Dopo l’elezione del presidente della Regione da parte dei cittadini, sono tre gli atti rilevanti di ogni inizio legislatura, tutti di competenza politica: l’elezione del presidente del Consiglio regionale, la nomina degli assessori, la presentazione da parte del presidente della giunta delle dichiarazioni programmatiche. Da questi tre passaggi si comprende con chiarezza quale sarà la strada imboccata dalla nuova amministrazione regionale.
Oggi l’Unione Sarda ci informa delle nuove accuse avanzate dalla Procura di Cagliari al sottosegretario Barracciu nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi consiliari, mentre la Nuova Sardegna ci fa sapere che “il Pd ha fatto rientrare i malumori sulla questione morale” e che l’assegnazione della presidenza del Consiglio a Gianfranco Ganau è “blindata”. L’ex sindaco di Sassari, il più votato alle ultime regionali, è un ottima persona ma è stato raggiunto appena un mese fa da un rinvio a giudizio con l’accusa di tentato abuso d’ufficio, falso, tentata concussione, e per questo andrà a processo il prossimo 25 giugno.
Il presidente Pigliaru subito dopo l’elezione aveva detto chiaramente che nella sua giunta non ci sarebbero stati assessori indagati. Una scelta condivisa dal Pd (il segretario regionale Silvio Lai non aveva esitato per questo ad entrare in rotta di collisione con la Baracciu). La stessa logica avrebbe dunque dovuto impedire che Ganau potesse diventare presidente del Consiglio. Perché questo nuovo cambio di rotta? Solo perché si è già votato e ormai gli elettori non fanno più paura? E i rappresentanti delle forze politiche che si erano opposte alla candidatura della Barracciu sono state veramente “convinte” dell’opportunità di votare Ganau oppure domani si asterranno? E cosa le ha “convinte”? E il consigliere Pigliaru (perché il presidente è anche consigliere regionale) voterà Ganau?
Politicamente, l’elezione di un presidente del Consiglio sotto processo è più grave della candidatura di un vincitore di primarie indagato per peculato: perché il presidente della nostra massima istituzione rappresenta l’intera Sardegna mentre il candidato solo la sua parte politica.
Tira aria di normalizzazione, come se tutto il travaglio che ha scosso l’opinione pubblica sarda e il centrosinistra fosse stato già dimenticato, per non dire rimosso. Non è un bell’inizio.
Dopo il giuramento di domani, gli assessori nominati dal presidente Pigliaru entreranno nel pieno dei loro poteri. L’albero si giudica dai frutti, e per i frutti bisognerà aspettare almeno qualche mese. Da subito però si può di certo dire che per formare questa giunta si è tenuto conto sicuramente delle appartenenze e in qualche caso anche competenze; e poi che è presente un numero spropositato di docenti universitari: in campagna elettorale si era detto altro.
La scelta del presidente Pigliaru di premiare con un assessorato il gruppo Sardegna Vera, formatosi in consiglio in maniera estemporanea dopo il voto (quindi in modo del tutto opportunistico), la conseguente esclusione dalla giunta della Sinistra (che peraltro aveva proposto a Pigliaru nomi poco credibili), e la crisi congiunta e gemella di Sel e Rossomori (i primi costretti a optare per una scelta non unitaria, i secondi addirittura capaci di farsi rappresentare da una non iscritta, perfino sospettata di simpatie a destra), fanno sì che la giunta Pigliaru sia poco sovranista e pochissimo di sinistra. Ma di questo non può essere accusato di certo il presidente.
Tolto Maninchedda (espresso dal Partito dei Sardi), il resto della giunta appare fortemente omogeneo dal punto di vista politico e per quanto riguarda i mondi e le istanze sociali rappresentate. I tre assessori scelti dal presidente (che avrebbero dovuto per certi aspetti riequilibrare la presenza di personalità volute dai partiti e espressione di interessi specifici, partitici o correntizi), invece rafforzano l’impressione di avere davanti un esecutivo “monocolore”, il cui universo è rappresentato esclusivamente dalle due università, da qualche ordine professionale e di categoria molto forte (medici, Apisarda, Confagricoltura), con diversi elementi sicuramente non sgraditi al potere bancario.
Una giunta poi fortemente sassarese non solo per provenienza geografica di presidente e assessori, ma soprattutto per la presenza dei poteri che la città esprime e che nell’esecutivo sono pienamente rappresentati.
Per le dichiarazioni programmatiche il presidente Pigliaru si è preso un’altra settimana di tempo. Se le avesse presentate domani, all’atto dell’insediamento del Consiglio, ci si sarebbe anche potuti accontentare di una rivisitazione del programma elettorale, scritto per cause di forza maggiore alla bell’e meglio in pochi giorni ma capace comunque di convincere i sardi, estenuati da cinque anni di giunta Cappellacci.
Ora una settimana in più non fa male. Dopo la scelta degli assessori e l’elezione del presidente del Consiglio, quello delle dichiarazioni programmatiche sarà dunque il momento della verità. A questo punto ci sono temi che attendono una risposta chiara: il Pps di Cappellacci verrà ritenuto nullo? E il piano per l’energia? Il progetto della chimica verde avrà il via libera? Quando verrà convocata l’assemblea costituente (a riguardo i sardi si sono espressi con un referendum)? Che rapporto avrà la Regione con il Qatar e il suo progetto? E le servitù militari? E il bilinguismo? E la difesa della specialità dall’attacco del governo Renzi?
In sintesi, Pigliaru si farà carico di interpretare anche le istanze dei mondi che nella sua giunta sono ampiamente male o sottorappresentati? Don Ettore Cannavera e la sua associazione hanno avuto un ruolo importante in questa campagna elettorale e il sacerdote ha subìto attacchi molto duri per difendere quelle scelte che hanno poi spianato la strada all’elezione del professore. Da questa giunta quel mondo attende segnali concreti.
Aspettiamo con fiducia.
Amareggiato dai nuovi assessori e deluso più che mai per la scelta di Ganau.
Pensavo che Pigliaru fosse una persona seria, ma mi sono sbagliato. Si è rivelato anche lui un Pinocchio come Renzi. Ha messo in Giunta troppi docenti, canneti e presuntuosi e sopratutto assegnandogli deleghe inadatte, dopo aver giurato che avrebbe scelto politici esperti e tecnici all’altezza. Scelte che confermano un Pd più che mai attaccato al potere e governato dai soliti capi bastone. La scelta dell’urbanistica lo conferma.
Erriu, chi è costui? Una scelta imposta a Pigliaru, in balia dei soliti noti.
Ha deciso il trombato di Fadda solo per fare dispetto all unico competente G.v. Sanna colpevole di non aber abbassato la testa all ex sottosegretario mandato a casa da Renzi.
Per Ganau il Pd, sulla via della dissoluzione, ha confermato di scegliere mezze calzette indagate e inadeguate ma fedeli ai loro padroni.
Strapperò la tessera del Pd e spero che mi seguano in tanti. La prima cosa daffare ora è in andare a votare. In questo modo il Pd perderà i rimorsi elettorali che gli arriveranno dalle prossime europee.
,i rendo conto di non riuscire a comunicare: il Punto di G è evidentemente irragiungibile.
Primo: la Barracciu non vaga affatto, dato che ha una (comoda?) poltrona a Roma e dintorni;
Secondo: se la Barracciu può fare il Sottoseg., Ganau può fare il Pres., cioè due piccioni con una fava;
Terzo: cui prodest? alla Sardegna?
Quarto: da sardo, mi piacerebbe che i miei politici più rappresentativi (un Sottoseg. e un Pres.) fossero come la moglie di Cesare;
Quinto: secondo me, non basta prendere atto, in politica come in generale; vale la pena di analizzare anche i meccanismi: non di rado, le cose non sono esattamente come appaiono;
Sesto: cordialità
@Campus,
potrebbe darsi. Però vedo di illustrare meglio ciò che intendo. Hai visto mai che anche il Campus si raggiunga con difficoltà ?
Primo: la Barracciu vaga e come. Avendo perso la partita delle ragionali (sia come candidato che come assessore) ha pattuito il sottosegr. Che le è stato concesso in nome del minor danno (=meglio una Barracciu a casa che strepita o al governo che fa da bersaglio ai giornalisti a tipo Travaglio? La seconda che ho detto) Da cui: Barracciu non agisce volutamente per costringere gli avversari a concedere quanto ritiene dovuto. Ma non può fare a meno di essere un sottosegr. nei guai con la giustizia. Ergo: resta una mina vagante. Che può brillare con facilità. Ad esempio se la rimandano a giudizio. Ovunque sia seduta: Casteddu, Roma, Bruxelles.
Secondo: chi se ne impipa? Il problema vero non sono i guai giudiziari. Il punto è la pochezza della politica che esprimono. E Ganau non avrebbe avuto bisogno di Barracciu: l’avrebbero eletto lo stesso perché all’interno del PD ha il potere che ha. Ed è pure il più votato (=meglio Ganau fuori dalla presidenza che strepita o presidente che se ne sta buono? La seconda che ho detto)
Terzo: prodest ai partiti che si sono appropriati dello Stato. Tutti. En passant, proprio la Questione Morale sollevata da Berlinguà (cit. da Enzo Lunari). E ripresa da Barca.
Quarto: auguri.
Quinto: ho solo usato l’aritmetica per prendere atto di una delle tante debolezze di Pigliaru. Con i motivi dell’astensione non c’entra nulla.
Sesto: ricambio con simpatia.
Settimo: non rubare.
Condivido molto, specie gli auguri e la simpatia
Sovranisti che votano Ganau… Che squallore.
Caro Vito, condivido le tue considerazioni,sempre molto oggettive.
È triste constatare però’ che in Giunta non ci sia neanche un rappresentante del Terzo settore ( che viene sempre cercato per ” abbellire” le liste), dato che vi erano forti istanze in questo senso.
Ed ha ragione anche Deriu a dire che sono stati sottoposti all’attenzione di Pigliaru diversi nomi, credibili e competenti (diversi dei quali non sono stati mai, mai, menzionati nei giornali).
Il motivo principale e’ che il Pd e altri partiti con ” peso politico” evidente, hanno detto la loro su Tutti i nomi presentati -ufficiosamente, al tavolo, e ufficialmente, tramite la stampa-: Cd. scelta stile Cencelli ( questa è la pura e semplice realtà, come ha anche sostenuto la Murgia).
Non ci resta, che affidarci alla buona sorte, a meno che qualcuno abbia il buon gusto di salvare la faccia, ed apportare ” modifiche” migliorative della situazione.
Fidati Il Presidente Pigliaru è tutto tranne che di Sinistra!!!!! E ve ne accorgerete! sia chiaro NON ESSERE DI SINISTRA non è un insulto…anzi!
Correvano i primi giorni di febbraio dell’anno 2014 e il “vitobiolchini.it” ribolliva di commenti che raccontavano i dubbi e le certezze degli ultimi giorni della campagna elettorale.
Il “voto utile”, MichelaMurgia, Pigliaru, il fantasmaPili … alla fine ciascuno ha preso la sua decisione e ha votato di conseguenza.
La “scommessa Murgia” è andata totalmente persa (grazie anche ad una simpatica legge elettorale).
La “scommessa Pigliaru” è andata a buon fine (per il rotto della cuffia e varie concause molto ben chiare), ma dimostrava già agli inizi le caratteristiche del bel frutto avvelenato.
Tutte le diverse ipotesi che avevano spinto alcuni commentatori (tra i quali il sottoscritto) ad orientarsi verso il fenomeno Murgia, abbandonando contestualmente i destini del Partito Democratico, stanno iniziando, lentamente (Pigliaru chi?) o velocemente (Ganau Presidente), a maturare.
Purtroppo verso scenari non certo positivi.
“Ganau presidente: e la questione morale? In Regione tira già aria di normalizzazione”
Titolo ad effetto, ma molto opinabile.
La questione morale non è mai esistita, al massimo abbiamo vissuto la questione Barracciu.
Per parlare di normalizzazione si dovrebbe presupporre l’esistenza di una fase da normalizzare: gli unici che hanno detto qualcosa da normalizzare al riguardo (a livello politico-istituzionale) sono stati Pigliaru e Lai (no-indagati in Giunta).
Dato che Lai è una contraddizione che cammina (indagato/moralizzatore), possiamo dire che, nel caso, l’unico ad essere stato normalizzato è il buon Pigliaru (e non mi sembra una buona notizia).
P.S.: dato che si parla di buone persone, sono sicuro che a breve don Cannavera armerà la seconda crociata moralizzatrice, questa volta contro l’appena eletto Presidente Ganau (strano che prima di giungere all’elezione non si siano udite le sue ispirate parole).
@Bozzetti
“La questione morale non è mai esistita, al massimo abbiamo vissuto la questione Barracciu.”
Premessa. Se per “Questione Morale” si intende quella di Berlinguer, allora è altro da queste beghe giudiziarie.
Ciò detto, è verissimo. C’è chi l’ha detto prima delle elezioni. Si è trattato di un regolamento di conti dentro il PD. E anche fuori. C’è chi ha vinto e chi ha perso. Così Pigliaru è al governo e Manichedda in un assessorato. Barracciu a Roma e il PSd’Az all’opposizione. Per ora, poi si vedrà.
C’è anche chi ha perso avendo vinto. Uras.
E Melis.
E chi ha vinto pur avendo perso. Sale.
Nel frattempo di politica non si parla.
C.v.d.
Ah, dimenticavo: Barracciu è anche a Cagliari. Spesso. Dalle parti di piazza Repubblica.
La sinistra aveva proposto a Pigliaru nomi poco credibili? Probabilmente, caro Vito, non conosci la rosa di proposte indicata al Presidente.
Ho letto sui giornali dei nomi, ma a questo punto se li riproponi senza la mediazione degli organi di stampa potremmo valutarli meglio. In ogni caso politicamente era più corretto secondo me far esprimere un assessore alla sinistra che non a Sardegna vera.
Non più tardi di una settimana fà la neoministra Boschi, rispondendo alla stampa sulla nomina della signora Barracciu, diceva che una comunicazione giudiziaria non era una condanna, pertanto il governo non chiedeva le dimissioni del sottosegretario. Un cronista del Fatto chiedeva, allora, quale fosse il limite previsto da “codice etico” del PD. La Boschi diceva testualmente ” il nostro codice etico prevede l’incandidabilità in caso un rinvio a giudizio “. E allora, dico io, di cosa stiamo parlando ? Il sindaco Ganau non è forse stato rinviato a giudizio ?
Mi pare che questa sinistra ( ben poco di sinistra ), sposti l’asticella della morale a seconda delle proprie esigenze: la abbassa prima delle elezioni e la risolleva a urne chiuse. In questo non è affatto differente da chi ha (s)governato l’Isola in questi ultimi 5 anni.
Caro Campus,
quanto il sottosegretariato abbia “liberato il campo” lo vediamo da quello che accade in questi giorni. Barracciu di nuovo in tribunale. Nuove ipotesi di reato. Fondate contestazioni riguardo i “buoni benzina”. Parrebbe (dico “parrebbe”) che mentre la Nostra faceva benzina da una parte usasse la carta di credito altrove (fonte: Ugnone)
Barracciu sarà uno dei ferri da stiro lanciati dalla politica a Pigliaru per farlo galleggiare meglio. A Cagliari come a Roma. Altro che liberare il campus… ooops, pardon: il campo.
A parte ciò, il punto è ben altro.
Che Ganau è il più votato. E ciò indica due cose.
1 che una fetta sostanziosa di votanti non giudica un avviso di garanzia o un rinvio a giudizio un buon motivo per non votare un candidato.
2 che per essere il più votato con 10.000 voti ci vuole che la metà degli aventi diritto non voti.
Assieme al bizzarro risultato che la coalizione al governo ha perso rispetto alla coalizione all’opposizione. Che esibisce orgogliosamente un numero assai più elevato di indagati/rinviati a giudizio/condannati. Come dire che l’apparente anomalia di Ganau sarebbe vincente nelle urne. Numeri alla mano.
Tutto il resto sono palle da Brocesso del Lunedì.
Il dato politico vero e preoccupante è che la minoranza scaturita dalle urne va a governare. Per di più in una situazione in cui metà dell’elettorato ha rifiutato di votare. E che la minoranza è costituita da un partito in caduta libera (PD) assieme a partitini padronali a caccia di posti di sottogoverno. Come dimostra Il Maninchedda campione di salto acrobatico. Il Sale che farà parte di coloro che giureranno “di essere fedeli alla Repubblica e di esercitare il loro ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e dalla Regione autonoma della Sardegna”. Il Muledda che se ne sbatte di Melis e nomina chi gli pare. La lotta a pappine tra i due maschi-alfa di Sel. E via così.
Altro che Ganau: vogliamo mettere la palese impossibilità di azione della giunta Pigliaru?
Ci sarebbe anche un altro piccolo problema. Non solo sardo. La supplenza della giustizia di fronte al una politica inesistente.
Problema di cui si parla con molto difficoltà stante il ventennio berlusconiano. Grazie al quale è impossibile ragionare sulla giustizia perché si scade immediatamente nel litigio a tipo Travaglio VS Belpietro.
Caro Campus, ma chi se ne fotte di Ganau, se andiamo incontro ad un periodo in cui il governo NapoLetta, in confronto alla giunta Pigliaru, apparirà campione di decisionismo ed azione politica?
E se abbiamo un governo espresso da un numero di votanti pericolosamente confrontabile con il serbatoio di voti direttamente derivanti dai pastrocchi di sottogoverno?
Caro Il Punto,
quando scrivo “liberare il quadro da una mina vagante” mi riferisco – credo evidentemente – a un personaggio che era rimasto privo di collocazione (si chiama “visibilità”) pur avendo ricevuto la fiducia quasi plebiscitaria delle primarie: un personaggio evidentemente scomodo, sotto questo profilo, tanto che il suo nome era stato fatto – a torto o a ragione, ma non certo casualmente – per un eventuale ruolo nella Giunta Regionale.
Francamente, delle cose di Ganau, me ne fotto allegramente anch’io: sono stato amministratore in alcuni comuni, e so che i rischi si corrono (talvolta anche non volendone correre affatto). A ciascuno il suo.
Non me ne fotto (per restare sull’elegante), invece, di tutto ciò che ne può derivare per la Sardegna, che resta sotto schiaffo: spero quindi che le questioni giudiziarie abbiano corso, esaurendosi in tempi civili, ma non mi illudo.
Quanto ai numeri, mi pare evidente che al numero dei votanti debba essere aggiunto quello dei Grillini: il loro “non voto”, infatti, non è assolutamente equiparabile a quello di coloro che si sono disinteressati genericamente del voto stesso. Grillo era talmente interessato, da non aver consentito operazioni casuali, blindando la sua potenza di fuoco per altri momenti. Se si considera questa una forma di espressione politica – come io credo – si potrà misurare in dimensioni diverse l’astensione reale dal voto. Per capirci: astensionismo e astensione per disinteresse non sono la stessa cosa.
@Campus
Non vorrei dilungarmi. Solo una precisazione.
Non ho commentato il motivo del 50% di astensione. Ne ho preso atto e ho esaminato gli effetti.
No. Due precisazioni.
La Sardegna non è sotto schiaffo perché Ganau ha noie giudiziarie. Lo è perché non ha un governo solido.
No. Tre precisazioni.
“…quando scrivo “liberare il quadro da una mina vagante” mi riferisco – credo evidentemente – a un personaggio che era rimasto privo di collocazione (si chiama “visibilità”) pur avendo ricevuto la fiducia quasi plebiscitaria delle primarie”. Sì, anche io. Ma l’unico modo per “liberare” sarebbe che la Nostra se ne stesse a casa. E non vedo perché dovrebbe. Finché resta a ziru, e ha diritto di farlo, la mina continua a vagare. Cagliari, Roma o Bruxelles cambia poco.
Questi giorni ricorre il trentennale dalla scomparsa di Enrico Berlinguer.
L’elezione a Presidente del Consiglio Regionale di un rinviato a giudizio per reati contro la P.A. sarebbe il modo peggiore di celebrare la memoria del leader della Sinistra che sollevò e pose con forza all’attenzione dell’opinione pubblica la c.d. Questione morale anche se in un senso più ampio e più profondo di come noi oggi lo intendiamo.
Qui in realtà siamo ad un livello molto più basso e ha ragione purtroppo Biolchini, basta gli elettori si distraggano un attimo ed ecco che dopo aver incassato, per grazia ricevuta, il buon risultato elettorale, il ceto politico fa quadrato su sè stesso e con un colpo di mano vorrebbe imporre delle scelte contrarie ai buoni propositi assunti in campagna elettorale ed ai quali noi del Centrosinistra avevamo creduto ( o fatto finta di credere).
‘E già successo qualche giorno fa, stando ai politici nostrani, con Francesca Barracciu, che accusa in questi giorni, tra l’altro, l’aggravarsi della propria posizione processuale, e sta per ripetersi qui in Consiglio Regionale un’operazione che sarebbe uno schiaffo morale nei confronti di tutti quei cittadini del Centrosinistra che hanno rifiutato il principio di origine berlusconiano secondo il quale il lavacro elettorale monderebbe il politico eletto a furor di popolo da tutte le colpe presunte o accertate passate presenti e future.
Pur con tutte le dovute cautele di cui al comma 2 art. 27 della Costituzione è assolutamente inopportuno che un politico come Ganau, nei confronti del quale è stata verificata la serietà del materiale probatorio raccolto relativo ai reati contro la P.A. contestati, venga eletto per rappresentare proprio l’istituzione che esprime all’apice la sovranità del popolo sardo, ed è una cautela imposta dalla stessa Costituzione ex art. 54 comma 2 per tutte le cariche pubbliche, che devono essere adempiute con ” disciplina ed onore”; Il caso potrà anche sgonfiarsi alla verifica dibattimentale e glielo auguro di cuore, ma, allo stato degli atti, la presenza di Ganau alla guida dell’istituzione ne minerebbe pesantemente l’autorevolezza ed il prestigio.
Solo se bocceranno la nomina dell’ex Sindaco di Sassari i nostri Consiglieri del Centrosinistra potranno anche permettersi di onorare in modo non abusivo la memoria di quell’altro politico sassarese, che sarebbe inorridito di fronte alla nomina a Presidente del Consiglio Regionale di un rinviato a giudizio per reati contro la P.A. e la pubblica fede.
Caro Vito,
nel momento in cui la Barracciu diventava sottosegretario, mi sono detto che questo avrebbe soddisfatto due obiettivi: liberare il quadro da una mina vagante, e sdoganare Ganau.
Missione compiuta.
Forse.
Da sardo (puoi credermi), spero che sia così; se gli esiti giudiziari saranno positive, sarò il primo a esserne compiaciuto, anche umanamente.
Non nutrendo, pregiudizialmente, fiducia alcuna in ciò che questa legislatura porterà a noi poveri sardi, non mi sento affranto nè tradito dalla pessima partenza. Bene che vada sarà una specie di governo Monti. Male che vada sarà una specie di governo Monti. “su mundu er gai:
a sicut erat non torrat mai.”