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Teatro Lirico: Zedda Pinocchio, la fatina Crivellenti e il mistero del piano di risanamento fantasma

“Traditore”, “bugiardo”, “buffone” e, se non ho sentito male, anche “pezzo di merda”. Sicuramente “fascista”. Sono finiti i tempi in cui i lavoratori del Teatro Lirico di Cagliari manifestavano tutti compìti e composti, mandavano avanti un baritono che con voce impostata spiegava in perfetto italiano i motivi della protesta, gli altri intanto distribuivano elegantemente i volantini, ad un certo punto il coro intonava “Va’ pensiero” e poi tutti a casa. Unu cazzu.

Il sindaco Zedda non aveva forse detto che i lavoratori “veri”, quelli che hanno diritto a protestare, sono quelli di Portovesme? Cosa vogliono gli artisti, questi privilegiati? E infatti ieri sotto i portici del municipio di via Roma i professori d’orchestra, i coristi e i dipendenti del Lirico si sono trasformati in perfetti metalmeccanici del Sulcis. Urla, fischietti, cori irridenti (“Mo-j-to! Mo-j-to!”), e poi, tocco di classe, una maschera da Zedda Pinocchio, con tanto di naso lungo lungo. Un’immagine che resterà nella memoria di molti.

Ma perché tutto questo casino? Perché non siete in teatro a lavorare, o privilegiati? Lungo riassunto delle puntate precedenti o, se volete, la trama di una nuova opera in fase di allestimento e dal titolo  “Zedda Pinocchio, la fatina Crivellenti e il mistero del piano di risanamento fantasma”.

Dopo le gestioni dissennate targate centrodestra, il Teatro Lirico di Cagliari è in profonda crisi finanziaria e gestionale. Con l’elezione del sindaco di centrosinistra Massimo Zedda (che, in qualità di primo cittadino, è anche per legge presidente della Fondazione Teatro Lirico) tutti si augurano che si apra una nuova fase. Il vecchio sovrintendente viene liquidato e Massimino, accompagnato da zio Luciano Uras, si reca alla Regione dove strappa all’assessore alla Cultura Sergio Milia e al presidente Ugo Cappellacci l’impegno a ricevere dieci milioni di euro, così, praticamente a babbo morto, per rimettere in sesto i conti. “Fateveli bastare perché non ne abbiamo più, sono gli ultimi”, dicono i due rappresentanti del centrodestra ai due rappresentanti della sinistra. In cambio de su dinai una promessa piccola piccola: “Presentateci entro trenta giorni un programma di risanamento pluriennale perché noi avremmo anche incasinato il Lirico però adesso si cambia, ora tocca a voi. Ma veramente però”. E Zedda disse: “Parola di lupetto”.

Massimino torna in via Roma trionfante ed annuncia al popolo di questa città: “Cittadini! Io, il vostro sindigo, ho salvato il Teatro Lirico di Chiagliari!”. Fuochi d’artificio in via Puccini.

È il 13 luglio del 2012 e, come racconta in questa cronaca l’Unione Sarda, il provvedimento passa in Consiglio regionale all’unanimità. Il piano di risanamento pluriennale deve arrivare entro il 13 agosto; vabbè, godiamoci le ferie, facciamo entro i primi di settembre che tanto ormai centrodestra e centrosinistra sul Lirico vanno d’amore e d’accordo e non saranno un paio di settimane a far saltare per aria un accordo storico come questo.

Ormai il vento del rinnovamento, della trasparenza e dell’efficienza spira forte e inesorabile su via Roma (lato Comune) e su via Sant’Alenixedda. Ora cambia tutto. Il 22 giugno (vado a memoria) è scaduto il termine di presentazione delle manifestazioni di interesse per tutti coloro che intendono candidarsi a nuovi sovrintendenti della rinata Fondazione.

Tutti si aspettano una nomina in tempi rapidi, invece succede qualcosa di incredibile. Quello che doveva essere il provvedimento più trasparente della storia dei provvedimenti più trasparenti della storia diventa improvvisamente opaco. Quasi torbido. Nessuno sa quanti siano gli aspiranti sovrintendenti, né vengono diffusi i loro nomi. Passa giugno, passa luglio, passa agosto e incredibilmente passa anche settembre senza che accada nulla. E il famoso piano di risanamento? Boh! Il Lirico resta ancora senza guida e i lavoratori iniziano a preoccuparsi torna.

Poi il primo ottobre il sindaco Zedda si presenta al cda del Lirico e dice:

“Sono arrivati 44 nomi di 44 aspiranti, in fila per tre col resto di due, ma non valgono una mazza”.

“Cess, veramente? E quindi?”

“Tranquilli, so io chi ci tirerà fuori dai casini, e il suo nome è scritto in questo bigliettino che ora ne esco fuori dal di dentro della giacca”

“Esci il biglietto e dicci cosa c’è scritto, o sindaco. Cosa c’è scritto?”

“Marcella Crivellenti

“Chi??”

“Marcella Crivellenti

“E chini cazzu è?”

“Una brava”

“Mai intendia”

“Fidatevi”

“E come l’hai scelta?”

“Intuitu personae”.

E tutto d’un tratto il roglio esplode sovrano: “Ma chi, la Crivellenti? Quella della biglietteria? Gesugristummiu, ma stiamo shscherzando? Booooh!”. I lavoratori non li tiene più nessuno. E sono mesi di proteste, corsi e ricorsi, casini e controcasini, esposti alla magistratura e ipotesi di reato. Fino a che la signora non si insedia ufficialmente e, ricordando a tutti di essere felicemente pringia, con la benedizione di Lilli Pruna si mette in maternità, saluta tutti e se ne va. Lasciando il teatro così come l’ha trovato, senza neanche un direttore artistico. Fine del primo atto.

Secondo atto. Nel suo ufficio di viale Trieste, il mite assessore regionale alla Cultura Sergio Milia si girara is scallonisi. “Ma cumenti?”, dice in sassarese, “ma questi del Teatro Lirico di Cartagine non dovevano portarmi entro trenta giorni il piano di risanamento pluriennale? Doveva arrivare a settembre dello scorso anno, poi a gennaio, poi ad aprile, siamo a maggio e non è ancora arrivato niente? Ma non è che Massimeddu ci sta prendendo per il culeddu? Aspetta poco poco…”.

Così, il Consiglio regionale, quello che con tanta benevolenza aveva concesso alla Fondazione quei famosi dieci milioni a babbo morto, il 15 maggio scorso riduce a sfregio del 50 per cento il contributo ordinario a favore del Teatro cagliaritano: meno quattro milioni di euro. Catastrofe. Adesso sì che il Lirico è veramente sull’orlo del baratro.

E siamo ai giorni nostri. I lavoratori se la pigliano con la signora Crivellenti, accusata di non avere mai presentato il famoso piano di risanamento. E lei sapete cosa risponde? “Il piano? Il piano di risanamento? E cosa c’entro io? Il piano doveva essere presentato ad agosto mentre io sono stata nominata ufficialmente a dicembre!”. Della serie: piglietevela con Zedda. Incredibile. “E poi”, continua la signora, “state tranquilli che la Regione ci ha concesso una proroga, con i dirigenti dell’assessorato alla Cultura abbiamo già concordato un nuovo termine per la presentazione del piano”.

“Cooosa, un nuovo termine?”, risponde immediatamente il direttore generale dell’assessorato alla Cultura Antonio Conti, “ma quando mai? Anzi, vi abbiamo sollecitato ad aprile e stiamo ancora aspettando. Ma cali proroga e proroga!”.

Quindi alla fine chi è che lo deve fare questo benedetto piano pluriennale di risanamento del Teatro Lirico di Cagliari? Zedda? La Crivellenti? Il cda? Il circolo di via Puccini? Chi? La concessione dei dieci milioni a babbo morto da parte della Regione era subordinata alla sua presentazione, nove mesi fa. Nove mesi fa. Perché non è stato ancora preparato? E cosa si aspetta a farlo? C’è qualcuno che vuole rispondere a questa semplice domanda?

Epilogo. Alla fine della manifestazione davanti al comune in via Roma, i lavoratori del Lirico appendono le maschere di Zedda Pinocchio al cancello d’ingresso del Municipio. Un vigile urbano ne prende in mano una: “Bella” dice, “le avete fatte voi?”. Sì, se vi servono ve le prestiamo”, spiega una lavoratrice del Lirico. “Va bene, però queste sono poche. Non è che ce ne fate delle altre?”.

Sipario.

***

 

 

Se non era per Zedda, ma quando mai l’avremmo vista la bandiera del sindacato Snater?!

 

 

 

 

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57 Comments

  1. Consoliamoci con questa grande musica di Ennio Porrino che dal 20 al 28 settembre potremo ascoltare al Lirico, finalmente dopo ben 53 anni in forma scenica:

    http://www.youtube.com/watch?v=B-rs3Y4r9kI

    I SHARDANA
    Gli uomini dei nuraghi
    dramma musicale in tre atti
    libretto e musica Ennio Porrino

    venerdì 20 settembre 2013, ore 20.30 – turno A
    domenica 22 settembre 2013, ore 17 – turno D
    martedì 24 settembre 2013, ore 20.30 – turno B
    giovedì 26 settembre 2013, ore 20.30 – turno F
    venerdì 27 settembre 2013, ore 20.30 – turno C
    sabato 28 settembre 2013, ore 19 – turno G

    I SHARDANA
    Gli uomini dei nuraghi
    dramma musicale in tre atti
    libretto e musica Ennio Porrino

    personaggi e interpreti principali

    Gonnario di Montalba, capo del popolo sardo
    Torbeno di Montalba, suo figlio minore
    Orzocco di Montalba, suo figlio maggiore
    Nibatta, moglie di Gonnario
    Bèrbera Jonia, giovine straniera
    Perdu, il guerriero cantore
    Norace di Nora, condottiero dei marinai sardi

    maestro concertatore e direttore Anthony Bramall
    Orchestra e Coro del Teatro Lirico
    maestro del coro Marco Faelli

    regia Davide Livermore

    nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari

  2. Ferenc Fricsay says:

    Ma LOL!!! :-)))

  3. per non parlare del clamoroso taglio di stipendio del 20% operato dalla Crivellenti… ah no, quella era una balla, scusate… avrei visto bene la Crivellenti e Zedda con la maschera di pinocchio dei rappresentanti delle RSU,…
    perchè quando uno ha la ragione dalla sua, non ha bisogno di inventare balle per alimentare la protesta…

    • senzasenso says:

      Guarda, io non ho interesse in questa storia e non ne capisco niente , ma per i 10 mesi di ritardo nel presentare il programma di risanamento pluriennale (al quale erano vincolati 10 milioni di euro), anzi per la mancata presentazione del programma, Zedda ha o no qualche responsabilità ? Lascia perdere il resto, la responsabilità maggiore, se non esclusiva, di questo dimezzamento dei fondi di chi è?

  4. Un consiglio per il dibattito: quando si fanno i conti in tasca ai lavoratori è inutile sparare le cifre mensili nette, significano poco (non si precisa quante mensilità, 12, 12, 14, 15 ??? ne si precisa se in più ci sono premi di produzione, buoni pasto o quant’altro). Facciamo all’americana: il lordo annuo (per es. il quadro B1 del CUD). In qusto modo si possono fare i confronti.
    (ricordo a tal proposito che un amico che lavora in banca mi fece vedere la sua busta paga di un mese: 1500 euro netti. Pensai che tutto sommato prendesse poco. Si dimenticò di dirmi che di quelle buste ne prendeva 15 e che il premio di produzione annuo si aggirava sui 20.000 euro in quell’anno)

    • Viola Donnante says:

      L’Unione parlò degli “Acconti sui miglioramenti futuri”: una voce della busta paga che consiste in oltre 200 euro, che il Teatro ha corrisposto dal 2008 fino al 2011 come adeguamento al costo della vita, in attesa che venga stipulato il nuovo contratto collettivo nazionale della categoria.

      Per dire, FederSicurezza e Filcams, Fisascat ed Uiltucs si stanno accordando per € 9,40 sotto la stessa voce.

    • tott'attadinantau says:

      Ma che consiglio e’? ..se un professore d’orchestra quarto livello guadagna 1800 1800 sono, si, c’e’ la quattordicesima. Il premio di produzione rappresentava un po’ meno di una mensilita’ ma non viene corrisposto da due anni [700.000 euri che hanno dato di tasca i lavoratori per ripagare il debito con la regione (il 70%)]. E’ chiaro o stiamo parlando del Suo amico che Le racconta balle?

      • Ripeto: per fare confronti devi dire quanto c’è scritto nel quadro B1 del CUD del tuo direttore d’orchestra. Il netto mensile non significa nulla.

      • Giorgio Bozzano says:

        Ma che direttore e direttore? ..stiamo parlando della stessa cosa o le spariamo così come vengono?

      • ma quanto è il lordo annuo….?

  5. “…infine, a seguito della manifestazione di protesta dei cosiddetti lavoratori del Lirico, ho deciso di mettere a correre me stesso.”

  6. Che il Teatro Lirico di Cagliari sia in profonda crisi gestionale e funzionale non era colpa delle gestioni dissennate targate centrodestra? Tenei passientzia, le profonde crisi, a Cagliari, non le risolve la Crivellati premamman, (o ha partorito?), le risolve la Sinistra, iar’essi cumenti de nai Massimeddu che di centro sinistra non si può dire. Ellu e puita dd’eus votau? È che ci vuole pazienza, non c’ha mica la bacchetta magica. Quella ce l’hanno le fatine, ma si vede che gliela levano quando sono pringe

  7. Maurizio Melis says:

    Una delle critiche più frequenti ai lavoratori delle fondazioni liriche è che hanno stipendi molto superiori a quelli di altri settori del mondo della cultura. Questa critica però non si accompagna mai a dati precisi, perciò è difficile dire se corrisponde al vero o se è totalmente inventata.

    Dalla relazione della Corte dei Conti sulle fondazioni lirico-sinfoniche italiane per gli esercizi 2007-2010 (disponibile in rete nel sito della corte dei conti), risulta che nel 2010 lo stipendio medio dei dipendenti dell’ente lirico di Cagliari è stato di 5770 euro al mese.

    Dato che nella relazione non sono specificati gli importi per le singole figure professionali, è difficile dire se la media è totalmente falsata verso l’alto dai compensi per le figure dirigenziali o se anche gli stipendi di ruoli ordinari sono effettivamente più alti che in altri settori.

    Qualcuno dei dipendenti dell’ente lirico è in grado di fornire dati precisi al riguardo?

    Ovviamente la questione è cruciale per capire se la protesta dei lavoratori dell’ente lirico nasce solo dalla volontà di difendere privilegi non più accettabili o se si tratta di una lotta che anche i lavoratori di altri settori dovrebbero condividere.

    Grazie!

    Maurizio Melis

    • Annalisa says:

      Carissimo quello che leggi è il costo per lavoratore ( ovvero il lordo più gli oneri riflessi ) che oltretutto è stato ricavato dalla divisione del costo del personale per i soli dipendenti a tempo indeterminato lo stipendio più alto ovvero quello di un dirigente ( e ce ne sono pochi ) è di circa 2000 euro netti se ha una discreta anzianità di servizio lo stipendio più basso è quello di un lavoratore serale ovvero 600 euro netti.Siamo molto lontani dai 5000 almeno fosse!!!!

      • Maurizio Melis says:

        Grazie Annalisa per le precisazioni.

        Per chi fosse interessato, la relazione della corte dei conti per il periodo 2007-2010 è su

        http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_controllo_enti/2012/delibera_85_2012.pdf

        mentre quella per il periodo 1995-2000 è su

        http://cidim-intranet.beeweeb.com/dwnld/bwblb/pdf/343180/Appendice_Corte_Conti.pdf

        Entrambi i documenti sono molto interessanti per vedere come è cambiata negli anni la gestione economica degli enti lirici italiani e per un confronto tra enti di città diverse.

      • Maurizio Melis says:

        Un resoconto dei costi sostenuti dal teatro lirico di Cagliari nel 2010 era stato riportato anche dall’Unione Sarda del 6 luglio 2011, citato nella rassegna stampa del Comune:

        http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=18011

        In questo caso si legge: “Nel 2010 i 304 dipendenti del Lirico (orchestra, coro, amministrativi e tecnici) hanno preso 12 milioni e 733 mila euro”

        Immaginando che ci si riferisca ai compensi lordi, lo stipendio netto mensile medio per orchestra, coro, amministrativi e tecnici (escludendo i dirigenti, considerati a parte) sarebbe di 2300 euro (calcolati nelle condizioni più sfavorevoli: niente figli a carico, ecc).

        Data la discrepanza tra questo dato dei giornali (2300 euro netti) e quello riferito dai dipendenti, sarebbe molto utile che gli stessi sindacati del teatro lirico mandassero ai giornali una tabella con i compensi medi netti per le varie categorie inquadrate all’interno del teatro, un po’ come si fa anche per i consiglieri comunali e regionali e come è facile trovare in rete per molte altre categorie di lavoratori (insegnanti, ecc.).

        Questo sfaterebbe il mito dei “privilegi” dei dipendenti delle fondazioni liriche.

      • Annalisa says:

        Caro Maurizio quando in Teatro si fece la manifestazione :”Tutti a teatro tranne i tagli” si appesero le buste paga e i cud alle pareti. Come avviene in tutte le aziende le retribuzioni sono parametrate in base al livello di appartenenza, al settore e al ruolo. Il costo del personale al lordo dei contributi e degli oneri riflessi per Cagliari per l’anno 2013 è di 14.000.000,00 € .I lavoratori a tempo indeterminato sono 226 .I lavoratori precari sono ( tenendo presente che il precariato ha contratti che oscillano da una settimana ad alcuni mesi ) circa 120, per un totale di 350. Siamo molto lontani dalle cifre che lei cita. Il calcolo fornito dalla corte dei conti riguarda una media nazionale, tenendo presente che esiste la contrattazione di secondo livello le faccio presente che le retribuzioni sono molto differenti nei diversi teatri. La Scala ,L’accademia e l’Opera hanno retribuzioni molto più alte. la retribuzione media negli altri Teatri è più o meno simile per tutti. Quella di un artista del coro viaggia intorno ai 1500 euro netti (per un anzianità di servizio di almeno 15 anni).Un primo ingesso al 6 livello guadagna all’incirca 1300 euro. Per l’orchestra una prima parte con 5 scatti ( dirigente ) guadagna circa 2000 euro , la fila si attesta intorno ai 1700 ( ovviamente poi bisogna vedere l’anzianità ) . Gli amministrativi sono parametrati per 5 livelli per cui un funzionario A ( ce n’è solo uno in tutto il Teatro ) guadagna circa 2000 € gli altri viaggiano dai 1400 euro in su. I Tecnici guadagnano di meno, un capo reparto può arrivare a 1800 euro ma un 5 livello prende circa 1000 euro.I lavoratori serali ( che vengono chiamati solo per le recite ) hanno una paga ad ore che nel complesso può arrivare a seicento settecento euro.Le ricordo che nel costo del personale sono presenti anche i dirigenti a contratto professionale che hanno retribuzioni annue intorno ai 90.000,00 € lordi e sono circa 5 ( in questo momento tre) lo stipendio del Sovrintendente è in un capitolo a parte.Il bilancio 2010 che lei cita è a mio parere poco attendibile visto che nel 2010 se lei nota c’è sta una diminuzione ( licenziamento ) di 90 precari circa rispetto al 2009 e stranamente il costo del personale rimase invariato….e se la matematica non è un opinione…l’anomalia fu segnalata al Presidente Massimo Zedda visto che il bilancio 2010 fu firmato da Di Benedetto ed era già presente il presidente Zedda, ma non arrivò mai alcuna risposta …… E’ da tempo che le organizzazioni sindacali segnalano il costo del personale poco attendibile e l’errato calcolo delle ULA .

      • Annalisa says:

        Caro Maurizio non le tornano i conti perché la cifra che lei calcola ( 12.733.000.00 € non è il netto ma il lordo comprensivo di irpef a carico dei lavoratori e di Enpals a cui si aggiungono per calcolare il costo lavoro le cifre degli oneri riflessi ( che paga l’azienda tfr,contributi a carico dell’azienda etc. )

      • Maurizio Melis says:

        Cara Annalisa,
        non mi addentro in ulteriori calcoli perché non è compito mio e non ne sarei in grado.

        Volevo solo aggiungere che la relazione della corte dei conti per il periodo 2007-2010 riporta i dati separatamente per tutte le fondazioni liriche italiane. I dati per Cagliari sono a pag. 65-81 del documento. In particolare, a pag. 78 è riportato il numero di dependenti a Cagliari nel 2010 (personale artistico, amministrativo, tecnico, maestri collaboratori e contratti di collaborazione), in tutto 246 persone. A pag. 79 è indicato il costo del personale a Cagliari: 17.034.912 euro (lordi). Dividendo questa cifra per il numero di dipendenti e per i mesi dell’anno, si ottengono i 5770 euro mensili medi citati nel mio primo commento.

        Per tagliare la testa al toro potreste pubblicare sui giornali locali o anche solo sul sito del teatro o sul blog “non zittete l’arte”, una tabella con gli stipendi per i vari ruoli professionali del teatro, in modo che non ci siano più fraintendimenti. Non credo che ci sia nulla di male a far sapere quanto si guadagna. Ad esempio, nel 2011 il mio stipendio netto di insegnante di ruolo di scuola superiore era di 1380 euro (negli ultimi due anni non ho percepito stipendi dalla scuola) più tredicesima.

        Ovviamente un lavoratore è libero di guadagnare il più possibile, perciò non ci sarebbe nulla di male se un operaio di un’industria privata venisse pagato 5000 euro al mese. Il problema è solo che per i dipendenti pagati con soldi pubblici (ad esempiio gli insegnanti) si pone un problema di equità nella distribuzione dei fondi tra i diversi settori della società civile.

        Buona lotta e a risentirci in futuro su questo blog o altrove.

        Maurizio

      • Supresidenti says:

        “..che oltretutto è stato ricavato dalla divisione del costo del personale per i soli dipendenti a tempo indeterminato..” mancu mali ca custus funti la corte dei conti…

  8. enrico says:

    ciao a tutti, segnalo anche questo articolo di sardinia post sull’argomento
    en.

    http://www.sardiniapost.it/pronto-intervento/il-lirico-il-mojito-di-massimo-zedda-e-i-veleni-della-politica/

  9. francu says:

    si dice che tra un po’ scoppierà la vera bomba. La questione dinai, premi di risultato. Quando qualcuno contestò la retribuzione della Crivellenti lei maliziosamente disse che sarebbe stato giusto pubblicare tutti gli stipendi e le retribuzioni.

    • Annalisa says:

      Certo è carino per chi percepisce circa 10.000 € lordi al mese ( con contratto da Dirigente d’azienda e non da libero professionista ) sfidare chi guadagna un quinto questo si che è un pensiero molto di sinistra………. e poi quali premi di risultato???? noi abbiamo un premio di produzione di circa 500 euro lordi all’anno…..Gli stipendi ( visto che quello che voi chiamate Ente Lirico in realtà è una fondazione lirico sinfonica ) non devono essere pubblicati per legge ( non si applica la legge Brunetta ) mentre il suo lo deve essere visto che nel bilancio ha una una voce specifica. Senza ombra di dubbio il suo non è uno dei più scandalosi rispetto ad altri sovrintendenti ma vale sempre 5 dipendenti …….. Comunque ricordo anche a te che i dipendenti hanno appeso alle pareti del Teatro i loro CUD quindi non abbiamo paura .

  10. Michele says:

    Oohhh finalmente qualcosa che mi piace dell’operato di Zedda, mettere in ginocchio l’ente lirico sarebbe stato già un traguardo decente, portarlo al fallimento sarebbe sublime, far morire un ente che assorbe una quantità esagerata di milioni di euro per produrre cultura ad uso e consumo di vecchietti esausti riproponendogli opere e concerti triti e ritriti è cosa buona e giusta. Peccato solo che tutto ciò sia slegato dalle politiche del settore cultura del comune, se no potrei anche ricredermi sull’operato dell’assessore competente.
    E peccato ancora che quei soldi non impiegati per la lirica e la classica non siano “girabili” a settori culturali più moderni e contemporanei.
    Bravò

    • Anonimo0 says:

      La “sinistra” faccia della sinistra cagliaritana? Boh Boh…
      Applausi (fischi), sipario, buio.
      Buio nero, però…

    • Questo post di Michele è tanto scemo che ritengo sia una provocazione, vista anche l’ambiguità del nick scelto, quasi che questo commento provenisse direttamente da via Puccini. Se così non fosse, farei un appello agli esorcisti ancora in servizio perchè liberino il nostro amico dal demone che ne ha invaso anima e cervello. Che ha un nome: ignoranza. Figlia di: ero intelligente ma non mi applicavo; peccato, il tempo è passato e mi son dimenticato di leggere, di pensare, di dibattere, di chiedermi, di curiosare, di scoprire, di guardare e di imparare, elaborare un pensiero autonomo e una visione del mondo mia e di nessun altro. Cioè quello che fanno tutti (quasi tutti, pardon) durante l’adolescenza, e anche prima.

      • Claudia says:

        La ringrazio, Peppino, per aver interpretato così bene il vuoto intellettuale che abita il cervello di persone come questo tal Michele .Mi auguro anch’io sia solo un provocatore.Che tristezza infinita mi fanno le persone che dileggiano l’arte e chi lavora per essa , solo perché non sono in grado di apprezzarne il valore! Augurarsi il fallimento dell’Ente Lirico, con i licenziamenti che ne deriverebbero, oltre all’impoverimento culturale della nostra città, é veramente da sciacalli, e aggiungo anche da stupidi, visto che i fondi per il Lirico non sono destinabili ad altro impiego. Va bene che ha cominciato proprio il nostro sindaco, nonché presidente dell’Ente, a dare il cattivo esempio, riconoscendo ai soli metalmeccanici del Sulcis il diritto di fregiarsi del titolo di ”lavoratori”… Vorrei tanto sapere quanti anni hanno lavorato in miniera sia Michele, sia il sindaco, per permettersi di esprimere simili giudizi .

    • L’ignoranza che avanza! Sei il tipico esempio del pressappochismo e del qualunquismo italiano. L’Opera è il prodotto italiano più conosciuto nel mondo è il prodotto Made in Italy più rispettato nel mondo, la lingua italiana è parlata dagli stranieri solo ed esclusivamente in virtù del melodramma italiano e i suoi compositori, Verdi, Puccini, Bellini, Rossini, Donizetti, Mascagni…. ed in secondo vai a teatro e vedi quanti giovani, ventenni, trentenni vanno ad assistere ai concerti ed alle opere. Spegni la TV di Maria De Filippi, della D’Urso, dei Grandi Fratelli e Isole di pseudo famosi! Ti stai giocando il cervello!

      • marisa says:

        Bravo Luca, mi hai letto nel pensiero! Spero tanto che di Michele ce ne siano pochi, anzi se fosse l’unico sarebbe meglio!!!

    • Bruno Ghiglieri says:

      Ma sei serio?

      • Michele says:

        Ovviamente no, purtroppo per loro però Marisa Luca Claudia e Peppino sono tremendamente seri.
        Immaginare e sperare che davanti a se si abbia un interlocutore ignorante da sempre la sensazione di essere riusciti a non esserlo.

      • Claudia says:

        Non é ovvio per nulla,caro Michele, che tu non abbia detto quelle cose sul serio. Quanti,purtroppo, le pensano e le dicono in termini simili! Il tuo intento era quello di provocare, dunque? Evviva, meno male! Ma, credimi, l’ironia non é decisamente il tuo forte… 🙂

  11. paulsc says:

    Ho seguito la vicenda del Lirico in tutti questi mesi, sia sulle pagine di questo blog, sia sulla pagina facebook del Teatro stesso. Ho anche assistito alla manifestazione di ieri. Mi sorgono alcune domande e alcune considerazioni. La prima: la manifestazione di ieri, leggittima come tutte le manifestazioni, perché non si è spostata anche sotto il palazzo della Regione? (magari lo si è fatto e io non lo so). Come mai la situazione con l’attuale sovrintendente Crivellenti è drammaticamente identica a quella dei suoi predecessori? Predecessori che avevano un curriculum innegabile, quel curriculum mancante (a detta dei lavoratori) nel caso della signora Crivellenti. Ma son stati tutti irrimediabilmente travolti da polemiche, manifestazioni di protesta, bufere interne, che hanno portato irrimediabilmente alle loro dimissioni, spesso economicamente dolorose (ved buonuscita Di Benedetto). O c’è una sfiga ancestrale che pende sopra la testa del Lirico, o c’è un complotto per farlo morire o non so… mi chiedo se i rapporti tra lavoratori/sindacati del Lirico con i sovrintendenti di turno siano sani o meno. Tralasciando discussioni in punta di diritto amministrativo (mi chiedo quando in questo blog sarebbero in grado di dirimere la questione sulla nomina in un tribunale), arriviamo ad oggi. La situazione economica del Lirico non è assolutamente drammatica, l’ha ammesso anche Gianluca Floris sul suo blog all’indomani del prestito pluriennale concesso dalla Regione. C’è una stagione in corso che, piaccia o meno, ha portato 5 mila abbonati e un certo numero di paganti non abbonati. Si dice che gli spettatori son diminuiti. Ma in quale settore dello spettacolo non lo sono? Attribuire le presenze in sala al fatto che la sovrintendente sia Crivellenti mi sembra una forzatura statistica. E’ stata ripristinata la biglietteria interna. Il nodo sta tutto nel piano di risanamento. Del perché sia stato procrastinato, non saprei dirlo. Ma che basti questo ritardo (magari colpevole) a far decidere la Regione, a cuor leggeto, a far morire la fondazione, ce ne passa. Mi sembra che i toni siano sempre, a torto o a ragione, un pò sopra le righe. Da spettatore, non creano un clima sereno e favorevole per avvicinarsi agli spettacoli. Urgerebbe una riflessione anche su questo. Ps mi scuso per la lunghezza de mio intervento…

    • Annalisa says:

      Caro Paulsc rispondo punto per punto alle tue considerazioni;
      1) ci sarà anche la manifestazione sotto la Regione , stiamo attendendo il giorno utile ( seduta di consiglio ) per avere buona visibilità.
      2) la situazione con l’attuale Sovrintendente non è drammaticamente simile a quella dei suoi predecessori e giova fare un pò di memoria…quando andò via Mauro Meli ( prima che volasse alla Scala ) i lavoratori e i sindacati percepirono la grave situazione economica nel momento in cui Meli propose di chiedere un mutuo di circa 12 milioni di euro ( che poi fu portato a sette milioni ). Nelle riunioni con il Presidente Emilio Floris chiesero di fare una analisi dei bilanci e saltò fuori il debito di 25 milioni di euro ( anche se sovrastimato perché comprensivo anche dei mutui e del disavanzo di cassa causato dalla non attribuzione di un por per cui si avviò una causa ora vinta ) che fece prendere consapevolezza a tutti : che i famosi “riflettori puntati su Cagliari”( tanto graditi a tutti i politici di allora destra, sinistra, centro ) avevano arrecato non pochi danni al Lirico di Cagliari sino ad allora Teatro più sano d’Italia. Fu nominato Pietrantonio dal curriculum terribilmente scarso che come credenziale maggiore aveva un mandato governativo simil-commissariale di chiudere i bilanci a pareggio. Ma poi si scoprì che i bilanci erano si a pareggio ma a scapito del patrimonio eroso e dei fornitori e cast non pagati. Si arrivò al blocco delle erogazioni bancarie tanto che i lavoratori occuparono e rimasero due mesi senza stipendio. Fù il momento del cambio di Sovrintendente ( Pietrantonio si dimise ) e Floris nominò Di Benedetto che arrivava con un curriculum non buono visto che il Teatro di Genova durante la sua gestione accumulò ben 400 contenziosi legali ed incominciò la sua discesa verso i contratti di solidarietà Quando i lavoratori e i sindacati si resero conto che la programmazione decisa da Di Benedetto ( vedi flop della concertistica con Marco Carta ) stava causando seri problemi di calo di vendite di botteghino ( ai tempi di Meli gli abbonati erano 12.000 ) che il sovrintendente decise unilateralmente assieme al Presidente Zedda di decurtare la retribuzione ed il premio di produzione regolarmente concessi con accordi siglati ed in base alle leggi vigenti e ai contratti vigenti, che Il sovrintendente si era dimenticato di predisporre la stagione decentrata ( tanto gradita alla Regione sardegna) che predispose un piano industriale bocciato dalla regione sardegna capirono che anche questo non era il Sovrintendente giusto per il irico tanto che ad oggi non ha trovato occupazione in nessuna Fondazione Lirico sinfonica ( e ci sarà pure un motivo…..se nessuno se l’è preso ).Oggi che il Lirico di Cagliari a differenza di tutte le altre Fondazioni avrebbe avuto le carte in regola per diventare un teatro modello e produrre molto di più data la situazione economica in via di ripresa, ci si è invece trovati davanti ad una stagione in cui si sono cambiati ben tre titoli rispetto alla previsione ( con tutti i problemi organizzativi e conseguenti aggravi di costo) un festival di S.Efisio ( senza copertura economica del finanziamento apposito e senza che l’impegno di spesa fosse stato presentato al cda ) con tenta persone in sala per il balletto la prima sera e settanta la seconda sera.La mancata presentazione del piano di risanamento per ottenere sia il prestito che il contributo ordinario. .Nessun progetto per il parco della musica il cui finanziamento forse verrà usato solo per l’ultimazione della struttura e non per dare lavoro e produrre di più.
      Quindi di necessità virtù.
      3) il marketing, la ricerca o il mantenimento dei finanziamenti. l’incentivazione delle vendite di botteghino la realizzazione della stagione con il mantenimento del punteggio fus per l’attribuzione del contributo sono tutte prerogative del Manager ( Sovrintendente ). Ogni tanto dobbiamo tutti cercare di capire che il Manager ha delle responsabilità anche se tiene ferma un’azienda . Basta osservare il grande lavoro compiuto dal Sovrintendente Chiarot ( ex dipendente a tempo indeterminato com addetto al Marketing ) alla Fenice di Venezia che ha incrementato gli incassi di botteghino di due milioni di euro in tempi di crisi e realizzato 128 aperture di sipario di opera spendendo per gli allestimenti la metà di quello che spende Cagliari per capire che si può fare meglio e di più e gli abbonati dovrebbero essere solidali e capire che un Teatro ben gestito può dare a loro stessi l’opportunità di avere più spettacoli ed un Teatro che viaggi a 100 all’ora con l’organizzazione.
      4) reputo anch’io che la Regione Sardegna non dovesse tagliare le risorse dopo la meravigliosa soluzione trovata l’anno passato del prestito e del finanziamento ordinario non tagliato. Penso però che se e qualora questa storia del piano di risanamento fosse un “trappolone” ci si dovesse premunire per evitare quanto avvenuto.Oltretutto trovo terribilmente superficiale sottovalutare le minacce precedenti di Cappellacci sui comunicati che disse che la Regione massimo sponsor del Lirico era sta completamente esclusa dalle scelte organizzativo gestionali del Lirico e questo non avrebbe garantito il mantenimento delle risorse.

      • paulsc says:

        Grazie per aver risposto. Mi limito a fare qualche considerazione sulla stagione in corso. Perché da qui bisogna ripartire, prendendo per buona l’ipotesi che i precedenti sovrintendenti fossero inadeguati (loro, magari, non sarebbero d’accordo, ma pazienza). Raramente un normale spettatore è a conoscenza dell’iter che porta alla scelta del cartellone, si limita a scegliere se comprare un biglietto o abbonamento quando lo stesso viene presentato. Forse la campagna abboanamenti è inziata tardi, ho letto di 5000 abbonati che rappresentano, comunque, il maggior numero di abbonati per qualunque spettacolo/evento cagliaritano. Il Cagliari Calcio, tanto per fare un esempio, non ha raggiunto questo numero. Chissà, con una campagna di marketing più decisa e incisiva si sarebbero potuto incrementare il numero di abbonati, ma bisogna anche prendere in considerazione l’ipotesi che l’attuale crisi economica non consenta che questi numeri (a Cagliari, e in Sardegna, Venezia è un’altra realtà). Leggendo i commenti sull’attuale stagione dal punto di vista qualitativo potrei valutare che, fino ad ora, è stata valutata di buon livello (facendo una media degli eventi proposti). Capire perché certi spettacoli di buon livello come il balletto Les Nuits abbia avuto pochissimi spettatori è difficile. Come è difficile sapere se la media in sala sia dovuta a mancanza di politiche di pubblicità/marketing o altro. Io non sono un abbonato, ma uno spettatore. In questa stagione ho visto solo il Macbeth, per ora. Sicuramente parteciperò al jazz expò che si svolgerà in parte al parco della musica, che inizia a diventare un luogo per eventi musicali. Mi auguro, in futuro, possa diventare anche luogo di produzione lirico/sinfonica, ma è già un buon segnale. La solidarietà di noi spettatori/abbonati non deve significare assenze di critiche. Si possono sposare la cause e non i metodi o la tempistica degli stessi. Di certo non è un clima che aiuta ed entusiasma. A tutti le riflessioni del caso…

      • Annalisa says:

        paulsc
        Accetto le tue considerazioni e capisco che non sia piacevole vivere questo clima se si è fruitori . Però ti ricordo che abbiamo fatto pochissime giornate di sciopero proprio con la volontà di non ledere il pubblico. Non credo che poche bandiere ed un comunicato letto in sala possano disturbare più di tanto…..forse ciò che ha disturbato di più sono in successione : l’aumento degli abbonamenti nel 2010 e nel 2011 / i continui cambiamenti e o annullamenti di titoli , la mancata fidelizzazione del pubblico che era abituato ad essere informato e cercato..A riguardo del discorso sul pubblico io reputo che Cagliari sia una città curiosissima e pronta a rispondere nonostante la crisi a tutti gli eventi culturali se ben pubblicizzati .Ti ricordo che il Lirico ha pubblico che proviene con i bus dalla Sardegna e a tale riguardo posso dire che abbiamo perso alcuni gruppi per mancanza di contatto, io penso fermamente che il pubblico vada fidelizzato. Effettivamente una differenza esiste con la Fenice e questa differenza consiste nel prezzo degli abbonamenti e dei biglietti..per la Fenice terribilmente più cari. Per l’ultimo concerto i biglietti in prima loggia costavano dieci euro non mi pare una cifra impossibile anche in tempi di crisi…….Il balletto Les Nuits era meraviglioso ed oltretutto un prodotto come dice il caro Michele “moderno” eppure pochi spettatori….a questo punto visto che moltissime persone hanno dichiarato di non sapere che ci fosse il balletto dobbiamo obbligatoriamente dedurne che si sia fatta poca e goffa pubblicità…..comunque grazie del tuo coraggio e della tua sincerità…almeno sei pronto a dialogare e di questi tempi non è poco!!:)))

      • paulsc says:

        ps manca la gigantografia con la stagione in corso sul lato parco della musica? Mi sembra. Si potrebbe sollecitarne il ripristino. E’ un modo per informare e pubblicizzare i passanti…

      • Giancarlo says:

        Oltre ai complimenti a Vito per la sceneggiatura e i dialoghi, devo dire che concordo con Annalisa, e aggiungo: non si tratta di fronteggiarsi in guerre di religione, ma solo di analizzare e commentare fatti.
        Penso alla gestione del cda della fondazione del Lirico, con verbali scritti e riscritti, votazioni oscure, curricula fuori dal cilindro, … era chiaro che avendo tra gli amministratori persone esperte (Cualbu e F. Contu) , il risultato era scritto. Risultato=contestazioni, ricorsi, e cosí via.
        Crivellenti: che dire di un dirigente che giustifica il ritardo nella presentazione del piano con il fatto che la scadenza era precedente al suo inizio di incarico! Ma scherziamo? Questa é una aggravante, il fatto di essere entrata a corsa iniziata (con ritardo grazie al cunctator Massimo) avrebbe dovuto essere motivo per accelerare e recuperare i ritardi, non per aggravarli !
        A maggior ragione, vista la conflittualitá con la Regione, non é neanche ammissibile usare argomenti quali “il termine non é perentorio”; non sará perentorio, ma la necessitá del piano di risanamento é evidente, per motivi operativi, finanziari, di programmazione, ecc.ra.
        In sostanza, a me sembra che la questione sia stata affrontata con supponenza e superficialitá sin dall’inizio, cosí come lo sono state le altre vicende legate al tema cultura, vedi delibera sui contributi (un obbrobrio, ne vedremo i risultati), vedi la vicenda Piccolo Auditorium (Lecis, ah quanto ha ragione !).
        Stiamo a vedere, speriamo sempre in una, anche tardiva, presa di coscienza.

  12. Articolo molto divertente, ottima qualità di scrittura. Più didascalie per favore (ti riescono esilaranti). Mi faccio una domanda: ma perchè Zedda ha gestito così male la faccenda del Lirico ?

  13. C’è una cosa, che ancora non si riesce a capire…
    La regione ha due consiglieri in CdA che al momento della nomina di Crivellenti non hanno votato no e non hanno votato sì, ma non si sono neppure astenuti.
    Hanno invece utilizzato un “nuovo tipo” di voto e hanno detto “la vogliamo, non la vogliamo, un po’ la vogliamo e un po’ no e allora diamo fiducia al sindaco”.
    Che vuol dire questo? Se i due avessero votato “no”, perchè ora è chiaro che la regione da essi rappresentata NON vuole Crivellenti, Zedda non avrebbe potuto nominarla perchè non aveva la maggioranza.
    Che giochetto è?
    Per Zedda quell’avergli dato fiducia corrisponde ad un “sì”, e sarà molto difficile dimostrare che non sia così…
    Di quei due consiglieri, poi, uno si dimise…

  14. Gianfranco Carboni says:

    Signor Peppino, ancora piu’ chiaro condivido quello che scrive. Pongo un trilemma: Quando devi chiederne a migliaia di Scusa, che fare?

    • La Fine del Lirico says:

      Ma Zedda è convinto di aver sempre ragione, vive in un mondo virtuale. Che ci voglia davvero una bella sveglia a 5 stelle per fargli comprendere la realtà?

  15. “Quando sai di aver sbagliato, se hai compreso che la scelta che hai fatto non è stata quella giusta, alza il capo va e chiedi scusa. Non è una debolezza prendersi le responsabilità ma un atto di grande forza” . Questo consiglio di Sannino, che dovrebbe valere per tutti, sul nostro sindaco non fa alcuna presa. Sarà un caso?

  16. Gianfranco Carboni says:

    Mi diceva una volta un saggio esperto in storie di piazza, in una fase di insegnamento, devi imparare che: se prendi a calci qualcuno poi è evidente che te li rende al minimo non ti parla più. Se fai il barroso poi devi essere anche capace di essere oltrebarroso. Ergo, chiaro che se alla istituzione regionale chiedi ed interloquisci positivamente o ti “sbilancia il Lirico”. L’approccio è quello che è stato, su tutta la linea ma se devo dire un fatto che mi ha messo i brividi è stata il discorso al Mediterraneo nell’occasione faceva la classifica dei lavoratori, veri e dei falsi lavoratori. La partigianeria ed io sono partigiano vale tanto ma vale anche l’intelligenza nei rapporti istituzionali. Ed anche in quelli personali mi insegnarono. p.s. il dialogo mi ha fatto scompisciare dalle risate grazie Don Vito fa’ bene ridere si usano pochi muscoli. Mai trattare gli altri da sciocchi questa è la legge della nongiungla.

  17. La Fine del Lirico says:

    Dimenticavo: e intanto sai che c’è, caro Biolchini? Se la bozza del decreto sulle fondazioni liriche licenziata in articulo mortis dal defunto governo Monti andrà avanti così com’è, stando alla normetta che prevede che le Fondazioni Liriche, se non raccolgano a livello di amministrazioni locali sovvenzioni pari a quelle statali (compresi gli ingenti fondi FUS), retrocedano a “teatri di tradizione”, i dipendenti del Lirico rischiano di andare tutti a casa.

  18. La Fine del Lirico says:

    Caro Biolchini, sei rimasto tra i pochi, insieme a Gianluca Floris e a qualche grillino come il deputato Vallascas che già in passato ha dato spazio alla questione Lirico nel blog di Grillo, a interessarti ancora di questa questione. Purtroppo il PD, rispetto a qualche mese fa, è tutto masochisticamente allineato e coperto dietro il sindaco-pinocchio, forse perché in casa piddina si sono accorti che più si agitano più procurano voti al Movimento 5 Stelle, che non si creda affatto si avvii verso la fine (lo credevamo già a fine 2012 quando era ai minimi termini nei sondaggi). O più probabilmente perché ci sono le regionali, e bisogna dare una parvenza di unità anche a costo di continuare a vedere le cose col filtro di una realtà virtuale, secondo l’insegnamento di via Puccini, del circolo Copernico, del beneamato Soru che vorrebbe ricandidarsi a Governatore assicurando così grandi possibilità di vittoria al bollito Cappellacci, o forse al candidato del Movimento 5 Stelle (volevano Giorgio Todde, pensa te … lo scrittore da te poco amato ha declinato l’offerta, ma già il fatto che i grillini abbiano pensato a uno degli arcinemici di Zedda la dice lunga su che linea vogliano tenere localmente). Beh, sai che ti dico? Sono tutti cavoli loro, di quelli di via Puccini, del Copernico e delle assurde femministe #senonoraquando che usano la parità di genere per fare carriera e dispendiosi convegni alimentati con denaro pubblico (mentre il popolo ha fame …) che hanno puntellato spudoratamente le inconsistenti ragioni della nomina della Crivellenti. Può darsi che Grillo non sia la risposta alla voglia di cambiamento che continua, vedremo … vorrà dire che se i partiti continuano a vivere nella loro realtà virtuale, dovremo essere noi cittadini a organizzarci dal basso per creare le condizioni democratiche perché questa tristissima esperienza amministrativa abbia fine al più presto. Tra parentesi: Ignazio Marino ha voluto, tra gli altri, Zedda-Pinocchio per la sua manifestazione di chiusura a Roma. Visti i precedenti (ad esempio Ferrandelli, candidato sindaco di Palermo stracciato da Leoluca Orlando, che parimenti volle Zedda a sostegno) non è che alla fine vince Alemanno?

  19. Eravamo stati facili profeti, nel mese di marzo scorso.La gestione dilettantistica della massima industria culturale della Sardegna rappresenta una responsabilità che solo la tecnicitá della materia musicale e teatrale, aliena alla contezza della maggioranza dei cittadini cagliaritani, ha potuto non determinare le dimissioni del sindaco-presidente.Intanto, si metta alla porta Marcella Crivellenti, palesemente inadeguata al ruolo di sovrintendente. Il TAR farà il resto, tra poche settimane.La vicenda dell’avviso di selezione pubblica è semplicemente lunare.I tre consiglieri d’Amministrazione del centro-destra avrebbero dovuto opporsi ad una simile deriva.Spiace sia coinvolto nella cronaca di una morte annunciata anche una persona seria e rispettabile quale Antonello Arru.Il PD riveda le proprie posizioni e si dia urgentemente una linea

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