivano i soldi con i cammelli e bisogna far presto. Nessuna voce contraria di peso, i disfattisti vengono offesi come in tutti i periodi prima delle guerre, ed aspettiamo, diciamo la veritá in realtá consapevoli, il disastro. Pagheremo tutto questo per anni, ne soffriranno tutta la sanitá pubblica del nord Sardegna e l’autonomia di scelta e ricerca delle Universitá. Può darsi ci sia un indotto con dei posti di lavoro, ma sicuramente ci saranno tagli da ltre parti, penso agli ospedali vicini, sino a Nuoro. Sicuramente non ci saranno investimenti in tutti gli ospedali pubblici del nord, e forse del sud (a cosa servira’ il Microcitemico? E poi ci srá il ricatto pronto, e l’escalation inevitabile, con la richiesta continua di nuove convenzioni e la minaccia di andar via. Non mi stupisce che vengano in Sardegna e che stia succedendo questo. Anche noi in Somalia abbiamo costruito strade e ferrovie!
È veramente fuori da ogni logica ed aspettativa.
Punto 1, neanche nello stato libero di Bananas si organizza in un mese un riassetto della rete ospedaliera di un’intera regione finalizzato alla apertura di una struttura privata
Punto 2 ma siamo sicuri che ci sia bisogno di questo scempio, a Olbia esiste un Nuovo Ospedale in perenne situazione di rilancio, bastava ridistribuire tra sud e nord pochi posti letto e favorire gli investimenti sull’ospedale pubblico. Nel mondo civile sta succedendo questo (vedi maxi asl della Romagna)
Punto 3 è una orribile operazione coloniale, con i nostri amministratori proni, senza pareri o posizioni definite. Cosa volete? Cardiochirurgia, bene apriamo! No neurochirurgia ? Si ci siamo sbagliati. Ma cosa abbiamo fatto di male?
Punto 4. Abbiamo idea dell’indotto di spesa sanitaria che si creerá, oltre ai 50- 60 milioni all’anno che la regione dovrà pagare per i 200 posti letto? Io, che ingenuamente ho votato per questi, sono senza parole. Mi vergogno!
State tranquilli, la storia di Heidelbergh è una truffa, lì l’offerta era vera ma per una fondazione non per una operazione commerciale.
Pinta la legna e mandala in Sardegna.
Vito,penso a Kurtz-Marlon Brando che si liscia la pelata e di tanto in tanto dice;”L’orrore….l’orrore…”.
adoro gli intellettuali masochisti…viva pigliaru e chi lo ha sostenuto!
Al convegno, di sabato 7 giugno a Cagliari, ho citato dati e riferito fatti concreti che dimostrano come in politica e nell’amministrazione della sanità il centrosinistra è tutt’altra cosa rispetto al centrodestra. Ecco il link del mio intervento: https://www.youtube.com/watch?v=PcNX2AygSLg&list=UUzNgXkPVXD9_u9iG6k9EhOA
@Francesco Sanna
Non so se il commento si riferisse a questa mia frase: “…non c’è differenza (politica) tra Pigliaru e Cappellacci.”
Se così fosse, invito a leggere attentamente ciò che scrivo. Non ho detto non esserci differenza tra l’amministrazione contingente dell’uno o dell’altro. Anche perché aspetto di vedere Pigliaru in azione. Se presto o tardi farà qualcosa. Per ora il risultato è zero!
Mi riferisco alla visione della sanità nel contesto sociale. E qui non c’è alcuna differenza.
Se così non fosse, non si capisce per quale motivo accettare lo scandalo del S. Raffaele di Olbia. Che sarà pagato con i soldi dei contribuenti contrattando prestazioni a prezzi gonfiati grazie alla mala amministrazione delle ASL. Graziosamente gestite in comproprietà tra tutte le forze politiche.
Se il PD esprimesse una politica sanitaria differente, schifezze come il S. Raffaele non esisterebbero.
Inoltre, è sintomatico che nessun politico sardo, proprio nessuno, abbia spiegato la bufala del mezzo miliardo di euro “arabi” dentro l’ospedale di Olbia.
Grazie al sostanziale accordo PD, FI&tuttoilresto, il S.Raffaele lo paghiamo noi, arricchendo i privati. Questa è la realtà!
PS – Essendo persona notoriamente masochista, ho seguito il congresso di sabato. Nessuno si è sognato di parlare di come il PD vorrebbe la sanità del futuro. Per il semplice motivo che l’intrusione rapace del privato è cosa fatta, scontata, accettata e voluta. Pigliaru o Cappellacci che sia.
Vito,
prima delle elezioni qualcuno l’aveva detto.
Che non c’è differenza (politica) tra Pigliaru e Cappellacci.
Che esprimono entrambi la stessa visione del mondo (privatistica e liberista)
Che non c’era (c’è) un’alternativa di sistema.
Che la giunta sarebbe stata debolissima.
Scusa se lo dico, ma non ci voleva la laurea per realizzarlo. E tu non sei laureato. (Non offenderti. E’ un modo per dire che secondo me te ne sei reso conto.)
Ora: perché cadi dal pero? L’indirizzo dato alla sanità questo è. Da PD o da FI. Ovunque (anche in Emilia).
I partiti (tutti) hanno scientemente distrutto l’amministrazione della sanità per lucrarci due volte. La prima occupando l’amministrazione delle ASL. La seconda inserendo il privato dentro la sanità a condizioni da repubblica delle banane.
Leggendoti (volentieri) un microsecondo dopo le elezioni, hai cominciato da subito con le critiche. Che forse avresti dovuto manifestare prima.
E’ anche vero che ti sei schierato apertamente. Quindi non potevi sbilanciarti. E la tua posizione è rispettabilissima.
Però scrivere oggi in questi termini è deludente (per ciò che può fregartene della mia opinione).
Per non parlare di quelli che chiami sovranisti. Che non esistono. Se non per rivendicare le posizioni dovute per il pugno di voti che ha consentito la vittoria.
La nostra è una regione fallita. E il fallimento fa comodo due volte. Come la sanità. Che è un caso particolare del più generale fallimento. Tutto qua.
Almeno, prima di cadere dal pero, hai mangiato qualche piringino?
Ti auguro di sì anche se so di no.
Meglio pensare al Cagliari… Ma lo sapevi che l’ha comprato il compagno Putin?
No? Allora sapevilo!
http://www.sardegnasport.com/?p=27777
Sabato scorso si è tenuto a Cagliari un illuminante convegno del PD sulla Sanità con Soru i parlamentari Sanna e Meloni, l’assessore regionale alla Sanità Arru, Ruggeri neo C.R,il sottosegretario alla Salute di Renzi e la capogruppo del PD in Commissione.
Tutti con diversi accenti hanno detto cosa hanno fatto e cosa più o meno bisognerebbe fare,del come e del perchè, a parte il concetto di fretta per ragionieristiche ragioni (400 milioni di euro il buco in bilancio della Sanità sarda) sostanzialmente, nessuno ha detto.
Questione Qatar/Hospital Olbia nada, nessun relatore sardo ha pronunciato mezzo ba sulla questione. Unico cenno, ovviamente positivo dal sottosegretario alla Salute dell’italico governo, viste le Alte sponsorizzazioni bipartisan di cui gode l’operazione.
E’ chiaro che essendo la Salute questione eminentemente politica e uno dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta e visto come siamo messi soprattutto nel mezzogiorno e nelle isole (suggerisco ai lettori dell’umile Tenutario, uno sguardo al report ISTAT del dicembre 2013 sul comparto) dal partito che governa Roma e Cagliari ci si aspettava e ci si aspetta di più, molto di più di una elencazione stantia dei problemi, perchè chi governa deve indicare soluzioni non problemi e deve dire con quali risorse e quali sono gli interessi in gioco e quali quelli in preminenza di tutela e di garanzia.
Unica proposta un’Agenzia governativa che superi l’attuale articolazione delle ASL con finalità economiciste.
L’assenza di una fisiologica mancanza di una maggioranza e di una opposizione, tipica dei regimi di larghe intese si cementa in uno dei settori strategici e risulta foriera di un deficit democratico che attiene alla fisiologia di una moderna democrazia, un clima questo per nulla rassicurante anche sugli altri temi legati ai Beni Comuni : Acqua, terra, istruzione ed alle loro derivate principali energia, uso del suolo, ricerca, ambiente, ecc.
La Giunta Pigliaru ha bisogno urgente di un tagliando strutturale perchè senza visione strategica e senza coerenti e condivisi atti di governo è destinata ad infrangersi sugli scogli prigioniera, vittima e carnefice allo stesso tempo di se stessa.
Si respira un’aria di grandi inciuci.
Di tutto il resto si è parlato già mille volte: una buna parte di elettori sardi ha voluto votare per questi personaggi e mo’ ce li teniamo.
E basta. L”interesse privato è già pratica diffusa da decenni in Sardegna: Sargas, Eolico (Solar Days= Deutscheland, Merkel) et atera. Anziché crearne di nuovi, vediamo un po’. prima, di mandare a casa loro quelli vecchi, Solo una curiosità: perché San Raffaele come il Lumbard e quello di Vendola in Puglia ? Esiste un Santo di tal nome ad Olbia ?..No, perché di Santi e santini, proprio, non se ne può più.
Specie quando l’aureola è inesistente e lo spettro IOR continua ad aggirarsi e a raggirare.
come al solito si accredita un ospedale, per giunta privato e senza neppure sapere se questo avrà un bilancio escluso dal patto di stabilità. La sintesi e’ che comunque l’accreditamento graverà non poco sul bilancio regionale (tasse nostre) così come la necessaria strumentazione. Ben venga che i cittadini di Olbia possano usufruire di un ospedale ad alta specialità ma temo che non siano loro i destinatari dell’affare visto che tra i reparti non viene preso in considerazione un dipartimento di emergenza con relativo pronto soccorso. Purtroppo la Regione Sardegna, anziché ridisegnare la necessaria mappa del sistema sanitario che comprenda anche la medicina territoriale, continua a cedere ad interessi esterni che poco hanno a che fare con le esigenze degli abitanti della regione.