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Quanti saremmo stati, un centinaio? Almeno. Sicuramente più di quelli che qualche mese fa sono riusciti a bloccare il taglio degli alberi a Terrapieno deciso dall’assessore Marras; e comunque neanche quando ci si mobilitava (temporibus illis) contro la cementificazione di Tuvixeddu, il ripascimento del Poetto e la legnificazione dell’anfiteatro romano c’erano grandi folle. Ma erano battaglie giuste, e andavano combattute.
Certo, sabato le assenze erano evidenti: dov’era il centrosinistra? Ma su facebook, ovviamente, a difendere strenuamente il progetto dell’amministrazione Zedda di realizzare il multipiano sotto le mura di Santa Croce a Cagliari, un’opera immaginata dal centrodestra oltre dieci anni fa (ed allora fortemente criticata, prima del successivo voltafaccia una volta conquistato il Comune).
Sabato si è visto anche qualche grillino tra cui il senatore Roberto Cotti, che ha preannunciato una interrogazione sulla vicenda.
Le ragioni che portano soprattutto Italia Nostra ma anche altre associazioni a contrastare il progetto del multipiano le trovate riassunte in questo video. A parlare sono Maria Paola Morittu (dell’associazione ambientalista) e Gianfranco Carboni, l’ultimo presidente della circoscrizione centro storico che, a maggioranza di centrosinistra, si oppose al progetto del multipiano sotto le mura.
La protesta adesso continua. L’appuntamento è per martedì 11 marzo a partire dalle 17 sotto il municipio di via Roma, in occasione della convocazione del consiglio comunale: ecco l’evento su Facebook.
Il tempo stringe ma Italia Nostra ritiene che la delibera della giunta Zedda che ha recentemente rilanciato il progetto sia illegittima: le osservazioni inviate all’amministrazione non sono state infatti presa minimamente in considerazione.
In ogni caso, se avete un po’ di pazienza e volete spulciarvi il progetto, ecco tutta la documentazione relativa al progetto del multipiano sotto le mura: buon divertimento.
Anche se non ho potuto partecipare all’incontro-opposizione al progetto, sono completamente a sostegno di tutte le associazioni che si oppongono sin dall’inizio di quella progettopoli che dai tapis-roulant ad ascensori orribilis, che in paesi dell’Appennino hanno realizzato all’interno delle mura. Ma si sa a Casteddu il Dio-mattone come insegnava ll mai dimenticato Antonio Romagnino, occorre ribellarsi ieri nel vecchio CentroSinistra e ora nella rinnovata sinistra cementificatoria, alleata come sempre a chi ha il Potere a Casteddu.
Su un punto son d’accordo con la protesta. Se abbiamo un parcheggio in Viale Regina Elena che dovrebbe servire tutta la zona interessata, pochissimo utilizzato o comunque sotto utlizzato, che senso ha crearne un altro? Cerchiamo, visto che c’è, di sfruttare quello per la sua massima capienza e poi, magari, facciamo altri progetti.
“Italia Nostra” è davvero un nome pessimo.