Politica / Sardegna

Scontenti del centrosinistra sardo in fermento, ma per fare cosa? Intanto domenica ci si vede a Su Baione, poi si vedrà…

C’è fermento, eccome se c’è fermento. Telefonate, tante. Ma anche chiacchierate volanti, incontri, perfino raduni. Il prossimo domenica a Su Baione (in pratica, Abbasanta), luogo sconosciuto ai più ma che in questi giorni è diventato una specie di Woodstock per tutti i delusi della sinistra, centrosinistra, sinistracentro, sovranisti, indipendentisti e chi più ne ha più ne metta. “Ma tu ci devi andare a Su Baione?” è la parola d’ordine che sottende però un’altra domanda: “Ma che ci andiamo a fare a Su Baione?”. Infatti.

Tutti vogliono discutere, analizzare, capire, proporre. E lo faranno. Sì, ma poi? Poi che si fa? Tutta questa idee nuove per il centrosinistra sardo dove vanno a finire? E queste orde di innovatori che intenzioni concrete hanno? Vogliono conquistare il Palazzo d’Inverno o, più semplicemente, prenderlo in affitto?

Così come per Sardegna 2050, anche tra i nomi degli organizzatori dell’iniziativa di Su Baione (“Tempo di svolte” si narat, qui trovate l’evento su facebook) spiccano i giovani del Pd. Che intenzione hanno lorsignori? Di spaventare con queste manifestazioni di popolo l’establishment del partito? Di conquistare il potere con la forza delle idee? Di essere cooptati? Di staccarsi dalla casa madre? Oppure neanche loro sanno ancora dove andare a fare l’uovo? e quando vorrebbero decidere, di grazia?

Una cosa è certa: oggi lo schieramento del centrosinistra costituito da Pd, Sel, Rossomori e minutaglia arriverebbe a stento al trenta per cento, peraltro senza nessuna potenzialità reale di crescita. Per vincere le elezioni regionali bisogna dunque mettere in campo altre liste, sull’esempio di quanto fatto alle ultime politiche dal centrodestra.

Chi sta spendendo energie e risorse per mettere assieme persone e idee da qui deve partire: dalla chiarezza. Intendono lorsignori organizzarsi per condizionare il Pd e gli altri partiti esistenti dall’interno oppure puntano a far nascere una nuova lista capace di aiutare realmente a fare vincere il centrosinistra grazie ad una seria ed onesta competizione? Perché una lista nuova aiuterebbe più di qualunque altra cosa il centrosinistra a vincere.

Questa è la prima domanda di fondo a cui bisognerebbe dare una risposta, non altre. Perché i nostri cassetti sono pieni di nuovi progetti di sviluppo, di magnifici esempi di democrazia partecipata, dal basso e da qualunque altra direzione, siamo tutti bravissimi a fare gruppi di lavoro, grazie a noi la produzione di post it è aumentata del 150 per cento, ma poi? Ma poi che si fa? Si sta nel Pd? E voi state facendo tutto questo casino per poi stare nel Pd?

Staremo a vedere.

 

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12 Comments

  1. La Fine del Lirico says:

    Ah si gente ben nota quella di Su Bajone, copernicani, civatiani e soriani vari. Peccato che per quanto mi riguarda non ho alcuna intenzione di fare alleanze con questa gente, casomai vedrei con interesse qualsiasi alleanza alternativa a costoro così come al centrodestra berlusconian-cappellacciano. Si perde? Pazienza, meglio perdere con coerenza che vincere con le solite ammucchiate stile Prodi che poi per cinque anni litigano sulla spartizione dei posti e non riescono mai a governare.

  2. giampaolo pisu says:

    Purtroppo, addolumannu, domenica sono al lavoro e non protrò esserci. Mi sarebbe piaciuto avere avuto almeno la possibilità di proporre un paio di cose. PD sardo federato innanzittutto, un PD che finalmente provi a ragionare con la testa dei sardi e per i sardi. Condizione fondamentale per un reale cambiamento del partito. Mi piacerebbe che qualcuno (magari lo stesso Biolchini se ci va e se è d’accordo naturalmente, perchè no) proponesse che tra gli obbiettivi irrinunciabili alle prossime regionali del PD vi sia una battaglia per riconoscimente di quanto previsto dal titolo V della cost. nella parte nella quale possiamo reclamare reale autonomia nell’ambito del sistema educativo scolastico per esempio (ma non solo), in maniera de poter finalmente finirla con la scuola straniera di casa nostra. Questo del resto è già previsto nel nostro statuto. Una scuola che continua a negarci il diritto alla nostra storia e alla nostra lingua, strumenti indispensabili per affermare un minimo di coscienza di appartenenza senza la quale no pidaus e no fragaus (o no seus ne àcua e ne axedu). E’ chiaro che non è sotto accusa la classe docente ma la politica centralistica scolastica. Un sistema educativo che continua a distorcere la nostra percezione della realtà. Mi piacerebbe che si ponesse l’attenzione sulla necessità di un piano regionale energetico, visto s’arrori mannu chi est sutzedenti cun elòlicu-furriadroxus, chìmica birdi (ma deu ia a nai arrùbia po sa bregùngia), progetto eleonora e gai sighinde… e le basi militari, questione entrate, pesca nei nostri mari… cose che ci riguardano insomma, il tutto con la consapevolezza che noi sardi siamo oggi forse, economicamente parlando, l’ultima regione d’italia. Nel PD c’è gente onesta e capace. Chi chiederà a “Su Baione” se si vuole continuare a consideraci estrema periferia degli altri o centro del nostro mondo?

    • gengis kanu says:

      la informo che la ns. autonomia, prescinde quasi totalmente dal tit. V della costituzione ed è invece esplicitata nello Statuto che è ben più pregnante (benchè inattuato in molte parti). il Tit. V è stato un regalino del Cs alla Lega per incasinare ancora un po’ di più l’architettura dello Stato malfunzionante.

      • giampaolo pisu says:

        Articolo 5 Statuto
        Salva la competenza prevista nei due precedenti articoli, la Regione ha facoltà di adattare alle sue
        particolari esigenze le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione ed
        attuazione, sulle seguenti materie:
        a) istruzione di ogni ordine e grado, ordinamento degli studi;

        Che si agisca conformemente al Titolo V cost. o l’articolo 5 statuto, ciò che importa e che questa questione costituisca una priorità nel propramma elettorale. Dònnia borta chi mi càstiu is lìbburus de scola de fillus mius, chi megant de studiai in su liceu scentificu, mi sucat su feli po is faddinas/omissionis gravis: stòria e fintzas in s’educatzioni tzìvica, a parti sa chistioni de sa lìngua of course. No ndi teneus nosu editoris e giòvunus chi podint trabballai in custu campu?

  3. Dr. Biolchini buongiorno,
    colgo l’occasione del suo autorevole blog e in particolar modo della sua nota afferente i fermenti nei quali sarebbe a ribollir il centrosinistra sardo. Saggi, Dotti e Sapienti hanno con arguzia di ragionamenti, interloquito con il suo scritto.
    Anche i più avveduti tra i suoi commentatori a me paiono descrivere condizioni anche fattuali che non derivano da una logica della Politica che mortifica la natura e il ruolo stesso della politica, si avanza in tale assenza più che proposte decisive e chiare, aspirazioni, intendimenti speranze, tutte animate da buoni propositi e sorrette da gambe giovani e valenti menti con pari rappresentanza di generi.
    Ieri l’altro con un altrettanto mio attempato compagno di bisboccia in un raro momento di lucida follia abbiamo arrolliato di politica, certi del riparo offerto alla lucidità della mente, dal notevole tasso alcolico circolante. Riporto il brevissimo ricordo che è sopravvissuto alla furiosa battaglia, con la speme di una sua qualche utilità alle sue e dei suoi ospiti, interlocuzioni.
    “Itte casinu bade in sa politica nostra, troppu zente scumbinada a manca e a deretta, candu beste custu casinu non si bruxiada su carru si cambiada su cuaddu”.
    Orbene siccome eravamo al mirto, dopo abbondanza di giri ripetuti di Nieddera, li per li mi è sembrata una frase di quelle sagge e ad hoc tipicamente alcolemiche.
    L’unica cosa cosa che mi sfuggiva era perchè l’animal d’esempio scelto, fosse il cavallo e non asini, conigli, coccodrilli,volpi,vermi, topi le cui personalità, con rispetto per il regno animale, vengono emulati dalla classe di comando nostrana. La risposta al mio interrogativo è stata
    “poitta su carru este unu strumentu de traballu su cuaddu unu cumpangiu preziosu chi fungidi po medas cosasa chi funti de primaria importanza naraida nonnu mio- su cuaddu movidi su carru,,movidi sa prenza,movidi s’arau,portada mimmi a passillai esti una bella bestia, ma candu si tocca de turra o cumenzada a andai po contu su, intando toccada addu cambiai.
    Cummenti goppai?, lui risponde ” is politicusu funti cummenta ais cuaddusu candu smittinti di essi preziosusu po sa zente anzi candu funti de meda tempusu unu dannu po sa zente, intando non si cambia sa zente cumenti non si cambiada su carru, si cambiada is cuaddus. tottu paris siada de dogna arrazza sianta, cun bestias noasa mancai arestesi ma noasa,e chi tenganta gana e callidadi,po tirai su carru. Is zappus e is acconcius non serbinti mancai sianta de arroba bona. Cuaddus nuos a tallu toccada a ponni a curri, callincunu s’ada a perdi bia fadendi, poitta cussusu de callidadi, chi non s’ammestura su tallu,accointanta a ponni a conca e teinti gana po tirai su carru e po arau, s’incungia e po assuccrai s’ortu. Sa terra nostra, amigu miu caru tenidi abbisongiu de genti noa, competenti, chi allichidada su logu, aradidi sa terra, aguantidi s’acqua limpia, incungidi palla, tiridi su carru senza andai fora de arrastu e chi a sa torrada tenganta rispettu e a contu sa bidea e sinteressu de sa comunidadi. Genti noua però diaveru non aicci aicci: Noa.

  4. Sostanzialmente concordo con Vito, e per questo dico, un po’ provocatoriamente e un po’ no, che ci vorrebbe un Renzi sardo…
    http://massimomarini.tumblr.com/post/51304415712/cercasi-renzi-sardo-disperatamente

  5. Carlo Murtas says:

    La questione posta nell’ultima domanda “Tutto ‘sto casino per stare nel PD?” è ormai ineludibile anche alla luce degli orientamenti che emergono dagli opinionisti del Circolo Copernico, che funge da coscienza critica “ufficiale” del partito.
    Non so quali chiarimenti o nuove consapevolezze possano emergere sul problema della partecipazione ( cioè sulla possibilità di un’apertura in questa direzione del partito e dei partiti del centrosinistra) dall’assemblea de “Su Baione” ( ma discuterne certamente male non fa ) che già non sia stato individuato con chiarezza ed efficacia negli interventi apparsi sul sito del Circolo Copernico; è certo che ora bisognerà prendere una posizione netta sulla questione fondamentale posta, ovvero, i c.d. “scontenti del centrosinistra” devono limitarsi a continuare a mugugnare dentro i partiti o pensare ora e subito a qualcos’altro ?
    Rispondere a questa domanda consente di uscire dall’ambiguità di un certo movimentismo, che in questo momento sfocia in modo rigoglioso e che allo stato non si sottrae al dubbio di una ricerca di posizionamento da parte, almeno di alcuni, dei suoi attivisti.
    Deve essere chiaro che se si ritiene necessario fare il “Partito degli scontenti del centrosinistra” va adottata una concezione radicalmante e rigorosamente “bobbiana” e procedurale della democrazia, dove il voto di ciascuno vale uno ( no alla partecipazione di attivisti fasulli) e per le decisioni collettive vale il principio della maggioranza numerica ( no alle decisioni per acclamazione), dove anche la minoranza deve essere tutelata da uno statuto ( no alla modifica dello statuto per impedire alla minoranza di diventare maggioranza) ecc. ecc., altrimenti tanto varrebbe tenerci il superblindato PD.
    Aspettiamo dunque le discussioni di “Su Baione” poi decidiamo se farlo davvero il “Partito degli scontenti del centrosinistra”.

  6. Al.Mongili says:

    Purtroppo non sarò in Sardegna, altrimenti andrei di sicuro a Su Bajone, ad ascoltare, almeno. Penso che si debba dare credito a persone, qualsiasi origine abbiano, e qualsiasi errore abbiano fatto (anche a carrettoni, come nella fattispecie). In ogni caso, con chi non si è sporcato le mani con Cappellacci, si deve lavorare per creare un argine all’orribile possibilità, molto concreta, che il governo podatariale di Cappellacci, o chi per lui, replichi la storia di questi ultimi cinque anni, caratterizzati dall’assicurazione di sostanza che la dipendenza della Sardegna continuerà, anzi diventerà più profonda.
    Detto questo, ho paura che senza un chiarimento proprio sul punto della dipendenza (sostanziale) e sulla scelta di una nuova classe dirigente e quindi di candidature di persone veramente competenti (sostanziale) tutto si fermerà ai soliti formalismi regolamentari PD-style, che poi significano offrire il fianco alle abilità clientelari di digerire tutto, anche le primarie, e di mandare in Consiglio, magari all’opposizione, le amanti di, piuttosto che gli scagnozzi di, a scaldare gli scranni. E a collaborare, anche con omissioni per incapacità di fare qualcosa, al rafforzamento della dipendenza della Sardegna.
    Sarebbe bello se a Su Bajone i partecipanti mettessero su un Comitato permanente, formato non da persone in quota di ma da persone in gamba, che non vadano a discutere le PROPRIE candidature, come è accaduto a Cagliari in area PD, ma la formazione di una rappresentanza tosta. Io sono per le primarie, ma anche per “gherrarcele”, le primarie, per prepararle, per presentare gente brava, che sia in grado di legiferare e di governare. Che sia presentabile e ci/mi rappresenti degnamente.
    Io sento molto questa urgenza, e anche la gravità della nostra situazione, e sono mortificato dal fatto che sinora ci siano stati proposti soltanto candidati mediocri, o bravi, ma antiquati e imbevuti di dipendenza autocolonizzante.
    Se ci potessi andare, a Su Bajone direi proprio questo.

  7. Giulia says:

    @Adriano Come già detto non siamo tutti politicamente attivi nel senso tradizionale del termine, né iscritti all’interno dello stesso partito. Ma ti assicuro che chi di noi milita attivamente fa sentire la propria voce sia fuori che dentro i partiti.
    Per cui nessuna paura e nessuna divisione dell’atomo. Non rientra nel nostro modo di pensare creare qualcosa “contro”, preferiamo cercare di costruire insieme un percorso ampio e condiviso e proporre in maniera costruttiva. Crediamo che le decisioni calate dall’alto non siano utili a nessuno, per questo proponiamo l’OST.
    Più che assicurarti che non si tratta di nessun posizionamento strategico ed invitarti a vederlo di persona non posso fare. Sei libero di credermi o di non credermi.

  8. Adriano says:

    @ Giulia
    Sì, d’accordo ma poi….
    Tutto il resto è …. poco nuovo, a cominciare dalla formula “contribuire a produrre un gran numero di idee e proposte che possano riconducibili all’area della sinistra e del centrosinistra. Si proverà a creare una fitta rete di relazioni in modo da facilitarne l’attuazione e incrementare, anche in futuro, le opportunità di collaborazione fra persone che la pensano in maniera similare…”.
    Sembra scritta da Moro, o Ingrao.
    A me sembrano più posizionamenti strategici, per non farsi dire che quelli di Sardegna 2050 sono la sola novità e che Soru ha imbastito una piattaforma di discussione democratica…
    Insomma, ancora a dividere l’atomo.
    Ma come mai invece non vi si sente gridare un bel “fuori dalle balle” dentro gli organi del partito? Paura?

  9. Giulia says:

    Caro Vito,

    l’obiettivo di “Tempo di Svolte” è quello di contribuire a produrre un gran numero di idee e proposte che possano riconducibili all’area della sinistra e del centrosinistra. Si proverà a creare una fitta rete di relazioni in modo da facilitarne l’attuazione e incrementare, anche in futuro, le opportunità di collaborazione fra persone che la pensano in maniera similare. Si cercherà di stimolare la discussione e la realizzazione di progetti e politiche che possano essere incluse all’interno di una visione del mondo definibile progressista.
    Poi ognuno avrà l’opportunità di proporle, attuarle e renderle effettive nel proprio settore. Chi ha un’azienda potrà applicarle alla propria azienda, chi lavora nelle pubbliche amministrazioni potrà proporle all’interno del proprio ambito lavorativo e chi è attivo all’interno di un partito potrà farlo all’interno di un partito. Non solo il PD sia ben chiaro,anche perchè gli organizzatori non sono mica tutti del PD!

    Mi spiace che questo tipo di iniziative vengano interpretate in maniera piuttosto vecchia e tradizionale, parlando di conquiste e di cooptazione. Dispiace perché si continua ad usare la solita lente che distorce e rende miopi anziché migliorare la visione. Perchè ci possono essere liste nuove e vecchie ma se poi il modo di ragionare rimane invariato i risultati non si ottengono mica!

    Cari saluti,
    Giulia

  10. Caro Vito, qui forse una risposta alla tua domandahttp://circolocopernico.wordpress.com/2013/05/20/tempi-di-svolte-partecipative-ma-di-quelle-vere/

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