Quindi questa domenica si voterà per le primarie, le elezioni che dovranno decidere (in teoria) quale sarà il candidato del sedicente centrosinistra sardo alle prossime elezioni regionali, in programma nel prossimo mese di febbraio (oppure a maggio, ma di questo ne parliamo alla fine).
Sul fatto che il centrosinistra sia “sedicente” è certificato dal sito delle primarie, La Sardegna che vogliamo, la cui pagina “La coalizione di centrosinistra” è ancora desolatamente vuota.
Così come non è mai stata resa nota la famosa “carta d’intenti”, quella che i partiti avrebbero firmato e che rappresenta la base politica-programmatica della coalizione.
La coalizione non è riuscita manco a organizzare due incontri pubblici con tutti i candidati, come promesso del segretario regionale del Pd, Silvio Lai: l’unico faccia a faccia è stato organizzato dal giornale Cagliari Globalist: domani. A Mogoro.
Vabbè, i nodi prima o poi verranno al pettine (e secondo me sarebbe stato meglio scioglierli prima), ma per un attimo ragioniamo come dei veri dirigenti politici: cioè facciamo finta di niente e soffermiamoci solo sulla competizione.
Lo scorso 3 settembre in cinque hanno presentato le firme a sostegno della loro candidatura, in tutto circa 57mila e 500: ben 24 mila per l’europarlamentare Pd Francesca Barracciu, diecimila a testa per Gianfranco Ganau (sindaco di Sassari, Pd) e Roberto Deriu (ex presidente della Provincia di Nuoro, Pd), più di ottomila per Andrea Murgia (indipendente) e 5500 per il socialista Simone Atzeni.
È stata una prova di forza (le firme realmente depositate sono state per tutti non oltre 5500) di cui oggi dobbiamo tenere conto.
Partiamo dall’affluenza. Il Pd ha affermato che questo numero di firme legittima politicamente le primarie (che legalmente sarebbero valide anche se un solo cittadino si recasse ai seggi). Il che significa che se domenica il numero degli elettori dovesse essere significativamente inferiore al numero dei sardi che hanno sottoscritto le candidature, le primarie sarebbero politicamente delegittimate. E questa non è una mia opinione ma di Aristotele, padre della logica.
Quindi la soglia è quella dei 57 mila 500 votanti: sotto c’è una sconfitta dalla varie possibili gradazioni, oltre il successo. La soglia in realtà è a dir poco generosa, perché a mio avviso per ogni sardo che ha sottoscritto una candidatura ce ne dovrebbe essere un altro che va alle urne senza mai essere stato intercettato direttamente dalle macchine del consenso dei candidati.
Ergo, con oltre 50 mila firme raccolte, la giusta soglia sarebbe quella di almeno centomila votanti. In caso contrario, le primarie si ridurrebbero ad una resa dei contri tra gruppi di consenso organizzati: l’opposto di quello che dovrebbero essere.
Ma non stiamo a spaccare il capello in quattro, prendiamo atto della crisi della politica e del Pd e fissiamo la soglia del successo a quota 57 mila e 500. Se ci si ferma a 50 mila è andata così così, sotto i 50 mila è una sconfitta, sotto i 40 mila un disastro. Al contrario, fino ai 60 mila è un risultato atteso, a 70 mila parliamo di successo, dagli 80 mila in poi è un trionfo. Se si arriva a centomila le elezioni sono praticamente già vinte.
Di sicuro l’aria che si respira non è quella di una grande mobilitazione, ma potei sbagliarmi.
Certo, poi c’è la domanda dalle cento pistole: gli elettori di Sel andranno veramente tutti al mare (o in montagna) come richiesto dal deputato Michele Piras? E quelli dell’Idv? E dei Rossomori? E del Centro Democratico? E gli elettori sardisti staranno a guardare l’esito delle primarie o cercheranno di condizionarle, magari a favore di chi si è già detto favorevole al loro ingresso nel centrosinistra?
La risposta a queste domande soffia nel vento.
E veniamo ora ai contendenti in lizza. Forte delle 24 mila firme raccolte, Francesca Barracciu si pone come il candidato da battere. Ce la farà a raggiungere la vittoria al primo turno, superando il 40 per cento dei consensi? Se dovessimo tener conto delle ormai famose 57 mila 500 firme raccolte e le dovessimo considerare come la prova generale delle primarie, la Barracciu si attesterebbe al 41.7 per cento. Dunque per lei la questione è semplice: visto il vantaggio con cui parte, la mancata vittoria al primo turno sarebbe di fatto una sconfitta politica bruciante.
La Barracciu non ha scelta: deve vincere subito. Ha i mezzi per farlo? E chi lo sa! Al di là dell’immagine convinta, decisa, quasi da dura che sta contraddistinguendo la sua campagna elettorale (basta vedere l’immagine sui manifesti per capire di cosa sto parlando), la candidata sotterraneamente manda anche molti segnali di forte nervosismo. Di sicuro l’endorsment di Renato Soru non ha avuto ricadute evidenti: i fedelissimi dell’ex presidente a Sassari sostengono Ganau e a Cagliari Murgia, e l’uomo di Sanluri in queste settimane si è fatto i fatti suoi e non ci risultano significative prese di posizione nei confronti della candidata.
Andiamo avanti. Gianfranco Ganau e Roberto Deriu partono da una base di poco più del 17 per cento, Murgia del 14 e Atzeni del nove e mezzo.
In queste ultime settimane la sensazione è che Ganau sia cresciuto molto. La botta delle cento firme del mondo della cultura si è fatta sentire, eccome. Se sfonda il muro del 25 per cento, il sindaco di Sassari costringe la Barracciu al ballottaggio e getta profondissime basi per la vittoria finale. La sua è certamente una campagna meno aggressiva e più rassicurante, e per questo potrebbe regalare sorprese.
L’ex presidente della provincia di Nuoro Roberto Deriu è stato il primo ad affrontare la lunga maratona delle primarie e potrebbe sentire la fatica. Certamente la sua candidatura dà fastidio soprattutto alla Barracciu perché sfida l’europarlamentare nel suo territorio.
L’indipendente Andrea Murgia (indipendente da qualche mese, visto che ha avuto a lungo la tessera del Pd ed oggi è fortemente sostenuto dai cagliaritani del Circolo Copernico) ha attirato molti simpatizzanti nel corso dei suoi incontri nel capoluogo e si pone come il possibile outsider. Per lui la soglia è quella del 20 per cento: oltre c’è il riconoscimento di un buon risultato, sotto solo molta delusione. Certo, lui gioca per vincere e di questi tempi nulla è impossibile.
Sulla carta Simone Atzeni è il candidato più debole, ma solo sulla carta. Di fatto è l’unico candidato non di area Pd, e questo potrebbe avvantaggiarlo. Inoltre, mai sottovalutare le capacità organizzative dei socialisti.
Previsioni del paragosta: nessuna. Perché in qualunque modo vadano a finire queste consultazioni, la sera di domenica prossima i casini sono tutti lì ad attendere il futuro vincitore delle primarie: da chi sarà composta la coalizione di centrosinistra? I sardisti ne faranno parte? E il Partito dei Sardi? Cosa dovrebbe accadere nel caso in cui il candidato vincente dovesse essere raggiunto da un avviso di garanzia? Come rapportarsi ai partiti che hanno deciso (più a torto che a ragione, ma hanno deciso così) di non presentare nessuno alla competizione e di invitare i loro elettori al non voto? E il programma dov’è? Chi lo scriverà? Il candidato o la coalizione?
C’è chi crede che quello che uscirà dalle urne di domenica potrebbe non essere il candidato presidente del sedicente centrosinistra alle prossime regionali. Anche perché la partita rischia di essere più lunga del previsto se è vero che le elezioni potrebbero essere accorpate alle europee e dunque slittare a fine maggio. E il terremoto dell’inchiesta sui fondi ai gruppi consiliari è sempre lì, pronto a squassare la politica sarda, di destra e di sinistra.
A questo punto dunque non ci resta che aspettare.
Dopo giorni, e giorni di riflessione…ho trovato la parola giusta.
Al solo sentire parlare di Primarie, mi viene l’orticaria!
Ps. Che fine ha fatto l’idea del sondaggio di gradimento su altri nomi?
Una domanda: perché Andrea Murgia è così attento a ” disconoscere” i suoi natali importanti con il Pd, e continua a definirsi “indipendente”?
L’unica risposta che mi viene in mente, è che voglia far credere agli elettori, che lui con il PD non c’entra nulla…per farsi votare.
Ma sanno tutti che sta con Ciwati.
La trasversalità autunnale della sinistra sarda…da alcuni elementi di Sardegna Possibile ai trombati delle primarie di apparato…The Dark Side of PD (?).
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L’accanimento Terapeutico.
Le parole costituiscono l’unico strumento a disposizione dell’uomo per analizzare e comprendere la realtà. La conoscenza del loro preciso significato rappresenta dunque il presupposto indispensabile per capirne l’evoluzione: da dove siamo partiti, dove siamo e dove ci stiamo dirigendo.
Ora la parola partito, l’aggettivo democratico, lo strumento primarie, la carica istituzionale di Presidente della Regione, hanno come evidente un significato preciso e presuppongono per coloro che aderiscono, si definiscono, si candidano,mirano, l’avere chiaro il significato etimologico.
A leggere le cronache politiche di questi primi 9 mesi del 2013, quelle romane e quelle sarde, si ha l’idea che cosi non sia.
Si continua a definire partito, un partito che di fatto e in diritto non esiste più.
Si continua a definire democratico nonostante la vicenda Marini, Prodi.
Si continua a praticare elezioni primarie nonostante la nascita del governo Letta.
Si presentano aspiranti candidati alla massima carica del governo della Regione senza un quadro valoriale d’assieme e comune non solo tra i potenziali partner di una possibile coalizione politico-programmatica, ma abbastanza distinti e distanti su questioni essenziali per una qualsiasi seria ipotesi di governo e non tra candidati appartenenti a partiti o sigle concorrenti, bensi provenienti dallo stesso partito ( almeno 4 dei 5 candidati).
La stessa proposta di candidatura avanzata da ProgReS Progetu Repùblica, pur con un orizzonte, non certo di stampo conservatore, concorre da par suo a rendere complesso e sostanzialmente inutile il quadro per una qualsiasi seria e certa azione di governo.
Da tempo le elettrici e gli elettori hanno dato segnali consistenti ed inequivocabili verso i partiti soprattutto nel campo riformatore. Ma nulla pare muoversi anzi, si continua come macchine estranea al corpo sociale e ai suoi bisogni,senza altro obiettivo se non il potere. Queste macchine possono essere molto sofisticate e fare belle gare fra di loro, ma girano in tondo sempre sullo stesso circuito, con sempre meno spettatori. Incapaci di produrre senso e di trasmettere senso politico e decisioni strategiche.
Ecco perchè anche le primarie del 29 non decreteranno nessun vincitore ma solo vinti. Più che un anelito militante di partecipazione e di democrazia, un accanimento terapeutico; appunto.
Meno male che non siamo del PD, quindi ” condizionati” a votare gli uni o gli altri.
Per poi sentirsi dire, “vota Tizio perché è il meno peggio degli altri”, scusate ma proprio per nulla.
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Devo votare il meno peggio?
Quindi devo farmi rappresentare dal “meno peggio”?
Scherziamo vero?
(Io al posto del ” meno peggio” eviterei di far chiedere agli amici di farmi votare per questo motivo, perché si ottiene il risultato opposto 🙂 ).
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No PD, no diramazioni dello stesso ( varie aree-Ciwati); non so di Atzeni, che è davvero l’unico non PD, ma non si sa nulla di lui. Votarlo a scatola chiusa, non è il massimo.
Pur essendoci l’incontro di Cagliari Globalist, pensate sia questo il modo che i cittadini, id est votanti, possano avere per verificare il confronto, e decidere chi votare?
Il posto è lontano per tanti, Mogoro se non erro, e la sala piccolaper accogliere chi volesse andarci di ” non addetti ai lavori”.
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Qui si sta dimenticando che i suddetti candidati pensano di avere i requisiti per fare il Governatore/trice della Sardegna; ma, non è cosa da poco.
Ed obiettivamente pensate che essi rappresentino realmente le Eccellenze sarde del centrosinistra che possano ricoprire questo incarico?
Lo credete davvero, con onestà intellettuale e dati oggettivi del loro operare al di la della politica, avete dati alla mano su che preparazione e risultati di performance abbiano, lavorativamente parlando, oltre ai proclami elettorali?
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Al di là di diverse considerazioni di Biolchini ( programmi, incontri, regole, confronti plenari pubblici, …) che condivido in pieno, una cosa è certa: non mi accontento, e quindi, dato che ai nastri di partenza, al momento ci sono persone che non mi rappresentano, non andrò a votare.
Semplice!
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Guardate che ci sono nomi diversi, che verranno fuori a breve.
Non pensiate che gli unici candidati siano i suddetti; alcuni faranno solo da apripista, per i posizionamenti congressuali del PD.
Ormai è chiaro ai più, che se i magnifici 5 vorranno fare davvero numeri, il 29 settembre, dovranno tirare fuori dal cappello del mago qualche sorpresona!
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Ai sardi, un appello accorato: nessuno vi obbliga ad andare a votare se i candidati non vi convincono.
Non solo, non votate il ” meno peggio” come viene etichettato dalle masse uno di loro, pur di andare a votare, non è la tattica giusta, se volete qualcuno che vi rappresenti sul serio.
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Ps. Io non andrò al mare, bensì in montagna (Sardegna) il 29 settembre 2013
Queste primarie son state bellissime ! Altro che storie….leggete il mio blog da domani su sardiniapost.it (Mc Porc from New York)
In bocca al lupo a tutti.
Grazie per esservi messi in discussione.
Sinceramente
Gianni Campus
La Barracciu può solo perdere una gara già vinta, basta che voti chi ha già firmato per lei, ma questa (come dice giustamente Vito) non sarebbe ancora una vittoria. Su chi andrà a votare, viste le esperienze pregresse e lo scarso entusiamo, difficile dire: forse le percentuali balleranno; anche perchè, all’ombra delle dichiarazioni di principio di SEL e di altri gruppi, non saranno pochi i loro simpatizzanti e/o militanti che faranno guerra al candidato di punta Barracciu
Tutti sappiamo che Murgia raccoglie simpatie tra i Sellini, ormai privi di nomi e di linea politica. Dimenticano (o vogliono dimenticare) il collegamento con Soru. Ma anche all’interno del PD una strana area che a suo tempo appoggiava Cabras contro Zedda (per le comunali a Cagliari) ora appoggerebbe Murgia contro Barracciu (secondo una strana logica del “viva il nuovo” … mah).
E’ necessario quindi che il vincente stravinca, se la Barracciu (o un improbabile outsider) non stravince sarà durissima trovare un candidato unitario, e il buon Cappellacci avrà gioco facile.
Senza contare che al centrodestra rimarrebbe ancora, in caso di vittoria Barracciu, l’arma segreta Claudia Lombardo.
Per ora C. Lombardo si tiene in disparte, ma che succederebbe se l’investitura di Berlusconi per Cappellacci iniziasse a scricchiolare, magari a causa dello spostamento a maggio e dei guai del B.?
E guardate che la Lombardo sarebbe un osso durissimo ….
Secondo me queste primarie sono nate morte, ma a questo punto nessuno se la sente più di prendere la decisione giusta: cioè spostarle ancora o annullarle, il rischio quindi è altissimo.
Per chi ci crede allora dico: solo una sana e consapevole libidine (cit.) di voto ci salverà da Ugo.
Caro Giancarlo, lei ha perfettamente ragione, che dire di più?
La Barracciu si sta dando la “zappa sui piedi” (storia dei manifesti) e Murgia che si spaccia per indipendente, pur essendo ciwatiano (listino Soru, etc…)–anche se non capisco perchè “disconosca” la sua militanza passata e presente-.
Alcune considerazioni, che vorrei condividere: credete davvero che i giochi siano finiti?
Per chi compete alle Primarie, forse il 29 settembre sarà la fine di tutto (salvo i vari “riposizionamenti” da accordi ante primarie), ma per chi vuole fare poltica seria, anche nel centrosinistra, e al momento “osserva”, tenendosi in disparte (non è la sola Lombardo a farlo), potrebbero venire fuori delle novità.
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Ribadisco quanto detto in un precedente post: mica siamo Obbligati a votare!
Se non ci convincono i candidati, non si vota, pace…
Vi assicuro che ciò non significa che non si “paleseranno” altre persone, volti realmente nuovi però, in grado di convogliare consensi, per via di ciò che rappresentano in Sardegna, anche lavorativamente parlando.
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Queste, sono Primarie del PD ante congresso, tutto quì; che si sbriglino la matassa da soli, allora.
I sardi meritano di meglio, e non come si dice nel precedente post, il “meno peggio”.
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p.s. Io non andrò nè al mare, nè in montagna!
Semplicemente mi godrò una bella giornata domenicale con la mia famiglia, di certo da non rovinare andando a votare alle Primarie!
Anche alcuni amici faranno altrettanto.
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e voi?
Andrea Murgia é la vera novità. E anche la speranza per qualcosa di nuovo.
Nei prossimi cinque anni non ci saranno risorse nazionali, le uniche disponibili per scuola, sanità, trasporti, ecc., saranno quelle europee. L’unico dei cinque che sa portare in Sardegna risorse da Bruxelles é Andrea Murgia. Gli altri bof.
non voterò pd, ma per la cronaca anche Ganau e la Barracciu, si intendono di fondi UE.
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e a parte questo, se Murgia ha un ruolo così rilevante, come d’altronde la Barracciu, se restassero a Bruxelles sarebbero un “baluardo” per la Sardegna, non credete?
Come mai vogliono andarsene?
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In Sardegna ci sono tante persone preparate con Master in progettazione europea che di lavoro fanno i progettisti.
è questo il requisito per fare il Governatore della Sardegna?
Allora, per nostra fortuna ci sono ancora tante persone che possono proporsi.
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Murgia è un progettista? o meglio fa il progettista?
se fosse così, confermo che stando a Bruxelles dove ci sono i bottoni del comando, sarebbe più produttivo per noi sardi.
Alcuni membri del Copernico sostengono la candidatura di Andrea Murgia, non tutti. C’è chi, ad esempio, sostiene Ganau. Saluti
Ma dai…
Il centrosinistra “sedicente” no, dai…
Almeno scrivici “seducente”.
Suona meglio
Grazie Ale, tu sì che sei romantico!