Ultime notizie: il comune di Cagliari conferirà la cittadinanza onoraria allo scrittore israeliano David Grossman. La richiesta (primo firmatario dell’ordine del giorno il capogruppo del Pd ,Davide Carta) è stata protocollata oggi in municipio. Grossman è il presidente onorario del festival Tuttestorie e sarà in città il 19 e 20 maggio per un’anteprima della manifestazione letteraria.
La proposta di Carta (che non avrà avuto difficoltà a contattare Grossman, visto che sua moglie lavora all’organizzazione del festival, considerato uno dei più importanti e prestigiosi in Italia) ha avuto anche il via libera da parte del gruppo di Sel e di gran parte della maggioranza di centrosinistra, e perfino dell’opposizione di centrodestra: quasi un plebiscito. Al momento solo Giovanni Dore dell’Idv (che ha ritirato la firma sulla richiesta) ed Enrico Lobina della Federazione delle Sinistra hanno manifestato la loro perplessità sulla decisione. Della serie: ci manca solo che ci incasiniamo con la politica estera…
L’ultima parola ora spetta al sindaco Massimo Zedda, che dovrebbe valutare i pro e i contro. Perché non è difficile immaginare che la scelta di conferire a Grossman la cittadinanza onoraria rischia di non piacere per niente alla comunità musulmana ed anche a diversi ambienti accademici. La questione palestinese è sempre molto scottante e le posizioni di Grossman (per quanto non appiattite su quelle dell’ultradestra israeliana, ed anzi essendo lui una delle firme più amate dagli ambienti progressisti italiani) sono sempre molto dibattute, così come è giusto che avvenga per un intellettuale del suo calibro.
Sarebbe dunque opportuno aprire un dibattito sull’opportunità di conferire a Grossman la cittadinanza onoraria di Cagliari, mettere sul piatto della bilancia le ragioni favorevoli e contrarie ad una decisione del genere. Al netto di qualunque intenzione mediatica, ovviamente.
Voi che ne pensate? Si può fare?
Caro Vito, volevo segnalarti questa immagine su Fb: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=590866577619875&set=a.178760848830452.35911.178722405500963&type=1&theater Questo, per me, è un fulgido esempio di complessità confusa per ambiguità. Poi i confusi in bianco e/o nero di qualsiasi genere, specie, latitudine e nazionalità si chiedono perché alle elezioni (italiane o sarde che siano) prendono sempre percentuali da prefisso telefonico. Saluti.
Concordo. L’iniziativa è dell’Anpi, di cui io sono vicepresidente provinciale. Essere sovranisti non vuol dire essere indipendentisti, vuol dire credere che la nostra autonomia speciale vada agita fino a in fondo e, anzi, estesa il più possibile. Come tutto ciò vada in contrasto con la festa della Repubblica (che per noi dell’Anpi è essenzialmente festa della Costituzione, quella stessa Costituzione degli articoli 6 e 116, giusto per intenderci) è un mistero che gli amici dello zero virgola dovrebbero spiegarci. Grazie per la segnalazione.
Akiva Orr è morto più di tre mesi fa, e il vuoto che ha lasciato è di quelli ingombranti.
Molti si chiederanno “chi è”, e un ricordo sentito fu quello pubblicato da Leehee Rothschild su +972, attivista israeliana del gruppo Anarchists Against the Wall:
I’ve been sitting and staring at this photo for the past few minutes, trying to put together some words to go along with it. The sentence that keeps repeating in my mind is “This is exactly how I felt when Tanya [Reinhart] died.” I suppose it is quite an accurate description.
I could not say that I was well acquainted with Tanya. She was my professor in one of the most significant classes that I took in my first degree. A class in which I had relearned how to read newspapers, to look for the limitation of discourse within the text, and to search for the things said between the lines, and more importantly, for the things that are not. She had also been a partner for cafeteria talks during the breaks, and for leftist protests in the campus, during the later days of the Second Intifada. I hadn’t known her well, and yet, upon hearing on her death I felt like I was hit with a well-directed punch, and when I tried to express how I felt, I couldn’t find the words among the strong sense of loss and confusion.
I can say the same things about Akiva. I was never a student of his, but during my early days of activism, when I first walked into Salon Mazal, then on Allenby-Montefiore in Tel Aviv, Raanan convinced me to stay and hear Akiva Orr talk. I hadn’t known who he was back then, and today I don’t remember much from this lecture about cosmology, but I left it knowing that I was lucky to have met him. In the following years I got to know both Matzpen and Aki somewhat better, through books and texts, if not in person. He was the sort of person whose mere existence within the Israeli Left served as some sort of a comfort.
I won’t go in lengthy detail about his biography here. I’m quite certain that people more fitting for this job will do so in the next few days. I will say, however, that to my young eyes he seemed like one of those people who were always there, whether in the dramatic moments of the 1951 Seamen’s Strike, and in the days in which only Matzpen dared to speak out those things that needed to be said. He was one of those who never gave up, who kept on fighting against the occupation, Zionism, capitalism – a Sisyphean struggle which can easily make one despair. He was one of those who tried to pave the way, beat the system, and offer some real alternatives to parliamentary democracy, even if I am not certain whether direct democracy is the answer. One of those who knew how to be part of the Left and criticize it at the same time. And one who determined to always, always side with the oppressed.
We have very few role models in the Israeli Left – few that we can follow their footsteps, few torches to light a dark and lonely path, few lights to pave the way. Aki was one of those, and now with him gone, the road seems a little darker.
Rest in peace, comrade. I hope I shall succeed in walking in your way.
Tutti i saggi e i libri di Orr sono consultabili e scaricabili a questo link: http://www.akivaorrbooks.org/. Perché Akiva Orr non era solo un attivista e un politico, ma era anche fine politologo e fautore della democrazia diretta.
Ho scelto il ricordo di un’israeliana verso un israeliano perché, in questi ultimi giorni, tante volte si è sentito dire che l’opposizione alla cittadinanza onoraria a David Grossman a Cagliari sia dettata alle sue origini israeliane, ebree.
Io lo so, molti lo sanno, che le ragioni sono altre. Che c’è differenza tra antisionismo e antisemitismo. Che opporsi al regime di apartheid sudafricano non significa essere anticristiani.
Queste parole non sono giustificazione, è solo il ricordo di un pensatore che negli ultimi anni ho avuto il modo di approfondire e ho ammirato.
Queste parole sono l’ennesima testimonianza che il rifiuto di Grossman non deriva dalle sue origini, deriva dal suo essere ambiguo grazie a una società che ha emarginato i valori, li ha strumentalizzati e sviliti: una società che esalta l’ambiguità e la eleva a ideale.
In una società sana, critica, composta di persone capaci di analizzare ciò che leggono, nessuno si sognerebbe di chiamarlo “pacifista”.
Oppure dobbiamo credere alla favola che Barack Obama sia pacifista per il conferimento del Premio Nobel per la Pace? No. E infatti nessuno ci ha creduto. E allora perché questa doppiezza?
Nota a margine. Due anni fa, nel corso del festival letterario Leggendo Metropolitano, Moni Ovadia parlò un’ora davanti a un pubblico commosso: nessuno lo contestò. Come nessuno ha contestato di recente Myriam Marino.
Moni Ovadia per Restiamo Umani, the Reading Movie: http://www.restiamoumani.com/chapter9/
Akiva Orr per Restiamo Umani, the Reading Movie: http://www.restiamoumani.com/chapter6/
Nessuno contesta chi non è ambiguo.
http://suspendedinlight.wordpress.com/2013/05/21/ambiguita/
È facilissimo confondere l’ambiguità con ciò che invece non è nient’altro che la normale complessità della realtà in cui gli esseri umani si trovano a prendere delle posizioni e compiere delle scelte: basta averne una visione manichea. Grossman non è un pacifista, ma nemmeno un guerrafondaio. Tra queste due categorie ci sono un’infinità di sfumature che chi vede il mondo in bianco e/o nero non riuscirà mai a cogliere. Mi dispiace per lui.
Nessuna confusione, né mia né di tutti quegli israeliani antisionisti come Akiva Orr che hanno dato la vita per evidenziare questa ambiguità che tanto piace nei circoli pop europei e nord-americani.
Akiva Orr per dirne uno, ma anche Benny Morris, Shlomo Sand, Tom Segev, Baruch Kimmerling, Elisha Efrat, Eyal Weizman, Rafi Segal, Avi Shlaim, Oren Yiftachel e tanti altri.
Il problema di questi israeliani è di non essere pop come Grossman e di non occupare il salotto di “Che Tempo Che Fa”.
Ma meglio non dilungarsi oltre, nel mondo dei tuttologi anche ciò (testimonianze ed evidenza) sarà sentenziato con un giro di parole o con una frase da Mulino Bianco.
“Grossman non è un pacifista”. Period. Non esistono sfumature. E non l’ho detto io, fortunatamente. Peccato che uno dei motivi che si celano dietro il conferimento della cittadinanza sia questo. E proprio questo che lascia basiti.
Mi dispiace per te.
definire pop uno scrittore come grossman è davvero imbarazzante, tanto quanto continuare a leggere dichiarazioni di molti che non hanno letto una sola riga dello scrittore…la verità è che a cagliari si è deciso di includere grossman in una polemica politica che non gli appartiene (e del resto nemmeno sapeva della proposta di cittadinanza…)…una delle cose che mi ha colpito di più non sono le confuse contestazioni di fantomatici rivoluzionari duri e puri ma il silenzio della politica e del mondo della cultura…cmq ribadisco: grossman è stato davvero contento dell’accoglienza della città, ha pasato due giorni piacevoli e il resto, per quanto mi riguarda, non conta più
CAGLIARI, CITTADINANZA ONORARIA: DAVID GROSSMAN E FRANCO MANDELLI DUE PESI E DUE MISURE
Questa mattina nessun sit-in, nessuna manifestazione di protesta, nessuna mobilitazione online a Cagliari contro l’attribuzione della cittadinanza onoraria all’ematologo Franco Mandelli, come invece era avvenuto qualche settimana fa per lo scrittore israeliano David Grossman, reo di essere un intellettuale che partecipa attivamente al dibattito politico del suo Paese.
Eppure anche il prof. Franco Mandelli fa esattamente la stessa cosa in Italia. Mandelli, veltroniano convinto, in passato è stato tesserato al Partito Democratico ed è stato pure candidato alle primarie del 2007 di quel partito come capolista per Veltroni, per il rinnovo dell’organigramma del Pd, dopo essere stato candidato l’anno prima a consigliere comunale a Roma nella lista civica Roma per Veltroni, sempre come capolista.
Notoriamente Walter Veltroni è decisamente favorevole alle “missioni di pace” italiane in cui sono impegnati anche militari sardi (allo scopo di evitarci le trivellazioni ad Arborea?), esattamente come il suo partito (al quale in passato Mandelli ha aderito) che puntualmente in parlamento ne vota il rifinanziamento. Come se non bastasse, tra le altre cose, Veltroni più di una volta ha espresso vicinanza incondizionata a Israele. Nonostante ciò, Mandelli all’occorrenza ne elogia l’operato.
Va inoltre ricordato che, Mandelli è stato presidente della Commissione che ha preso il suo nome istituita nel 2000 dal Ministro della difesa (Sergio Mattarella, allora Ppi, oggi Pd) del Governo Amato II (allora indipendente dell’Ulivo, oggi indipendente del Pd), sulla incidenza di neoplasie maligne tra i militari impiegati in Bosnia e Kossovo per presunta esposizione alle nanoparticelle da uranio impoverito. Commissione farlocca che nella sostanza non ha prodotto nulla.
Militari impiegati successivamente all’intervento militare della Nato nella ex Jugoslavia, nel quale fu decisiva la concessione contra legem da parte del Governo D’Alema I (allora Ds, oggi Pd) delle basi e dello spazio aereo italiano.
Quelle armi all’uranio impoverito, prima di essere utilizzate per la prima volta su larga scala proprio in quella guerra, vennero lungamente ed ampiamente testate e sperimentate anche nei poligoni militari sardi, Quirra in primis, anche con il beneplacito dei governi di centrosinistra composti dal partito al quale Mandelli è vicino. Ancora oggi viviamo nel dubbio che ci possa essere una correlazione tra questo impiego e alcune delle malattie per le quali il prof. Mandelli è specializzato e impegnato nella cura anche qui in Sardegna.
E allora? Allora dico che se per assegnare o meno la cittadinanza onoraria di Cagliari si usa lo stesso criterio che è stato utilizzato con David Grossman, dovremmo non assegnare più la cittadinanza a nessuno scienziato, intellettuale, studioso, ricercatore di fama internazionale che si sia minimamente impegnato politicamente per il proprio Paese, che si presume sia il Paese che ami, nel bene e nel male.
Il prof. Franco Mandelli è tra questi, solo che gode del privilegio di non essere israeliano.
http://www.cagliarifornia.eu/2013/05/cagliari-cittadinanza-onoraria-david.html
purtroppo una decina di tristi contestatori hanno tentano di rovinare la bella serata con grossman. la cosa che mi ha impressionato di più è stata la loro evidente ignoranza su chi è e cosa ha scritto grossman e l’atteggiamento offensivo mostrato dopo aver formulato le domande (pazzesco: non hanno nemmeno ascoltato le risposte). per me cagliari è rappresentata dalle oltre 400 persone che sono venute per ascoltare un grande scrittore. il resto, compresa l’assenza della politica e la paura di scontentare qualche militante di gruppi del tipo “vedo gente, faccio cose”, verrà dimenticato in fretta…godiamoci i libri di david grossman.
Alla fine della giostra, lo sconcerto più grande è quello di leggere in molti commenti la grezza semplificazione di concetti superiori come quelli di pace e di pacifismo, stuprati durante la Guerra Fredda, mutilati nei Balcani e uccisi negli anni della “Guerra al Terrore”.
DAVID GROSSMAN E QUELLA BIDDA CHIAMATA CASTEDDU
Mentre quella bidda spèrdia che risponde al nome di Cagliari, basandosi su premesse non corrispondenti al vero, si è infilata grottescamente nel dibattito surreale sull’opportunità o meno di assegnare la cittadinanza onoraria a uno scrittore e intellettuale di fama mondiale che, incidentalmente, è anche un cittadino israeliano che partecipa in modo costruttivo al dibattito politico e culturale del suo Paese, oggi la cittadina internazionale di Assisi (la grandezza di una città non la fanno certo l’estensione e/o il numero degli abitanti) conferisce la cittadinanza onoraria per la pace al Presidente della Repubblica israeliana Shimon Peres, già premio Nobel per la pace.
E sì che ci sarebbe da discutere…
La settimana scorsa Napoli ha conferito la cittadinanza onoraria ad Abu Mazen, Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese. E, anche in questo caso, sì che ci sarebbe da discutere… E infatti in entrambi i casi si è (giustamente) discusso, visto che si tratta di due uomini politici dalle scelte discutibili che, tra l’altro, per Assisi e Napoli pare non abbiano fatto nulla di speciale.
E noi – che in altre occasioni abbiamo dimostrato di essere irrilevanti, ipocriti, annoiati e anche un po’ stupidi esattamente come a Springfield – stiamo qui a menarcela per David Grossman che per Cagliari ha fatto pure troppo…
Ciucciatevi il calzino.
http://www.cagliarifornia.eu/2013/05/david-grossman-e-quella-bidda-chiamata.html
per chi vuole dare il proprio appoggio alla petizione contro la cittadinanza onoraria a D. Grossman http://firmiamo.it/contro-la-cittadinanza-onoraria-a-david-grossman—cagliari#petition
bravi, il prossimo passo sarà bruciare i libri in piazza, no? petizione contro uno scrittore pacifista, pazzesco: il modo peggiore per ricordare le sofferenze e le ingiustizie che da anni subisce il popolo palestinese!
Molti dimenticano che Grossman è uno scrittore, non un politico o un militare, e che in Istraele è in minoranza, a causa di dichiarazioni sulla pace come questa: “…ciò che è avvenuto nelle ultime settimane nella striscia di Gaza ci pone davanti a uno specchio nel quale si riflette un volto per il quale, se lo guardassimo dall’esterno o se fosse quello di un altro popolo, proveremmo orrore”…. E anni fa, al precedente primo ministro istraeliano Olmert disse: “Signor Primo Ministro, per una volta, non guardi ai palestinesi attraverso il mirino di un fucile o la garitta di un posto di blocco: vedrà un popolo non meno straziato del nostro. Un popolo occupato, oppresso, privato di ogni speranza”. La domanda su cosa ha fatto Grossma per Cagliari è quindi imbarazzante e molto provinciale: chiediamoci invece il valore ed il prestigio che Cagliari acquisterebbe con la cittadinanza onoraria ad uno dei più importanti scrittori contemporanei.
Ecco il pacifismo vero di david Grossman, uno scrittore che rischia ogni giorno: “Il modo in cui il governo israeliano ha reagito al voto dell’Onu sulla Palestina come Stato osservatore è sbagliato e poco perspicace. Invece di essere il primo paese a riconoscere lo Stato palestinese, Israele ha scelto di reagire in maniera prepotente, tentando di mortificare i palestinesi con un comportamento che di fatto è mortificante per Israele stesso.
Dopo il voto all’Onu siamo nella situazione paradossale in cui uno Stato democratico, Israele, occupa un altro Stato democratico, la Palestina. Questa situazione sarà sempre più inaccettabile al resto del mondo”.
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“Chi non crede nella possibilità della pace è già sconfitto, si è autocondannato a una guerra continua…” ha dichiarato da poco Grossman e, rivolto ai palestinesi: “io sono nello stesso tempo ebreo e palestinese… e posso augurare loro, dal profondo del cuore, che conoscano al più presto un’esistenza di libertà e di sovranità dopo anni di schiavitù e di occupazione sotto turchi, inglesi, egiziani, giordani e israeliani; che costruiscano la loro nazione, uno stato democratico, in cui crescere i figli senza paura, godere di una vita normale, di pace, e di quanto essa può offrire a qualunque essere umano”.
Essere aperti al dialogo e al confronto è fondamentale per una Città che si trova al centro del Mediterraneo). Ciò significa ascoltare, condividere e discutere, creando occasioni per capire e avere un’idea reale e obiettiva di ciò che accade intorno a noi. Questo occorre farlo con tutti, serenamente, senza pregiudizi e senza conferire onori e premi a nessuno.
guarda, Trizio, il motivo per cui Grossman non lo vorrei mai a Cagliari, non è solo che è un sionista, è proprio che scrive in maniera penosa. Vuoi un testo dedicato alla forza dei giovani, e alla capacità di contrapporre la voglia di essere autenticamente umani all’ accidia e all’ indifferenza della società conformista e incapace di indignarsi? ma c’è Lettera a un Giovane Sardo di Bachisio Bandinu (dedicato al figlio Nanni, che sta a Milano)…ohhh, Vito… là ghe ti vvedo da qui…… non cercare su Wikipedia chini è Bachisio Bandinu !!!! caaappittooooo??? oh, io mò me ne esco col mio lui, mi sa che ci leggiamo un po’ di Woyzeck, dopo cena………
Lettera a un giovane sardo, prima presentazione alla Fiera di Cagliari il 25 marzo 1997.
Indovina chi chiamò Bachisio Bandinu a presentare il libro? Mamma mia che giovane che ero!
http://www.youtube.com/watch?v=tpvpMAmDOq8
Non cercare su wikipedia chi è Vito Biolchini, non ci sono.
indovina chi presentò il libro al TG? Avevo 18 anni, ero giovane pure io…..dubito fortemente, inoltre, che ti abbia chiamato Bachisio in persona. Ad ogni modo, chiederò.
Dubita dubita. Buona domenica.
“Qualcuno con cui correre” è scritto male?
Sembra creato dopo avere letto e capito “Lezioni americane” di Calvino.
Un’opera universale, un inno alla forza dei giovani di opporsi alle ingiustizie sociali: la capacità di contrapporre la voglia di essere autenticamente umani all’accidia e all’indifferenza imposte dalla società conformista e incapace di indignarsi.
Uno stimolo alla rivoluzione prima personale e poi collettiva.
Più attuale di così!
Grossman è israeliano? Non me n’ero accorto.
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ahn, ovviamente, per ritornare alla polemica sulla tua fidanzata, visto che di pseudocultura ti occupi e passi le tue giornate a dare lezioni di giornalismo agli altri: non vi siete posti il problema che forse.. forse…. non si tratti di censura, ma semplicemente, lo spettacolo sia brutto, mediocre, banale e che unicamente…. non piaccia (a nessuno)? oppure è obbligatorio dare retta a Vito Biolchini sempre e comunque? ascù, quando siete a letto annoiati la sera….leggetevi un po’ di Brecht, Milton, Reinhardt e Beckett, prima di parlare di cultura e soprattutto di teatro, và. Ma a scoppio, eh! oh, poi il cartellone è davvero unico: due tizie con brutte tette in posa michelangiolesca… vediamo, vediamo….. ti dice niente David Lachapelle? (era il 1998, non mi paiono manco originali, le due vestali del sacro fuoco dell’ arte). Ma piantatela, piangine!
p.s.: almeno, le tette immortalate da David Lachappelle nel lontanissimo ’98 erano belle da vedere…….
Meno male che hai letto Brecht e Beckett, cosa se eri ignorante!
Guarda che non pubblicare le stupidate non è censura, ma tutela dei tuoi lettori e del tuo blog.
Certo. Ma oggi volevo farvi leggere le cose che ogni tanto mi arrivano. Così, giusto per farvi capire qual è il livello.
Ma Ahn quello che ci fece fuori ai Mondiali di Giappone e Corea e con un passato a Perugia?
guarda, Vito, Grossman scrive male quasi quanto te, quindi, dato che già tu sei cittadino di Cagliari, unu poleddu in più o in meno, che vuoi che faccia?
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Certo Vito, la politica ha anche bisogno di azioni simboliche.. come questa.. che io non condivido minimamente e che mi rattristerebbe non poco. Anzi ad esser sincero mi farebbe proprio incazzare.. ed allora la mia domanda è la seguente? A tanti di noi piacerebbe ad esempio che a Cagliari ci fosse piazza Hugo Chavez, o che la cittadinanza onoraria vorrebbero fosse data a Fidel Castro. Uno di questi è il consigliere Lobina. Perché non lo propone in consiglio? Semplicemente perché è una persona di buon senso. Quindi il consigliere Carta non è una persona di buon senso? io non lo penso. ed allora mi permetto di fare un ultima domanda? A chi giova questa brillante idea? Al Sindaco? alla Maggioranza? Allontanare le posizioni tra la maggioranza in consiglio, e a maggior ragione per questioni simboliche come queste (ed assolutamente inutili in questa fase aggiungo) a cosa serve? Forse sarebbe il caso che tutti, sindaco, giunta e consiglio si occupassero di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Per quanto mi riguarda, e penso di interpretare bene il pensiero di tanti compagni cagliaritani, non siamo disposti a farci prendere in giro con proposte come quella sottoscritta da tanti consiglieri comunali.
Matteo Murgia
Lettera aperta a David Grossman ( da pubblicare su tutti i quotidiani filopaltestinese e su quelli in limba campidanese, al netto di qualunque intenzione mediatica). Egregio dott. Grossman, siamo davvero onorati per avrere Lei, scrittore di fama internazionale, come presidente di giuria del premio letterario. Ma caro il nostro scrittore, un conto e` essere scrittori riconosciuti come i maggiori tra i viventi, un’altro e’ presiedere una giuria e tttaltro paia di maniche e` assurgere al ruolo onorato di cittadino. La invitiamo, se vuole avere qualche chance, ad esercitarsi con la ponuncia della parola cixiri, a trascorrere un po del suo tempo libero a raccogliere amianto alla quarta fermata del poetto e per cortesia compri e indossi ogni tanto qualche T shirt di Waltale con le vignette sul pastore sardo o sul mirto di sardegna. Dopo di che ne possiamo riparlare.
Non e’ una questione di grandezza o meno del personaggio a livello culturale. Grossman puo’ venire anche a presentare i suoi libri, non andremo di certo a bruciarglielii in piazza, ma sulla cittadinanza vanno a convogliare certamente diverse caratteristiche tra cui il suoi essere convintamente sionista e il suo negare l’occupazione palestinese e il conseguente genocidio. Questo non e’ tanto un regalo a Grossman quanto ad Israele che vuole esportare il suo nome nel mondo con i suoi artisti (cosi’ come quando a Torino Israele fu nominato ospite d’onore ad una edizione del salone del libro), anziche’ con i buldozer e i km di muro.
Mauro,
filo-palestinese, antifascista e antirazzista.
Mauro! David Grossman e’ uno scrittore, non un ministro del governo israeliano. Ma, mi par di capire, essere israeliano e’ un peccato originale che annulla ogni qualita’ umana, pregio artistico e capacita’ intellettuale. Non sara’ che il mondo si divide in due: scrittori e scrittori israeliani?
Il problema è quando gli intellettuali divengono strumento consapevole dei governi, Grossman, Oz e Yehoshua lo sono di quello israeliano. Ugualmente ricordo con tristezza lo scrittore cinese Mo Yan a Gavoi nel 2011, che faceva melina alle domande più scomode sul regime cinese.
Io c’ero a Gavoi. La tristezza non me la procurarono le risposte di Mo Yan ma le domande del pubblico. “La pena di morte”, “Il Tibet”, ancora “La pena di morte” eccetera. Quello sì, uno dei maggiori scrittori viventi e che ha detto tante che cose che, a volerle e saperle ascoltare, avrebbero dato un’immagine della Cina non esattamente allineata. Non paragonerei i due eventi. Scusate se intervengo dopo un mese.
ecco, finalmente una persona coerente e con le idee chiare, straquoto. E poi, basta leggerlo, Grossman.. per accorgersi di quanto sia patetico il suo stile. Leggetevi “tu sarai per me il coltello”, dopo le prime 6 pagine tenterete il suicidio, io sono arrivata alla fine, significa solo che il suicidio non fa per me! Si tratta banalmente del solito successo inspiegabile, un po’ come quello di Madonna, dai……….
p.s.: grande Mauro Aresu, ovviamente!
non sono sicuro che Vito avrebbe posto la questione se al posto di Grossman ci fosse stato, per esempio, di Clint Eastwood.
Non certo perché Vito sia sionista o antisionista o filopalestinese o quant’altro, ma perché tutti noi, quando si tratta della questione israelo-palestinese, siamo vittime di odiosi, anacronistici e ridicoli retaggi ideologici novecenteschi.
Vito, tra le altre cose, si pone la questione di come, nell’eventualità, possa reagire la comunità musulmana cagliaritana, ma si sarebbe posto il problema di come avrebbe potuto reagire la comunità vietnamita se al posto di Grossman ci fosse stato Eastwood? Eppure l’attore e regista americano, all’apice della sua popolarità mondiale, fu un forte sostenitore delle politiche di Richard Nixon e della guerra in Vietnam. E più in là ha appoggiato convintamente Reagan e Bush padre e figlio.
E ‘sti cazzi, mi viene, molto poco elegantemente, da dire. Clint Eastwood resta un grande attore, un grande regista, un grandissimo artista.
E ancora ‘sti cazzi se Louis-Ferdinand Céline era antisemita. Qualcuno a Cagliari ha avuto qualcosa da ridire, quando in piazzetta Savoia, un attore ha letto un passo di “Viaggio al termine della notte”? No. E grazie a Dio! Stiamo parlando di una delle opere letterarie più straordinarie del ‘900! E infatti le città francesi sono costellate di Rue e Avenue Céline: un riconoscimento allo scrittore e alla sua opera a prescindere dalle sue idee antisemite.
Qualcuno a Cagliari ha avuto qualcosa da ridire, quando il Castello di San Michele ha ospitato una mostra delle opere più importanti di Filippo Tommaso Marinetti? No. E meno male! E infatti le cittadine italiane sono costellate di Via e Piazza Marinetti: un riconoscimento all’artista e alla sua opera a prescindere dalle sue idee fasciste.
E ‘sti cazzi, mi viene da dire, sempre poco elegantemente, se i musicisti del Buena Vista Social Club appoggiano convintamente il regime dei fratelli Castro: restano dei musicisti dalla grandezza incommensurabile! Come resta notevole la poesia di Ezra Pound.
Ma il punto è che non stiamo nemmeno parlando di un personaggio nazi-stalinista aberrante, odioso e impresentabile che appoggia un regime dittatoriale, ma di un intellettuale, David Grossman, appunto, che ha delle idee che, per carità, come tutte le idee sono discutibili o non condivisibili (ma legittime), ma che spesso e volentieri ha assunto delle posizioni critiche nei confronti delle politiche del governo israeliano, all’interno di un dibattito politico-culturale vivo, aperto, laico e democratico come quello di Israele che, ci piaccia o meno, noi in Italia ci sogniamo, mentre continuiamo la nostra politica coloniale in Afghanistan nel silenzio più totale.
In Sardegna, addirittura, i media (e buona parte dell’opinione pubblica) esaltano retoricamente l’epica della Brigata Sassari chiamando orwellianamente “missioni di pace” quelle che invece sono azioni di guerra, come nemmeno il TG1 fa più.
Ebbene si: anche noi sardi siamo cattivi e, per pure ragioni economiche, ammazziamo persone che difendono la loro terra, esattamente come gli israeliani ammazzano i palestinesi. Con la differenza che i talebani, oltre a non averci fatto mai un cazzo, probabilmente non sarebbero nemmeno in grado di indicare la Sardegna in una mappa geografica.
Quindi? Il nostro nazionalismo (sardo) è meglio del nazionalismo israeliano? Si può essere contemporaneamente colonizzati e colonizzatori? Pur di avere il gas preferiamo una guerra in un luogo lontano dagli occhi e dal cuore alle trivellazioni ad Arborea? Perché in Sardegna non si apre un dibattito su questo? Pongo semplicemente la questione e invito ufficialmente Vito Biolchini a rilanciarla nel suo blog.
L’Università di Cagliari ha riconosciuto (giustamente) decine di lauree onoris causa ad intellettuali molto vicini a partiti di centrosinistra che puntualmente in Parlamento hanno votato il rifinanziamento alla missione in Afghanistan senza che questo abbia (giustamente) suscitato scandalo.
Per cui per concludere il ragionamento pongo due questioni e chiudo con una considerazione:
Non sarà forse che gli intellettuali, gli artisti, gli scrittori israeliani in occasioni del genere vengono discriminati per il solo fatto di essere israeliani?
Pensateci: avete mai visto qualcuno che, come premessa a un suo ragionamento, si è dovuto trovare nella condizione di dover dire: «non sono contrario all’esistenza del Perù e riconosco il suo diritto ad esistere, ma contesto le politiche del suo governo»?
Occhio, che i riconoscimenti ad artisti, intellettuali e scrittori vengono dati o negati in base alle loro idee politiche, esclusivamente nei regimi dittatoriali.
P.S.: Questo commento è anche un post sul mio blog intitolato: NOI SARDI PER IL GAS PREFERIAMO UCCIDERE I TALEBANI PIUTTOSTO CHE TRIVELLARE ARBOREA? http://www.cagliarifornia.eu/2013/04/per-il-gas-preferiamo-uccidere-i.html
Io penso che il ragionamento che proponi sia sbagliato. Grossman è un nome indiscutibile e il suo essere israeliano non c’entra nulla con la questione, la domanda da farsi è invece un’altra, e già qualcuno su questo blog l’ha posta: che cosa ha dato lo scrittore alla città in questi anni per meritarsi la cittadinanza onoraria? Basta essere presidenti onorari di un festival letterario per avere questo riconoscimento? Tutto qui.
Dai commenti qui sotto mi sembra emergere che Grossman è tutt’altro che indiscutibile, anzi… E il suo essere israeliano c’entra eccome e c’entrano soprattutto le sue idee politiche. Chi qui sotto ha espresso la sua contrarietà, lo ha fatto sulla base di ciò. Questa è la questione davvero importante, secondo me. Poi può pure darsi che la domanda da porsi sia “che cosa ha dato lo scrittore a Casteddu per meritarsi il prestigiosissimo riconoscimento planetario di diventarne cittadino onorario (mica di Londra, Parigi, Berlino: Casteddu!)?” e immagino che lo scrittore lo brami ardentemente per il ritorno di immagine che l’onoreficenza gli porterebbe. (Casteddu invece rischia grossissimi danni alla sua immagine mondiale di città turistica). In questo caso, al di là della facile ironia alla quale non ho saputo resistere, la mia risposta è sì: essere presidente onorario di un festival letterario “considerato uno dei più importanti e prestigiosi in Italia” per avere questo riconoscimento, in questa piccola cittadina di provincia alla periferia d’Europa, basta e avanza. Soprattutto se il cittadino onorario risponde al nome di David Grossman.
Vito sbagli. Lo scrittore ha dato tanto all’importante festival della moglie del capogruppo del PD che infatti ha fatto la proposta al sindaco. Quindi se la merita la cittadinanza, eccome. Ora tocca a loro, e adesso anche a Carta.
Dai, Cagliarifornia, mi sembra comunque un po’ poco… E’ vero, come dici tu, che il cittadino onorario risponderebbe al nome di David Grossman, però bisognerebbe aggiungere almeno qualche altra motivazione. Che so, magari gli hanno fatto assaggiare il porceddu o il mirto e ha detto: “mmmmhh… very good”, oppure potrebbe aver detto: “Belo spiagia Poetto” o “ajò”. Allora sì, sarebbe fatta, ma finora è ancora poco…
🙂
Vito scusami ma ti sbagli. Il suo essere israeliano non c’entra proprio nulla. C’entra invece il suo essere sionista, cioè favorevole a un regime che Jimmy Carter, un noto sovversivo, ha qualificato nel suo libro come “Apartheid”.
Mi dispiace ma da google non risulta nessuna rue né place l.-f- céline in Francia, e ci mancherebbe! Proprio perché non si può sostenere per ragioni di cortile che una persona compromessa con idee che a diverse riprese sono state dichiarate “razziste” da alcuni consessi autorevoli (ad esempio, l’Assemblea generale dell’ONU), nonostante sia un grande scrittore (e Céline lo è stato indubbiamente molto più di Grossman), debba essere riconosciuto e premiato se non per i suoi libri e non a livello politico.
Solo a Cagliari si intitolano le vie ai fascisti, e chiaramente né SEL né il PD considerano la cosa importante, vista la loro insensibilità culturale conclamata.
Il fatto che in Francia non ci siano strade intitolate a Céline, non modifica di una virgola il senso del mio ragionamento, che, per altro, non era incentrato sulla toponomastica transalpina o casteddaia, ma su questioni che, per quanto da me poste in maniera elementare e provocatoria, dovrebbero stimolare ben altre riflessioni e ragionamenti nelle menti più strutturate e acculturate che desiderano misurarsi con onestà intellettuale e senza contaminazioni ideologiche su questioni complesse e controverse.
Credo che intitolare una strada a Céline in Francia offenderebbe gli ebrei (ha scritto un libro terribile come “Bagatelle pour un massacre”). Allo stesso modo, dare la cittadinanza onoraria a una persona che non ha nulla da dire sul fondo di un regime di separazione e gerarchizzazione dei cittadini su base etnica, sull’invasione del Libano e sull’operazione “Piombo fuso” sia un insulto verso la comunità sardo-palestinese e i palestinesi che vivono a Cagliari. Un autentico schiaffo, come ha scritto giustamente l’associazione Sardegna-Palestina. Qui non si tratta di decidere chi abbia ragione, chi abbia torto, in cose enormi su cui ognuno ha, legittimamente, le proprie opinioni. Si tratta di non offendere i deboli, di non essere superficiali, e di non pensare una città come proprietà di un gruppo di fighetti tendenzialmente inconsapevoli perché tragicamente ignoranti.
È surreale che si tratti Grossman alla stregua di un esponente politico della destra radicale israeliana, quando in realtà è notoriamente una voce critica nei confronti della politica di Israele in Cisgiordania e nella striscia di Gaza. Lo è nel modo in cui lo può essere un intellettuale non militante, realista e responabile che partecipa attivamente e in modo costruttivo al complesso e articolato dibattito socio-politico-culturale del suo Paese. Lo è come può esserlo Alessandro Baricco in Italia. Tuttavia non sono sorpreso nel leggere che l’argomentazione attraverso la quale lei vorrebbe negare a Grossman la cittadinanza onoraria di Cagliari si basa su una premessa falsa e cioè sul fatto che Grossman non ha nulla da dire sulla questione israelo-palestinese. Non sono sorpreso perché la vera colpa, l’imperdonabile colpa di Grossman, per tutti quelli che hanno un approccio ideologico e/o da tifoso alla questione israelo-palestinese, è quella di essere israeliano. Se al posto di Grossman ci fosse stato Alessandro Baricco non staremo qui a parlarne, eppure sono certo che la comunità afghana, se interpellata, avrebbe avuto parecchio da ridire.
“all’interno di un dibattito politico-culturale vivo, aperto, laico e democratico come quello di Israele”
Ti consiglio un bel testo, “Ethnocracy: Land and Identity Politics in Israel/Palestine”, dell’accademico israeliano Oren Yiftachel, che evidenzia come quello che tu descrivi come “vivo, aperto, laico e democratico” è un regime opposto. Oppure ti consiglio di andare a visitare le città di Lod, Ramle e Jaffa o di leggere le Basic Law israeliane (un paese che, è bene ricordare, non ha una Costituzione).
Il Regno Unito: un paese che, è bene ricordare, non ha una costituzione. E allora?
L’Irlanda, che invece una sua costituzione ce l’ha, nel preambolo scrive: «Nel nome della Santissima Trinità, dalla quale proviene tutta l’autorità, e alla quale, come nostro scopo finale, tutte le azioni degli uomini e degli Stati devono essere riferite, noi, Popolo d’Irlanda, riconosciamo umilmente tutti i nostri obblighi verso il nostro divino signore, Gesù Cristo, che ha sostenuto i nostri padri attraverso secoli di dure prove». Costituzione dell’Irlanda, capito? mica dell’Iran. Se in Israele ci fosse una legge di rango costituzionale con scritte robe del genere, apriti cielo! Nelle Basic Law israeliane ci sono scritte cose molto meno assurde di quasi tutte le costituzioni dei paesi occidentali: ti consiglio di leggerle.
Infatti quello che io contesto è l’utilizzo semplicistico del termine “democrazia”, non solo al caso israeliano.
Io le ho lette, studiate e comparate. Tu lo hai fatto? E gli emendamenti?
Ad esmepio l’emendamento alla sezione 7a della Basic Law: The Knesset? Oppure l’Israel Lands o la Freedom of Occupation? Se vuoi risaliamo ad altre (che non sono Basic Law) come la Law of Return del 1950, l’Israel Citinzeship Law del 1952.
E tu lo hai letto l’articolo 2 della Costituzione della civilissima Norvegia? Le sezioni 4 e 6 della Costituzione della civilissima Danimarca? Il preambolo e l’articolo 3.1 della civilissima Grecia? La sezione 2.1 della Costituzione della civilissima Malta? L’articolo 7 della Costituzione della “civilissima” Italia? E «infatti quello che io contesto è l’utilizzo semplicistico del termine “democrazia”, non solo al caso israeliano», dici tu. Ecco, appunto, hai centrato la vera questione e mi stai dando completamente ragione: Israele, la sua “democrazia”, il suo nazionalismo sono uguali e identici a quelli del resto dell’occidente, quindi non c’è alcuna ragione per cui dovremmo discriminare un intellettuale sulla base delle sue idee politiche derivanti dalla sua inalienabile appartenenza nazionale.
Non c’è alcuna differenza tra Baricco e Grossman, ma sull’ipotetica assegnazione della cittadinanza onoraria di Cagliari (di Cagliari!) allo scrittore torinese, non ci sarebbe mai stato un dibattito così surreale. Ma quando qualcosa sfiora Israele anche solo per sbaglio, perfino una città sfigata, narcotizzata, finita come questa, riesce a dare il “meglio” di se. Mi correggo: quando sfiora Israele e Cellino. Cazzo, che culo, mi sento proprio orgoglioso di essere cagliaritano.
Io ho sempre parlato di Israele, poi puoi stare tranquillo che se ci fosse stato un altro ambiguo la mia posizione sarebbe stata la medesima: più scrittori, meno tuttologi.
Per il resto vedo che sei ben preso dalla tua zuppa, quindi buona vita.
Non è una zuppa, è uno stufato. Mi sono stufato delle minestrine riscaldate al focolare del conformismo. Buona ossessione.
No, secondo me non è proprio il caso. Anzi è proprio paradossale, considerando che da decenni la comunità palestinese in città porta avanti pregevoli iniziative, anche appoggiate dalle varie istituzioni. Qui non è questione di dialogo, anche perché non è mai esistito, ne mai esisterà un dialogo sul conflitto palestinese (di cui gli israeliani sono i progenitori, la storia lo insegna). Non c’entrano neanche le motivazioni religiose, qui si parla di colonialismo da parte di uno stato inventato nei confronti di un popolo che è rimasto senza terra. Senza andare a scomodare le varie posizioni, anche assumendo una linea “politicamente corretta” (linea personalmente odiata, perchè è necessario, se si ha una propria consapevolezza, essere partigiani), non si può pensare di non provocare danni, perché questi sono atti politici, che piaccia o meno. E vorrei anche capire quali sarebbero le motivazioni relative ad una proposta (ed eventuale scelta) di questo tipo. A me personalmente poco interessa il fatto che Grossman venga definito un intellettuale ed amato da “certa sinistra progressista” (virgolette volute). Tra l’altro, a scoppio ritardato, visto che per assumere una posizione “pseudo-contro” ha dovuto subire un dolore enorme, la perdita di un figlio, alla guida di un carro armato sionista, nella guerra contro il Libano (con più di 1200 vittime, la maggior parte civili, da parte libanese, vittime del regime sionista), E non mi pare che abbia mai messo in discussione la politica di guerra del suo paese, che anzi più volte in passato ha definito come necessaria. No, non è proprio il caso. Ci vorrebbero fiumi di inchiostro, o di pixel visto che siamo sul virtuale, e non se ne verrebbe a capo. Se poi la “pseudo-sinistra al governo” ritiene che sia invece il caso, che la scelta debba essere portata avanti, beh, che ne tragga le conseguenze e che si prenda le sue belle responsabilità. Perchè a questo punto, se non si è più partigiani, se il “politcamente corretto” prende il sopravvento, se l’arte del “volemose bene” va a discapito della coerenza, allora è meglio chiudere qui. Sarebbe necessaria una buona dose di umiltà, e prima di portare avanti certe proposte, sarebbe necessario studiare ed informarsi. Cosa che in questo caso non mi pare sia stato fatto. Tristezza.
ahahahahah Concorso di idee o una rosa di nominativi.
Più che un’operazione con così elevate ragioni, a me sembra qualcosa fatto per accontentare qualche amighixeddu, come nel caso della via intitolata alla guru dei Focolarini. Per quanto mi riguarda, considero insensato attribuire riconoscimenti a chi sostiene una pratica coloniale come quella messa in atto da Israele in Palestina, ma capisco che, in quanto a colonialismo, la sinistra sarda abbia le idee molto confuse. Non capisco come si possa anche solo per un attimo pensarci, se non agendo inconsapevolmente. Ogni ragione politica, culturale ed etica dovrebbe sconsigliare gravi atti simili.
Ormai però sono rassegnato alla loro ignoranza e al loro pressapochismo.
Scusate, non voglio essere polemico, né ho niente contro David Grossman, ma mi viene spontanea una domanda: cosa ha fatto Grossman per Cagliari? Ho dato uno sguardo sommario su internet e l’unica cosa che ho trovato è che c’è già venuto nel 2006 a presentare i suoi libri ed “è stato così bene a Cagliari che, oltre ad accettare di divenire presidente onorario del Festival (Tuttestorie ndr), il secondo anno ha consigliato al suo amico Abraham Yehoshua di venire da noi. Altro balzo di qualità e visibilità”(www.webalice.it/tognolini/festival). Ripeto, non lo dico per fare polemica, ma proprio perché forse non sono abbastanza informato. Che cosa ha in comune Grossman con Cagliari e cosa ha fatto per meritarsi la cittadinanza di Cagliari piuttosto che quella di Macerata o di Saragozza? Se ne sapete di più… Peccato che non sono famoso né influente nel dibattito politico, sennò me la tentavo anch’io a vedere se mi davano la cittadinanza onoraria di qualche posto sperdio… tutto fa curriculum 🙂
Se potrebbero nascere maldipancia in questa o quella parte dell’elettorato nel vedersi associato come concittadino uno scrittore del prestigio di Grossman perche’ costui e’ “giudio”, per dirla alla maniera di Alberto Sordi allora risparmiamoci la pergamena per adesso e diamo la cittadinza onoraria al Gabibbo quando ad agosto viene a girare il programma. I politici hanno perso il coraggio di fare delle scelte.Non si puo piacere a tutti. Antonio
“rischia di non piacere per niente alla comunità musulmana”
Vito, da te uno scivolone simile non me lo sarei mai aspettato, non gettarti anche tu nel calderone dei tuttologi che dipingono la questione palestinese come uno scontro religioso: non lo è. La questione palestinese è un conflitto coloniale, dove l’ebraismo è stato sfruttato in un primo momento dall’ala politica del movimento sionista, tramutandolo da una religione-etnia in nazionalismo. In seconda battuta, con il mancato soddisfacimento del contenuto degli Accordi di Oslo, il partito “laico” palestinese Fatah è stato superato da Hamas e dall’Islamic Johad Movement in Palestine: arrivò la Seconda Intifada con gli attacchi suicidi verso i civili israeliani e la “Guerra al Terrore” dopo l’11 settembre, ecco che la questione fu tramutata dai benpensanti in religiosa.
Fatta questa premessa, la cittadinanza onoraria a David Grossman più che uno scandalo sarebbe triste, perché lui (come Amos Oz o Abraham Yehoshua) rappresenta la faccia pulita del governo israeliano; nonostante sia sicuramente distante dal Likud, da Israel Beitenu, da Habait Hayeudi o dal gruppo Gush Emunim, il problema è Grossman fa parte della sinistra sionista: sinistra sì, ma sempre sionista rimane. Questi intellettuali israeliani sono un disco rotto che continua a chiedere una soluzione dei due Stati che è obsoleta e ingiusta, e non lo dico io, misero studente di Scienze Politiche, ma oggi stesso lo ha detto John Kerry http://www.jpost.com/Diplomacy-and-Politics/Kerry-2-state-solution-may-be-dead-within-2-years-310156.
Ancora, questa è la sinistra israeliana che ha chiesto al prigioniero politico palestinese Samer Issawi, in sciopero della fame da settimane, di concluderlo perché le sue azioni potrebbero mettere a repentaglio la pace nella regione http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/top-israeli-authors-plead-with-palestinian-security-prisoner-end-hunger-strike.premium-1.515276. Il suo “suicidio” contro “noi, messaggeri di pace”, a sottintendere che il gesto di Issawi non sia di pace. E invece sbagliano, perché lo sciopero della fame che sta conducendo e il più nobile gesto di pace che un uomo possa fare, perché è nonviolento e perché chiede giustizia.
Sì, perché quello che gli intellettuali mainstream non vogliono capire, e non solo loro, è che la pace dei fiori nei cannoni è una pace finta. La pace, perché sia tale, deve essere giusta.
Il grande abbaglio della sinistra europea è il sionismo di sinistra.
Per quale motivo vogliamo dare la cittadinanza onoraria a Grossman? Perché possa aiutare Cagliari a uscire dalla crisi culturale che sta affrontando? Vedremo. Ma anche in caso affermativo, sarà un lusso momentaneo che va a discapito della giustizia.
sottoscrivo…
Benigno Moi
Il dialogo è sempre utile. Del resto il dialogo è sempre stato una caratteristica del nostro Sindaco. Una bella manifestazione di interesse anzi, direi. “Mettiamo a correre” un po’ di nominativi e poi decretiamo un vincitore in base ad un algoritmo in modo da escludere qualsiasi discrezionalità. Poi una spruzzatina di intuitu, un po’ di “semicerchi mi trovi” e poi andiamo a raccogliere il seminato. Ma certo. Perché no? Grossman! Poi tanto se ci saranno contestazioni ci penserà Ninni o Davide a chiedere “dialogo”, “aprire dei tavoli”, ed altre posizioni risolutive…
Scherzo, sicuramente il sindaco ha già presente con precisione il ruolo di David Grossman nel dibattito internazionale. Deciderà lui per il meglio. Come sempre.
Bel contributo come sempre, l’intellettuale nostro.