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Mancano cinquanta giorni alle elezioni regionali, due settimane alla presentazione delle liste e il fronte progressista sardo non ha ancora deciso definitivamente quale sarà il suo candidato alla presidenza della Regione né tantomeno l’alleanza che lo dovrebbe sostenere: per Ugo Cappellacci la rielezione è veramente a portata di mano. Basterebbe questo a bocciare in blocco la classe dirigente di quello che una volta si chiamava centrosinistra e che oggi non è altro che una galassia di potentati vecchi e nuovi, a cui la severa lezione dello tsunami grillino dello scorso febbraio (quando il M5S raccolse in Sardegna il trenta per cento dei consensi) non ha insegnato nulla se non ad essere più arroganti e più gelosi del proprio squallido potere personale.
Stamattina l’assemblea regionale del Pd si contorcerà nelle ultime convulsioni prima di vomitare al mondo l’unico nome che la pancia del partito ha provato a digerire, quello dell’inquisita Francesca Barracciu.
Per capire la portata del disastro prossimo venturo bisognerebbe ripercorrere il percorso che sta portando a questo suicidio politico, partendo dal tentativo di tutti i partiti dell’alleanza di non far svolgere le primarie, poi di promuoverne una partecipazione limitata, poi di rimandare di settimana in settimana la fissazione dei termini di partecipazione fino a imporre un numero spropositato di firme da raccogliere in piena estate con il chiaro intento di limitare le sorprese e fare il gioco degli apparati. Contestualmente si parlava a vuoto di programma, si perdeva tempo, in un inutile gioco tattico volto solamente a tutelare le posizioni apicali dei partiti, grandi e piccoli, le loro rendite di posizione, le loro smanie di candidatura e di elezione.
La responsabilità di questo disastro non è solo del Pd, ma anche di Sel, Rossomori e degli altri partiti minori, sempre pronti a bacchettare il partito di maggioranza della coalizione ma assolutamente incapaci di proporre una seria candidatura alle primarie. Sel si è impegnata più di tutti, arrivando addirittura a teorizzare il non svolgimento delle primarie e disorientando l’elettorato con dichiarazioni ambigue ed altalenanti dei suoi maggiori dirigenti, un giorno pronti ad aprire ai Cinquestelle, un altro a Michela Murgia, un altro ancora rassicuranti sul futuro dell’alleanza di centrosinistra. Una follia.
La lettera divulgata ieri dai giovani del centrosinistra (in realtà gran parte di Sel) certifica l’irrilevanza politica della sinistra in Sardegna, la sua totale subordinazione al Pd, la sua incapacità di immaginare un percorso originale e innovativo. Oggi la sinistra sarda sa solo riproporre schemi funzionali alla riproduzione e al carrierismo del suo ceto politico, e nulla più.
In casa Pd invece tutto il periodo che ha preceduto le primarie è stato caratterizzato dal tormentone Soru. L’ex presidente, recordman di assenteismo in consiglio regionale, ha messo sotto scacco il partito, minacciando a più riprese un suo improvvido ritorno in campo. Una posizione talmente assurda da fare il gioco della vecchia guardia del partito, tutta tesa a salvare le posizioni di potere acquisite negli anni.
Ma era chiaro che, nel bene o nel male, la scelta del candidato presidente sarebbe spettata a lui. Ma Soru invece che fare politica pensava a se stesso, alla sua rivincita. Alla fine però ha dovuto cedere e in extremis, al momento di decidere chi proporre, ha scelto Francesca Barracciu, con la quale nei mesi precedenti si era scontrato in maniera molto dura: una guerra di posizione in vista della candidatura che ha visto prevalere l’ex sindaco di Sorgono.
Della Barracciu si possono dire tante cose. La sua inadeguatezza politica è emersa in questi due mesi e mezzo che hanno seguito la sua vittoria alle primarie (modesta per partecipazione e qualità del voto, con mille elettori a Sorgono e meno di tremila a Cagliari…) ed è esplosa con il suo coinvolgimento nell’inchiesta sui fondi ai gruppi. Ma Francesca Barracciu non è solo una donna che si è costruita certosinamente questa scalata a viale Trento, arrivando perfino a vivere come un impaccio la nomina di europarlamentare dopo l’elezione di Crocetta alla Regione, no: Francesca Barracciu è stata scelta da un mondo, quella della destra del Pd, quale garante di interessi nazionali molto chiari.
Giorgio Macciotta (uno dei pochi esponenti del Pd sardo ancora ascoltati a Roma) lo ha detto chiaramente in un suo intervento terrificante (per contenuti, e per toni) pubblicato nei giorni scorsi dalla Nuova Sardegna: la Barracciu non si tocca, non si può toccare. Neanche se è indagata. E perché? Ve lo dico io: perché deve garantire quei grandi poteri nazionali (immagino Eni ed Enel, ma anche le grandi industrie militari che senza i poligoni sardi entrerebbero in crisi) dal rischio di una politica che metta prima gli interessi della Sardegna. Ecco perché l’indipendentismo e il sovranismo sono lo spauracchio della destra del Pd di cui Macciotta è indiscusso campione (e La Nuova Sardegna megafono privilegiato). Ecco perché la Barracciu dice sì all’impresentabile e inconsistente Partito Sardo d’Azione e no al Partito dei Sardi, alla proposta di Michela Murgia e a tutti gli altri sovranismi. Perché il suo programma deve tutelare lo status quo, non può certo spingere al cambiamento radicale che serve alla Sardegna.
Il permanere in campo della Barracciu non è solo il frutto della sua arroganza o dell’incapacità politica di Soru, ma soprattutto della volontà della destra del Pd di blindare la tutela degli interessi italiani che hanno trovato nella parlamentare europea una valida rappresentante.
Però la partita non è ancora finita. Anche i meno avveduti sanno che la candidatura della Barracciu può determinare per il Pd una disfatta e non solo una disonorevole sconfitta. Nomi alternativi in campo ce ne sono ma uno più di tutti può raccogliere consensi, a Roma come in Sardegna. Da settimane gli sherpa della politica lavorano sottotraccia con tante comprensibili cautele ma ormai non ha più senso nascondere il fatto che l’economista Francesco Pigliaru sia ritenuto da molti la più valida alterativa all’impresentabile vincitrice delle primarie.
Pigliaru finora non è voluto uscire allo scoperto, e c’è da capirlo: perché su di lui pesa il veto irremovibile di Renato Soru. L’ex presidente non ha perdonato a quello che è stato il suo assessore al Bilancio e alla Programmazione l’opposizione al progetto di voler accorpare la spesa in capo alla presidenza e che determinò l’uscita dall’esecutivo dell’economista.
Se Soru oggi facesse un gesto di generosità e proponesse a Tramatza il nome di Pigliaru la candidatura della Barracciu con forte probabilità tramonterebbe. Perché troverebbe sponda nella corrente di Antonello Cabras, innanzitutto. Perché avrebbe il via libera di partiti come Sel (che chiedono solo disperatamente un altro nome), e riavvicinerebbe anche i sovranisti. Certo, altri problemi politici resterebbero aperti, apertissimi: ma almeno non si avrebbe un candidato indagato.
Pigliaru è la migliore candidatura possibile? Forse no: ma è l’unica ora possibile contro quella inverosimile della Barracciu. Soru ha l’ultima possibilità per provare a raddrizzare una situazione che lui più di altri a contribuito a provocare. Finora ha sbagliato tutte le mosse, dimostrando che la politica non fa per lui e che farebbe meglio ad occuparsi nuovamente a tempo pieno delle sue imprese. Ora però ha in mano la palla per quello che nel football americano si chiama “lancio dell’Ave Maria”: a tempo quasi scaduto, da distanza siderale, si scaglia l’ovale il più lontano possibile, alla cieca, sperando che ci sia un ricevitore a raccoglierla, andare in touchdown e regalare la vittoria alla sua squadra.
A questo si sono ridotti il Pd e gli altri partiti sardi del fu centrosinistra: a sperare nella Madonna. Ma altra scelta non c’è.
Secondo dopo la rinuncia della Barracciu me il Centro Sinistra deve candidare Ganau, è la scelta più limpida e logica.
Caro Vito Biolchini, bello questo tuo blog, sinceri complimenti, non è da poco consentire ai lettori di esprimere i propri pareri senza censure. Poi dicono che sei schierato politicamente, ma questo poco importa, vale sempre quanto detto da Deng Xiao Ping: “non importa il colore del gatto ……”
Non so come Francesco Pigliaru possa rappresentare anche le istanze dei sovranisti. Se c’è una persona più contraria alle idee di Sardegna che i sovranisti dovrebbero rappresentare, è lui. Però nei percorsi politici, tutto è possibile.
perchè,in alternativa alla Barracciu, non uno dei candidati alle primarie? Ganau non credo che accetti e allora, perchè non Andrea Murgia?
Perché è il “Civati” sardo, e la dirigenza del Pd (e a ruota tutta la clientela che arriva fino all’ultimo dei “giovani” del partito), prima di scegliere Andrea Murgia, preferisce lanciarsi in una vasca coi piranha.
Nos ispantamus de su comente nche semus lompidos a custa situatzione ma b’at duas cosas chi badde ant ifruidu sa farta de una leghe pro regulare sa vida interna de sos partidos assotziatzione, su balangiu publicu, sos organismos chi disinnent a craru, in prus b’at de s’ammentare sa leghe eletorale copiada dae sa Turchia inue sos diputados e sos senadores sunt totus nominados e annanghidos in listas blocadas. Sos botos cherent marrados unu pro unu e cheret a torrare a unu proportzionale curretu cun unu premiu de majoria chi seletzionet a beru unu classe dirigente. Pro custa rejone ca non b’at seletzione medas de custos politicos non sunt in gradu de sustennere una intrevista publica, non cumprendent ca sunt peri innorantes sa realtade sarda. In Sardigna bi cheret una classe politica noa chi pongiat a daennantis a cunseghire s’autonomia prena de sa Sardigna, sa fiscalidade agiuada, e cheret a formare custa classe dirigente cun s’impreu de sa limba sarda, iscrita uniformada e fueddada dongiunu cun sa variante sua. Depimus imparare comente iscolanos dae su Sud Tirolo, dae sa Catalugna, dae s’Iscotzia, dae sa Corsica. Su Tzentru Ischerra non podet prus essere in Sardigna cussu de Berlinguer e de Togliatti ma cussu de Pascale Maragall sindigu antigu de Barztellona, sotzialista federalista, cussu de Giacobbi radicale de ischerra corsicanu, alliadu cun sos autonomistas, e cheret a s’ammentare su chi naraiat Gramsci omine de gabale chi at pagadu cun sa vida su pretziu de sas ideas suas sufrende in galera cando ateros buffaiant tzampagna atundados de feminas in Mosca cumpartende delitos contra a sa libertade e sa dinnidade de sos omines. E peri nois de tzentru ischerra depimus cantare Sandigna Patria Amada innantis de Fratelli d’Italia. Su P.D. sardu depet essere federadu a cussu natzionale e ischirriadu comente sunt sos sotzialistas catalanos cun sos sotzialistas ispannolos. O faghimus gosi o ateros l’ant a faghere pro nois. Esistit una cumponente de amministradores locales democraticos chi sunt federalistas, contant pagu pro su mamentu, e tantumatessi in pitzu de custos argumentos cheret a cumintzare a discutere fintzas in Sardigna chenza essere eversivos ma autonomistas pro s’autonomia prena de sa Sardigna eya. Su P.D. depet dare un’imposta tantumatessi andent custas eletziones regionales.
Pusole, ta bella littera. S’impreu de sa limba est arribendi. Bellu meda cussu “buffaiant tzampagna”.
Mi paret de ti bìdere, berbeghe in mesu de berbeghes, anonimo d.o.c., chi cando no ischit ite rispòndere, si la leat cun sa limba sarda.
Eris su 29 de su mese de Nadale de su 2013 s’est formadu su gubernu de su Sud Tirolo intre P.D. e sa SudTirol Volkspartei, s’autonomismu sudtirolesu mirat a ischerra e no a dereta. Wir denken das der unser anonime wisse das nicht diese ist mehr beschaftig zu lippen der italienische arsche. Es molt important tambè per tots nosaltres autonomistes sards fer la consideraciò que el temp venidor potser camviarà en la illa de Sardenya amb la indipendencia de Catalunya despres del referendò del 2014 perquè Catalunya es la naciò germana nostra. Nosaltres tenim que mirar de nou a Bartza com example.
quante volte ci siamo tappati il naso per votare Pd ma questa volta no…. La Barraciu NO … Basta siamo sempre alle solite rincorriamo le situazioni nella speranza che qualcun altro le risolva …e nel mentre Cappellazzi si fa la sua bella campagna elettorale istituzionale sulle spalle nostre………. Cappellazzi e molto bravo a usare gli errori e gli sbandamenti della sinistra …. ebbene SI ormai solo un miracolo ci potra salvare da un Cappellazzi Bis che per altri cinque anni portera la Sardegna al nulla assoluto , al blocco totale delle decisioni se non quelle di interesse personale,,,,avremo il bilancio della regione approvato sempre in ritardo e pieno di bucchi e pezze…………quindi consiglio di pregare alla Madonna di Bonaria nella speranza che la Sardegna si liberi da questi politici ……………. che dire,… Auguri per un 2014 diverso e con qualche buona notizia per la Sardegna ….!!!
ave mary pass……. ovvero il passaggio dell’ave maria !!! il tentativo estremo di rimediare ad una situazione ormai compromessa….ma questo solo nello sport..!!!!
Entschuldigung anonimo wenn ich shcreibe nicht in sardische sprache. in Sardegna ha vinto Renzi, ma ha preso un po meno del resto del territori nazionale perché? Il perchè è legato al fatto che l’elettorato di centro sinistra si è reso conto che troppi erano saliti sul carro del vincitore e questo a portato a ritenere che ci fosse un’ipoteca. Il vecchiume megafona imperterrito con i soliti occhi di ghiaccio di un velociraptor carnivoro senza sentimenti dopo aver premesso ai fanatici bandiera rossa ma non si rende conto che sta dando ordini al vento. Soru non è un politico è vero la palla ce l’ha lui e che poteva a suo tempo sostenere Ganau e alla fine non lo ha fatto. Oggi sarebbe stata un’altra storia. Ma oggi siamo arrivati al si salvi chi può, il che vuol dire che molti saliranno sul carro del vincitore e chi può salverà la sua posizione di potere. Amen.
Ma se il PD deve difendere certi interessi tramite la figura della barracciu, allora qualsiasi altro nome sfagiolato dalla direzione PD andrà in quella direzione. Cambierà il nome ma non la sostanza.
Quindi anche un pigliaru non sarà una differenza. Nemmeno per il polo sovranista.
Il PD vuole davvero cambiare lo stato attuale delle cose?
Si, se una volta in vita sua si allinea.
Ma la sua linea la conoscono tutti.
Talmente lapalissiano che fa strano doverlo anche sottolineare. Qua tutti fanno finta che il problema sia Barracciu o non Barracciu e non il marciume insito alla base del PD. L’ha spiegato bene anche Vito, ammettendo implicitamente che è questa la principale differenza col mondo indipendentista, nonostante non gli stiano simpatici gli indipendentisti come la Murgia.
Volevo esplicitarlo.
Vito Biolchini lei sta diventando il megafonino di un partito dei sardi che non esiste e non esisterà mai. le sue vicende personali hanno un importanza nefasta nei suoi commenti che ben lungi dall’essere quelli di un attento osservatore sono sempre più simili a quelli di un tifoso. Il suo tifo per maninchedda è talmente plateale da farla apparire un somaro.
Eeeh, paroloni! Ma lei con chi sta? Si qualifichi!
nessun parolone semplicemente lei pontifica su sovranisti come se fossero la panacea dei mali della nostra sardegna. e lo fa in maniera così ripetitiva e quasi timoroso che questo suo non troppo nascosto appello al pd verso l’apertura al sovranismo non venga raccolto a favore magari di un partito sardo insignificante come lei lo definisce nel suo articolo di oggi. il quale per quanto insignificante ha dimostrato di sopravvivere sempre. io sto con la barracciu e con il pd. il resto conta poco. ma se il pd e la barracciu fossero disposti ad accordarsi con “l’inisiginificante” psdaz farebbe meglio che allearsi con l’inesistente partito dei sardi.
costantino, è più simpatico vito, che fa il tifo per uno dei pochi “non inquisiti” del consiglio regionale, che non lei che gli dà dell’asino.
e ricordi che per esistere occorre avere delle idee che vadano oltre a quella del psdaz di accodarsi ad un carro dato per vincente.
il psdaz, che non fa neanche lo sforzo di aggiornare il sito perchè è troppo impegnativo o perchè non sa cosa aggiungerci, resterà deluso, dato che il candidato che sostituirà barracciu lo lascerà al palo… scommessa?
Arroddugò! 😀 😀 😀
Nell’attesa spasmodica, sto pensando di non starmene con le mani in mano e di darmi all’imprenditoria.
Se mi ci metto poco poco d’impegno, quasi quasi ci zacco un club Forza Silvio e non se ne parla più!!
“impresentabile e inconsistente Partito Sardo d’Azione” i conti caro Vito si fanno sempre alla fine…a risentirci il 17 febbraio.
Hai ragione, dovevo dire “inconsistente politicamente”, che il Psd’Az abbia un po’ di voti non c’è dubbio. Ma senza la Barracciu candidata cosa fa? Torna da Cappellacci?
Sti termini “imprensatabile/i”, non dovrebbero trovare spazio nella dialettica democratica, sia per evitare cadute di stile, sia perchè, agli occhi del lettore comune, diventano un boomerang ed alla fine si rotorcono contro chi li usa.
Inoltre non mi risulta la Barracciù abbia detto no al Partito dei Sardi, semmai viceversa.
infatti anche a me risulta che sia il partito dei sardi a non volere la barracciu e non viceversa.
Per quanto riguarda l’inconsistenza politica del PSdAz basta guardare le scoppiazzature dei vari sovranisti, progress (isti) e quant’altro c’è in circolazione nel mondo indipendentista, sui temi storicamente patrimonio del PSdAz per definire la tua affermazione pura demagogia elettorale…(senza offesa si intende)
quindi il polo sovranista etc, l’esigenza di quei temi etc, l’unità in nome della Sardegna e delle sue problematiche etc, tutto dimenticato? l’unica cosa che ti interessa è che il centrosinistra vinca, giusto? finalmente un pò di chiarezza
Ci sono molte “uniche cose che mi interessano”, e una di queste è la sconfitta di Cappellacci, che si realizza con il massimo sforzo unitario possibile.
Detto questo, la questione sovranista resta intatta. Stamattina c’è stato un incontro nella sede di Sel in via Puccini a Cagliari, convocato dal nuovo segretario regionale del partito Luca Pizzuto e al quale hanno partecipato i referenti delle sigle sovraniste. Il polo sovranista nascerà, si tratta di capire se ci saranno le condizioni per una alleanza programmatica con il Pd (senza la Barracciu candidata, ovviamente) oppure no, e se Sel farà parte di questo polo, a che titolo e in che modo.
Mi trovo da disamorato della sinistra nazionale e sarda in particolare, molto in sintonia con l’analisi dell’articolo. Confido in un ravvedimento in extremis della Barracciu che così ha tutto il tempo per risolversi le questioni giudiziarie per il bene della Sardegna e spero che almeno dal sassarese arrivi qualche novità, tipo Ganau per essere franchi.
I soliti complimenti per la lucida analisi. E già, forse Pigliaru non è sarà la migliore candidatura possibile (ma visto chi il PD ha espresso a livello nazionale c’è poco da fare gli schizzinosi) ma credo che contribuirebbe se non altro a limitare l’astensionismo di sinistra giunto oramai a quota 85% (sondaggio personale).
Movimento 5 stelle la vera incognita che farà strabuzzare gli occhi.
il m5s in sardegna è messo veramente molto male
ci sono divergenze tra gruppi diversi che hanno determinato confusione e immobilismo
si sarebbe dovuto iniziare già da tempo con la campagna elettorale, con iniziative su tutto il territorio, con la diffusione del programma regionale
rancori vecchi di tre anni si sono ripresentati e stanno mettendo in crisi tutti gli attivisti che si sono spesi con cuore e passione non solo in questi mesi ma anche negli anni scorsi
tutto questo è davvero grave ed è un vero peccato
secondo me il m5s in sardegna non può essere considerato una pedina fondamentale del gioco
io spero di sbagliarmi però…
Caro Vito, sbaglierò ma a me l’irresistibile strategia del Pd sembra finalizzata proprio a far rivincere Cappellacci, e questo non da oggi ma da mesi, da molto prima dell’arrivo degli avvisi di garanzia. Informato come sei, dovresti essere al corrente delle manovre sotterranee per il voto disgiunto a Cappellacci, e sicuramente ci sono troppe terrificanti stranezze nella politica sarda, che passano anche per le ambiguità del progetto Sardegna Possibile, per l’incredibile cupio dissolvi da cui è stato colto il M5S, e per la solita tendenza alla divisione dell’atomo da parte degli indipendentisti.
E le insensatezze sono tante. Per esempio perché il cosiddetto centrosinistra ha eretto barricate – e qui soprattutto a causa di Sel e dei Rossomori poi andati per la loro strada – nei confronti di Paolo Maninchedda per poi prendersi in blocco lo squalificato, e peraltro interamente inquisito nell’inchiesta del dott. Cocco, PSdAZ di Giacomo Sanna & Co.?
Mistero.
Il mistero più grande, e apparentemente incoerente col quadro che si sta nitidamente delineando, riguarda però proprio Soru. Le sue mosse degli ultimi mesi sono davvero incomprensibili, e non ho idea se c’entri qualcosa la sua debolezza giudiziaria – a parte l’evasione fiscale per cui è rinviato a giudizio, non dimentichiamo che la Procura Generale ha appellato la sentenza sul caso Saatchi, e con l’aria che tira in Cassazione, ultimamente molto più severa che in passato, fino a maturata prescrizione nessuno può sentirsi tranquillo – o qualche altro tornaconto.
Per il resto trovo fondata la tua analisi: ci sono certi equilibri di potere in Sardegna che non si vogliono o non si possono toccare. Eni, Enel, Saras e quant’altro. Solo che mi sembra si commetta l’errore di attribuire al cosiddetto centrosinistra molta più diversità di quella effettiva, che se esiste è molto limitata, e a un’area che probabilmente non prenderà neanche parte alla competizione elettorale e si ritradurrà in astensionismo: da questo punto di vista degli equilibri, che magari includono anche quel che resta delle famose 3M, una vittoria di Cappellacci o una di una Barracciu politicamente debolissima sarebbero pienamente fungibili.
Od Vito, la pubblicità di Forza Italia nella colonna a destra in questa pagina nun se po’ gguarda’
Mi associo ad Alecc, nun se pò guardà …veramente!
🙂 Vi ricordo che mesi fa Google mi ha pure sparato in home la pubblicità della Juventus e nessuno di voi ha avuto niente da ridire!
Cosi é! O almeno parrebbe! Secondo me oggi a Oristano verrá confermata Francy….non so perchè ma lo sento!