Saranno i prossimi giorni a dirci se la rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale è stato l’ultimo atto di una sistema politico e istituzionale ormai allo sbando o l’estrema possibilità che il sistema dei partiti si è data per evitare il disastro.
La gente è evidentemente sconcertata ma drammatizzare non serve a nulla. Grillo grida al golpe e dimentica che in passato questo paese sull’orlo del golpe c’è stato davvero, che ha conosciuto la terribile stagione del terrorismo, per non dire le stragi di mafia, senza dimenticare i drammatici giorni di Tangentopoli. Da patetico aspirante marciatore su Roma qual è, Grillo è stato sconfessato anche da quel Stefano Rodotà che lui avrebbe voluto presidente della Repubblica.
Ora servono nervi calmi e saggezza: Grillo non sembra avere ne gli uni né l’altra.
Di una rielezione di Napolitano si è sempre parlato in questi mesi, consapevoli come si era che con l’attuale legge elettorale il rischio ingovernabilità era altissimo. La scelta di riconfermare il presidente uscente è stata l’unica cosa saggia che si è vista in questi giorni deliranti. E una nuova legge elettorale sarà la vera grande priorità del prossimo governo che ora avrà la fiducia delle Camere in tempi rapidissimi.
Dalle elezioni ad oggi i momenti cruciali sono stati tre: il rifiuto del M5S si stringere un alleanza di governo con il Pd, il rifiuto del Pd di votare il candidato al Quirinale del M5S, e il tentativo del Pd di eleggere un proprio candidato alla presidenza della Repubblica senza stringere alcun accordo con gli altri partiti. Difficile stabilire quale sia stato l’errore più grave: ognuno di questi passaggi ha determinato quello successivo.
Però se il Pd, dopo il tramonto dell’opzione Marini avesse scelto di votare Rodotà, sicuramente si sarebbero aperti scenari nuovi. Perché Rodotà con la sua storia (“tutta interna alla sinistra”, come ha detto lui, senza suscitare peraltro alcun pensiero ai suoi nuovi estimatori pentastellati) avrebbe in tempi rapidi ridimensionato le “sparate” grillesche.
L’errore del Pd è stato quello di ritenere di essere realmente il perno intorno cui ruota la politica italiana: no, non lo è. L’egemonia culturale è nelle mani di Grillo, che ha vinto nel momento stesso in cui (davanti ad uno stallo evidente) ha costretto parte dell’opinione pubblica del Pd a scandalizzarsi oltremisura davanti all’accordo con il Pdl per l’elezione di Marini.
Il Pd è così finito in un vicolo cieco: impossibilitato a fare accordi con tutti e ad imporre un suo nome, ha pagato per aver creduto di poter essere veramente il primo partito italiano. E Bersani è caduto.
Con sé il segretario travolge in parte anche Matteo Renzi: patetica figura la sua. Ora il sindaco di Firenze sarà costretto a fare politica davvero, ad uscire allo scoperto dopo mesi di insopportabile guerriglia. Ma non saranno certo le sue idee a ricompattare il partito. Fuori dalla logica del conflitto interno, Renzi non esiste. Renzi, che voleva Guliano Amato prima al Quirinale e ora a Palazzo Chigi. Ridicolo.
Cerca ipocritamente di rifarsi una verginità perfino Nichi Vendola, abile a prendere la palla al balzo e smarcarsi da un Pd in fiamme. Ma il “nuovo soggetto della sinistra” che ora si vorrebbe far nascere da chi dovrebbe essere fondato? Dallo stesso Vendola? Da Ingroia? L’ennesimo “cantiere della sinistra” è solo la dimostrazione del fallimento di questa classe dirigente che ha portato la sinistra alla sua evidente attuale marginalità.
E poi c’è Fabrizio Barca. Il ministro farebbe meglio a giocarsi le sue chance al prossimo congresso del Pd e non certo spendersi per creare l’ennesimo partitino che nasce solo salvare la faccia e la carriera a chi una chance di rinnovamento l’ha già persa. Il partito della sinistra deve diventare il Pd, e Barca lo ha già detto molto chiaramente.
Solo un grande partito può contrapporsi al M5S e al Pdl di Silvio Berlusconi. Che, è bene ricordarlo, è il vero e unico vincitore politico di questa battaglia sul Quirinale.
Per quale motivo Vendola sarebbe patetico? Perché si è smarcato da un PD ridicolo?
A mio parere Sel continua a dimostrarsi, invece, l’unico partito di sinistra serio in questo paese, capace di “fare cose di sinistra” come votare compatto Rodotà presidente della Repubblica anziché rifugiarsi in una pilatesca scheda bianca come fatto dagli amici piddini… solo perché “non si poteva votare” un nome proposto dal Movimento 5 stelle e non si voleva scontentare il PDL, l’unico soggetto al cui il PD continua a essere interessato, e motivo per cui continuerà a prendere bastonate elettorali…
Dopo Ingroia unica speranza e il compagno Br1 al Quirinale, Barca si toccherà gli zebedei.
Concordo! 🙂
Dai commenti che leggo caratterizzati da continui attacchi a Renzi deduco, o meglio, sono sempre più convinto che il PD come contenitore di diverse esperienze: comunista, democristiana e in minore misura liberale sia fallito; ritengo che, nella sostanza, la componente comunista sia rimasta tale con tutto il bagaglio ideologico che ne deriva e che farebbe bene a uscire dal partito e fondersi con SEL e parte del Movimento 5 Stelle alleggerendo il partito della “zavorra” comunista che potrà diventare finalmente un partito Democratico di stampo occidentale.
I comunisti, ormai innoqui sul piano dei rapporti internazionali, potranno
riprendere la loro attività movimentista che non li farà governare ma se non altro farà “ringiovanire” i militanti che potranno riutilizzare sciarpe rosse e eskimo(magari dal prossimo autunno)che giacciono impolverati nascosti dai capi firmati che negli ultimi 30 anni hanno trovato posto negli armadi dei nostri rivoluzionari riluttanti.
SPERIAMO CHE FINALMENTE HABEMUS PREMIER.
Siamo in un periodo in cui tutti si sacrificano per il bene della Patria.
E dopo “mamma Napolitano” forse sta per sacrificarsi anche il povero Matteo Renzi.
Dice Matteo che “lui lo sa che rischia…ma lo fa x il bene dell’Italia a mettere in pratica le parole di mamma N”.
Povero Matteo.
Lui non vorrebbe ma è messo in croce, deve farlo, non può esimersi: deve presentare la pagella a mammy N e a papà Papy.
Ora poi deve fare bella figura anche col cuginetto Dalemony, quello “rottamato” MIIIII.
Ve lo ricordate quando Renzi si impose per rottamare il cuginetto D’Alemy?
Ora però si sono capiti e il cuginetto scavezzacollo D’Alemy (quello che in altri tempo fu “ingiustamente” attaccato da Sallusty per la casetta in Canadà e per la barchetta… ma erano altri tempi e anche Sally ora è meno accanito nei suoi confronti) LO VUOL FAR DIVENTARE PREMIER CON I SUOI VOTI e con un buffetto sulla guancia e una coccola.
Quello che, in pratica, lo vuole Premier (per far contenti mamma e papà).
E Matteo, concepito con una mail fra mamma N e PompettaPapy, cerca di mettercela tutta e di non deludere nessuno.
Proprio nessuno.
Che bella sintesi e che bella pagina del Libro cuore: Matteo assomiglia sempre di più al Tamburino Sardo e, se glielo chiedono nei giusti modi, dovrà sacrificarsi e non potrà dire di no.
Perchè altrimenti non sarebbe un bravo figliolo.
Al PD manca da tempo la capacità di dire cose di sinistra. In Italia, ormai, lo fa solo Grillo…
A me sembra che anche Grillo e il suo movimento siano usciti rafforzati dalla vicenda del Quirinale. Mentre il Pd si produceva in improbabili tentativi di salvare l’insalvabile e di proporre l’improponibile, loro sostenevano Rodotà: ed è interessante l’attivismo (penso ai sit in, al Web) che si è prodotto intorno a una figura rispettabile (e comunque ottantenne). Anche su Sel ho dei dubbi: sembrava sulla via dell’estinzione dopo le politiche, invece Vendola si è smarcato in tempo dal PD, ormai diventato il vero Problema Drammatico dell’Italia. Solo di una cosa sono sicura, caro Vito: che l’elettore perbene di sinistra non sa più “cosa fare dove andare su questa terra” (cit.)
Ricordate i Fantastici Cinque?
In conclusione di un infantile dibattito pensato per un pubblico da tivvù dei ragazzi, i due principali rappresentanti della sinistra, Vendola e Bersani, dissero l’uno che gli mancava il Cardinal Martini (grand’uomo, per carità) e l’altro che gli mancava Giovanni Paolo II.
Oltretutto, nel sito ufficiale del PD i cinque contendenti della Primarie, quelli che si candidavano alla guida del Paese sono stati definiti i fantastici cinque e chiamati La Cosa (Bersani), la donna invisibile (Puppato), l’Uomo torcia (Renzi), Silver surfer (Tabacci), Mister Fantastic (Vendola). Cantavano giulivi sotto la pioggia perché andavano dove li portava il marketing.
Ora sono meno felici. Buona rilettura dal sito nazionale del Pd (quello isolano non è meno esilarante).
1)La Cosa, possiede una forza enorme e il suo corpo è ricoperto di una dura pietra arancione. Lo strato di pelle rocciosa gli consente di avere una resistenza sovrumana, tanto da resistere a temperature rigidissime o elevatissime. Gli piace fumare il sigaro. Tuttavia la pelle rocciosa si può staccare e perdere pezzi. La sua forza è aumentata negli anni grazie a importanti mutazioni.
Pier Luigi Bersani
Il suo motto è: Il coraggio dell’Italia. “L’Italia ce la farà se ce la faranno gli italiani. Se il paese che lavora, o che un lavoro lo cerca, che studia, che misura le spese, che dedica del tempo al bene comune, che osserva le regole e ha rispetto di sé, troverà un motivo di fiducia e di speranza. Davanti a noi ora c’è una scelta di questo tipo: se batterci tutti assieme o rinunciare a battersi. Se credere nelle risorse e nel coraggio del Paese o affidarsi alle risorse di uno solo. Non crediamo all’ottimismo delle favole, che ha avuto esiti disastrosi nel decennio della destra. Crediamo negli italiani e nel risveglio della fiducia collettiva, nel futuro degli italiani, dei più giovani e delle donne”….dal sito http://www.bersani2013.it
2)La Donna Invisibile è in realtà capace di creare campi di forza praticamente indistruttibili. Negli anni ha assunto un ruolo sempre più attivo nel gruppo.
Laura Puppato
Il suo motto è: Un’altra idea di mondo. “Il vero cambiamento che oggi ci è richiesto necessita di una visione, e nel caso del mio programma questo tema è centrale perché la sua strategia si fonda, letteralmente, su un’altra idea di mondo: perché un mondo totalmente nuovo, appunto, si deve realizzare. Prendo le mosse da una celebre citazione, dal carattere apparentemente non politico: ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto l’abitudine ai furgoni in cui gli animali agonizzano senza cibo e senz’acqua diretti al macello. (Marguerita Yourcenar)” …dal sito http://www.laurapuppato.it
3)L’Uomo Torcia ha acquisito la capacità di prendere fuoco volontariamente, in qualunque momento, fino a raggiungere i 6000 °C di media. Se rimane a lungo infuocato ha bisogno di tempo per rigenerare le energie. Può assorbire qualsiasi quantità di calore, lanciare fiamme e creare oggetti di fuoco.
Matteo Renzi
Il suo motto è: Cambiamo l’Italia, Adesso. “Questo non è un programma: la solita raccolta di buone intenzioni e di proposte astratte che popolano le campagne elettorali e spariscono il giorno dopo. Qui non troverete né proclami, né promesse, perché la formula magica per risolvere i problemi dell’Italia non esiste. Ciò che esiste è un Paese stracolmo di capacità e di energie. Un Paese che, nella sua storia, è sempre uscito più bello e più forte dalle crisi che ha attraversato. E lo ha fatto grazie all’unica risorsa naturale della quale dispone in abbondanza: il talento degli italiani”…dal sito http://www.matteorenzi.it
4)Silver Surfer, personaggio atipico è presentato come un araldo extraterrestre. La sua epidermide argentea rende il suo corpo quasi invulnerabile ed ha la capacità di viaggiare a incredibile velocità negli spazi siderali con l’ausilio di una tavola da surf definita “asse”. Giunto sulla terra, si ribellò al suo padrone, alleandosi con i Fantastici Quattro nel tentativo di sconfiggerlo.
Bruno Tabacci
Il suo motto è: L’Italia concreta. “Oggi l’Italia è stanca perché infettata. E’ profondamente colpita nella sua coscienza etica. E’come un corpo umano debilitato da una malattia e questa malattia è morale. Dunque ancora più difficile da curare. Improvvisamente dovremmo introdurre una rivoluzione di pensiero. Dovremmo affermare: che il benessere è legato al lavoro e non alla furbizia, che gli affari non si possono condurre senza regole e senza un’etica profonda, che i diritti camminano sulle gambe dei doveri, che la politica senza principi è un pragmatismo senza speranza”…dal sito http://www.primarietabacci.it
5)Mister Fantastic, era un bambino prodigio, dotato di grandissimo talento e il suo genio varia in tutti i campi. È anche uno dei componenti dell’organizzazione segreta degli illuminati. L’esposizione ai raggi cosmici lo ha reso capace di modellare e allungare il suo corpo a piacimento come fosse di gomma, ed è in grado di resistere a diversi attacchi.
Nichi Vendola
Il suo motto è: Oppure Vendola. “Se vogliamo che il futuro non sia lasciato al caso o diventi un qualcosa di cui avere paura è necessario tornare a credere nel valore delle idee. Le idee sono la causa di tutto ciò che ci circonda e la cultura è la loro unione. La lotta alla povertà e all’esclusione sociale, l’impegno per la conversione ecologica dell’economia, sono la proiezione dell’Italia al di là dei confini nazionali, come attore responsabile in Europa e nel mondo. Il rilancio della cooperazione può essere un’opportunità per contribuire alla costruzione dell’Europa politica”…dal sito http://www.nichivendola.it
Come da comunicazione sul sito di Sky, “il talk show sarà centrato anche sull’esito dei riscontri del “fact checking”, che è la grande novità del confronto, e cioè la verifica dei fatti in tempo reale: per la prima volta nella tv italiana, grazie alla collaborazione tra SkyTG24 e la Facoltà di Economia dell’Università di Tor Vergata, sarà sperimentato il controllo della veridicità delle cifre presentate dai candidati e della verità storica di fatti citati a sostegno delle loro tesi.
A questo punto, secondo me, dovrebbero battere un colpo i “nuovi del PD” che sono entrati in Parlamento.
Naturalmente se sono davvero nuovi o non piuttosto lavati con perlana.
In fondo, in maggioranza, sono stati eletti secondo la linea di Bersani che si è presentata per il cambiamento e per un Governo alternativo a Frottolo e potrebbero mettere all’angolo Renzusconi e Dalemoni. Potrebbero essere loro a dimostrare che non tutti facevano parte della farsa in nome di Nonno Napolitano che, con i Saggi, aveva in realtà già formato il Governo.
Intanto ascoltiamo cosa ha da dire Sabina Guzzanti.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=XwH7Z9hWrIY#!
ma Barca non è quello che è scappato in elicottero dal Sulcis? grillo è andato tra i minatori (prendendoli per il culo…) ma ai loro occhi è parso uno onesto e meritevole del voto politico, se Barca è una risorsa per il pd oltre al suicidio appena compiuto da bersani e co. l’intenzione è quella di farci governare dal berlusca anche quando per ragioni d’età sarà in camposanto.
La realtà, purtroppo, è che stanno per propinarci il peggior Governo che potesse capitarci: IL NUOVO (GOVERNO DI REGIME) CHE AVANZA.
E c’è davvero da rimanere basiti ad ascoltare gli esponenti del Partito Democratico che dicono: perchè ci chiedete del Governo? Queste domande non si fanno a chi (presumibilmente) ha vinto le Elezioni.
Quando mai…….. aspettiamo cosa ci dice di fare Napolitano: noi siamo tutti bravi ragazzi e non ci esprimiamo, ci pensa mamma Napolitano.
DA QUANDO IN QUA il Governo lo fa il Presidente della Repubblica al posto dei Partiti? Di solito, il Presidente della Repubblica, prende atto.
La cosa peggiore però che questa volta è stato eletto un Presidente della Repubblica proprio per formare un Governo.
E la cosa ancora più triste è che tutto questo capita proprio quando a formare il Governo dovrebbe essere la Sinistra.
E io non mi dovrei in..azzare ad aver votato non per un Governo alternativo a Papy ma proprio per lui (visto che, in realtà, ha di nuovo vinto lui)?
Comunque aspettiamo tutti il Governo del Presidente, aspettiamo aspettiamo.
Sta per servirci davvero una bella pietanza.
E’ la prima volta in cui non so se riuscirò neanche a leggere i nomi dei Ministri in quanto forse preferirò scoprirli col tempo, alla moviola.
Ed è la prima volta che mi capita.
Adesso l’astro nascente è tale Fabrizio Barca, nobile esponente dell’aristocrazia comunista che in Italia ha avuto la possibilità di vivere e alimentarsi tra i velluti rossi delle sedi istituzionali predicando in privato(fortunatamente) improbabili rivoluzioni. E’ mai possibile, dopo tante sconfitte, che il PD riesca a superare il perimetro culturale PCI ? è mai possibile che Renzi sia il nemico da battere?
Condivido in sostanza l’analisi del tuo articolo e l’invito, in questo passaggio delicato, a tenere i nervi saldi.
Sulle macerie di questo PD si può ricostruire ( e farlo è una necessità per chi crede nella missione della Sinistra), a condizione che i due nuovi leader che si stanno proponendo, o gli altri che eventualmente emergeranno, prendano sul serio il problema del funzionamento democratico del partito.
Noi base militante e simpatizzante ed elettori del PD, abbiamo dato, turandoci il naso , anche questa volta la fiducia alle proposte politiche vaghe ed ambigue di Bersani e Renzi ( magari senza partecipare alle primarie per mancanza di convinzione, come ha fatto il sottoscritto), e Bersani e Renzi hanno coerentemente manovrato sulla base di questo mandato “in bianco” che gli abbiamo conferito ; nelle scelte importanti ai quali sono stati chiamati qualche volta ci hanno azzeccato ( vedi nomina dei Presidenti delle Camere ), ma nelle partite decisive si sono persi, perchè così succede quando si naviga a vista senza una strategia coerente.
O meglio, se c’era una strategia di fondo questa è stata tenuta rigorosamente nascosta, è stata combattutta con accanimento sottotraccia e l’implosione finale del partito con l’elezione del Presidente della Repubblica sembra ai comuni mortali una cosa inspiegabile e invece è perfettamente spiegabile con questa concezione opaca, autoreferenziale ed irresponsabile ( nel senso che non si deve dare conto a nessuno delle proprie determinazioni) dell’attività politica che, è sperabile, sia arrivata al capolinea.
Quanto a Barca e a Renzi, si può per ora dire che il primo ( che nasce come tecnocrate, pur con dei natali ed un cuore che batte a sinistra ) emerge come laeder in modo alquanto atipico, ma sembra abbia la rotta ben chiara verso l’ipotesi di una sinistra possibile e si pone seriamente, almeno in linea teorica, il problema della capacità di rappresentanza e del funzionamento democratico del partito; bisognerà vedere se il notabilato politico che gli si aggregherà intorno sarà sensibile, nei fatti, alla questione.
Renzi funziona mediaticamente e risulterebbe molto competitivo sia contro Grillo che contro Berlusconi ma non risulta chiara la proposta politica su cui dovrebbe aggregare l’elettorato di sinistra; non so se i due, qualora si piacessero, possano integrarsi a vicenda, perchè non è appunto chiara la proposta politica di Renzi e non si comprende, allo stato, se possa essere complementare o alternativa a quella di Barca.
Non consideriamoli, comunque vada, possibili salvatori della patria, perchè di questi non ce ne facciamo un cazzo, e assumiamoci come singoli cittadini o comunità pensanti la piena responsabilità di quello che deve succedere.
se non fossi stato troppo arrapato in queste settimane a inseguire Antonello Cabras ti saresti accorto che Ingroia ha abbandonato la politica il 26 Febbraio.
perchè Vendola dovrebbe fare un partito con lui e con quello che non resta più neanche della FdS? nessuno li ha mai voluti, ne lui, nella dirigenza, ne gli elettori. Ce lo spieghi?
Si parla da mesi, e ancora più insistentemente in queste settimane, di rimescolamento con parti del PD, e tu tiri fuori Ingroia.
ma ci sei o ci fai?
No, vabbè, si sta cadendo in basso:
Cioè gli elettori e militanti del Pd sono schifati dalla loro dirigenza, e della linea che sta seguendo, e allora dovrebbe pensarci Vendola a seguire come un cagnolino il PD nell’abbisso in cui vogliono sprofondare?
Spero non sua serio quando fai certe riflessioni
Apprezzo lo sforzo di offrire un quadro ragionevole che aiuti a sperare che Berlusconi non torni al comando.Purtroppo credo le cose stiano molto peggio. La guerra nel pd é appena cominciata ,sara’ durissima e senza esclusione di colpi : è un genocidio. Avete presente la vecchia jugoslavia al momento della sua dissoluzione : ecco il fenomeno è identico ed i mezzi utilizzati gli stessi , la differerenza , per fortuna , sta nel fatto che non scorrerà il sangue. In compenso assisteremo agli omicidi politici piû efferati e talvolta ingiusti.Il primo è stato Prodi
La logica è molto semplice non avendo vinto le elezioni ed avendo registrato che il paese é cambiato i padroni del pd hanno deciso che Grillo é il vero problema e quindi va sterilizzato : l’unico sistema utile sta nell’impedire che si vada a votare a breve ecco perche Rodotà non andava bene .Serviva un presidente che non avrebbe sciolto le camere e che avrebbe aperto la strada al governissimo : un Monti bis in chiave politica ed in versione unita’ nazionale . In questo modo gli attuali parlamentari stanno li dove sono miracolosamente arrivati e non ci sara’ nessun cambiamento . I normalizzatori sono all’opera insieme ai provocatori ed ai finti ribelli . Come tutte le vere guerre anche in questa un ruolo essenziale viene svolto dalle intelligence con infiltrati, spioni , traditori , servi sciocchi : tutti strenuamente al servizio del (loro) bene comune : la conservazione dello status quo
Trovo ridicolo sia nell’articolo che nei commenti il tentativo di far passare Renzi come perdente: ha ottenuto esattamente quello che voleva, rottamare Bersani e la segreteria del partito, portarli al Congresso di ottobre da perdenti e sconfitti ( la seconda volta in 2 mesi), ha scongiurato il pericolo che rimanesse in vita Bersani, che con Rodotà o Prodi avrebbe tentato un ultimo aggancio col M5S col ricatto dell’immediato scioglimento delle camere…..Con i sondaggi che lo vedono l’unico del PD in grado di battere Berlusconi, Renzi ( che alla primarie è stato preferito a Bersani da più di 4 elettori su 10, quasi la metà e senza il sostegno di SEL) si sta già fregando le mani.
Altro che bluff, svegliatevi una buona volta e non ragionate con la realtà alternative.non so se ve siete accorti ma ragionate come Silvio Lai e Fassina
Qual’è la ragione principale della crisi del PD ?
Io credo che stia innanzitutto nella crisi del quadro bipolare e bipartitico che ha tentato di “americanizzare” il sistema politico italiano con 2 blocchi che aspiravano a diventare i democratici e i repubblicani di noialtri.
Questo processo ha determinato la nascita di un contenitore che raccogliendo le forze dell’ulivo prodiano ,,ex DS e Margherita, non ha mai però sviluppato ,non dico una kolnè ideologica, ma neppure una analisi condivisa .
Da subito infatti con l’avventata affermazione dell’autosufficenza di veltroniana memoria si riusciva nel capolavoro di far cadere il governo Prodi , se queste erano le premesse…..
E veniamo ai nostri giorni, il risultato elettorale ci ha restituito un sistema tripartito che
pone con forza un problema: le alleanze, nessuno può governare da solo servono almeno 2 partiti per governare .
Fare i conti con questa realtà ha fatto precipitare in maniera accellerata tutte le contraddizioni che attraversavano il PD.
Bersani è passato dalla rissa preelettorale, (ricordiamo la definizione di fascisti del web)nei confronti dei 5* alla richiesta di fiducia .
Berlusconi che sembrava di fronte a una resa dei conti,insieme politica e giudiziaria, proponeva incredibilmente un governo di larghe intese a guida Bersani, il mondo capovolto in pochi giorni, a dirlo prima avrebbero riaperto i manicomi .
E qui entra in gioco Napolitano :gran parte della situazione è originata dalla scelta tutta politica e poco notarile del PdR
L’inquilino del colle, infatti,è notoriamente favorevole a una ipotesi di governissimo e larghe intese, e assolutamente ostile a qualsiasi possibile accordo da ricercare in Senato volta per volta, soprattutto se questi accordi coinvolgessero il M5*.
Proviamo infatti a esaminare cosa sarebbe successo se Bersani avesse ricevuto il via libera dal Quirinale :
Scontata la fiducia della Camera, sarebbe stato altamente probabile incassarla anche al Senato ,(metodo che ha portato all’elezione di Grasso e della Boldrini) o comunque si sarebbe avuto un governo di minoranza, perfettamente compatibile con il dettato costituzionale e in ogni caso certamente più legittimato di Monti,bocciato dal corpo elettorale.
Così i s’è aperta una fase drammatica, soprattutto per il paese reale, per le imprese, i lavoratori, i cassintegrati, gli esodati.
Ecco allora confindustria ,pezzi del sindacato , i maggiori quotidiani , la commissione europea ,tutti assieme appassionatamente premere nel tentativo di convincere il PD a venire a più miti consigli, magnificando le sorti di un governo di unità che relegasse in soffitta un qualsiasi possibile o anche immaginario accordo con il M5*.
Renzi ha fiutato l’aria è ha aperto il fuoco per primo, poi alle successive grida di aiuto di un centrodestra alla disperazione “gli sventurati risposero”, da Veltroni a Dalema,dalla Bindi a Franceschini, i vecchi boss del partito, messi da parte con l’operazione Grasso Boldrini e con la nomina di Zanda e Speranza capigruppo hanno deciso di salvare se stessi e suicidare il partito.
La nomina del nuovo PdR è diventata così determinante per rilanciare le grandi intese e impedire qualsiasi accordo con Grillo , ecco il rifiuto di Rodotà e la ricerca spasmodica dell’uomo in grado di perpetuare le vecchie nomenclature e scongiurare qualsiasi cambiamento .
Una nuova sconfitta pesante per la sinistra , una vittoria per Berlusconi, bisognerà ripartire da una ulteriore fase di opposizione, vedremo con il prossimo voto di fiducia l’entità delle nuove forze parlamentari. che, insieme al prossimo congresso anticipato del PD saranno la sala parto di almeno 2 distinti soggetti politici .
Semprechè la situazione non precipiti, o dal lato finanziario o da quello sociale e allora non ci sarebbe immaginazione possibile .
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La cosa che più mi ha impressionato di tutta questa vicenda è la continua incapacità del PD di interpretare i desideri del suo elettorato.
Nei momenti successivi all’elezione di Napolitano il mondo dei social network è letteralmente impazzito con commenti che esprimevano sentimenti di estrema delusione. Era fin troppo evidentemente che non si trattava di commenti dei grillini ma di elettori di centrosinistra arrabbiati per l’occasione mancata.
Si chiedeva un unica cosa: CAMBIAMENTO.
Onestamente condividevo la scelta tutta politica di non votare Rodotà almeno per far capire al M5S che non erano loro ad avere l’esclusiva del cambiamento e proprio per questo il PD aveva una straordinaria opportunità che era quella di proporre un nome alternativo che rappresentasse comunque un taglio col passato, un vero cambiamento.
Si sarebbe potuto tranquillamente attingere dal mondo accademico proponendo, sin dalla prima votazione, un personaggio di altissimo profilo completamente staccato dai partiti e dalle loro logiche che avrebbe probabilmente stuzzicato l’interesse non solo del centrosinistra ma anche di altre parti politiche.
Le scelte del PD sono state invece assolutamente assurde, capaci di scontentare sia parte dei loro rappresentanti e la quasi totalità dei suoi elettori e ogni votazione è stata una sconfitta e una figuraccia.
Con questa operazione il PD ha dimostrato di non essere in grado di governare questo paese o perlomeno di farlo in maniera innovativa e coinvolgente. Troppi gli interessi interni e le rendite di posizione.
Se il PD non si rinnova profondamente, cominciando ad eliminare, sia dagli apparati che dal parlamento, tutti i vecchi rappresentanti eletti nonostante il vincolo dei due mandati la sua disintegrazione sarà inevitabile e non ci sarà nessuna operazione posticcia o di facciata che possa salvarlo.
Infine vorrei segnalare la genialata del segretario regionale del PD, quanto mai lontano dal pensiero dei suoi elettori, che dopo aver postato su fb la sua posizione è stato letteralmente sbranato da una marea di insulti postati da elettori che, ripeto, non avevano votato per Grillo!!!
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=364469976997698&id=331371010307595
Alla Sardegna serve un partito o meglio un movimento nuovo che nulla abbia da spartire con i vecchi partiti e le vecchie nomenclature, solo con la testa in Sardegna si riuscirà a creare qualcosa di positivo per questa martoriata terra. Per quanto riguarda il PD o le sue ceneri, penso che sino a quando resterà alla ribalta della politica nazionale il cavaliere, tutto rimarrà bloccato: tutto si fa pro o contro Berlusconi, per anni è stata la linfa che ha tenuto in vita la sinistra italiana, una sinistra senza idee e che ha giocato di rimessa. Il moimento grillino ha solo interpretato molte delle istanze che la base riteneva inderogabili, ma che i vertici PD non sono riusciti a prendere in carico. Questioni come MPS, Regione Lombardia, Cgil e Fiom, hanno fatto il resto.
E poi: l’8 maggio nasce il nuovo partito con Barca, Vendola, Ingroia e tutta l’ala sinistra dei democratici………….
No, Barca resta nel Pd: lo ha detto chiaramente in una intervista pubblicata oggi su l’Unità.
Vito, il PD non è un partito di sinistra. Tra i soci fondatori c’è anche la margherita-popolari e dare in appalto la rappresentanza politica di quell’area politica e culturale a berlusconi è una clamorosa cazzata.
Dino, il Pd non può essere contemporaneamente un partito di centro e di sinistra: o è di centro o è di sinistra. Alla lunga la mancata definizione di una precisa identità politica si paga. E ora il Pd sta pagando il suo peccato originale, non certo la mancata elezione di Marini, Prodi o il mancato sostegno a Rodotà.
Questo è il peccato originale, fonte di tutti gli equivoci e delle contraddizioni attuali.
Qualcuno più informato di me dice che il Pd l’accordo con Grillo non l’abbia mai realmente voluto, che Bersani abbia bluffato giusto per calmare la piazza ossia i suoi elettori (tra i quali io) che in quell’accordo speravano più che in quello con il Pdl (dato per acquisito che l’esito elettorale un accordo lo rendeva necessario per dar vita a un nuovo governo).
Vero o non vero questo fatto, non si può non riconoscere in Bersani il principale colpevole di questo fallimento:
– era lui alla guida e lo ha fatto apparentemente con una certa chiusura (vedasi formazione liste);
– ha affrontato una campagna elettorale difficilissima, dove arrivavano attacchi da tutti i fronti, con disarmante leggerezza, come se i voti gli dovessero comunque arrivare per inerzia e non per conquista;
– non si è smarcato da Monti (come vilmente ha fatto Berlusconi), dopo che Monti subdolamente si è smarcato da lui con i continui attacchi a Vendola;
– non ha saputo (a questo punto voluto?) aprire una seria trattativa con Grillo ma si è messo ad inseguirlo comunque, mentre alle sue spalle i ‘notabili’ del suo partito lo abbandonavano e non senza una logica: perché a rimetterci per il fallimento elettorale dovevano essere le loro carriere e non quella del colpevole del fallimento?
– è riuscito a mettere insieme contro di sé una serie di interessi divergenti, in ultimo quel Renzi ‘rottamatore’ che piuttosto che rischiare di doversi trovare il lavoro già fatto da altri (e quindi di dover finalmente iniziare a parlare di politica) ha preferito allearsi con i ‘rottamandi’, tanto è già prenotato per il prossimo giro.
E così la nomenklatura del Pd, Berlusconi, renziani (che giovani giovani poi non sono) hanno fruttuosamente agito nel loro interesse comune.
Ma appare ora chiaro che questa generazione di politici punti soprattutto a salvaguardare se stessa pur a costo (un costo che non pagano loro ma paga la società italiana) di accordarsi con Berlusconi, in Sicilia dicono: megghiu u tintu canusciutu, ca u bonu a canusciri (meglio il cattivo conosciuto, che il buono ignoto).
Berlusconi resterà pure il male ma consente loro di esistere.
Aveva ragione Grillo e chi (soprattutto a sinistra) ha votato per lui, aveva ragione Moretti: con questi non vinceremo mai, perché non è di una vittoria che hanno bisogno per campare.
E’ uno scontro generazionale che dalla politica si trasferisce nelle aziende, nei pubblici uffici, in tutti i settori produttivi dove dirigenti datati e disonesti fanno pagare ai più giovani il peso della crisi e delle loro malefatte, non solo per salvaguardare il portafoglio ma proprio per salvaguardare il loro pezzo di potere.
Sta accadendo da troppi anni e quest’ultimo colpo di coda fa male ancor di più, soprattutto per chi aveva visto in Bersani uno che intendeva sbaragliare il tutto con le armi della competenza e del pragmatismo: sfonderemo quelle porte chiuse ai giovani, diceva durante le primarie, un secolo fa.
Il mio parere personale di elettore è invece che il PD ha fallito proprio come progetto. Non credo abbia più una vera giustificazione ad esistere con questa continua guerra tra bande. Che si ricominci dalla politica di base, dai territori. Ma con soggetti nuovi: liste civiche e movimenti con la testa sul territorio. Senza padroni “esterni” come i due casi psichiatrici Grillo/Casaleggio.
Solo da credibilità vera e dalla ricerca di una nuova classe dirigente all’altezza della situazione si potrà ricominciare. Ma non certo con il PD ormai defunto. Che i centristi vadano al centro e che la sinistra vada a sinistra.
Ora come ora purtroppo rimangono sul campo solo i partiti privati/Personali, dove il fondatore fa il bello e il cattivo tempo perché i suoi seguaci amano il loro caro leader.
Dalle ceneri del PD, i cui elettori sono “laici” per definizione, possono nascere nuove sorprese costruttive. Ma per favore basta con il PD
“La scelta di riconfermare il presidente uscente è stata l’unica cosa saggia che si è vista in questi giorni deliranti.” Su questa affermazione dissento totalmente. A prescindere dall’autorevolezza di Napolitano la sua rielezione va scandalosamente contro l’esplicita richiesta di rinnovamento proveniente dalle urne (e non solo).
È incredibile che non siano riusciti a dare una minima, e sottolineo minima, speranza di un cambiamento politico in grado di lasciarsi alle spalle il vecchio marcio sistema. Qualunque altro nome avrebbe potuto lasciare acceso questo lumicino, ma rieleggere il vecchio presidente è stata una scelta scelleratissima che il PD pagherà a carissimo prezzo. Arrivati a questo tristissimo punto ha ragione Grillo, altroché!
p.s.
alle regionali ci sarà da ridere
Condivido in pieno l’analisi di Vito Biolchini.Solo Barca può risollevare le sorti del PD.Sono contenta che Renzi,solo furbo,abbia perso.Si poteva davvero votare Rodotà così Grillo si sarebbe dovuto prendere le sue responsabilità.L’idea di fare un governo insieme a Berlusconi,l’unico vincitore,mi fa venire i brividi.Bersani ha cercato di mettere d’accordo tutte le varie correnti all’interno del partito ma,a parer mio,è troppo ingenuo rispetto alla volpe D’Alema e al volpino Renzi.Ma chi pensa veramente alla situazione drammatica degli esodati,delle piccole imprese che chiudono e dell’aumento dei disoccupati?
No, conosco poco Barca, ma pensare di aver trovato, tra tanti, il salvatore mi sembra profondamente scorretto.
Resettare tutto e cercare una maggiore condivisione, anche via web: gli argomenti di Grillo ormai non sono più solo dei grillini. E tutta la squallida vicenda della rielezione dimostra, lo dico a malincuore, che davvero al PD manca la “L” finale…
Con tutto il rispetto che mi lega al Presidente Napolitano ho il sospetto che questa volta Napolitano faccia rima con il “NANO” continuo a non capire del perchè non andava bene Rodotà forse non si lascia manipolare, il disastro romano trascinerà anche la nostra isola facciamo subito il vero partito dei Sardi senza germogli della vecchia repubblica.
Barca, lo stimo molto ma no grazie. Iscriversi al partito ieri facendo l’occhiolino alla sinistra (sempre che ancora esista) e approfittando delle divisioni interne non mi é piaciuto. Preferisco di gran lunga Renzi che ha condotto una battaglia sia all’interno del partito che confrontandosi a viso aperto con gli elettori.
ma invece chiudere la baracca e finalmente levarsi di mezzo pare brutto vero?
il problema che c’è sempre un certo numero di persone che ha ingoiato la ‘pastiglietta rossa’
Caro Vito, la tua analisi è lucida è assolutamente sconfortante!
Come ti ho scritto ieri nell’altro articolo, spero molto in Barca, in lui vedo quello che manca a tutti i vecchi mezzi leader, o almeno mi illudo di vederlo……
Ottima idea anche questa, questa di Barca, dico. Lui per l’intero paese e Maninchedda per la Sardegna potrebbero fare grandi cose.
La storia non si può ignorare: i vertici della sinistra italiana sono da sempre collusi con Berlusconi. Il suo elettorato, con il prosciutto sugli occhi, era convinto che il M5S avrebbe votato Prodi per fare un dispetto a Berlusconi, invece, purtroppo per loro, questo si è dimostrato coerente con la scelta di proporre una persona indipendente. Prodi e D’Alema hanno già governato e NON hanno mai fatto una sola proposta di legge per rendere Berlusconi incandidabile, nonostante ne avessero i numeri. Il fatto che il M5S abbia portato avanti la candidatura di Rodotà, nonostante le sue critiche evidenti nei confronti di Grillo, è una grande dimostrazione di indipendenza da lui e non un fatto da strumentalizzare negativamente come fai tu. Detto questo, penso che Grillo sbagli a gridare al golpe: la sua figura, a parer mio, sta cominciando a diventare troppo ingombrante all’interno di un movimento che comincia a camminare con le proprie gambe. La sua presenza e le sue urla rischiano di avvicinare solo la pancia del paese e di allontanare l’elettorato più maturo proprio nel momento in cui il movimento cerca di passare dalla protesta alla proposta. Ora esistono i numeri per far valere le proprie ragioni in parlamento e quando, nelle prossime settimane, proporranno l’incandidabilità di Berlusconi i nodi verranno al pettine. Il PD voterà a favore oppure si nasconderà dietro la necessità di dover garantire la stabilità del Paese?
Quello deve fare Grillo, subito, se vuole smetterla di giocare e iniziare a fare politica: deve stanare non il Pd, ma la parte reazionaria di questo partito.
Perchè dovremmo cascarci ancora dopo venti anni di nulla?