Viene prima l’uovo o la gallina? Per sperare di imporsi alle prossime elezioni regionali è necessario trovare innanzitutto un candidato presidente vincente oppure occorre prima formare una solida alleanza politica? Io sto con la gallina.
Il caso Barracciu dimostra che il candidato non fa necessariamente l’alleanza, anzi può anche distruggerla. Se le primarie hanno legittimato l’europarlamentare, soprattutto la condotta politica susseguente all’arrivo dell’avviso di garanzia ha reso improponibile questa candidatura.
Il caso Soru dimostra invece che anche il leader più carismatico alla lunga non può fare a meno di una maggioranza coesa, politicamente coerente. Oggi in Sardegna di figure carismatiche in grado di appianare contrasti politici di ogni tipo non ce ne sono, perché se ci fossero state (visto che tutti le stanno cercando a pietre rovesciate) sarebbero saltate fuori; e quindi non è il caso di perdere ulteriore tempo.
Né si può ignorare che l’ipotesi di don Ettore Cannavera presidente non ha mai convinto consistenti settori dello schieramento progressista, così come la proposta di Gavino Sale di candidare Gigi Riva dopo due giorni è già finita nel dimenticatoio.
Quindi la cosa peggiore che si possa fare è pensare che si possa uscire da questa incredibile crisi (perché alla presentazione delle candidature manca poco più di un mese) proponendo un nome in grado di mettere tutti d’accordo: d’accordo su che cosa, poi? Su quale programma? Su quali valori condivisi?
Invece i partiti (che hanno fiutato l’imminente fine della candidatura Barracciu) hanno ripreso a manovrare furiosamente alla vecchia maniera, pensando che chi tira fuori il nome vincente alla fine possa essere avvantaggiato davanti agli elettori.
Così si fanno di nuovo i nomi del presidente della Federazione Nazionale della Stampa Franco Siddi (da sempre un pallino del senatore di Sel, Luciano Uras), c’è chi pensa all’economista ed ex assessore alla Programmazione della giunta Soru Francesco Pigliaru, mentre settori centristi corteggiano il rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino, ed alcuni volenterosi del Pd (a dimostrazione dello stato di confusione in cui versa il partito in Sardegna) sono andati a proporre la candidatura nientemeno che all’imprenditore, ex editore di Sardegna Uno e attuale presidente della Banca di Credito Sardo, Giorgio Mazzella. A bellu puntu, verrebbe da dire.
No, cercare il nome adesso non ha senso: perché non esiste ancora un progetto che questo nome dovrebbe rappresentare. Perché, parafrasando il poeta, non esiste la “formula che mondi possa aprirti”. Quindi ciò che ora dobbiamo dire è solamente “ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.
Non vogliamo candidati inquisiti o condannati. Non vogliamo candidati calati dall’alto come se niente fosse dal Matteo Renzi di turno. Non vogliamo un programma che non parta dalle esigenze della Sardegna, e cioè che sia la semplice articolazione di una visione tutta italiana della crisi. Non vogliamo una classe politica che ha gestito il vecchio modello di sviluppo. Non vogliamo la riproposizione di una politica di stampo autonomistico, perché l’autonomia è morta. Non vogliamo un progetto politico che non dia ai sardi la responsabilità del loro futuro. E con i “non vogliamo” mi fermo qui.
Invece che cercare nomi, le forze politiche che dichiarano di non volere la Barracciu dovrebbero avere il coraggio di incontrarsi e di cercare di imbastire una minima linea comune da contrapporre a quella che il Pd (ormai senza più alcuna autorevolezza) cercherà comunque di imporre a tutti dopo essersi liberato dell’ingombrante candidatura uscita dalle scombinate primarie dello scorso 30 settembre.
Perché per vincere le elezioni non basta avere un candidato non inquisito ma occorre innanzitutto una alleanza ampia, coesa, capace di condividere alcuni punti programmatici forti e innovativi. Basta con i leader da seguire a tutti i costi: soprattutto se leader non sono.
Prima questi tre-quattro punti programmatici verranno definiti e resi pubblici, più facile sarà sia creare uno schieramento alternativo al Pd nel caso (assai remoto ormai) in cui la Barracciu dovesse continuare ad essere proposta per la presidenza della Regione, sia resistere alla pretesa del Partito Democratico di imporre un suo nuovo candidato come se niente fosse.
Chi avrà la forza e l’autorevolezza di convocare tutte le forze che affermano di volere pulizia e rinnovamento?
Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo: codesto solo dobbiamo dire. Ma in fretta però. È il premio Nobel Eugenio Montale che ci invita a farlo.
Non chiederci la parola
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
Oggi la Nuova Sardegna spara in prima pagina la triade di possibili candidati governatore del centrosinistra alternativi alla Barracciu.
Ancora Mastino (bravo Biolchini a dirlo tra i primi), il rettore di Cagliari Melis (mi sembra difficile che accetti) e Francio Siddi (il miglior oratore dei 3).
Come sempre la politica quando è in difficoltà e messa all’angolo dalla magistratura guarda al mondo dell’università e/o del sindacato.
Giusto finchè non finisce la bufera…
Per fare un bel passo avanti dobbiamo pensare che ciò di cui abbiamo bisogno sono i provvedimenti veri e concreti, cioè quei documenti che poi vengono pubblicati sul BURAS e sulla gazzetta ufficiale.
Quando dobbiamo costruirci la casa, non ci interessa la personalità dell’architetto, ma il suo progetto. Allo stesso modo dovremmo sceglierci i politici scegliendo quelli che riescono a scrivere i progetti migliori. Così come scegliamo la musica che ci piace e di conseguenza i musicisti che la compongono, come scegliamo i libri e di conseguenza gli scrittori preferiti. Come scegliamo i panifici per il pane che producono … Ma ci serve il pane non il panettiere!
Prima non era possibile, ma con Internet possiamo e dobbiamo fare questo grande passo avanti: possiamo conoscere e valutare i progetti politici. Dobbiamo creare una competizione basata sulla qualità dei progetti e non sulla personalità dei progettisti. I progetti politici possono essere le opere di grande valore di cui abbiamo bisogno. Possono essere studiati bene, discussi, scritti, corretti e riscritti fino a quando ci piaceranno e ci convinceranno.
Selezionando i migliori progetti selezioniamo sicuramente i politici più capaci e preparati e i gruppi di lavoro più affiatati, che possono governare bene il presente e attuare indirizzi precisi per il futuro.
Abbiamo possibilità e libertà d’informazione straordinarie, ma dobbiamo superare le vecchie abitudini di un confronto democratico dove i contenuti sono rimasti quelli di 50 anni fa: cioè belle parole e propaganda!
Possiamo permetterci molto di più: i politici preparati e onesti possono finalmente emergere.
http://www.insardegna.eu/Members/gsalaris/la-democrazia-e-il-concorso-di-pittura
G.S.
Oh vito sa pudda da teneusu ed esti s’accabadora. Conche ou puru! Tore cherchi.
Mazzella? Ma è una cosa seria? Scusi Biolchini, a questo punto perché non direttamente Sergio Zuncheddu? O magari si potrebbe ripescare perfino Grauso se non ha problemi con la legge Severino, chissà. Comunque dopo le notizie di stamattina c’è da chiedersi piuttosto se qualcun altro passerà il natale a Buoncammino …
Sicuramente adesso si fa un bel salto di qualità. Se il Pd pensava comunque di resistere su risultati accettabili grazie al peso delle clientele già portate a votare alle primarie, se si concretizzano le ipotesi adombrate da Lissia stamane sulla Nuova Sardegna, e che a chi è addentro dicono sicuramente qualcosa di più, verrà travolto anche su questo terreno.
Il momento politico è confuso e cattivo.
Anche nel M5S, nonostante vi siano divisioni perduranti e tutt’altro che chiarite, non cessa il rischio di balzi sul carro del vincitore, perché magari si pensa che l’indignazione per lo scandalo aumenterà le chances del MoVimento. Tuttavia, anche senza sposare il settarismo di quelli di Tramatza, attenzione … e attenzione anche a chi pensi di risolvere il problema questione morale imbarcando personaggi magari apparentemente specchiati, ma che dicono ben poco alla società civile al di fuori della conventicola intellettuale o di corporazione di cui fanno parte.
Alle regionali non si vota col Porcellum, ci sono le preferenze. Questo si è già rivelato uno svantaggio per il M5S, che è una forza giovane i cui aderenti o non hanno mai avuto esperienze politiche in passato o hanno comunque poca consuetudine con “certa” politica. Ma può esserlo anche per chi, si tratti del Pd o di altri, pensi di rifarsi una verginità candidando emeriti sconosciuti che pensino di vincere la partita per abbandono di campo.
Nel 2004 i Ds, reduci da due legislature disastrose (quella di Palomba, poi quella di Floris-Pili-Masala) fecero la scelta di candidare molte donne perlopiù impegnate nel sociale e sconosciute. Furono mandate totalmente allo sbaraglio e i risultati della lista Ds, vampirizzata da Progetto Sardegna di Soru, furono terrificanti.
Per contrastare i signori delle preferenze ci vogliono persone ben riconoscibili come impegno civile, morale e sociale, non certo chiamare in campo i rincalzi e la finta società civile.
A proposito di Pd, comunque … cosa ne dice Matteo Renzie? Esiste il Pd in Sardegna?
Caro Biolchini, l’unica dotata di credibilità e dalla quale provengono proposte sensate e perfino qualche novità è, ovviamente, Michela Murgia che, però, da sola non ce la fa.
Il Pd, prima di scomparire, potrebbe manifestare sul suo letto di more un’ultima saggia volontà consistente in un passo indietro e in una richiesta di alleanza con Michela Murgia.
Certo, qualcosa la dovrebbero contrattare, conviene a tutt’e due. Mi pare inevitabile. Però la Murgia presidente e un gruppo di assessori noti da prima del voto – la Murgia lo aveva promesso – costituirebbero una via per fuggire dalla depressione della politica, sopratutto da quella locale e una novità in assoluto.
Tutti gli altri nomi, Biolchini, sarebbero destinati ad essere spazzati via dal messaggio incondivisibile ma chiaro del Pdl.
Con lo stesso ciclone spariranno i soliti indipendentisti minoritari con la loro fissa dell’LCS e i milioni di euro de s’uffitziu de sa limba.
Dott. Biolchini, non mi piacciono le liste personali ma mentre che sto scrivendo è in corso una vasta operazione di polizia giudiziaria che annienterà la credibilità politica dei partiti in Sardegna. Si apra un dialogo costruttivo con Michela Murgia e si parli di programma a partire dal piano paesaggistico. I nomi dei candidati e dei futuri assessori siano valutati secondo regole di etica di curriculum e anche di appartenenza ma con particolare severità. Mi lasci dire che è l’unica lista, quella della Murgia che può sconfiggere il cdx sardo.
Pingback: Si stringe il cerchio … e ci si rifà la verginità | Bolognesu: in sardu
ma diaderus c’esti calincunu chi ari preguntau a Mazzella de si candidai?
Pingback: La politica vista da Cagliari, Vito Biolchini: Non serve un candidato, serve un’alleanza! Invece, in pieno marasma, si rifanno i nomi di Siddi, Pigliaru, Mastino e… Mazzella! | Roberto Carta
Tutti i candidati sono penosi, ma il peggiore è il rettore di Sassari Attilio Mastino. Ma avete presente la figura barbina che ha fatto davanti al Papa a Cagliari?
Sottoscrivo in pieno questo post. Sono anni che sostengo la gallina in ogni associazione e ad ogni tornata elettorale locale, ma mi dicono che io di politica non capisco una mazza. Chi avrà la forza e l’autorevolezza di convocare tutte le forze? corollario: chi sarà così generoso e saggio da dimensionare il proprio EGO? Non voglio rinunciare alla speranza ma il disincanto e lo sconforto stanno crescendo ogni giorno e se lo schieramento di Michela Murgia candiderà persone fresche credo che mi accontenterò e voterò per lei.
Anche pería fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negâro i fati
la giovanezza. Ahi, come,
come passata sei,
cara compagna dell’etá mia nova,
mia lacrimata speme!
Per rispondere alle “rime” di Biolchini, io,che ho un’età più che matura, sto rinunciando alla speranza! Anch’io probabilente non capisco una mazza di politica, ma, al contrario di Madda, non riesco a scorgere la luce in fondo a questo tunnel della politica isolana ( e non solo isolana..). Venissero ascolatati gli appassionati interventi del nostro caro blogger e di pochi altri..
Programmi…programmi .. programmi chiari…,il più possibile condivisi da chi nel centro sinistra si colloca.
Programmi però affidati a.chi ha credibilità politica e trasparenza di percorso politico e personale
Al momento la situazione è penosa, e come consueto si gioca al meno peggio.
La Barraciu è stata votata alle primarie, d’altronde l’avete candidata voi, a mio giudizio è giusto che sia lei la candidata del PD… Se poi la coalizione la deve rappresentare Maninchedda … Fatte voi
ò Peppi, e finitela con questa messinscena sulla Murgia. Mica sono tutti direttori dell’Unione che gli da titoloni mandeliani, come la sua presenza a Londra con un ” bagno di folla” ed erano solo un centinaio di persone dentro al teatro. A Nuoro siete stati a malapena “un” ( fonte certa) centinaio, con tanto di personaggi che con il turismo non c’entravano nulla ma erano li per fare numero, stile ventennio fascista.Ma poi, Murgia? Quella che ha appreso tutto da Sedda e che ancora lo scopiazza anche nei suoi slogan? A questo punto puntiamo sull’originale, non sulla copia carta carbone, e venuta pure molto male.
Siamo ad un Bivio. Questo è certo.
Vittò, ma per quale motivo l’unico nome valido, capace, competente e che racchiude tutti questi requisiti che indichi non viene e fatto? Lo faccio io: Franciscu Sedda!
Ecco, non lo so, io ci vorrei parlare, con questi “volenterosi del pd”, ci vorrei proprio parlare, così, giusto per fare due chiacchiere, per capire se sono esseri senzienti o cosa.
T’arrori e ta dannu.
Interessante Vito. Lei in pratica sta delineando il progetto di Sardegna Possibile, che è già in campo da Agosto e continua ad aggregare e costruire il programma con i sardi (anche oggi centinaia di persone a Nuoro per parlare di Turismo e Trasporti).
L’unica differenza che vedo è che il progetto della Murgia non è contro qualcuno e non dice “quello che non vuole essere”, ma è per qualcosa è dice “quello che vuole fare”.
È proprio sicuro, signor Biolchini, che il cambiamento passi per l’ammucchiata di vecchi marpioni (Capelli, Muledda, Uras, Maninchedda, etc. etc.) che Lei così tenacemente difende?
invece di affidarsi ad una definizione luogocomunista (vecchi marpioni) provi un pò ad immaginare un confronto fra la candidata di sardegna possibile e qualcuno dei “vecchi marpioni” su qualcosa tipo bilancio regionale o energia o politiche del lavoro… così, giusto per capire se, a parte il consenso ottenibile grazie ad un volto poco sfruttato televisivamente, una certa candidata abbia la minima idea di cosa si troverebbe ad affrontare e con quale preparazione…
… intanto l’unico partito che fino ad’ora sta seguendo questa strada è il Partito dei Sardi … e i risultati si vedono 🙂