Tutto come previsto: dopo la Cgil, il Pd sardo sfancula anche le Acli, colpevoli di avere chiesto ai politici indagati di farsi da parte, di lasciare i ruoli di responsabilità e soprattutto di non candidarsi alle prossime elezioni regionali. Il senatore e segretario regionale del Pd Silvio Lai deve avere avuto un colpo stamattina leggendo la Nuova Sardegna che titolava addirittura L’anatema delle Acli: “Candidati puliti”.
Lui, inquisito insieme ad altri 32 ex consiglieri regionali di centrosinistra, accusato di peculato nell’ambito dell’inchiesta ai gruppi consiliari, stasera ha preso carta e penna e ha risposto ad Ottavio Sanna, segretario regionale della storica organizzazione cattolica, che ieri aveva avuto addirittura il coraggio di dire che
“Per il buon nome della Sardegna chi ha procedimenti penali in corso, è stato rinviato a giudizio o è sotto processo non è più presentabili e lo è ancor meno se aspira alla carica di governatore”.
Un no secco alla ricandidatura di Ugo Cappellacci ma soprattutto una porta chiusa in faccia a Francesca Barracciu. La seconda per la vincitrice delle primarie del centrosinistra, dopo che anche la Cgil due settimane fa aveva fatto notare che chiedere i voti per una candidata sotto inchiesta per peculato non era proprio il massimo (La Cgil attacca al muro la Barracciu: “O spieghi come hai speso i soldi dei gruppi o non ti votiamo!”).
Se al sindacato aveva ribattuto in maniera scomposta la stessa candidata, oggi la risposta alle Acli è arrivata invece da Silvio Lai.
“In questi anni sono stato un militante delle Acli, iscritto al mio circolo, dopo aver fatto il dirigente regionale e nazionale. Per questo sono davvero colpito di questa ricerca spregiudicata di visibilità da parte del presidente di un’organizzazione che dei fatti e non delle parole faceva la base della credibilità delle sue iniziative. Il rispetto delle Acli per l’importanza della politica non corrisponde ad un intervento così grossolano nel quale si rende tutto uguale e si condanna chi semplicemente è informato a sua tutela di una indagine”.
Per il segretario regionale del Pd quella delle Acli è dunque solo una “ricerca spregiudicata di visibilità da parte del presidente” Sanna, ed il suo “un intervento grossolano”.
Ora, finché è una sporca dozzina di intellettuali, amministratori e cittadini a richiamare l’attenzione sul tema della questione morale, il Pd può anche fottersene. Se è poi un sacerdote come don Ettore Cannavera qualche problema in più dovrebbe metterselo. Ma se anche una organizzazione come la Cgil pone dei dubbi allora le cose dovrebbero cambiare. E se alla fine anche le Acli dicono che “no, la Barracciu è invotabile” allora per il Pd sardo il problema è serissimo.
Perché se tutti (intellettuali sparsi, personaggi della società civile, la più grande organizzazione di sinistra insieme alla più grande organizzazione cattolica) affermano che per il bene della Sardegna, della politica e dell’idea progressista chi è inquisito deve farsi da parte, e se a tutti il Pd sardo risponde in modo scomposto e sconvolgente, allora vuol dire che ha veramente ragione Fulvio Dettori che recentemente su Sardinia Post ha scritto
“La guida del Partito democratico sardo è nelle mani di pochi oligarchi arroganti (…) Il Pd si è dimostrato un partito che ha avuto come principale obiettivo quello di conservare e sistemare il gruppo dirigente”.
Il Pd sardo non esiste. Non esiste un partito che responsabilmente vuole guidare la società sarda verso un futuro di progresso ma solo ma un gruppo dirigente che ha trovato a fatica un equilibrio di potere e ora lotta con tutte le sue forze perché la situazione non venga alterata. Perché se cade la Barracciu, cade tutto: salta Cabras alla Fondazione Banco di Sardegna, Soru si scorda il suo seggio europeo, Lai è costretto a dimettersi dalla segreteria regionale, tutte le candidature nei territori vengono rimesse in discussione. Non si salva nessuno.
Una cosa è certa: dopo la risposta della Barracciu alla Cgil e quella di Silvio Lai alle Acli, tra il Pd e la società sarda si è aperto un abisso. Nel quale rischiano di cadere tutti i sardi di buona volontà che non vorrebbero più questa destra corrotta e incapace alla guida della Regione.
Su bixinu è bello quello che dici, lo pensa la maggior parte dei sardi stufi ed incazzati, che vedono nel riunificare le forze, la cura ai mali secolari che ci affligono. Purtroppo su kelledda & company ti devi ricredere, io sono un deluso. La fuga in avanti in solitaria ne è una dimostrazione. A meno che “il soggetto”, non decida di entrare in quei perimetri gia delimitati nelle tre liste presentate di nome sardegna possibile, a modu de brebes accorradas in is cuiles. Ma quale democrazia partecipata, quello è fascismo e gli artefici di questa struttura sono dei fondamentalisti. Prima si fa la casa è poi il tetto e Il tetto (per quanto bello possa essere), lo si costruisce assieme non in segreto come in sardegna im-possibile, pdl ecc. ecc. (Attenzione non è tutto oro quello che lucica sui giornali). Guardo con attenzione è speranza l’esperimento della collina.
che le acli,facciano solo i loro giochini(anche politici)non e´ cosa nuova,quindi nessun scollamento con la base se loro non votano a sx e comunque chi aveva intenzione votera´, a me appare strano il gioco della cgil,forse qualche candidatura mancata,avesse aspettato le contestazioni e comunque la barracciu ha sempre sostenuto di essere disponibile quanto prima a chiarire il tutto.
Beh, sono già passato 61 giorni dall’avviso di garanzia, direi che tempo ne ha avuto a sufficienza. O no?
Chiunque abbia conosciuto anche solo di striscio ma dal di dentro, la classe dirigente del PD sardo e sia intellettualmente onesto, non può che convenire con quanto scritto da Dettori e ribadito da Vito.
Capisco, quindi, lo stupore di chi non ha avuto questo privilegio (sic!), ma io non mi meraviglio affatto di tutto ciò.
E non aggiungo altro per non far sembrare il mio uno sfogo (come simpaticamente mi ha scritto una Amica (???) cuperlicana barracciana quando mi son permesso di affrontare l’argomento della questione morale nella sua sacra ed inviolabile bacheca di FB).
Credetemi: se vi sembra pudescia la classe dirigente del PD nazionale, quella del PD sardo è assai peggio!!!
Sono in prima fila per liste pulite, ma adesso si sta esagerando, per un avviso di garanzia a grappolo, uno dovrebbe ritirarsi in convento. Ma smettiamola, vediamo prima le contestazioni poi critichiamo.
per la stessa ragione per la quale un sardo ha sostenuto il partito-azienda dello psico-miliardario-nano di Arcore: disorientamento.
Forza Senatore Lai, vada avanti cosi’, questa è la strada giusta. Continui pure a coltivare l’orto della nomenclatura del Partito Democratico ( Cristiano ) italiano così, quelli che si riconoscevano in una sinistra autonomista ( e anche un po indipendentista), non avranno più alcuna remora ad abbandonare il partito “storico” in favore delle liste sovraniste o indipendentiste, come dir si voglia. Diversi amici militanti di mia frequentazione confermano infatti un concetto semplice, semplice : Basta turarsi il naso !.
Basta turarsi il naso nel senso di è sufficiente turarsi il naso e vota Pd oppure nel senso che finirà di tapparsi il naso e non voterà Pd?
Il basta turarsi il naso ! significa che è finito il tempo di turarsi il naso e votare chiunque venga proposto dalle segreterie nazionali e regionali !
Que Se Vayan Todos ma come fa un sardo a sostenere il movimento del miliardario genovese e del suo burattinaio massone?
Capisco e condivido l’astio per il “Pdmenoelle” e tutti gli altri partiti-apparati italiani.. ma alcune alternative decenti sarde esistono (Sardegna Possibile, Partito dei Sardi, etc.)
Potrei capovolgere la tua affermazione e chiedermi come faccia un sardo a farsi imbrogliare da partiti “sardi” che regalavano la bandiera della Sardegna a Berlusconi. E’ successo. Non è che il marchio di sardità sia sinonimo di perfezione. Quanto al “pdmenoelle”, ho solo rilevato che le invettive ultime della Barracciu e ora anche di Silvio Lai ricordano molto nello stile quelle berlusconiane. Dovrebbero sapere i dirigenti del “pidimenoelle” che piano piano la base sta facendo loro il vuoto attorno, stanno restando con loro solo le clientele consolidate, benché con la puzza di astensionismo di massa che c’è possano bastare a competere. Quando oltre la metà degli elettori non va a votare la democrazia si avvia verso la morte. Sai o ricordi che nella Polonia degli ultimi anni di comunismo la sola arma del popolo per manifestare il suo dissenso verso il regime era l’astensionismo, perché i comunisti polacchi avevano avuto almeno il pudore di non reputare valide elezioni alle quali, per quanto a liste bloccate, votassero meno del cinquanta per cento degli elettori? Mi sembra un problema perfino più grave della vittoria del MoVimento 5 Stelle anziché di Kelledda o del Partito del Sardi …
partiti “sardi” che regalavano la bandiera della Sardegna a Berlusconi. é un’ analisi politica profonda e dettagliata…
non sei solo!!!
Inviterei Silvio Lai e compagni a leggere il servizio di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera di oggi relativo all’utilizzo dei Fondi consiliari per la politica di tutte le Regioni italiane.
Ebbene, la classe poltica regionale sarda si è distinta come una di quelle più avide di tutto il paese con spese esageratamente superiori non solo alla media nazionale delle Regioni ma anche a quelle del Senato e della Camerera dei Deputati.
Tutto bene Silvio Lai ? Tutto bene Barracciu ? Lo so, spiegherete tutto al momento opportuno solo ai magistrati, perchè le nostre domande non valgono una cicca e sono solo grossolani pretesti per screditarvi.
Va bene, candidatevi pure, vuol dire che i voti li chiederete solo ai magistrati.
Non cattolica ma cristiana
Carissima Ipazia , le Acli sono un’organizzazione che vanta oltre 60 anni di storia . Dire con orgoglio che la si è sempre combattuta perché ” dai sepolcri imbiancati ” denota un po’ di superficialità . Sono affermazioni dello stesso tenore di :” i sindacalisti sono degli scansafatiche ” , ” i meridionali non hanno voglia di lavorare ” , ” gli immigrati portano malattie e rubano il lavoro ” .
Personalmente milito (brutta parola ) in questa organizzazione da oltre 20 anni e , personalmente, non ho nulla di cui vergognarmi .
Non posso certo ritenermi amica delle ACLI. Ho sempre lottato contro questa organizzazione dai sepolcri imbiancati. Silvio Lai è in parlamento grazie alle ACLI e alla visibilità che ha acquisito proprio dall’essere stato presidente regionale di questa organizzazione. Prima ancora è stato amministratore delegato di Enaip Sardegna, ente di formazione professionale delle ACLI sulla cui gestione economico finanziaria dal 2000 al 2007 stenderei un velo pietoso.
Ottavio Sanna, ormai da anni presidente regionale, si è svegliato da un profondo torpore e con un colpo di reni sta cercando di buttare via i vecchi abiti delle ACLI in nome di una moralizzazione che prima di chiedere agli altri sta cercando di attuare all’interno. Che stia frequentando troppi preti, troppi intellettuali e troppe colline? Comunque sia ciò non sembra piacere alla vecchia guardia. Altro che cercare visibilità per se…. Sentire ciò che non piace non solo non è piacevole ma è doloroso caro Silvio e lo è ancora di più quando è la verità! Avete interrotto tutti i canali di comunicazione con la gente, con le persone e pagherete cara la vostra presunzione. Avete finito, avete chiuso il vostro ciclo di gloria (se mai lo avete avuto). CHIUSO. A casa. Come è giusto che sia. Avete sbagliato tu e i tuoi colleghi e le tue colleghe di partito. Colleghe e colleghi perché non siete certo nè compagni nè compagne, ne amici nè amiche. Avete perso su tutti i fronti.
Ormai fanno concorrenza al nano pregiudicato. Poi qualcuno s’incazza, ma “Pdmenoelle” non sempre è una battuta poco azzeccata …
“La guida del Partito democratico sardo è nelle mani di pochi oligarchi arroganti (…) Il Pd si è dimostrato un partito che ha avuto come principale obiettivo quello di conservare e sistemare il gruppo dirigente”.
Aggiungerei, all’ingrosso, che a questi dirigenti non importa di perdere le elezioni, peraltro già perse se il csx insiste con questa candidata e soprattutto con questi atteggiamenti.
L’impressione è che il PD sia ormai rassegnato alla sconfitta e voglia utilizzare un sicuro risultato negativo per poi procedere alla resa dei conti interna dopo le elezioni.
Tra l’altro cominciano a stringersi i tempi anche per gli alleati, ingessati e paralizzati in attesa delle mosse del partito maggiore, che però non arriveranno. In questa paralisi restano con il cerino in mano forze che, se riunite, potrebbero avere la possibilità di emergere, ma non fanno nulla perchè convinte che il PD, alla fine troverà la soluzione, magari grazie a un Renzi che non vorrà perdere la sua prima tornata elettorale.
Se posso dare un consiglio: mollateli, che ormai non sono più in grado di far nulla. E lavorate a un raggruppamento che riunisca ciò che rimane della sinistra col polo sovranista-indipendentista.
PS: Perchè non con Michela Murgia? Se non altro è l’unica che dimostra una certa vitalità…